The Substance

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Un film di Coralie Fargeat. Con Demi Moore, Margaret Qualley, Dennis Quaid, Hugo Diego Garcia.
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Horror, Ratings: Kids+13, durata 140 min. - Gran Bretagna, USA 2024. - I Wonder Pictures uscita mercoledì 30 ottobre 2024. MYMONETRO The Substance * * * - - valutazione media: 3,38 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Molto sub senza stanca. Valutazione 2 stelle su cinque

di blackredblues


Feedback: 1299 | altri commenti e recensioni di blackredblues
lunedì 20 gennaio 2025

La prima (e per me più calzante) definizione di questo film è stata: "Mamma mia che boiata!". Fatto ciò mi sono reso conto di numerose e notevoli critiche entusiastiche e allora, dato che sono una persona umile, il secondo pensiero che mi ha attraversato il cervello è stato: "Caro Andrea, con buona probibilità non hai capito un cazzo!".
La mia unica speranza è che la verità possa stare nel mezzo (ma rimane lo spauracchio del pensiero sopra citato). Provo ad argomentare e ad esporre che cosa non ho amato (e che francamente non riesco bene a capire come possa piacere a molti di voi).
Trama (estremamente riassunta e semplificata tanto già la conoscete): una donna di successo non accetta che il proprio corpo invecchi (e con esso il proprio status) e per questo motivo decide di avvalersi di un liquido miracoloso che fa delle magie (bianche ma soprattutto nere) sul corpo e sulle sue cellule. Le conseguenze saranno abbastanza disastrose.
Ecco partiamo dalla trama: nulla di nuovo sotto il sole. Difficile accettarsi e difficile affrontare i cambiamenti. Alcuni di noi (e sottilineo alcuni) impazziscono su questo punto portando la cosa ad estreme conseguenze ed accettando compromessi che inevitabilmente non faranno che peggiorare ed esaltare il mostro che già alberga in ognuno di noi. Ok, va bene. Che cosa mi è piaciuto del film: la fotografia. Sì questo sì ma...sì c'è un ma. La fotografia piace perchè è ruffiana. Abuso della propetiva centrale (che ormai sembra il must di molti film attuali). In prospettiva centrale la composizione diventa simmetrica e più semplice da gestire. Gli butti dentro un po' di minimalismo (pochi oggetti e buone geometrie), dai una spruzzata con una palette di colori ben abbinati, aumenti il contrasto quanto basta ed il quadretto di simil pop-art degno del migliore grafico pubblicitario attualmente sulla breccia è servito. Ecco, già questo mi fa incazzare. Ma andiamo avanti. La storia (ripeto che per me è piuttosto banale) ha un vizio che ho trovato quasi insostenibile: indugia su elementi che dopo poco stufano diventando ridondanti e ripetitivi. Culi, gambe, bocche, lingue, tette ancora, e ancora e ancora, prendono spazio si dilatano e dopo un po' annoiano. Questo non per un mio pregiudizio morale ma perchè non aggiungono nulla di nuovo alla narrazione se non intasandola e rendendola faticosa e monotona. Un po' come quando venivo interrogato a scuola ed avevo poco da dire allora cercavo di riempire gli spazi ripetendo sempre più o meno la stessa cosa sforzandomi in tutti i modi di mascherarla affinchè sembrasse qualcosa di non ancora sentito. 
Poi: tante tante incongruenze e piccoli/grandi aspetti di sceneggiatura non risolti come personaggi che sembrano possedere di default un laurea honoris causa in infermieristica, personaggi che non si pongono alcune fondamentali domande banali del tipo: se sta qui mi è uscita dalla schiena come faccio ad essere ancora viva?. Molti di voi mi tacceranno di avere poca fantasia e di non essere in grado di fare quell'operazione che si chiama sospensione...sospensione di qualcosa, ora non ricordo ma a me ste robe quando inizano ad inanellarsi in sequenza mi smarronano dandomi la persistente impressione di raffazzonato e di presa per il culo. 
In comprenso il  film accompagna lo spettatore nel dipanarsi tenendolo per mano e con in testa un caschetto per eventuali cadute come se fosse un minus habens utilizzando uno stile narrativo fastidosissimamente didascalico e ridondante sottolineante il concreto (?!) timore che lo spettatore possa non comprendere (mentre possiamo tranquillamente affermare che partendo dal modello di intelligenza "criceto" a salire non dovrebbero esserci problemi in tal senso).
Tra l'altro gente come (ne cito uno a caso) David Cronenberg ha già parlato (in modo molto meno banalizzanto, ruffiano e didascalico) del corpo e di come la carne possa mutare trasformarsi ed anche disgustare (ma noi però si grida al miracolo per the Substance, tiè!). Non lo so, probabilmente sono ormai vecchio e non capisco questo linguaggio e modo di portare sul grande schermo la finzione o forse, come dicevo nel mio incipit, non ci ho capito semplicemente un cazzo e basta!
Vado a ri-vedermi Crimes of The Future perchè lì sì che si dice qualcosa di molto interessante e non banale sul corpo, sull'arte e su una possibile visione futura (e quindi presente) di ciò che siamo e siamo diventati. 
   

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