Alessandra Levantesi
La Stampa
Se per tradizione i registi italiani prediligono la chiave (neo)realistica, i francesi sono gli inventori del cinema fenomenologico, dove a contare sono non tanto gli eventi, quanto il casuale e quotidiano fluire delle cose. Nenette e Boni di Claire Denis, vincitore del Pardo d’oro a Locarno, si iscrive in questo filone stilistico e si rischia di tradirne la natura drammaturgica episodica e svagata a riassumerlo sotto forma di storia compiuta: protagonisti due fratelli rimasti divisi in seguito a una traumatica separazione dei genitori. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (2156 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 17 giugno 1997