fabrizio cirnigliaro
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martedì 2 febbraio 2010
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l'operaio sul teto che scotta
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Ken Loach realizza un film negli States, senza però scendere a compromessi con il suo modo di fare cinema . Le ingiustizie sociali, lo sfruttamento degli immigrati, i sindacalisti sempre più lontani dalla realtà di quei lavoratori che dovrebbero invece rappresentare. Questi sono solo alcuni dei temi affrontati in questa pellicola dal regista inglese. A differenza di altri, Ken Loach decide di andare in America e non girare un film che celebri il sogno americano ma che rappresenta la delusione di chi in quel sogno ci credeva. Quando è stato girato Bread and Roses in Italia non era stata ancora varata la Legge 30, dopo la quale, anche nella nostra nazione hanno iniziato a verificarsi dei casi simili a quelli dell‘impresa Angel.
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Ken Loach realizza un film negli States, senza però scendere a compromessi con il suo modo di fare cinema . Le ingiustizie sociali, lo sfruttamento degli immigrati, i sindacalisti sempre più lontani dalla realtà di quei lavoratori che dovrebbero invece rappresentare. Questi sono solo alcuni dei temi affrontati in questa pellicola dal regista inglese. A differenza di altri, Ken Loach decide di andare in America e non girare un film che celebri il sogno americano ma che rappresenta la delusione di chi in quel sogno ci credeva. Quando è stato girato Bread and Roses in Italia non era stata ancora varata la Legge 30, dopo la quale, anche nella nostra nazione hanno iniziato a verificarsi dei casi simili a quelli dell‘impresa Angel. Basta ricordare la storia dei precari dell’Atesia di Roma, il più grande Call Center italiano, raccontata da Ascanio Celestini nel documentario Parole Sante. I lavoratori in quel caso riuscirono in una grande impresa, gli scioperi che organizzarono avevano un’adesione anche del 90%. Purtroppo i sindacati non contribuirono molto alla lotta, i lavoratori furono abbandonati. Ma dopo la vicenda degli operai della Innse di questo Agosto , una nuova forma di protesta si sta diffondendo nel bel paese. L’occupazione dei tetti delle fabbriche. Dopo la Innse di Milano sono state occupate in questo modo molte altre fabbriche *. Una volta l’operaio, e cittadini in generale, scendevano in piazza, adesso salgono sui tetti. I tempi cambiano. Poi il nostro è un paese strano, spesso capita che quando una cosa funziona si tenda ad imitarla, copiarla fino a sminuirne il significato originario, la sua originalità. Basta ricordare i lucchetti di Ponte Milvio e di ponti sparsi nelle città del nostro caro vecchio stivale. Adesso anche gli studenti iniziano a salire sui tetti, confermano sempre più questa tendenza che da eccezione si sta trasformando in regola.Lo slogan con cui scendono in piazza i lavoratori nel film di Ken Loach è“Vogliamo il pane, ma anche le rose”. In Italia forse ci stiamo accontentando del pane, si tende a sdrammatizzare, c’è sempre chi sta peggio di noi, noi che almeno arriviamo alla quarta settimana del mese. Un’altra cosa che ci manca sono gli slogan, gli ultimi urlati dalla piazza sono stati pronunciati da 2 personaggi l’uno l’opposto dell’altro. Il primo è il “Vaffa” di Beppe Grillo. Il secondo invece oltre ad essere profetico, denunciava il pericolo di un allontanamento dalla politica da parte della gente, “Con questi dirigenti non vinceremo mai”, urlato da Nanni Moretti a Piazza Navona. E’ arrivato il momento di scendere dai tetti e ritornare in strada, se si vuole davvero cambiare qualcosa in questo paese, e per farlo bisogna seguire l’esempio illustrato in Bread and Roses da Ken Loach, che si racchiude in un motto pronunciato anche da Celestini in Parole Sante “Sapere, far sapere, saper fare e fare...”
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luca scial�
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mercoledì 9 settembre 2015
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la guerra tra poveri
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Loach parla del tema dell'immigrazione e dello sfruttamento di chi non ha diritti e non può alzare la voce, mediante le vicende della giovane Maya, messicana che riesce ad arrivare in America grazie a degli sfruttatori, per raggiungere la sorella Rosa, sposata con un americano ma dal trascorso difficile. Quest'ultima riesce a farla entrare in una ditta di pulizie dove lavorano solo immigrati a basso costo e senza diritti, i quali però vengono scossi da un sindacalista: Sam. In loro Sam creerà un'identita di classe e li spingerà alla lotta. Ma la vita per Maya continuerà ad essere complicata.
Film intenso, che a differenza di altri del regista inglese, viene anche alleggerito da qualche momento di distensione ed ironia.
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Loach parla del tema dell'immigrazione e dello sfruttamento di chi non ha diritti e non può alzare la voce, mediante le vicende della giovane Maya, messicana che riesce ad arrivare in America grazie a degli sfruttatori, per raggiungere la sorella Rosa, sposata con un americano ma dal trascorso difficile. Quest'ultima riesce a farla entrare in una ditta di pulizie dove lavorano solo immigrati a basso costo e senza diritti, i quali però vengono scossi da un sindacalista: Sam. In loro Sam creerà un'identita di classe e li spingerà alla lotta. Ma la vita per Maya continuerà ad essere complicata.
Film intenso, che a differenza di altri del regista inglese, viene anche alleggerito da qualche momento di distensione ed ironia. Senza però discostarsi da quella che è stata la lunga filmografia di Loach: sempre dedicata ai deboli e ai diseredati. Con finali mai a lieto fine, ma nei quali, tutto sommato, resta sempre viva una fiammella di speranza.
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