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Un thriller anomalo ed alquanto stravagante di John Irvin che mette tanta carne a cuocere in un film in cui all’elemento principale della caccia al sociopatico serial killer si mescolano il tema sociologico della dipendenza da internet delle nuove generazioni ed in modo strampalato quello politico della contestazione no-global, con un accenno, che appare fuori luogo in un plot di questo tipo, alla tragica morte di Carlo Giuliani durante il G8 a Genova. Armand Assante è il protagonista assoluto di questo strano e confusionario assemblaggio di generi, in cui alla fine predomina il dramma umano dell’eroico detective, che, sebbene malato terminale, non abbandona l’indagine, non lascia il campo di battaglia, mostrando al figlio che, al di là del suo apparente cinismo, i vecchi dinosauri, come si definisce egli stesso rispetto alle nuove tecnologie informatiche, hanno impresso nell’animo i sacri valori della vita e della libertà, cari alla retorica hollywoodiana, da perseguire fino all’estremo sacrificio, per combattere contro i criminali folli assassini ed i no-global, avventatamente ed ideologicamente accomunati fino alla completa sovrapposizione.
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