Un fantastico via vai

Un fantastico via vai è una pellicola chiaramente influenzata dal momento di vita che sta attraversando il regista. Pieraccioni, infatti, tre anni fa, è diventato papà di Martina. Questo evento l'ha "scosso" in modo evidente, lo si nota facilmente dal finale del film e dalla canzone Il sorriso di mia fiiglia (scritta e cantata proprio da lui), inserita nella colonna sonora. Pieraccioni quindi in questo momento è un papà che guarda al mondo con occhi pieni di gioia e di vita. Per questo decide di fare un film diverso, un film da papà, un film per dare forza e speranza ai giovani. Partendo da queste basi, il film non poteva che risultare come un prodotto anacronistico, fuori dal tempo e dal mondo. Pieraccioni non può parlare di ragazzi universitari perchè non li conosce, perchè girano su universi lontani e distanti. Nessun accenno alla disoccupazione giovanile, alle paure e alle ansie dei ragazzi di oggi. Tutto viene liquidato con una frase al bar ("dovete credere ai vostri sogni", o qualcosa di simile), mentre la trama svincola su problemi diversi, problemi che se venissero affrontati in un film di Moccia nessuno noterebbe la differenza. Lo stesso protagonista, Arnaldo, è un personaggio assurdo: un impiegato di banca, annoiato, che viene lasciato dalla moglie e, trasferito in una casa per studenti, diventa una sorta di padre per i suoi coinquilini. Non c'è un momento di riflessione personale, la ricerca di un senso per quel particolare momento di vita che sta attraversando, solo una giravolta finale (che non cito) assolutamente fine a se stessa e scollegata dal resto del film. Infine non si capisce perchè vengano inseriti temi sociali importanti come la xenofobia e l'aborto, trattati in modo superficiale e assolutamente fuori luogo in un contesto del genere. In conclusione un film da buttare per intero, a parte solo qualche scena comica che comunque non giustifica il prezzo del biglietto, del dvd o di quant'altro. Decisamente il peggior Pieraccioni.