Hollywood ha raccontato ogni aspetto della società americana, ma certamente alcune tematiche sono state meno sviluppate di altre; gli argomenti delle battaglie sindacali e dei diritti dei lavoratori sono stati affrontati in film come “Norma Rae” di Martin Ritt e “Silkwood” di Mike Nichols, ma il taglio che viene dato loro da Ken Loach in questa pellicola è del tutto insolito.
Il grande regista inglese, da sempre impegnato nel raccontare le condizioni di vita dei ceti meno abbienti, spostandosi dall’Inghilterra agli Stati Uniti (è la prima pellicola ambientata negli USA), decide di mettere al centro della sua narrazione gli emigrati messicani, non smentendosi nella sua ricerca di stare al fianco delle categorie sociali più deboli. La pellicola quindi racconta un’altra America rispetto a quelli che ci viene classicamente raccontata dal cinema hollywoodiano, che è quella che vivono gli emigrati; il paese delle mille opportunità lascia tristemente la scena ad uno ben più iniquo e triste fatto di sfruttamento dei lavoratori, di diritti negati e di squallidi ricatti a cui i meno abbienti vengono sottoposti.
Loach mette inoltre a nudo le pecche ed iniquità del sistema sanitario americano e dell’istruzione universitaria, entrambi accessibili solo per chi ha le necessarie disponibilità economiche, ma invece preclusi a chi ne è sprovvisto.
La regia di Loach è come al solito molto diretta, la narrazione scorre in modo spedito ma chiaro, ricorrendo talvolta anche ad un po’ di leggerezza, necessaria ad allentare la tensione delle questioni trattate e far meglio digerire l’opera. Il messaggio finale che vuole trasmettere il regista, passa in modo chiaro: la nazione più ricca al mondo, è priva di un adeguato stato sociale che si prenda cura dei poveri e degli emarginati che sono tristemente lasciati al loro destino.
La parte della protagonista è affidata alla sconosciuta Pilar Padilla, mentre accanto a lei c’è il pluripremiato Adrien Brody, allora ancora poco noto ma già molto bravo. La scelta di formare una coppia tra un attore di mestiere e una alle prime armi o addirittura una non attrice, è un classico nelle opere del regista britannico. Tra gli altri interpreti si ricorda l’attrice messicana Elpidia Carrillo che ricopre una parte centrale nello sviluppo della storia.
Hollywood e le sue star, così apparentemente lontane dalla vita degli immigrati messicani, trovano un riferimento nella storia, che mette a nudo le contraddizioni della ricca società americana.
Il titolo dell’opera è tratto da un noto slogan sindacale, a cui viene fatto riferimento nella pellicola stessa con un bel monologo di Adrien Brody che ne spiega la genesi ed il significato.
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