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Film avventuroso che sembra tratto da un romanzo di Rudyard Kipling per ambientazione e personaggi.
La sceneggiatura è una rielaborazione di fatti storici realmente accaduti, che il bravo John Milius, in questo caso anche regista, modifica rendendoli adatti per un’intrigante rappresentazione cinematografica.
La vicenda raccontata è alquanto interessante, ma ciò che fa le fortune della pellicola è l’indimenticabile personaggio del protagonista, descritto da Milius con una straordinaria enfasi. Il mitico ruolo, che affascina e fa sognare, è affidato ad un attore che è anch’egli un mito, il grande Sean Connery, che con la sua carismatica presenza scenica riesce a risultare credibile nei panni di un predone berbero del Marocco, lui che è scozzese purosangue.
Oltre al personaggio principale, funziona benissimo anche il rapporto tra questo e la protagonista femminile, interpretata da un’incantevole Candice Bergen. I duetti tra i due personaggi sono scritti in modo accattivante da Milius e sono interpretati in maniera azzeccatissima dalla coppia Connery Bergen, perfettamente affiatata.
Nel cast c’è anche un davvero ottimo Brian Keith nella parte dell’energico presidente Americano Theodore Roosevelt. Si ricordano poi Geoffrey Lewis, Steve Kanaly, Vladek Sheybal e la partecipazione nelle vesti di attore del grande regista John Huston.
Molto ben girate le scene d’azione e dei combattimenti, alcune delle quali restano nella memoria per la carica epica davvero non comune che Milius riesce mirabilmente ad imprimere loro.
Felice la scelta di alternare le scene ambientate nel deserto marocchino con quelle girate presso le autorità del posto (il Pascià di Tangeri e il Sultano del Marocco) e statunitensi (l’ambasciatore americano e il Presidente Roosevelt).
Stupende le musiche di Jerry Goldsmith.
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