Piccolo grande uomo |
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Un film di Arthur Penn.
Con Dustin Hoffman, Faye Dunaway, Martin Balsam, Richard Mulligan, Jeff Corey.
continua»
Titolo originale Little Big Man.
Western,
Ratings: Kids+13,
b/n
durata 150 min.
- USA 1970.
MYMONETRO
Piccolo grande uomo
valutazione media:
3,97
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Jack Crabb, una bella sfida per Hoffmandi Gianni LuciniFeedback: 29144 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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martedì 27 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il personaggio di Jack Crabb è una bella sfida per Dustin Hoffman. È proprio il regista Arthur Penn l’artefica di questa scelta nonostante le obiezioni di chi pensa che l’attore sia poco adatto alle evoluzioni della storia. Poliedrico, capace di reazioni inaspettate di fronte ai repentini cambiamenti della sua vita, capace a volte di aggiustare con l’ironia i momenti più drammatici, mezzo bianco e mezzo Cheyenne, Crabb costringe Hoffman a dar fondo alle tecniche apprese all’Actor’s Studio più di quanto gli sia accaduto fino a quel momento. Come sempre lui non lascia nulla al caso. Vive per qualche tempo a stretto contatto con i Cheyenne, si immerge nella loro cultura, impara a cavalcare come loro ne condivide la lingua. Contemporaneamente però non può e non deve dimenticarsi di essere un bianco “prestato” ai nativi americani da un destino particolare. Il lavoro che l’aspetta è, quindi, doppio. Da un lato deve essere credibile come figlio adottivo del capo tribù Cotenna di Bisonte e dall’altro non può completare la trasformazione perché la storia prevede costanti e credibili ritorni nel mondo cosiddetto “civilizzato” dei bianchi. In più il suo personaggio deve fare anche da collante in una narrazione che a volte usa l’ironia per demistificare luoghi comuni e stereotipi. Un esempio è la famosa scena nella quale si scontra da cheyenne con un drappello di “soldati blu” e trovatosi in difficoltà, temendo per la sua vita, cerca di convincere il soldato con il quale sta lottando di essere un bianco lanciando varie frasi imparate da bambino. Quando lo convince e può essere certo di non rischiare più nulla osserva con aria sorniona: «Non mi hai sentito gridare "Viva Giorgio Washington!" e "Benedetta mia madre!"? Ma quale indiano direbbe delle cretinate del genere?». Sente il ruolo e cerca di renderlo al meglio senza eccessi di teatralizzazione. Integra il dialogo con una recitazione perfetta grazie anche all’efficacia di una mimica facciale misurata e una gestualità più evidente ma meno esasperata di quella utilizzata in altre occasioni. Indiano tra gli indiani, bianco tra i bianchi, Dustin Hoffman recupera un po’ la maschera già indossata nel ruolo del giovane Benjamin ne “Il laureato” quando deve interpretare il primo “ritorno” nel mondo civilizzato del giovane Crabb, affidato alle cure della famiglia del reverendo Pendrake e della sua provocante signora.
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