Alessandra Levantesi
La Stampa
A prima vista potrebbe sembrare una variante dell’altmaniano America oggi, stralci di vita nella San Fernando Valley a Los Angeles, a comporre un mosaico della contemporaneità; ma in realtà le storie dei dieci protagonisti di Due giorni senza respiro si dipanano sino a incrociarsi tutte nel finale secondo i ben oliati meccanismi drammaturgici della commedia. L’occhialuto e spietato James Spader che uccide la sua vittima assistito da Danny Aiello, un killer a riposo riciclatosi come pizzettaro; Paul Mazursky, regista televisivo caduto in disgrazia, che medita il suicidio ma non sa a chi affidare il suo cane; l’ingenuo poliziotto Eric Stoltz, che vorrebbe far carriera nell’omicidi, e il suo incattivito collega della buon costume Jeff Daniels; l’infermiera Marsha Mason che ha perso l’uomo amato nel Vietnam; Glenne Headley, segretaria complessata e sottomessa di uno yuppie isterico e prepotente. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (1751 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 2 giugno 1997