Piccolo grande uomo

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Un film di Arthur Penn. Con Dustin Hoffman, Faye Dunaway, Martin Balsam, Richard Mulligan, Jeff Corey.
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Titolo originale Little Big Man. Western, Ratings: Kids+13, b/n durata 150 min. - USA 1970. MYMONETRO Piccolo grande uomo * * * 1/2 - valutazione media: 3,97 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

IL WESTERN NON E' PER TUTTI Valutazione 2 stelle su cinque

di REIVER


Feedback: 0
martedì 31 luglio 2007

Non capisco perchè Arthur Penn abbia voluto fare film western. Non ha la mano adatta,non ne capisce la dimensione epica e avventurosa,non è in grado di descriverne gli ambienti con realismo;in una parola,sembra che la sua intenzione sia solo quella di demolirne i miti. Così nel tritacarne di "Piccolo grande uomo" passano Wild Bill,ridotto a pistolero rincoglionito,e George Armstrong Custer,descritto più o meno come un folle messo chissà come alla guida del Settimo Cavalleggeri.Demolire il mito del West,della Frontiera distruggendo l'immagine dei suoi eroi (positivi o negativi che essi siano):sarebbe come fare un film come "Troy" mettendo in scena un Achille debole e pavido e un Ulisse mentecatto. Perchè se la figura di Custer è contraddittoria dal punto di vista etico e dalla difficile interpretazione (nel suo libro "My life in the plains" si produce in un elogio degli indiani che stride con la sua fama di "assassino" del Washita) nessuno può permettersi di negare il suo valore militare e il suo coraggio ,che gli procurarono la promozione sul campo a generale durante la guerra civile. Che dire poi del protagonista?Un personaggio così nel West avrebbe avuto vita brevissima,altro che 102 o 103 anni! Tutto il film corre sul filo del grottesco in maniera esagerata:non è forte nella denuncia come "Soldato Blu" o come "Ucciderò Willie Kid" perchè le sue intenzioni sono sin troppo evidenti. Ho apprezzato moltissimo il Penn di "Anna dei miracoli" e "Gangster Story" (film bellissimi),ma in questo caso non posso che esprimere un giudizio negativo,citando il grande Budd Boetticher:"il Western è stato rovinato dai registi di New York".

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beetlejuice domenica 16 dicembre 2007
'nsomma
62%
No
38%

CIAO REIVER, STAVOLTA NON SONO D'ACCORDO CON TE. A ME IL FILM E' PIACIUTO. HA IL SUO FASCINO. SA ESSERE IRONICO E PER UN WESTERN NON E' FACILE. E POI E' VERO CHE GLI INDIANI SONO STATI TRATTATI COME BESTIE ANCHE DOPO CHE GLI AVEVANO RELEGATI IN RISERVE. DUE STELLE CREDO SIANO UN PO' POCHE. STAMMI BENE.

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beetlejuice domenica 16 dicembre 2007
ah, dimenticavo...
0%
No
100%

Forse non te l'ho detto: SONO NICO(VEDI "ULTIMO MONDO CANNIBALE", "LA CASA DEL DIAVOLO",ECC..). Sopra ho scritto male:"LI" E NON "GLI"(me so' distratto).

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reiver domenica 27 gennaio 2008
ciao
15%
No
85%

Forse è vero,due stelle sono poche.Però il film continua a non piacermi,secondo me Penn è troppo "intellettuale" per il western.Allora preferisco film di denuncia veri e propri come "Soldato blu",sebbene i miei preferiti rimangano i western classici.E' probabile che io sbagli,è solo la mia opinione.

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paolo domenica 17 febbraio 2008
perchè difendere un mito falso?
83%
No
17%

Può darsi che ci siano delle imprecisioni storiche, non lo nego. Tuttavia se un mito è un mito che nasconde una realtà vergognosa è un mito vergognoso e deve essere demistificato. Il genocidio che "il paese della libertà" ha attuato nei confronti dei legittimi abitatori delle praterie non è per nulla meno mostruoso del crimine nazista o sovietico. Purtroppo la storia la fanno i vincitori, ma che a volte accada che si denunci la indegna genealogia mistificata di miti fasull è un tale bene che si può benissimo accettare qualche errore storiografico. Detto per inciso, quel generale "occhi turchini e giacca uguale", per dirla con De Andrè, non fu altro che questo: un uomo che condusse altri uomini a contribuire allo sterminio (o come gli assassini spesso dicono, civilizzazione) di un meraviglioso popolo che viveva la propria vita da millenni sempre identica. [+]

[+] figlio della stella del mattino (di arnaco)
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reiver martedì 25 marzo 2008
x paolo
54%
No
46%

Se vai a vedere i western classici,quelli veri,ti accorgerai come raramente,e solo in quelli di serie B,i colonizzatori bianchi vengano presentati come "buoni" in toto.In "Sentieri selvaggi" John Wayne interpreta un uomo divorato dall'odio razziale,ma anche Fonda (il buono per eccellenza),Stewart e altri ancora hanno rappresentato spesso il lato oscuro della conquista del west.Quello che voglio dire è questo:l'epopea del west è fatta di miti,forse falsi,spesso negativi e inquietanti,come Earp,i James,Wild Bill,ma anche Geronimo,Cochise,Nuvola Rossa,eccetera.L'epica può anche essere fatta da personaggi "cattivi",del resto anche l'Iliade o l'Odissea non presentano certo cherubini.Denunciare le malefatte dei conquistatori è cosa giustissima,ma voler negare invece il fascino della "Frontiera" è operazione abbastanza risibile,almeno secondo me.

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reiver martedì 25 marzo 2008
x paolo 2
0%
No
100%

In realtà i "miti" sono sempre falsi,e su questo si potrebbe aprire una lunga discussione.Riguardo al tema "genocidio" ti porto invece un pò di cifre:prima dell'arrivo dell'uomo bianco gli indiani dell'America del Nord erano circa un milione,alla fine delle guerre indiane si ridussero a circa ottocentomila,e il loro numero è in ascesa (anche se i "purosangue" sono ovviamente diminuiti,ma non credo che ciò possa suscitare scandalo nei sostenitori di una società multirazziale).In realtà più che le guerre fu l'avanzata di coloni e contadini,che sottraevano spazi vitali ai pellerossa,a compromettere il loro stile di vita.Alcune riserve funzionarono benissimo (quella dei Navajos per esempio).In mezzo a tante storture,il Dipartimento Indiano qualcosa di buono la fece,e lo "sterminio" di cui parlavi tu secondo me è stato evitato.

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reiver martedì 25 marzo 2008
x paolo 3
0%
No
100%

O meglio,è stato ridotto.In un momento storico in cui le potenze europee consideravano gli indigeni di mezzo mondo alla stregua di animali (l'Italia lo fece anche cento anni dopo) gli Usa istituivano organismi di controllo,ed esercitavano,attraverso la stampa democratica,pressioni sui politici affinchè gli indiani fossero tutelati (Custer,per esempio,per un certo periodo fu "congelato").Questo raramente è avvenuto,a onor del vero.Ma gli indigeni capitati tra le grinfie degli spagnoli e dei messicani se la sono cavata molto peggio,basti pensare che i governatori pagavano a peso d'oro gli scalpi dei pellerossa,compresi quelli dei bambini!Va da sè,poi,che gli indiani non erano affatto agnellini,e che prima della nascita degli Usa la nazione irochese aveva sterminato quasi tutte le tribù ad essa ostili,o inglobandole o cancellandole dalla faccia della terra.

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reiver martedì 25 marzo 2008
x paolo 4
20%
No
80%

Il problema del film in questione è che non rappresenta neppure la visione che gli indiani avevano di Custer.Che era odiato come la morte ma rispettato,perchè considerato valoroso.Gli indiani avevano il massimo disprezzo dei vili,e infatti riservavano l'onore della tortura solo ai nemici coraggiosi.Il West,con buona pace di Arthur Penn,è popolato da tante figure mitiche,sia bianche che indiane.Un esempio per tutti:Woquini,capo Cheyenne (fazione "Dog Soldiers") detto "Naso Romano" per il suo profilo.Era considerato immortale,almeno fino a quando non avesse mangiato cibo contaminato dal metallo.Secondo la leggenda fu la sbadataggine di una donna,che usò un coltello e una forchetta di metallo per preparare il cibo,a condannare il capo alla morte,avvenuta in battaglia,presso l'isola di Beecher. [+]

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santana24 mercoledì 26 gennaio 2011
e' inutile
60%
No
40%

Commentare l'articolo di reiver mi fa venire in mente la battuta di - non mi ricordo piu' chi è stato - :"governare gli italiani non è difficile, è inutile" (andreotti ? Cavour ? Flaiano? ....?);oppure come criticare l'operato di Berlusca.."è inutile"...(cioè la critica,non l'operato).Ciononostante,anche se inutile,sento l'impulso irresistibile di dire che ha travisato completamente lo spirito del film,che è giocato sul filo del tragicomico - paradossale, unito pero'ad uno spirito di fondo, di verità e saggezza, sicuramente ispirato al regista dal capo Cotenna di Bisonte. L'impulso è derivato anche dal fatto che sto leggendo il libro di Thomas Berger da cui il film è tratto,film che ha mantenuto, nella sua essenza di verità - levità, lo spirito del libro;il quale sicuramente non è un test [+]

[+] leggi di più (di enrichetto61)
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gandalfefrodo mercoledì 1 gennaio 2014
commento sensa senso
50%
No
50%

caro reiver, Arthur Penn è un regista NATIVO AMERICANO, è indiano. Come fai a scrivere che non capisce la dimensione epica e avventurosa del western, quando questo film trasuda epicita' ed avventura in ogni suo minuto? Il fatto che i miti del west vengano smitizzati, non vuol dire che non ci sia epicità e avventura. E' chiaro che se sei un indiamo americano, quello che hanno fatto gli americani a quelli della tua razza non può apparisti epico. Solo criminale. il West non è solo avventura, è storia, ed è giusto mostrare le cose e i personaggi per quelli che erano. A proposito: Custer non era generale, era solo colonnello. Si faceva chiamare generale per vanità, studiati la storia.

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reiver domenica 25 ottobre 2015
x gandalfrodo
100%
No
0%

Va bene, io studierò la storia, ma tu intanto ripassa l'italiano: ho scritto che Custer era stato promosso sul campo a generale durante la guerra civile, e in effetti fu quello che accadde. Al termine del conflitto però, per una norma secondo cui i gradi ottenuti nella guerra civile non potevano essere mantenuti, Custer fu "retrocesso" a colonnello.

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