La primissima impressione che ho avuto, dal trailer, è stata quella di un Moon (il film) votato all'azione e pervertito.
Come inizia: due tizi si indebitano con uno strozzino sadico. Per sfuggirgli si imbarcano su un'astronave. Uno ha un qualche titolo riconosciuto di utilità, l'altro non ha altra possibilità che proporsi come "sacrificabile". Un soggetto il cui corpo e la cui mente vengono memorizzati. E all'occorrenza viene stampato un nuovo clone a cui verrà riempita la memoria con i ricordi del Mickey originale. Il Mickey viene perciò utilizzato per ogni genere di lavoro pericoloso, sia sulla nave che una volta giunti sul pianeta alieno. Ma non solo...
Il pianeta dove atterrano è popolato da creature native che sembrano un incrocio fantasioso fra gli Orsetti d'acqua (i famosi tardigradi) e i Porcellini di terra (Armadillidium vulgare, l'insettino che si appallottola).
Con Snowpiercer, il regista coreano ha conquistato la mia stima. Con Parasite è stato un meh! E Mickey... di nuovo bingo. Anche se temevo, dal trailer pesanti derive woke.
E ci sono, ma non come mi aspettavo. Per quanto il cinema debba veicolare praticamente per contratto anche temi e valori negativi, mentre in genere essi si vedono inseriti nelle trame dei film in modo diretto per assolvere il compitino, Bong Joon-ho li implementa a modo suo, non facendosene dominare, quanto piuttosto tenendoli lui al guinsaglio.
Il film si distingue dalla massa dei prodotti hollywoodiani, grazie al suo tocco di sensibilità asiatica e a una direzione marcata dal polso del regista, la cui verve sovrasta le dinamiche tipiche dei prodotti americani. Il regista ha scelto bene il cast, esaltando il carattere di ciascun attore nel ruolo a lui più congeniale. E come al solito non fa mancare un po' di orgoglio coreano, con attori del suo paese.
Al centro della scena c'è, non sempre, ma quasi sempre, Mickey. Sia che sia coinvolto direttamente, sia che riguardi avvenimenti importanti formalmente a lui estranei. Vicino o lontano, Mickey è generalmente il punto di riferimento. E non la generalità dei Mickey, ma l'iterazione numero 17 in particolare. Il Mickey 17 è fedele a se stesso. Sempre.
Orientativamente, ad un certo grado, sembra tagliato su una figura cristologica. Ciascun Mickey sembra spiccare per una qualche caratteristica univoca.
Quando entra in gioco il personaggio di Ruffalo, Kenneth Marshall, e di sua moglie Qwen (Toni Collette), sopraggiunge nel film una dimensione spregiudicata, clownesca di infimo livello e fortemente blasfema. La coppia Kenneth-Qwen ricorda la coppia francese Macron e consorte (Brigitte Marie-Claude Trogneux), e Kenneth sembra in particolare una combinazione fra Macron e Trump. Non sono riuscito a capire se il film è blasfemo per essere blasfemo, o per dare una panoramica di un certo tipo (pochezza e ridicolagine) dei blasfemi che sono nella stanza dei bottoni dell'umanità. O un po' tutte e due le cose. Questa cosa è anche la ciliegina sulla torta alla fine fine fine dei titoli di coda. E' in italiano, e non so se lo è perché sia stata localizzata o se è così anche in originale. Penso di più la seconda.
La scelta di focalizzarsi sull'iterazione numero 17 anziché 7, come nel libro, è forse per stuzzicare l'immanente iterazione 18. Che è la somma di tre sei. 6+6+6.
Per quanto non approvi la blasfemia del film, esso ha tante sfaccettature e temi interessanti che colpiscono nel segno, se si vuole cogliere il messaggio, e riesce a unire una regia che tiene d'occhio il particolare che non ti aspetti con un'impronta grossolana e facilona (qui poco facilona però) che si vede spesso nel cinema orientale. Perciò non posso non apprezzarlo.
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mont_blanc
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giovedì 13 marzo 2025
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corri corri corri
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Sempr''io. Oggidì, mi sono balzati agli occhi altri possibili riferimenti "sociali", diciamo così, alla grande famiglia umana, per una visione di diciamo sovrapposizione del film. I nostri eroi sono arrivati su un pianeta ghiacciato. Poteva essere caldo, secco, arido, lussureggiante. No, ghiacciato. Come la Siberia. Chi ci sta in Siberia? Ed è risaputo che l''unico alieno buono è quello morto... Sarà la coincidenza, ma nel film fa capolino anche una grossa Pietra Nera. In inglese, BlackRock. Proprio lo stesso nome della società piovra di investimenti più pachidermica del mondo... Proprio non riesco a non pensare che ogni riferimento e fatto intorno a questo pietrone sia voluto...
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Sempr''io. Oggidì, mi sono balzati agli occhi altri possibili riferimenti "sociali", diciamo così, alla grande famiglia umana, per una visione di diciamo sovrapposizione del film. I nostri eroi sono arrivati su un pianeta ghiacciato. Poteva essere caldo, secco, arido, lussureggiante. No, ghiacciato. Come la Siberia. Chi ci sta in Siberia? Ed è risaputo che l''unico alieno buono è quello morto... Sarà la coincidenza, ma nel film fa capolino anche una grossa Pietra Nera. In inglese, BlackRock. Proprio lo stesso nome della società piovra di investimenti più pachidermica del mondo... Proprio non riesco a non pensare che ogni riferimento e fatto intorno a questo pietrone sia voluto... Ruffalo Trump-Macron... e basta? Visto anche il caratteraccio di lady Qwen (o Queen [regina] per gli amici!, Coff Coff), forse ci sono sottintessi più ampi. Magari via, val la pena di prenderla anche più alla CARLONA; E'' una grande famiglia! ... A qualcheduno non piacerà, a me sempre di più.
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