Generation Kill |
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Un film di Susanna White, Simon Cellan Jones.
Con Alexander Skarsgård, James Ransone, Lee Tergesen, Jon Huertas, Stark Sands.
continua»
Formato Serie TV,
Drammatico,
- USA, Gran Bretagna 2008.
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La Guerra dei Banbinidi JOKER79Feedback: 1875 | altri commenti e recensioni di JOKER79 |
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lunedì 9 novembre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel panorama delle serie televisive sulla guerra, gli americani avevano decisamente glissato l'argomento Iraq.Era comparsa timidamente circa due anni fa una serie per la Fox senza molto successo "Over There", che mostrava la routine quotidiana del soldato ed il suo drammatico confronto con la realtà di occupatore. Generation Kill invece mostra ancora una volta(nel cinema abbiamo visto Redford in Leoni per agnelli) come la guerra non venga combattuta dai cosiddetti "professionisti",ma piuttosto da un caravanserraglio di "pupi" di diversa estrazione sociale etnica e mentale: bambini cresciuti con troppi videogames, ufficiali senza scrupoli nè strategia a caccia di qualche stelletta, e machos dal grilletto facile. Generation Kill rappresenta una corsa verso Bagdad, un rally verso la morte che si palesa con i suoi diversi orrori. Non c'è tattica ma un'ordinata e marziale confusione, dove sopravvive il più furbo, il più scaltro e il più "raccomandato".Per tutti gli altri personaggi la quotidiana noia è interrotta a tratti da quel 20% di azione a volte fatale.Generation Kill è tutto questo. Gli espisodi sono curati nel dettaglio, anche perchè si basano sul libro documento di Evan Wright uscito negli Stati Uniti nel 2004(in Italia ancora un sogno).La storia da lui raccontata può essere sovrapposta a quella di qualsiasi Unità schierata in zona calda, dove il senso del corpo aggrega ognuno dei componenti come in una vera famiglia. In questa però non abbiamo diritti ma solo doveri impartiti dall'alto dalla volontà di uomini come il "Padrino",che non hanno a cuore nulla fuorchè adempiere alla missione, uscendone vincitori(o presunti tali).Non stupisce che a coronare l'epilogo di questa storia vi siano le parole di Johnny Cash e del suo "The man comes around", proprio perchè la guerra è assimilabile a quell'uomo che vedi andare in giro a chiedere nomi o ad un film che talvolta può non piacere allo spettatore anche se ne ha acquistato il biglietto ed in cui gli unici veri protagonisti sono gli stupidi e i morti.
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