carloalberto
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venerdì 29 ottobre 2021
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il maestro bava si volge all''allievo argento
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Ultimo film di Mario Bava, che, dimostrando una certa umiltà, non si fa scrupolo di rimaneggiare gli stilemi del suo discepolo più famoso, Dario Argento, per confezionare un film che si colloca a metà strada tra l’horror paranormale ed il thriller psicologico. Nel plot sono assemblati in modo originale elementi tratti da The Omen di Richard Donner e da Profondo rosso di Argento. A quest’ultimo si rifà, inoltre, per il commento musicale de' I Libra, che ricalca quello, rimasto celebre, dei Goblin, e per la scelta della medesima attrice nel ruolo di protagonista, la straordinaria Daria Nicolodi, icona del cinema di Argento.
La caratteristica dello stile di Bava è l’eccesso.
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Ultimo film di Mario Bava, che, dimostrando una certa umiltà, non si fa scrupolo di rimaneggiare gli stilemi del suo discepolo più famoso, Dario Argento, per confezionare un film che si colloca a metà strada tra l’horror paranormale ed il thriller psicologico. Nel plot sono assemblati in modo originale elementi tratti da The Omen di Richard Donner e da Profondo rosso di Argento. A quest’ultimo si rifà, inoltre, per il commento musicale de' I Libra, che ricalca quello, rimasto celebre, dei Goblin, e per la scelta della medesima attrice nel ruolo di protagonista, la straordinaria Daria Nicolodi, icona del cinema di Argento.
La caratteristica dello stile di Bava è l’eccesso. Ogni sequenza è satura di scene che dovrebbero risultare terrificanti, utilizzando allo scopo, quasi sempre, piccoli effetti speciali, che oggi fanno sorridere per la loro semplicità, tipo la mano butterata dello spettro, che sembra una di quelle mani finte usate per spaventare gli amici a carnevale, o gli armadi che si muovono sospinti da forze oscure ed i quadri che, ovviamente, cadono da soli dalle pareti.
Le pause sono ridotte al minimo, manca il tempo dell’attesa affinché si crei la giusta tensione che prelude al sussulto della scena clou.
Bava, a differenza di Argento, non mostra abbastanza a lungo i suoi personaggi nella normalità della vita di tutti i giorni, in modo che lo spettatore possa riconoscersi, immedesimandosi quindi nella vicenda, per poi catapultarli improvvisamente in una dimensione insolita e terrorizzante. La protagonista di Shock è, invece, immersa dall’inizio alla fine, senza un attimo di tregua, in un incubo ad occhi aperti senza vie d’uscita e reagisce emettendo ad intermittenza strazianti urla di spavento, quasi come se stesse facendo un giro in una vecchia casa dei fantasmi dei luna park di un tempo.
Nonostante tutto, il film è da vedere; non soltanto per Daria Nicolodi, attrice unica nel nostro cinema dalla inconfondibile recitazione tra il naturale e lo straniante, ma per l’interesse che suscita la figura umana ed artistica del maestro del cinema horror italiano, che, giunto al termine della sua carriera, volge lo sguardo alle opere del suo discepolo e senza alterigia o presunzione di superiorità ne trae spunto per migliorare il suo lavoro.
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dandy
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lunedì 16 maggio 2016
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quando il passato non vuole proprio darti tregua!
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Penultimo film di Mario bava,già malato da tempo.Il suo ultimo horror(girato in massima parte dal figlio Lamberto,al suo esordio)è una bella rivisitazione del compesso di Edipo,sospesa tra fantastico e horror,psicolabilità e ambiguità volutamente non risolte nel finale.Rispetto ai precedenti film del regista le regole di genere sono rispettate.A tratti ricorda Fulci,mentre l'atmosfera via via più opprimente e il personaggio del piccolo Marco fanno pensare al futuro "Shining".Un paio di sequenze sanguinose degne di nota,e musiche di Libra che ammiccano ai "Goblin".Peccato che a differenza dei film del marito Dario Argento,qui Daria Nicolodi sia antipatica,e strilla almeno una decina di volte di troppo.
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Penultimo film di Mario bava,già malato da tempo.Il suo ultimo horror(girato in massima parte dal figlio Lamberto,al suo esordio)è una bella rivisitazione del compesso di Edipo,sospesa tra fantastico e horror,psicolabilità e ambiguità volutamente non risolte nel finale.Rispetto ai precedenti film del regista le regole di genere sono rispettate.A tratti ricorda Fulci,mentre l'atmosfera via via più opprimente e il personaggio del piccolo Marco fanno pensare al futuro "Shining".Un paio di sequenze sanguinose degne di nota,e musiche di Libra che ammiccano ai "Goblin".Peccato che a differenza dei film del marito Dario Argento,qui Daria Nicolodi sia antipatica,e strilla almeno una decina di volte di troppo...
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