Noi siamo infinito

sceneggiatura perfetta, interpretazione da parte dei tre giovani Logan Lerman, Emma Watson ed Ezra Miller ancora più perfetta. forse il film più bello degli ultimi sette mesi è passato, come c'era da aspettarsi, in totale sordina, con una pubblicizzazione a dir poco inesistente. la spoglia locandina, praticamente l'unica pubblicità su cui potevamo basarci, ci faceva presumere un film adolescenziale imbottito dei soliti clichè, e pochi, molto pochi, si sarebbero interessati alla pellicola se non fossero stati incuriositi dalla partecipazione dell'ex Hermione Granger. Che dire? Qualche clichè da film adolescienziale, inevitabilmente, c'è, come il costante bullismo della scuola frequentata dal nostro Charlie (Logan Lerman). Nelle scuole americane a quanto pare appena ti vedono passare con un libro o con una camicia elegante ti gonfiano di botte. soprattutto se sei il protagonista. dalle mie parti, almeno, non è mai stato così; e mi irrita non poco questa abitudine di far apparire tutti gli studenti cinematografici come dei perfetti imbecilli sbruffoni; eccezione fatta, naturalmente, per i protagonisti. 
Ma questa è l'unica nota negativa che non riesce affatto ad ombrare la bellezza di uno dei migliori film di formazione mai apparsi sul grande schermo. 
il lungometraggio è interamente girato in modo da far immedesimare lo spettatore nel protagonista, Charlie, tanto che si arriva a provare le sue stesse emozioni; la sua stessa felicità, il suo stesso imbarazzo, la sua stessa tristezza. i personaggi sono caratterizzati in modo impeccabile sia dal regista/sceneggiatore/scrittore del libro Stephen Chbosky, sia dagli attori, che riescono a donargli un'identità propria: vedendoli interagire non si ha nessuna difficoltà a credere che quei personaggi abbiano avuto davvero un passato, un passato assolutamente REALE, fatto di momenti tristi e momenti felici, amori, amicizie e tragedie. Un film assolutamente da vedere e da consigliare, anche per risollevarlo dallo scarso incasso al botteghino. un film fresco che può davvero dare una spinta ad un panorama cinematografico che si muove sempre più a rilento.