|
Ultimo aggiornamento venerdì 10 aprile 2020
Cinque ladri stanno assemblando una squadra per il loro più grande lavoro. Ma questa nuova partita scotta. Forse anche troppo. Al Box Office Usa The Thieves ha incassato 673 mila dollari .
The Thieves è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
Compra subito
CONSIGLIATO NÌ
|
La banda di Popie, eterogenea gang di ladri professionisti, si unisce all'ambiguo Macao Park e a dei colleghi di Hong Kong nell'impresa, pericolosa quanto stimolante, di rubare un gioiello a un implacabile e misterioso boss della mafia cinese. Ma ben presto riemergono vecchie cicatrici, insieme alla consapevolezza che nel mondo del crimine è impossibile fidarsi di qualcuno.
L'attesa era tanta per The Thieves, tale da far dimenticare il curriculum di Choi Dong-hoon, autore dei tutt'altro che memorabili Woochi (2009), Tazza (2006) e The Big Swindle (2004). Luccicanti specchietti per le allodole a uso e consumo del pubblico sudcoreano, notoriamente di bocca buona quando si tratta di correre al cinema per il blockbuster di richiamo. Il cinema di Choi è in possesso di una sua (discutibile) popolarità, quella di un artigiano che ha mandato a memoria l'Ocean's Eleven di ieri e La stangata di ieri l'altro, probabilmente auto-convincendosi di avere mezzi e ingegno per assemblare il perfetto film di truffa, guardie e ladri.
Con perizia non comune nel cogliere i punti deboli del suo pubblico, incline a sciogliersi di fronte a un'estetizzante parata di star, a coreografie action impeccabili, a un umorismo forse greve ma sufficientemente ecumenico. Gli ingredienti per un sicuro successo in The Thieves si ripropongono tutti, con tanto di flirt-omaggio al cinema di Hong Kong, incarnato da una convincente Angelica Lee e da un Simon Yam iconico (pare evidente il richiamo al protagonista dello Sparrow di Johnnie To), ma lievemente sottotono, intrappolato da una sceneggiatura a circuito chiuso.
Ma forse, anziché cercare invano anima o spessore tra le pieghe di The Thieves, occorre rassegnarsi e accontentarsi di caratterizzazioni azzeccate - ancora una volta notevole Kim Yun-seok, oltre alla sempre più sorprendente Kim Hye-soo - e glissare sull'evidente inadeguatezza di una Gianna Jun, disperatamente typecasted nel suo repertorio di "faccette" - invariato da My Sassy Girl a oggi - o di un Lee Jung-jae disperatamente inespressivo con o senza baffetti da capobanda.
Non si può che provare una sensazione contrastante di fronte a The Thieves, in bilico tra l'ammirazione per un'industria impressionante per consapevolezza dei propri mezzi, pronta a giocarsela alla pari con Hollywood, e la sconfortante conclusione che siano proprio i lati più deleteri e facilmente assimilabili del sistema hollywoodiano a essere stati recepiti ed estremizzati.
A scapito della specificità di un cinema che trova(va) la propria forza nell'affrontare a viso aperto il non filmabile, nell'infrangere i tabù, nello sconvolgere i generi. Inno allo stato dell'arte dell'industria sudcoreana e insieme concretizzazione dei peggiori presentimenti riguardo all'omologazione culturale della stessa, The Thieves "resterà" fintantoché rimarranno insuperati i suoi numeri impressionanti al botteghino (più di 80 milioni di dollari di incasso nel 2012 e secondo di sempre dopo l'impareggiabile The Host).