matteo tommasi
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lunedì 6 febbraio 2006
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lo squalo
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L'isola di Amity è infestata da un terribile squalo, che sbrana prima una donna e poi un bambino. Il capo della polizia (Roy Scheider) non riesce a convincere il sindaco della città (Murray Hamilton) a chiudere le spiagge, e decide di partire alla ricerca del pescecane. Lo affiancano un vecchio pescatore (Robert Shaw) e un oceanologo (Richard Dreyfuss). Alla fine la loro barca andrà a farsi benedire, e qualcuno ci resterà secco.
Quando nei cinema italiani arrivò DUEL, il celebre road movie, si notò subito l'abilità del regista, Steven Spielberg. Ogni minimo dubbio sulla sua bravura venne spazzato via poco tempo dopo, quando giunse sul grande schermo LO SQUALO. Un thriller marino come pochi, senza dubbio.
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L'isola di Amity è infestata da un terribile squalo, che sbrana prima una donna e poi un bambino. Il capo della polizia (Roy Scheider) non riesce a convincere il sindaco della città (Murray Hamilton) a chiudere le spiagge, e decide di partire alla ricerca del pescecane. Lo affiancano un vecchio pescatore (Robert Shaw) e un oceanologo (Richard Dreyfuss). Alla fine la loro barca andrà a farsi benedire, e qualcuno ci resterà secco.
Quando nei cinema italiani arrivò DUEL, il celebre road movie, si notò subito l'abilità del regista, Steven Spielberg. Ogni minimo dubbio sulla sua bravura venne spazzato via poco tempo dopo, quando giunse sul grande schermo LO SQUALO. Un thriller marino come pochi, senza dubbio. E' praticamente impossibile trovarci qualcosa di insoddisfacente. Le musiche, la trama, la regia, gli attori, la fotografia. Tutto funziona a meraviglia. E la scarsa quantità di Oscar che ha vinto è compensata dall'enorme successo di pubblico.
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mr_pink
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giovedì 12 giugno 2008
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capolavoro
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Lo squalo è uno dei migliori film realizzati di sempre.Spielberg giovanissimo mostrava di sapere già il fatto suo e da al pubblico un film eccezionale. La scelta del cast è perfetta(Robert Shaw è grandissimo nella parte dell'ostinato cacciatore) ma è lo squalo che ruba perennemente la scena ai tre protagonisti. Spielberg è molto abile e quasi sembra giocare con il pubblico; nella prima parte lo squalo non si vede mai, poi quando non te lo aspetti il regista di Cincinnati lo dà in "pasto" al pubblico in tutto il suo splendore fino al fatidico duello finale, indimenticabile e insuperabile. Giovane e ambizioso, Spielberg chiede ancora una volta a John Williams di musicare il suo film (il primo fu Sugarland Express); il risultato è semplicemente strabigliante.
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Lo squalo è uno dei migliori film realizzati di sempre.Spielberg giovanissimo mostrava di sapere già il fatto suo e da al pubblico un film eccezionale. La scelta del cast è perfetta(Robert Shaw è grandissimo nella parte dell'ostinato cacciatore) ma è lo squalo che ruba perennemente la scena ai tre protagonisti. Spielberg è molto abile e quasi sembra giocare con il pubblico; nella prima parte lo squalo non si vede mai, poi quando non te lo aspetti il regista di Cincinnati lo dà in "pasto" al pubblico in tutto il suo splendore fino al fatidico duello finale, indimenticabile e insuperabile. Giovane e ambizioso, Spielberg chiede ancora una volta a John Williams di musicare il suo film (il primo fu Sugarland Express); il risultato è semplicemente strabigliante. Alzi la mano chi non è sobbalzato la prima volta che lo squalo ha messo le fauci fuori dall'acqua. Grande horror in confezione di classe che tiene alta la suspance fino alla fine. Pochi tengono lo spettatore sulle spine come Spielberg. Incassò molto e oggi è uno di quei film che un appassionato di cinema non può non vedere. Un cult da vedere e rivedere e quindi impossibile da ignorare. Ma su tutto, lo squalo che si dirige verso le sue vittime è dà brivido. Seguito da delle mostruosità di seguiti.
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(di mr.chinese way)
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gianpaolo
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lunedì 20 giugno 2005
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"melville"
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Dopo lo straordinario esordio metafisico in "Duel",.."Spielberg" lascia un ulteriore ed indelebile impronta nella storia del cinema, realizzando senza l'ausilio di effetti computerizzati un assoluto "gioiello".
Strepitoso il personaggio interpretato dal bravissimo "Robert-Shaw" qui nei panni di "Quint" un pittoresco cacciatore di squali,..il quale dopo una tragica esperienza, considera l'animale una sorta di personale nemesi.
Personalmente ritengo che le figure di "Quint", e dello squalo possano per certi versi rappresentare una sorta di rivisitazione di "Achab", e "Moby-Dyck", rispettivamente il capitano, e la balena-bianca,..contrapposti protagonisti del romanzo di "Melville".
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(di bruno 95)
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(di christian luongo)
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nino p.
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domenica 22 marzo 2009
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capolavoro!!!
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"Lo squalo" è un film perfetto in ogni suo piccolo particolare. Un capolavoro che solo un talento unico come Spielberg era in grado di portare sullo schermo. A partire dalle tragiche sequenze iniziali nelle quali ne fa le spese la prima vittima: una bella ma sfortunata ragazza. Il film analizza inoltre l'arroganza e la superficialità di fondo del potere governativo: ad Amity, un enorme squalo si aggira nei pressi della località balneare, ma il Sindaco preoccupato di non mandare all'aria i ricchi affari della zona, decide di non chiudere la spiaggia. Da elogiare gli ultimi 30-40 minuti del film in quanto Spielberg è bravissimo nel mostrarci la metodica vita di mare e delle relative chiacchiere tra alcuni uomini su di un battello intenti a dare la caccia all'infernale animale marino e che solo qualche superficiale spettatore potrebbe definire tutto ciò monotono e noioso ed infine le sequenze finali ricche di suspence di notevole spessore.
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"Lo squalo" è un film perfetto in ogni suo piccolo particolare. Un capolavoro che solo un talento unico come Spielberg era in grado di portare sullo schermo. A partire dalle tragiche sequenze iniziali nelle quali ne fa le spese la prima vittima: una bella ma sfortunata ragazza. Il film analizza inoltre l'arroganza e la superficialità di fondo del potere governativo: ad Amity, un enorme squalo si aggira nei pressi della località balneare, ma il Sindaco preoccupato di non mandare all'aria i ricchi affari della zona, decide di non chiudere la spiaggia. Da elogiare gli ultimi 30-40 minuti del film in quanto Spielberg è bravissimo nel mostrarci la metodica vita di mare e delle relative chiacchiere tra alcuni uomini su di un battello intenti a dare la caccia all'infernale animale marino e che solo qualche superficiale spettatore potrebbe definire tutto ciò monotono e noioso ed infine le sequenze finali ricche di suspence di notevole spessore. Non c'è che dire. Capolavoro!!!
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chriss
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domenica 22 agosto 2010
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il più terrificante horror marino...
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Lo squalo, di Steven Spielberg, è il più terrificante horror marino che si sia mai realizzato. Il regista di Cincinnati è stato il primo a sfruttare abilmente l' elemento marino e la naturale avversità all' acqua, profondamente radicata in tutti noi. Con uno squalo enorme, celato sotto l' oscurità degli abissi, e con l' aiuto della musica tetra e spettrale di John Williams, è stato capace di creare un film unico ed irripetibile. L' opera che ci presentò nel 1975 è da manuale del cinema horror. Già dalla prima scena, girata interamente sott' acqua, ci fa capire, con musica in sottofondo, che c' è qualcosa di spaventoso pronta ad azzannare: però, molto astutamente, non ci fa vedere cosa.
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Lo squalo, di Steven Spielberg, è il più terrificante horror marino che si sia mai realizzato. Il regista di Cincinnati è stato il primo a sfruttare abilmente l' elemento marino e la naturale avversità all' acqua, profondamente radicata in tutti noi. Con uno squalo enorme, celato sotto l' oscurità degli abissi, e con l' aiuto della musica tetra e spettrale di John Williams, è stato capace di creare un film unico ed irripetibile. L' opera che ci presentò nel 1975 è da manuale del cinema horror. Già dalla prima scena, girata interamente sott' acqua, ci fa capire, con musica in sottofondo, che c' è qualcosa di spaventoso pronta ad azzannare: però, molto astutamente, non ci fa vedere cosa. Ce la nasconde per bene, ma intanto ci dice che c' è. Quando muore la turista, sfrutta il tema della semi-oscurità. In questa scena sembra che la ragazza sia più sballonzolata in acqua dal regista, che dallo squalo stesso. La scelta della locazione balneare è stata pure felice: Amity, infatti, ci dà la sensazione di una cittadina florida e tranquilla; per di più, totalmente ignara delle sciagure che si abbatteranno su di essa! Quando muore la seconda vittima gira la scena di giorno, anche se non vedremo un solo raggio di sole. Stavolta inquadra diversi personaggi, ma non si capisce chi finirà tra le fauci del mostro marino. Sparisce prima il cane; poi lo squalo fa la sua scelta tra una selva di gambe: il ragazzo sul materassino. Il sangue che sale in superficie si mischia tra le persone che giocano in acqua: una scena bellissima! A questo punto Steven Spielberg cala il suo asso nella manica: il signor Quint, uno dei personaggi più riusciti nella breve storia del cinema. Egli, infatti, incarna lo spirito dell' uomo che lotta contro gli elementi. Robert Shaw, nei panni di Quint, avrebbe meritato l' Oscar soltanto per quel che dice durante la sua prima apparizione! Andando avanti col film, si scopre che il regista, non ancora soddisfatto, utilizza stavolta la notte per crearci un pò di panico. Nella scena del ritrovamento del dente da parte del signor Hooper, interpretato dal barbuto Richard Dreyfuss, ritrovano un altro cadavere. Ma ancora non è finita la tortura psicologica di Spielberg. Dopo una finta apparizzione di una pinna, non fa entrare lo squalo dalla parte del mare: sarebbe troppo scontato! Il mostro, che finalmente si vede quasi per intero, sbuca da un canale, agguanta un uomo in barca a vela e lo ingoia senza pietà! Da qui in poi si entra nella caccia vera e propria allo squalo assassino. Stavolta sfrutta la luce del giorno e gli spazi marini infiniti per crearci l' angoscia. E ci riesce pure qui! Dopo un' altra apparizione, quasi per intero dello squalo, fa calare di nuovo il buio sulla scena. Poi di nuovo il giorno, con la musica che ci tartassa le orecchie e con l' insidia dello squalo che potrebbe sbucare dal fondo del mare in qualsiasi momento. Quasi sul finire ci catapulta nella semi-oscurità insieme ad Hooper nella gabbia anti-squalo. Il finale vero, stavolta, si svolge in pieno giorno. Sarà proprio il capo della polizia, Martin Brody, a dare il colpo di grazia a tutta la vicenda... Spielberg è riuscito a spaventarci nel buio, nella penombra e nel giorno, sfruttando al meglio l' elemento acqua, la musica, uno squalo gigantesco e gli spazi marini infiniti, sia sotto che sopra. Ogni altro commento è superfluo! Cinque stelle e tutti a casa: sulla terraferma però... Firmato Christian Palmieri.
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davidestanzione
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venerdì 6 agosto 2010
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il 1mo spielberg:maledetto,solleticante,ancestrale
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Cult movie, thriller d'ambiente, uno dei film più maledetti (e più "sbaragliabotteghino") di Spielberg (di hitchcockiana e perchè no polanskiana memoria, data la claustrofobia che per contrasto "divampa" dagli sconfinati oceani privi di qualsivoglia punto di riferimento, si veda "Il coltello nell'acqua" e la penultima scena del duplice Funny Games di Haneke), una colonna sonora ficcante e penetrante, insinuante, sottopelle (Oscar a John Williams). Il gusto artigianale (nella scena in cui lo squalo-uno dei tre squali meccanici-salta sulla barca è possibile addirittura vedere una corda attaccata alla pinna) va a braccetto con una maestria autoriale che esplode prematuramente e fa breccia nella cinematografia americana come un fulmine volto a squarciare il cielo:l'ossessione per qualcosa che sfodera la propria potenza lontano dai nostri sguardi (il caso?Dio?lo squalo?), l'orrore come "emergere" di paure ancestrali, Vertigo Shot (dollying in avanti e contemporaneao zoom all'indietro, rimando alla sontuosa regia hitchcockiana de "La donna che visse due volte") per uno dei film più folgoranti e angoscianti di sempre, che sotto l'estetica del B-Movie cela i crismi del capolavoro.
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Cult movie, thriller d'ambiente, uno dei film più maledetti (e più "sbaragliabotteghino") di Spielberg (di hitchcockiana e perchè no polanskiana memoria, data la claustrofobia che per contrasto "divampa" dagli sconfinati oceani privi di qualsivoglia punto di riferimento, si veda "Il coltello nell'acqua" e la penultima scena del duplice Funny Games di Haneke), una colonna sonora ficcante e penetrante, insinuante, sottopelle (Oscar a John Williams). Il gusto artigianale (nella scena in cui lo squalo-uno dei tre squali meccanici-salta sulla barca è possibile addirittura vedere una corda attaccata alla pinna) va a braccetto con una maestria autoriale che esplode prematuramente e fa breccia nella cinematografia americana come un fulmine volto a squarciare il cielo:l'ossessione per qualcosa che sfodera la propria potenza lontano dai nostri sguardi (il caso?Dio?lo squalo?), l'orrore come "emergere" di paure ancestrali, Vertigo Shot (dollying in avanti e contemporaneao zoom all'indietro, rimando alla sontuosa regia hitchcockiana de "La donna che visse due volte") per uno dei film più folgoranti e angoscianti di sempre, che sotto l'estetica del B-Movie cela i crismi del capolavoro.
Tre sequel uno più "ciofeca" dell'altro (brr) e un malcelato remake firmato nientepopodimenoche Enzo G.Castellari (eh sì, quello di "Quel maledetto treno blindato", il film che ha ispirato i bastardi tarantiniani) e con Vic Morrow, che fa alla grandissima (e tutto sommato assai efficacemente) il verso al Quint di Robert Shaw. Il film di Castellari, dato il buon successo, attirò su di sè le ire della Universal, che ottenne il ritiro del film dalle sale. Autarchia remakista frammista al banditesco plagio (nient'affatto) valorizzata dalle major. Tanto per cambiare.
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tony montana
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venerdì 22 ottobre 2010
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ingegnoso mix di horror e avventura
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«Ci serve una barca più grande». I comuni mezzi di caccia allo squalo, in questa terza regia di Steven Spielberg, non sono sufficienti: lo squalo che dà il titolo al film non è un animale normale, è una versione gigante e molto più feroce di quello che si trova in natura. Perché? Perché con questo film l’intento del regista di Cincinnati era quello di spaventare lo spettatore, e uno spettatore che avesse nella mente una Moby Dick qualunque non si sarebbe certo fatto spaventare da uno squalo normale… Eppure, nonostante le esagerazioni in questo senso, crediamo a tutto ciò che ci viene proposto, grazie alla maestria con la quale Spielberg ce lo propone.
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«Ci serve una barca più grande». I comuni mezzi di caccia allo squalo, in questa terza regia di Steven Spielberg, non sono sufficienti: lo squalo che dà il titolo al film non è un animale normale, è una versione gigante e molto più feroce di quello che si trova in natura. Perché? Perché con questo film l’intento del regista di Cincinnati era quello di spaventare lo spettatore, e uno spettatore che avesse nella mente una Moby Dick qualunque non si sarebbe certo fatto spaventare da uno squalo normale… Eppure, nonostante le esagerazioni in questo senso, crediamo a tutto ciò che ci viene proposto, grazie alla maestria con la quale Spielberg ce lo propone. Per buona parte delle due ore di pellicola, l’azione è costretta all’interno della piccola “Orca” e gira tutta intorno ai tre protagonisti. Tre personaggi piuttosto stereotipati ma bene assortiti, cui Roy Scheider, Robert Shaw e Richard Dreyfuss donano vita in maniera splendida. I meriti di questa pellicola non risiedono certo nella sceneggiatura di Peter Benchley e Carl Gottlieb, né nel misconosciuto romanzo di Benchley da cui è tratta. Il punto di forza del film è l’occhio di Spielberg per la tensione: fin dagli spaventosi titoli di testa con la soggettiva dello squalo e l’ossessiva musica di John Williams, lo spettatore sente vicino il pericolo rappresentato dallo squalo, sente vicino il chiudersi delle mascelle citate nel titolo originale della pellicola. E per Spielberg non c’è nemmeno bisogno di mostrare troppo a lungo il suo mostro: è con montaggio, musica e ritmo narrativo che riesce a farci venire la pelle d’oca. Ricordo di un’intervista ad un regista (ma purtroppo non ricordo chi) che doveva girare un film con Robert Shaw, il quale ha dovuto rifiutare perché contrattualmente obbligato a girare in quello stesso periodo proprio Lo squalo. Il regista diceva che Shaw Lo squalo non voleva farlo, perché era un horror banale di un regista inesperto e che non sarebbe stato visto da nessuno… E invece è diventato un classico del moderno cinema d’azione e si parla di Spielberg agli esordi.
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dany101
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domenica 25 aprile 2010
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bellissimo
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Il film di Spielberg ha qualità quasi innate.é un capolavoro nello stile e nella forma.Il sondaggio nei personaggi mostra rigore e perspicacia.Abbiamo infatti,tre ritratti di uomini che sono lagati al mare,in un modo o nell'altro.Sono diversissimi fra loro,ma mirabile sarà tutto il secondo tempo in cui la vicenda li costringe a coalizzare,in un trionfo di cinema virile e avventuroso.La storia si sviluppa in modo inaspettato e interessantissimo,nelle implicazioni e nelle sfumature.In ciò,bisogna riconoscere la validità dello"scheletro letterario"di Benchley.La paura non ha un volto,per gran parte del film,il male non ha un depositario,e-proprio per questo tutto è ancora più avvincente.Le sequenze di suspence,e ciò che succede,-ci dice Spielberg-sono un parto nostro in quanto spettatori,perchè tutto ci viene suggerito e non potrebbe essere integro se venisse a mancare il nostro supporto.
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Il film di Spielberg ha qualità quasi innate.é un capolavoro nello stile e nella forma.Il sondaggio nei personaggi mostra rigore e perspicacia.Abbiamo infatti,tre ritratti di uomini che sono lagati al mare,in un modo o nell'altro.Sono diversissimi fra loro,ma mirabile sarà tutto il secondo tempo in cui la vicenda li costringe a coalizzare,in un trionfo di cinema virile e avventuroso.La storia si sviluppa in modo inaspettato e interessantissimo,nelle implicazioni e nelle sfumature.In ciò,bisogna riconoscere la validità dello"scheletro letterario"di Benchley.La paura non ha un volto,per gran parte del film,il male non ha un depositario,e-proprio per questo tutto è ancora più avvincente.Le sequenze di suspence,e ciò che succede,-ci dice Spielberg-sono un parto nostro in quanto spettatori,perchè tutto ci viene suggerito e non potrebbe essere integro se venisse a mancare il nostro supporto.Questa caratteristica,così letteraria,è il pane di ogni romanzo che si rispetti,ma-più radicalmente-anche l'ingrediente speciale di ogni racconto leggendario.Come questo.L'argomento attori merita considerazione.Considerazioni di carattere generale,perchè attori come Richard Dreyfuss,Roy Sheider,e-sopratutto-Robert Shaw,non hanno mai dato prestazioni così mnemorabili,nonostante le relative carriere.Il vantaggio,qui,è di avere personaggi a tre dimensioni,di cui intuiamo il passato,le intenzioni,e le ansie,personaggi credibili.La paura atavica dell'uomo,si concretizza,qui,in un enorme essere marino nato per cacciare,e si impone come minaccia insopprimibile,di conseguenza,anche lo spettatore più sonnolente,può trovare materia da consumare.Avidamente.
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lorenzomnt
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mercoledì 7 luglio 2010
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apri la bocca figlio di...booom!! mitico!!
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Uno dei migliori film mai prodotti nella storia del cinema!Un capolavoro nel vero senso del termine!!Spielberg qui ha fatto un centro pieno,un film che inquieta,spaventa e fa ridere grazie alle musiche,alle inquadrature e anche agli attori principali,in special modo Robert Shaw(ex-nemico di 007 in Dalla Russia con amore),che qui dà un interpretazione eccezionale di Quint.Ottimi effetti speciali per l'epoca,e abbastanza accettabili ancora oggi.Tutti gli oscar che ha vinto se li è meritati tutti.Non mi stanco mai di rivederlo e di ascoltare battute comiche veramenti eccezionali.DA VEDERE!!
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ivan91
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domenica 25 luglio 2010
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inqiuetante e terrificante
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bellissimo film che ha segnato la storia del cinema e ha dato vita ad un interminabile serie di sequel schifosi!!!!nessuno vorrà più entrare in acqua dopo aver visto questo film drammatico, un po thriller insomma un film originale che nonostante gli anni non perde il suo fascino bellisima la colonna sonora di jhon wiliams che mette una paura sconcertantte!!! capolavoro
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