Stefano Reggiani
Nikita Michalkov, l'eccellente regista di Schiava d'amore e del nostro amato Oblomov, si prende il lusso legittimo di inventare Cechov su Cechov. Il Platonov giovanile del grande drammaturgo come il copione di un nuovo cechovismo dove il sarcasmo tempera la pena di vivere e allontana il fantasma della sconfitta proprio nel momento in cui la celebra. Nella bella monografia che Sauro Borelli ha dedicato a Michalkov (La Nuova Italia, Firenze 1982) c'è questa spiegazione del regista: «Il fatto che nel testo ci fossero delle debolezze, delle lacune, mi ha permesso di interpretarlo di più, di riempire, di chiosare, di rielaborare, nella fiducia di approdare a risultati anche più cechoviani». [...]
di Stefano Reggiani, articolo completo (2204 caratteri spazi inclusi) su 8 giugno 1985