L'innocente

Questo mal capito capolavoro di Visconti è un' ottima rappresentazione dell'egoismo e dell'insoddisfazione che accompagna la vita dell'uomo. Tullio, uomo pieno di sé alla continua ricerca di nuovi stimoli, non si vergogna dei continui tradimenti ne tanto meno si interessa della sofferenza della fragile moglie Giuliana. Per accontentare le sciocche pretese di una sua amante arriva addirittura ad abbandonare Giuliana giustificando, con naturalezza, la sua decisione di amare e condividere la quotidianità con un altra donna. Il sospetto della relazione tra la moglie ed un giovane poeta, confermata dalla gravidanza di Giuliana, porta Tullio alla follia. Il suo unico obbiettivo diviene quello di riconquistare la moglie, obbligarla ad abortire nel totale silenzio così da poter instaurare una tranquilla vita matrimoniale, quel tipo di vita che avrebbe potuto/dovuto condurre da molto tempo, ma a cui si era sempre opposto. Per la prima volta Giuliana dimostra di essere una donna ferma nel voler dare la vita al suo bambino opponendosi alle continue richieste del marito. Al momento della nascita 'dell'innocente' la situazione degenera, la gelosia di Tullio diviene tale da portarlo ad uccidere il neonato sotto gli occhi increduli della moglie, che finalmente manifesta l'odio represso e la volontà di non vederlo mai più. Tullio capisce di aver sempre accantonato le esigenze e i diritti altrui al sol fine di compiacersi. I suoi atteggiamenti erano stati il frutto del desiderio di ottenere sempre di più per raggiungere uno stato di felicità ed appagamento irraggiungibili. La decisione di porre fine alla propria esistenza è l'atto ultimo, l'unica soluzione sebbene irrazionale a tanta sofferenza