C'era una volta il West

Prendiamo atto che, ancora una volta, Tullio Kezich non si tira indietro quando si tratta di ingigantire il già vastissimo oceano stracolmo di sue cazzate. In trent'anni questo signore non fece altro che predicare la fondamentale inconsistenza del cinema di Sergio Leone, e man mano che ad ogni sua crescente stroncatura faceva eco la sonora smentita da parte del pubblico di mezzo mondo, egli si arroccava su posizioni sempre meno obiettive, facendo in modo che tutti si accorgessero del suo fanatismo. Non degnò mai Sergio Leone nè di un riconoscimento nè di una gratificazione. Ma Leone può riposare tranquillo, riconoscimenti e gratificazioni gli arrivarono da cineasti del calibro di Stanley Kubrick e Clint Eastwood, per l'originale modo di lavorare che aveva, per la sua abilità tecnica, per il geniale uso della violenza che introdusse, per la sottile ironia che governava ogni suo film. Di fronte a questa successione continua di omaggi da parte di registi, attori e spettatori di ogni parte del mondo, il blaterare, innocuo perchè senza senso, di questo nuovo Savonarola lascia il tempo che trova. E' buona cosa evitare di leggerlo e lasciarlo solo, con i suoi fanatismi.