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Sono andato a vedere Che fine hanno fatto i Morgan? controvoglia. Mi aspettavo la solita stupidaggine americana senza alcuna sostanza, e invece sono stato positivamente colpito. Il film, certo, non è niente di speciale, ma può contare su due interpreti simpatici, mai sopra le righe, e su alcuni comprimari altrettanto posati, che sanno stare al proprio posto. E’ necessario che il rude sceriffo del posto diventi, alla fine, un simpaticone e/o contribuisca in maniera determinante allo sviluppo della trama? “No”, risponde il film. Lo sceriffo c’è perché in un paesetto di campagna americana non puoi, prima o dopo, non imbatterti in lui. Ma, soprattutto, il film può contare su una sceneggiatura sobria, che non pretende di strappare una risata o una lacrima a tutti i costi. Nel film ci sono scene lasciate in “sospeso”, come ci sono nella vita reale. Scene puramente narrative (o quasi), che hanno come funzione unica quella di mandare avanti la storia, di dirci qualcosa in più – per esempio: lui è steso a letto, ferito nei sentimenti, lei gli si accosta, lui istintivamente si scosta un po’, fine della scena. Si ride meno e si sorride di più, forse anche più ingenuamente (lei che rincorre il cavallo), ma la credibilità dell’intera storia ne giova.
Si esce dal cinema soddisfatti di aver visto un film semplice semplice, che ha saputo intrattenere senza strafare, senza irritare (meriterebbe due stelle e mezzo, ma non potendo dare i mezzi voti scelgo tre stelle, così aumentiamo la media). E’ la stessa sensazione che si ha dopo aver visto Ricatto d’amore (un film, tuttavia, un po’ migliore). Se questa è la via che hanno intrapreso le commedie americane, è una buona via.
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