Quando si parla di ?minestra riscaldata? spesso pensiamo a roba gi? provata e quindi il gusto inevitabilmente ne risente parecchio. Ma cosa succede se a questa minestra viene aggiunto un altro dado, dell?olio, dell?aceto, un pizzico di tabasco e il tutto mentre si gira il mestolo per tutto il tempo a fiamma accesa? Viene fuori COMPANION di Drew Hancock alla sua opera prima.
Iris e Josh, due fidanzati innamorati, si recano da amici in un?enorme propriet? isolata tra le montagne e un lago di un riccone russo. Passano la serata tra divertimenti, balli, svago, storie romantiche e qualche dialogo un po? ambiguo. Il mattino dopo ad Iris succede una cosa molto strana e tragica, finendo poi legata ad una sedia. Di l? in poi scoprir? molti segreti fino ad un susseguirsi di violenze, colpi di scena, situazioni grottesche e riflessive. Di pi? ? meglio non spoilerare, se non del fatto intuibile che si parla di tecnologia e di intelligenza artificiale, ma anche di possessione, macismo tossico, memoria persuasiva, manipolazione, emancipazione, avidit? e libert?. Cose gi? viste in altri svariati film di fantascienza: Da Blade Runner a Terminator, cos? come l?Uomo Bicentenario e persino Ex-Machina, ma con la differenza che ci si spinge di pi? sul divertimento, lo splatter dosato, il grottesco e il meno allegorico.
In pratica ? uno slasher che il nostro Hancock gira bene tra piani sequenza, primi piani, movimenti di macchina lenti e moderati, stacchi di montaggio ragionati e dissolvenze azzeccate che mantengono un bel ritmo e le giuste tensioni. Fotografato e musicato bene, tecnicamente ottimo. Sophie Thatcher come protagonista ? eccezionale tra espressioni e faccia, sperando in un bel ritorno in Heretic con Hugh Grant. Jack Quaid anche lui ? azzeccato, anche se fuori dalla serie The Boys fa? sempre un?ottima faccia da culo?! Lo stesso i personaggi secondari e terziari sono ben interpretati e hanno tutti un ruolo bello significativo.
Per quanto riguarda la sceneggiatura si sceglie di mettere in chiaro le cose nella prima parte, non tanto per rendere telefonate certe situazioni, ma per veicolare meglio il contesto, i personaggi e le regole narrative che riescono a costruire le basi. Per poi dopo creare ulteriori colpi di scena, evoluzioni e involuzioni dei personaggi, trovate di scrittura belle curiose e un finale niente male.
Nonostante il contesto grottesco ogni tanto ci sono un po? di ingenuit? e situazioni sopra le righe che forzano leggermente per far andare avanti la storia, ci sono elementi di trama molto familiari e gi? visti, ma in questo caso sono difetti relativi. E con ci? aspettiamo l?opera seconda di Drew, magari una bellissima splatter comedy alla Bad Taste o gli Schizzacervelli di Jacksoniana memoria?
Ovviamente neanche la locandina ? proprio originale se proviamo a ricordare come facevamo gli slogan contro la droga trent?anni fa?!
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