giovanni
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mercoledì 3 marzo 2021
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miscuglio eterogeneo, ma bello da vedere
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Non lo vidi al tempo della sua uscita, l'ho visto ieri in TV. Deluso, ma non troppo. Che film è? Èun miscuglio eterogeneo di ideologie superficiali, di erotismo fisico e immaginifico, di antirazzismo, di velleitarismo giovanile, di superficialità narrativa, di allusività sparsa qua e là. Esagerato il finale, onirico e poco convincente. Però il film può essere ancora bello da vedere; per passare due ore di distrazione al tempo del Covid-19 va anche bene.
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alejazz
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giovedì 14 marzo 2019
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un amore interrotto per volere di una società fana
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In un ipotetico momento di ribellione manifestato dai giovani americani a ridosso del ’68, Mark (Mark Frechette) è coinvolto nell’assassinio di un poliziotto e fugge verso la California grazie ad un aereo da turismo rubato. Scatta quindi la caccia per lui da parte della polizia. Intanto nel deserto di Zabriskie Point Mark atterra e conosce la graziosa Daria (Daria Halprin), segretaria di un’importante azienda immobiliare. Tra i due è subito amore. Mark, spinto dalla coscienza, decide di costituirsi alla polizia. Purtroppo però il suo rientro è amaro: la polizia gli spara.
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In un ipotetico momento di ribellione manifestato dai giovani americani a ridosso del ’68, Mark (Mark Frechette) è coinvolto nell’assassinio di un poliziotto e fugge verso la California grazie ad un aereo da turismo rubato. Scatta quindi la caccia per lui da parte della polizia. Intanto nel deserto di Zabriskie Point Mark atterra e conosce la graziosa Daria (Daria Halprin), segretaria di un’importante azienda immobiliare. Tra i due è subito amore. Mark, spinto dalla coscienza, decide di costituirsi alla polizia. Purtroppo però il suo rientro è amaro: la polizia gli spara. Daria, apprendendo l’amara notizia immagina una distruzione esplosiva di tutto ciò che avrebbe potuto causare l’uccisione di Mark
Tecnicamente si tratta di un film (con un buon contributo italiano) dai colori stupendi e vivaci (una bella novità essendo il film uscito nel 1970). Ciò messo anche in rilievo da una bella fotografia (sempre italiana con Contini) che ha curato ogni minimo dettaglio (scena delle esplosioni immaginate da Daria oppure il suo passaggio in auto tra la distesa di cactus del deserto).
Riguardo la sceneggiatura (curata dal regista Antonioni e da Tonino Guerra) la storia si incentra prevalentemente in due luoghi: il centro cittadino, sito delle proteste e della lotta con i poliziotti, e il deserto (Zabriskie Point) dove avviene l’incontro tra Mark e Daria. Da apprezzare i lunghi momenti dove a parlare non sono i dialoghi dei protagonisti ma le voci della natura e i silenzi.
Consigliato: sì
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ennio
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sabato 10 novembre 2018
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un trasognato manifesto di bellezza e psichedelìa
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Rivisto a distanza di molti anni, "Zabriskie point" ha forse perso la capacità di farmi sognare, la colpa però non è del film ma dell'età.
Il film rimane un caposaldo della capacità visionaria di quegli anni, dipinta con la classe di Antonioni. La trama in sè è piuttosto banale, a volte condita da scene risibili (il ragazzo che chiede un panino a credito). Altre scene però sono altamente simboliche, come quella della famigliola media americana ingozzantesi di hamburger, che giunta a Zabriskie point non trova nulla di meglio che dire "qui ci si potrebbe fare un drive in!".
Il plot sembra strizzare l'occhio ai movimenti di contestazione tanto in voga a fine anni '60, ma poi capisci che è tutto un pretesto per fuggire dal marasma urbano e sociale, e ritrovarsi nella bellezza della gioventù e della natura, rappresentate con la magistrale scena dell'amore di gruppo in mezzo al deserto.
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Rivisto a distanza di molti anni, "Zabriskie point" ha forse perso la capacità di farmi sognare, la colpa però non è del film ma dell'età.
Il film rimane un caposaldo della capacità visionaria di quegli anni, dipinta con la classe di Antonioni. La trama in sè è piuttosto banale, a volte condita da scene risibili (il ragazzo che chiede un panino a credito). Altre scene però sono altamente simboliche, come quella della famigliola media americana ingozzantesi di hamburger, che giunta a Zabriskie point non trova nulla di meglio che dire "qui ci si potrebbe fare un drive in!".
Il plot sembra strizzare l'occhio ai movimenti di contestazione tanto in voga a fine anni '60, ma poi capisci che è tutto un pretesto per fuggire dal marasma urbano e sociale, e ritrovarsi nella bellezza della gioventù e della natura, rappresentate con la magistrale scena dell'amore di gruppo in mezzo al deserto.
Il finale rimane un momento apicale del film. Di solito i Pink Floyd con la loro musica hanno nobilitato qualcosa o qualcuno, in questo caso sono solo contigui e partecipi alla grande esplosione psichedelica delle immagini.
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elgatoloco
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venerdì 8 dicembre 2017
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comunque antonioni, e del migliore
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Quando si parla di "Zabriskie Point"(1970)e inevitabile relazionarlo con"Easy Rider"di un anno precedente, di Dennis Hopper-Peter Fonda(e forse, Jack Nicholson...). Perché preferisco"Easy Rider"?: A)Perhcé è precedente, dunque più originale. Diversa in tutto la storia, ma comune l'idea della fuga(quella in moto dei due hippies, in un aereo rubato quella dello studente di"Zabriskie"...B)perché rende meglio lo spirito del tempo, essendo meno strutturato, mentre "Zabriskie", con la lunga parte onirico-erotica nel deserto e il bellissimo sogno della ragazza nel sottofinale(esplosione della villa etc.)resta comunque ben srturrutato, forse un po'troppo, mentre l'alea(cfr.
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Quando si parla di "Zabriskie Point"(1970)e inevitabile relazionarlo con"Easy Rider"di un anno precedente, di Dennis Hopper-Peter Fonda(e forse, Jack Nicholson...). Perché preferisco"Easy Rider"?: A)Perhcé è precedente, dunque più originale. Diversa in tutto la storia, ma comune l'idea della fuga(quella in moto dei due hippies, in un aereo rubato quella dello studente di"Zabriskie"...B)perché rende meglio lo spirito del tempo, essendo meno strutturato, mentre "Zabriskie", con la lunga parte onirico-erotica nel deserto e il bellissimo sogno della ragazza nel sottofinale(esplosione della villa etc.)resta comunque ben srturrutato, forse un po'troppo, mentre l'alea(cfr. il teatro"plean air"in "Easy Rider")era nello spirito del tempo...C)Le musiche: un sound-track straordinario in"Easy Rider", qui , nel film di Antonioni, autore del film con Tonino Guerra, Sam Shepard, Clare Peploe, "crani"da novanta e più non meno di Antonioni, musiche belle ma non a quel livello, forse per diritti d'autore, di precessione etc.Ma le musiche, magari insisto troppo ma credo sia vero, in film di quegli anni, di quel"pattern"erano(sono fondamentali e lo sono comunque in ogni film. Ma il film è comunque bellissimo, eccelso: l'onirismo"utopico", roba da"ricerca disperata di libertà", ma anche da"Escape from the freedom", grande libro di Erich Fromm, che"ci sta tutto", come Reich, Marcuse, la beat generation etc.. Poi il romanticismo dell'amore tra i due ragazzi, due interpreti "presi dalla strada"o quasi: Daria Helprin, altrimenti danzatrice e maestra di danza-coreeografa, Mark Frechette, tragicamente morto un lustro dopo in carcere, in circostanze mai chiarite, con pesanti sospetti di manipolazione delle notizie relative alla vera causa /alle vere cause del decesso-. dopo esercizi di sollevamento pesi, ma..non ne capisco nulla, mi astengo da ulteriori commenti, ma i sospetti sono condivisi da chi si sia anche solo per accidens(come chi scrive)interessato al caso... Film"politico", certo, "Zabriskie Point", molto pià di"EsaY Rider", ovviamente. Ma ci sarebbe un"terzo incomodo"-l'oste, per dirla con una mitica lezione di Cesare Luporini, dove l'oste era Bobbio, il grande pensaotre della politica-ossia, fuori di metafora"The Strawberry Statement"(in italiano"Fragole e sangue", di Stuart Hagmann, coevo del film di Antonioni, non meno "politico", anzi molto più legato alle lotte studentesche in USA(Berkeley, anti-.guerra in Vietnam), con documenti dell'epoca. Ai futuri spettatori/alle future spettatrici l'ardua decisione... El Gato
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elgatoloco
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venerdì 11 novembre 2016
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non il miglior antonioni, ma...
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Nel confronto inevtabile con "Easy Rider"di Dennis Hopper-Peter Fonda, penso che "Zabriskie Point"(i due film sono della stesso anno, 1969)non esca vincitore: molto più"pensato", tecnicamente realizzato molto meglio (le scene della"Dead Valley"e quelle finali dello scoppio-forse solo immaginario, ma...-della villa sono eccelse da ogni punto di vista), "Zabriskie Point"è film che, a livello di"road movie"è più debole di quel "pasticccio"tecnicamente a tratti improvvisato che è"Easy Rider", ma lo è, direi, soprattuttto fenomenologicamente: nel confronto con il film di Hopper-Fonda, quello di Antonioni è meno efficace nel rendere la frammentarietà anche di visione(i)degli hippies del film, anche perché qui siamo confrontati, comunque, con studenti politicizzati molto colti, che deridono(scena involvidable, invero)che hanno a che fare con poliziotti para-"nazisti"quanto soprattutto ignoranti, che scambiano"Karl Marx"per uno studente dei tardi Sixties californiani.
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Nel confronto inevtabile con "Easy Rider"di Dennis Hopper-Peter Fonda, penso che "Zabriskie Point"(i due film sono della stesso anno, 1969)non esca vincitore: molto più"pensato", tecnicamente realizzato molto meglio (le scene della"Dead Valley"e quelle finali dello scoppio-forse solo immaginario, ma...-della villa sono eccelse da ogni punto di vista), "Zabriskie Point"è film che, a livello di"road movie"è più debole di quel "pasticccio"tecnicamente a tratti improvvisato che è"Easy Rider", ma lo è, direi, soprattuttto fenomenologicamente: nel confronto con il film di Hopper-Fonda, quello di Antonioni è meno efficace nel rendere la frammentarietà anche di visione(i)degli hippies del film, anche perché qui siamo confrontati, comunque, con studenti politicizzati molto colti, che deridono(scena involvidable, invero)che hanno a che fare con poliziotti para-"nazisti"quanto soprattutto ignoranti, che scambiano"Karl Marx"per uno studente dei tardi Sixties californiani...IN fondo. "Zabriskie Point"è politicamente superiore, fenomenologicamente lo è, invece, "Easy Rider"; dunque, per avere un'idea di quegli anni, bisogno vedere il film di Hopper, magari riservandosi di completarlo successivamente con quello di Antonioni...Altri film parlano, più specificatamente, di rivolte studentesche,di Berkeley, di altro ancora, ma i film tòpici sul tema complessivo, sul"fervore critico"di quegli anni ce lo danno quei due fim, che vengono dopo la"beat generation", pur essendosi anche ispirati ad essa e non si riferiscono alla realtà europea. IN"Blow Up", il film precedente e britannico non statunitense, di Antonioni, anche a partire da uno straordinario testo di Julio Cortazar, era uno sguardo gnoseologico e ontologico sulla realtà e sul come la vediamo, con importanti note sul vedere-pensare la realtà attraverso il cinema, dunque sul valore conoscitivo del cinema stesso, qui sembra di tornare un po'"indietro", ma la scene della"Dead Valley"con la coppia Frechette-Halprin sono straordinarie-amore "solipsistico"o replicato-"clonato"per tutta la valle o ancora Wilhelm Reich nella pratica("Sexual Revolution")cinematografica?UN dubbio salutare, anche e soprattutto se posto a chi vede.-rivede il fi,lm. Non essendo uno specialista di Antonioni, non conoscendo i suoi primi fim, molto difficili da recuperare anche perché "difficili "per un pubblico molto ampio(si parla di "incomunicabilità"e forse già in quell'occasione molte persone"prendevano paura")è forse meglio che mi astenga da giudizi ulteriori,ma anche dopo(penso a"Professione reporter")Antonioni è forse andato più in là che in questo film,, anche pensando proprio alle riflessioni proposte su "Blow-up", ma rimane un fatto che il film rimanga in qualche modo epocale, per motivi che qui ho accennato forse troppo in fretta...Da vedere, rivedere, riseminare alungo e per lungo tempo ancora... El Gato
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andrea guidi
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sabato 10 settembre 2016
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oggi più che mai possiamo capire antonioni
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Mark "usa" l'aereo per decollare dalla sua alienazione, mentre Daria "usa" l'auto effettivamente solo come uno strumento. In questo senso, Daria è ancora "al di qua" dell'alienazione, ha più forza, non è perduta. Ed è singolare rilevare il fatto che anche i destini personali dei due attori corrisponderanno a tale distinzione. I viaggi dei due si incontrano a Zabriskie Point, luogo-simbolo del ritorno alla terra, a una vita in armonia con la terra e con la natura, in armonia con il corpo. Il corpo della civiltà tecnologica è invece ormai quello delle statuine pubblicitarie. E' il corpo della macchina, della funzionalità e della funzionarialità.
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Mark "usa" l'aereo per decollare dalla sua alienazione, mentre Daria "usa" l'auto effettivamente solo come uno strumento. In questo senso, Daria è ancora "al di qua" dell'alienazione, ha più forza, non è perduta. Ed è singolare rilevare il fatto che anche i destini personali dei due attori corrisponderanno a tale distinzione. I viaggi dei due si incontrano a Zabriskie Point, luogo-simbolo del ritorno alla terra, a una vita in armonia con la terra e con la natura, in armonia con il corpo. Il corpo della civiltà tecnologica è invece ormai quello delle statuine pubblicitarie. E' il corpo della macchina, della funzionalità e della funzionarialità. Daria cerca un ultimo appello negli occhi della domestica amerindia, come un disperato richiamo alla terra, sempre più violata dalla tecnocrazia, ma invano. Il corpo dell'uomo, il corpo della vita, contro il corpo della macchina, ecco il tema fondamentale, presente anche in "2001 Odissea nello spazio", non a caso di quegli anni geniali e profetici (e non a caso vi sono molte sequenze kubrickiane nel film, sui rimandi alle analogie visive delle forme degli oggetti, sul rapporto tra i gesti degli uomini e il funzionamento apparentemente autonomo delle macchine). Il rapporto tra il corpo della vita e il corpo della macchina è d'altra parte presente in tutta l'opera di Antonioni, specialmente ne "Il deserto rosso". L'incomunicabilità di Antonioni è ritratta come un destino storico e antropologico della nostra civiltà, in un nietzschiano tramonto (con cui si conclude il film). Solo in questo contesto si può apprezzare e capire il tema della rivolta giovanile e della critica alla società borghese, come un caso particolare del più profondo tema del conflitto tra uomo e macchina. Questo voleva dire lo stesso Antonioni, quando difese il proprio film dalle critiche, chiarendo che la sua prospettiva non era politica, ma poetica ed etica.
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gabo08
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lunedì 22 giugno 2015
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antonioni on the road
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Film americano per il cineasta emiliano, che prosegue il genere on the road e di contestazione giovanile.
Mark, che fugge dalla polizia su un aereo rubato, incontra nel deserto californiano Daria, segretaria, che sta raggiungendo il proprio capo nella sua villa a Phoenix. Dopo aver vagato per lo Zabriskie Point, una parte della Death Valley nel deserto californiano, e dopo essersi abbandonati all'amore, i due si separano: lei prosegue per il suo viaggio, lui va a restituire l'aereo, ma all'arrivo viene ucciso dalla polizia. Saputa la notizia, Daria raggiunge la villa e, ancora disperata per la morte di Mark e sdegnata per il lusso, immagina la giusta vendetta.
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Film americano per il cineasta emiliano, che prosegue il genere on the road e di contestazione giovanile.
Mark, che fugge dalla polizia su un aereo rubato, incontra nel deserto californiano Daria, segretaria, che sta raggiungendo il proprio capo nella sua villa a Phoenix. Dopo aver vagato per lo Zabriskie Point, una parte della Death Valley nel deserto californiano, e dopo essersi abbandonati all'amore, i due si separano: lei prosegue per il suo viaggio, lui va a restituire l'aereo, ma all'arrivo viene ucciso dalla polizia. Saputa la notizia, Daria raggiunge la villa e, ancora disperata per la morte di Mark e sdegnata per il lusso, immagina la giusta vendetta.
Emblematiche due scene: quella onirica di gruppi di ragazzi che fanno l'amore nel deserto, simbolo della spensierata voglia di libertà dei giovani dell'epoca e del rifiuto degli schemi prestabiliti della società, e quella finale dell'esplosione della villa, ripresa da più cineprese, simbolo della lotta al consumismo.
Infatti in questo film l'alienazione tipica del cinema di Antonioni è quella vissuta dai protagonisti nei confronti della società borghese e consumista, alienazione avvertibile grazie ad una ricca simbologia.
Magnifiche regia, fotografia e colonna sonora. Un film che merita sia dal punto di vista estetico sia da quello del contenuto.
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fedeleto
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sabato 28 febbraio 2015
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antonioni tra immaginazione e realtà
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In America la situazione delle rivolte universitarie è rovente. Mark, un giovane pronto a morire (ma non di noia), scappa durante uno scontro a fuoco tra polizia e studenti,avendo il timore di essere accusato per la morte di un poliziotto di cui non è responsabile.Prendera' in prestito un aereo e incontrerà Daria, una giovane alla ricerca di qualcosa immersa nei suoi pensieri.Vagheranno nel deserto di Zabriskie Point e si daranno all'amore libero, alla libertà dei discorsi, ma tutto questo avrà fine quando Mark decide di restituire l'aereo e tornare a Los Angeles trovando purtroppo un triste destino.Daria invece andrà dal suo capo di un agenzia pubblicitaria e immaginera' la distruzione del tutto.
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In America la situazione delle rivolte universitarie è rovente. Mark, un giovane pronto a morire (ma non di noia), scappa durante uno scontro a fuoco tra polizia e studenti,avendo il timore di essere accusato per la morte di un poliziotto di cui non è responsabile.Prendera' in prestito un aereo e incontrerà Daria, una giovane alla ricerca di qualcosa immersa nei suoi pensieri.Vagheranno nel deserto di Zabriskie Point e si daranno all'amore libero, alla libertà dei discorsi, ma tutto questo avrà fine quando Mark decide di restituire l'aereo e tornare a Los Angeles trovando purtroppo un triste destino.Daria invece andrà dal suo capo di un agenzia pubblicitaria e immaginera' la distruzione del tutto.Profezia? Antonioni (il deserto rosso, la notte, l'eclisse) dopo l'ottima esperienza estera di Blow-up, dirige un film in America dove regna un clima non facile.Sceneggiato da Guerra, Shepard, Gardner e Peploe (che risultano essere un po troppi), il film parla attraverso metafore e merita un'analisi dettagliata poiche è forse il film meno compreso di Antonioni.Fin dall'inizio sembra un documentario , inquadrature che passano da un volto all'altro indicano un concetto di confusione , una sorta di non-identità. Mark è il personaggio che entra in scena da vero anarchico , critica le discussioni che non portano risultati, fugge su un aereo per fare un giro, e purtroppo quando cade a terra l 'attende un triste epilogo.Ma ricordiamo dunque che Mark è un realista e quando incontra Daria si scontra con l'immaginazione (la vera libertà? ) e volando arriva a scoprire la vera libertà, avventurandosi con ella nel deserto trova la pace reale o meglio la realtà immaginata.La lunga scena d'amore nel deserto è poesia, ove l'eros , lo spirito, la purezza regna senza inibizioni, e crea la moltitudine che alberga l'isolato deserto attraverso l'immaginazione. Ma dalla purezza si può arrivare all'impuro in un'America piena di rumori (magistrale la scena dove si sentono i suoni delle fabbriche quando si leggono i cartelloni) che vive sulla pubblicità (Daria lavora in quel settore ma non le piace,poiché è una sorta di meccanicita che frena l'immaginazione) che mostra le persone come manichini nello spot della vacanza nel deserto. Dunque un'America materialista (con tanto di grattacieli inquietanti) e consumista che non da panini a credito, e che dunque esplode nel magnifico finale con tanto di fuoco assassino insieme ad ogni prodotto del consumismo.Ebbene è evidente un dualismo, nel deserto si popola di persone che godono l'amore libero, nel consumismo di annienta ogni cosa.Antonioni dunque usa la metafora , Mark è quasi un Icaro vittima della società che taglia le ali e pertanto la libertà, mentre Daria ha l'immaginazione.Mark da persona realista deve vivere sul serio e quindi anche morire (come dice lui stesso è pronto a morire).Un film anticapitalista senza dubbio che si concentra sulla libertà dell'immaginazione, ma che risulta troppo americano e poco Antoniano (probabilmente la sceneggiatura ha creato qualche calo di tono),ma pur sempre profondo nella sua struttura e nel suo profetico messaggio.Ottime musiche di Pink Floyd, Rolling Stones e Grateful Dead.Da vedere con attenzione almeno un paio di volte.
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shagrath
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lunedì 13 ottobre 2014
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superficialità è noia
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Stereotipo di una generazione, il film si articola incocludente attraversando alcune scene poetiche e altre di contestazione sociale che dovrebbero avidenziare chissà quali verità, invece annoiano e basta. Il fulcro è costituito dalla storia d'amore dei due protagonisti, entrambi in fuga dal mondo "consumista e borghese", due spiriti liberi spinti da motivi diversi, si incontreranno in mezzo alla Valle della Morte, ovvero nella desolazione polverosa di Zabrinskie Point dove faranno sesso libero. Poi lui viene tragicamente ucciso dalla polizia. Può sembrare un romanzetto rosa, ma purtroppo riesce ad essere peggio in quanto, cosa da non credere, i fatti succedono sensa una vera ragione, senza senso.
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Stereotipo di una generazione, il film si articola incocludente attraversando alcune scene poetiche e altre di contestazione sociale che dovrebbero avidenziare chissà quali verità, invece annoiano e basta. Il fulcro è costituito dalla storia d'amore dei due protagonisti, entrambi in fuga dal mondo "consumista e borghese", due spiriti liberi spinti da motivi diversi, si incontreranno in mezzo alla Valle della Morte, ovvero nella desolazione polverosa di Zabrinskie Point dove faranno sesso libero. Poi lui viene tragicamente ucciso dalla polizia. Può sembrare un romanzetto rosa, ma purtroppo riesce ad essere peggio in quanto, cosa da non credere, i fatti succedono sensa una vera ragione, senza senso. Ma andiamo in ordine. Il protagonista partecipa a una protesta studentesca (ma non è uno studente, forse un camionista, più probabilmente un nullafacente) durante la quale estrae una pistola. Il film ha un taglio e non ci fa capire se è lui a sparare, sembra di no ma un agente cade a terra. Sta di fatto che il nostro ribelle si da alla fuga e poco dopo viene a sapere da un amico che la sua faccia è finita in televisione. Quindi fugge dalla legge rubando un piccolo aereo (che inspiegabilmente riesce a pilotare... ma sovrassediamo) e si dirige verso il deserto. La protagonista invece è una segretaria in erba di chiara estrazione borghese, forse più abile a fare altro che non la segretaria. Infatti, anche se non viene esplicitato, pare evidente che abbia una relazione con il suo capo, un bell'uomo d'affari che deve per recarsi nel deserto per motivi di lavoro. La giovane segretaria lo deve raggiungere e sceglie di farlo con mezzi propri, alla chiara ricerca di emozioni forti (infatti lungo il tragitto sosterà in un tipico paese del profondo sud americano in cerca di un non meglio precisato personaggio mistico, che adotta bambini recuperati nei sobborghi di Los Angeles, per poi farli aggirare come teppisti per la zona. Infatti la protagonista sarà messa in fuga dagli stessi bimbi di 10 anni, dopo un mezzo tentativo di stupro di gruppo. Gulp). Ed è a questo punto che i due protagonisti si incontrano, ed è qui che il film declina drasticamente (ma si erano già viste avvisaglie. Come la scena in cui lui cerca di comprare un panino a credito, assolutamente inutile ai fini della trama. Ecco, da ora in poi le scene inconcludenti e incomprensibili si moltiplicano esponenzialmente). Già il modo in cui si incontrano dovrebbe essere poetico ma è invece insensato. Lui ha rubato un aereo, ricercato per omicidio, dovrebbe cercare di nascondersi ed invece si mette a volteggiare a volo radente sopra l'automobile di lei, fino a farla fermare e scendere. Ma lui non sa che a bordo c'è una graziosa ninfomane, poteva esserci chiunque, anche lo sceriffo locale. Il metodo di abbordaggio sarà bello visivamente, di certo una spanno sopra al classico fischio da autogrill seguito da "che bambola!"... ma non ha senso. Ancora in maniera più insensata i due, inizialmente in cerca di benzina, si inoltrano nel deserto infuocato e morto, dove in qualche modo riportano la vita facendo sesso libero, facendo apparire intorno a loro decine di coppie intente a fare lo stesso. Tutto molto suggestivo, ma anche molto scontato e superficiale. A seguire un'altra scena inutile, in cui un agente di passaggio scorge la ragazza a vagare lungo la strada. Giustamente gli chiede cosa stia facendo e dove abbia la macchina (forse vuole offrirgli un passaggio) e lei gli risponde in maniera offensiva (come se cercasse la rissa), mentre il ragazzo sfodera la pistola nascosto fuori visuale. Momenti di tensione, ma l'agente pensa bene di non rispondere alla provoazione e di lasciare la svitata al suo triste destino. Ed ecco che di nuovo soli, il ragazzo decide inspiegabilmente di riportare l'aereo rubato... ma perchè? Il suo piano di fuga è riuscito, l'agente non l'ha visto, ha trovato l'ammmore e la ragazza gli chiede addirittura di fuggire con lei... ma lui se ne frega e vuole riportare l'aereo... per poi morire come un ebete... ma perché? Qui la sceneggiatura subisce una forzatura assurda, senza senso. Infatti il finale apocalittico (per altro visivamente molto bello, con uno spelndito accompagnamento musicale, l'unico azzeccato in tutto il film) ha bisogno della morte del ragazzo. Ma tutto avviene in maniera troppo stupida e irrazionale. Sembra quasi che in un primo momento il regista volesse che il ragazzo venisse ucciso nel deserto, magari colpito dall'agente in pattuglia (cosa che avrebbe avuto un senso), ma che in seguito abbia pensato "eh, ma farlo morire così è troppo brutto e poco poetico" ed allora abbia deciso di far andare via l'agente (rendendo la relativa scena inutile) per far tornare il ragazzo senza motivo all'areoporto e farlo uccidere lì dai brutti cattivi che non hanno saputo apprezzare il gesto. Insomma, una trama superficiale e persino con dei risvolti ingenui, facilonerie, forzature, personaggi stereotipati anche troppo, situazioni pretenziose. Non capisco come possa essere spacciato per film d'autore. film costato 7 milioni di dollari, una cifra esorbitante per l'epoca (un film prodotto nello stesso anno: 2001 Odissea nello spazio, costato poco più... e siamo letteralmente su due pianeti diversi), non si capisce come siano stati spesi tutti questi dollaroni, ma una mezza idea mi viene... i capitalisti nel deserto, in un modo o nell'altro, i loro prodotto scadente frutto di speculazione, da smerciare ai consumatori, lo hanno sfornato, e ancora oggi qualcuno ci casca.
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elgatoloco
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giovedì 7 agosto 2014
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non è film rappresentativo di un'epoca
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Antonioni, d'accordo. Tentativo di comprensione dellla rivolta studentesca(Berkeley and Co.)di fine anni Sessanta dello scorso secolo, dell'era hippy(un po'tutto "meticciato"e confuso, tra l'altro)da parte del regista dell'"incomunicabilità". Fallito, in complesso, deludente. Per cercare di capire ho visto, credo, 7-8 volte"Easy rider"e 4(vado a mente)"Zabriskie Point", Ebbene, "Easy Rider", nonostnate godesse di una produzione "meramente fatta in casa"è molto più significativo, mentre Antonioni mescola tutto(cfr.anche sopra), lasciandoci con un palmo di naso...Incomunicabilità, nella fase centrale del film, con l'incontro(non la"conoscenza", biblicamente intesa)tra Daria(Halprin, poi paradossalmente, moglie di Dennis Hopper, il"creator"di"Easy Rider".
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Antonioni, d'accordo. Tentativo di comprensione dellla rivolta studentesca(Berkeley and Co.)di fine anni Sessanta dello scorso secolo, dell'era hippy(un po'tutto "meticciato"e confuso, tra l'altro)da parte del regista dell'"incomunicabilità". Fallito, in complesso, deludente. Per cercare di capire ho visto, credo, 7-8 volte"Easy rider"e 4(vado a mente)"Zabriskie Point", Ebbene, "Easy Rider", nonostnate godesse di una produzione "meramente fatta in casa"è molto più significativo, mentre Antonioni mescola tutto(cfr.anche sopra), lasciandoci con un palmo di naso...Incomunicabilità, nella fase centrale del film, con l'incontro(non la"conoscenza", biblicamente intesa)tra Daria(Halprin, poi paradossalmente, moglie di Dennis Hopper, il"creator"di"Easy Rider"....)e Mark(Frechette, morto tragicamente nel 1975, in carcere, in circostanza mai chiarite, forse perché"pericoloso"coordinatore di una comune...), poi hippismo nel"peace and love"nella famosa "Valley"con la moltiplicazione delle coppie facenti l'amore, la conclusione tragica, di Mark, ladro d'aereo ucciso(anche qui molto meglio"Easy Rider", ma non si vorrebbe infierire...), qualche efficace scena in interni(bar very american style, desertico, chiaramente firmato Sam Shepard). Film nobile quanto inconcludente(si salvano le esplosioni del ciarpame borghese-antiecologico nel sottofinale, ma è poco, è comunque sogno di Daria e forse, per un po', dell'intellettuale borghese di Ferrara Antonioni), "Zabriskie Point"è un passo indietro rispetto al precedente"Blow Up", basato su una storia, ontologicamente importante, di Julio Cortàzar. El Gato
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