luca scial�
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mercoledì 9 settembre 2015
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la guerra tra poveri
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Loach parla del tema dell'immigrazione e dello sfruttamento di chi non ha diritti e non può alzare la voce, mediante le vicende della giovane Maya, messicana che riesce ad arrivare in America grazie a degli sfruttatori, per raggiungere la sorella Rosa, sposata con un americano ma dal trascorso difficile. Quest'ultima riesce a farla entrare in una ditta di pulizie dove lavorano solo immigrati a basso costo e senza diritti, i quali però vengono scossi da un sindacalista: Sam. In loro Sam creerà un'identita di classe e li spingerà alla lotta. Ma la vita per Maya continuerà ad essere complicata.
Film intenso, che a differenza di altri del regista inglese, viene anche alleggerito da qualche momento di distensione ed ironia.
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Loach parla del tema dell'immigrazione e dello sfruttamento di chi non ha diritti e non può alzare la voce, mediante le vicende della giovane Maya, messicana che riesce ad arrivare in America grazie a degli sfruttatori, per raggiungere la sorella Rosa, sposata con un americano ma dal trascorso difficile. Quest'ultima riesce a farla entrare in una ditta di pulizie dove lavorano solo immigrati a basso costo e senza diritti, i quali però vengono scossi da un sindacalista: Sam. In loro Sam creerà un'identita di classe e li spingerà alla lotta. Ma la vita per Maya continuerà ad essere complicata.
Film intenso, che a differenza di altri del regista inglese, viene anche alleggerito da qualche momento di distensione ed ironia. Senza però discostarsi da quella che è stata la lunga filmografia di Loach: sempre dedicata ai deboli e ai diseredati. Con finali mai a lieto fine, ma nei quali, tutto sommato, resta sempre viva una fiammella di speranza.
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roberta gilmore
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domenica 21 febbraio 2010
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we want bread but roses too
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il solito ken loach indaga sul mondo dell'immigrazione sudamericana e sul mondo del lavoro-sfruttamento di tali immigrati nella "grande e multiraziale" america con la sua consueta sensibilità. stupendo.
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fabrizio cirnigliaro
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martedì 2 febbraio 2010
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l'operaio sul teto che scotta
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Ken Loach realizza un film negli States, senza però scendere a compromessi con il suo modo di fare cinema . Le ingiustizie sociali, lo sfruttamento degli immigrati, i sindacalisti sempre più lontani dalla realtà di quei lavoratori che dovrebbero invece rappresentare. Questi sono solo alcuni dei temi affrontati in questa pellicola dal regista inglese. A differenza di altri, Ken Loach decide di andare in America e non girare un film che celebri il sogno americano ma che rappresenta la delusione di chi in quel sogno ci credeva. Quando è stato girato Bread and Roses in Italia non era stata ancora varata la Legge 30, dopo la quale, anche nella nostra nazione hanno iniziato a verificarsi dei casi simili a quelli dell‘impresa Angel.
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Ken Loach realizza un film negli States, senza però scendere a compromessi con il suo modo di fare cinema . Le ingiustizie sociali, lo sfruttamento degli immigrati, i sindacalisti sempre più lontani dalla realtà di quei lavoratori che dovrebbero invece rappresentare. Questi sono solo alcuni dei temi affrontati in questa pellicola dal regista inglese. A differenza di altri, Ken Loach decide di andare in America e non girare un film che celebri il sogno americano ma che rappresenta la delusione di chi in quel sogno ci credeva. Quando è stato girato Bread and Roses in Italia non era stata ancora varata la Legge 30, dopo la quale, anche nella nostra nazione hanno iniziato a verificarsi dei casi simili a quelli dell‘impresa Angel. Basta ricordare la storia dei precari dell’Atesia di Roma, il più grande Call Center italiano, raccontata da Ascanio Celestini nel documentario Parole Sante. I lavoratori in quel caso riuscirono in una grande impresa, gli scioperi che organizzarono avevano un’adesione anche del 90%. Purtroppo i sindacati non contribuirono molto alla lotta, i lavoratori furono abbandonati. Ma dopo la vicenda degli operai della Innse di questo Agosto , una nuova forma di protesta si sta diffondendo nel bel paese. L’occupazione dei tetti delle fabbriche. Dopo la Innse di Milano sono state occupate in questo modo molte altre fabbriche *. Una volta l’operaio, e cittadini in generale, scendevano in piazza, adesso salgono sui tetti. I tempi cambiano. Poi il nostro è un paese strano, spesso capita che quando una cosa funziona si tenda ad imitarla, copiarla fino a sminuirne il significato originario, la sua originalità. Basta ricordare i lucchetti di Ponte Milvio e di ponti sparsi nelle città del nostro caro vecchio stivale. Adesso anche gli studenti iniziano a salire sui tetti, confermano sempre più questa tendenza che da eccezione si sta trasformando in regola.Lo slogan con cui scendono in piazza i lavoratori nel film di Ken Loach è“Vogliamo il pane, ma anche le rose”. In Italia forse ci stiamo accontentando del pane, si tende a sdrammatizzare, c’è sempre chi sta peggio di noi, noi che almeno arriviamo alla quarta settimana del mese. Un’altra cosa che ci manca sono gli slogan, gli ultimi urlati dalla piazza sono stati pronunciati da 2 personaggi l’uno l’opposto dell’altro. Il primo è il “Vaffa” di Beppe Grillo. Il secondo invece oltre ad essere profetico, denunciava il pericolo di un allontanamento dalla politica da parte della gente, “Con questi dirigenti non vinceremo mai”, urlato da Nanni Moretti a Piazza Navona. E’ arrivato il momento di scendere dai tetti e ritornare in strada, se si vuole davvero cambiare qualcosa in questo paese, e per farlo bisogna seguire l’esempio illustrato in Bread and Roses da Ken Loach, che si racchiude in un motto pronunciato anche da Celestini in Parole Sante “Sapere, far sapere, saper fare e fare...”
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hal 9000
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giovedì 14 maggio 2009
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piatto e poco coinvolgente
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Il film vorrebbe dare un'immagine della situazione lavorativa degli immigrati negli Stati Uniti e allo stesso tempo mostrare una storia di amicizia e amore, ma l'operazione riesce solo a metà. Infatti se nella prima parte il film riesce a narrare le disavventura della protagonista con una certa vivacità, nella seconda si ha la sensazione di assistere ad un "documentario militante" (Paolo Mereghetti), pieno di luoghi comuni e con la trama più scontata che si possa immaginare.
Il regista dà un'opera poco originale, anonima, mai coinvolgente, che non sa spingersi oltre una confezione scolastica.
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francesco l.s.
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venerdì 23 maggio 2008
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ahhh come gioca del piero...
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ma che bel filmmmmmmmmmmm,una storia dolce sincera umana sul salario adeguato con un gran bell attore dal viso simpatico,una boccata d aria pura in una società malata e violente...
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kalu93
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martedì 19 febbraio 2008
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commento:bread and roses
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questo è un film che racchiude vari gener:impegnato ma allegro,critico ma divertente ed in fine melodrammatico ma con il contrappunto politico.la vittoria dei janitor è sia singola che collettiva:un esempio di vittoria singola è quella di ruben che riesce a coronare il suo sogno di andare all'università.un esempio di vittoria collettiva è appunto quella dei janitor che riescono ad ottenere salari più alti ed assistenza sanitaria.sono presenti anche delle sconfitte,collettive e singole:quelle collettive sono molte,basti pensare che i janitor per arrivare al loro traguardo ne hanno ottenute molte(licenziamenti ecc.).una sconfitta sigola molto importante è quella di maja(protagonista)che lotta anch'eesa per la vittoria ma si ritroverà molto iguaiata perche come clandestina(verrà scoperto il suo furto)verrà espulza(caccita dagli usa)ed in caso rimetta piede negli stati uniti verrà arrestata.
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questo è un film che racchiude vari gener:impegnato ma allegro,critico ma divertente ed in fine melodrammatico ma con il contrappunto politico.la vittoria dei janitor è sia singola che collettiva:un esempio di vittoria singola è quella di ruben che riesce a coronare il suo sogno di andare all'università.un esempio di vittoria collettiva è appunto quella dei janitor che riescono ad ottenere salari più alti ed assistenza sanitaria.sono presenti anche delle sconfitte,collettive e singole:quelle collettive sono molte,basti pensare che i janitor per arrivare al loro traguardo ne hanno ottenute molte(licenziamenti ecc.).una sconfitta sigola molto importante è quella di maja(protagonista)che lotta anch'eesa per la vittoria ma si ritroverà molto iguaiata perche come clandestina(verrà scoperto il suo furto)verrà espulza(caccita dagli usa)ed in caso rimetta piede negli stati uniti verrà arrestata.penso che sia un film molto bello da molti punti di vista,ma il principale è quello che sottolinea che non bisogna mai arrendersi e che anche contro i piu forti si puo sempre vincere
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v4v
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lunedì 8 ottobre 2007
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a scuola di impegno sociale
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Anche nel nostro tempo il dibattito su quello che dovrebbe rappresentare la "vita vera" tra chi per vita intende il pane ma anche le "rose" e chi invece per vita intende la mera sopravvivenza, subendo così ad ogni ingiustizia pur di guadagnare per sé e per i propri cari il sostentamento è accesissimo.
Ma è davvero giusto arrendersi a quello che sembra inevitabile, come la sconfitta nella lotta ai giganti del capitalismo o l'impegno e la lotta sociale posso essere più che sogni di un idealista?
A cosa porta l'organizzazione? Cosa significa nel pratico "lottare" (in questo caso sul posto di lavoro)?
Con che armi le aziende o più in generale il potere ostacola questo processo?
A queste domande Loach cerca di rispondere in un film fatto per chi non ha fiducia nel cambiamento (e forse è perchè non ha fiducia nei suoi simili) e per darne un po' di più a chi ci crede ed è stato magari molte volte fra la gente a gridare il proprio scontento ai lor signor che da sempre vengono puliti, nutriti e curati dai propri sottomessi.
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Anche nel nostro tempo il dibattito su quello che dovrebbe rappresentare la "vita vera" tra chi per vita intende il pane ma anche le "rose" e chi invece per vita intende la mera sopravvivenza, subendo così ad ogni ingiustizia pur di guadagnare per sé e per i propri cari il sostentamento è accesissimo.
Ma è davvero giusto arrendersi a quello che sembra inevitabile, come la sconfitta nella lotta ai giganti del capitalismo o l'impegno e la lotta sociale posso essere più che sogni di un idealista?
A cosa porta l'organizzazione? Cosa significa nel pratico "lottare" (in questo caso sul posto di lavoro)?
Con che armi le aziende o più in generale il potere ostacola questo processo?
A queste domande Loach cerca di rispondere in un film fatto per chi non ha fiducia nel cambiamento (e forse è perchè non ha fiducia nei suoi simili) e per darne un po' di più a chi ci crede ed è stato magari molte volte fra la gente a gridare il proprio scontento ai lor signor che da sempre vengono puliti, nutriti e curati dai propri sottomessi.
Un grande film, girato con la consueta maestria di Loach. Un film che parla di tutti noi ma sopratutto dei più deboli e indifesi, mostrando una strada ed offrendo un sogno.
Se tutti i registi facessero questo al Cinema si potrebbe dare a buon ragione il titolo di arte popolare.
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