Il posto delle fragole

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Un film di Ingmar Bergman. Con Bibi Andersson, Max von Sydow, Ingrid Thulin, Victor Sjöström.
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Titolo originale Smultronstället. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 95 min. - Svezia 1957. MYMONETRO Il posto delle fragole * * * * 1/2 valutazione media: 4,71 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Bergman tra presente e passato Valutazione 4 stelle su cinque

di John Doe


Feedback: 900 | altri commenti e recensioni di John Doe
giovedì 4 marzo 2021

 “Il Posto delle Fragole” è un film del 1957 diretto dal “Maestro” Ingmar Bergman. Il film si apre con il protagonista che sta scrivendo una lettera nella quale riflette sulla propria vita. La vicenda tratta la storia del rinomato medico Isak Borg, il quale viaggia da Stoccolma a Lund per ritirare un premio (il giubileo, ovvero i cinquant’anni di carriera) in compagnia della nuora Marianne (la moglie del figlio Evald) incinta del nipote. I due lungo la strada incontreranno una serie di autostoppisti ed il viaggio si trasformerà in un periodo durante il quale riflettere sull’esistenza e sul senso delle proprie vite. Il film è incentrato sulla figura del vecchio medico, il quale sente vicina a lui la morte e questo lo induce a riflettere sul proprio passato, sull’amore inespresso verso Sara e su una vita che sarebbe potuta essere migliore. Il regista svedese riesce a mettere in scena una pellicola toccante dove il giovane incontra il vecchio e dove la morte e la vita si animano reciprocamente. Un film che si muove tra mondo reale e mondo surreale, ricorrente il tema del sogno e della visione, che assume significati simbolici. Emblematico il sogno iniziale con la visone di un uomo senza volto, senza identità e della bara che presagisce l’imminente morte di Isak. Alle scene del presente, con le riflessioni sulla vita e sulla religione dei giovani in viaggio per l’Italia e con il matrimonio in crisi dei due adulti, si mescolano le scene del passato del protagonista, filtrate da un alone quasi mistico ed onirico. I flashback non sono unicamente esplicativi, ma evocativi e ci guidano nella comprensione di un personaggio segnato dal proprio passato e dalle proprie scelte. Non a caso il protagonista vive anche in prima persona (il Borg del presente) i sogni e le visoni che intercorrono durante la pellicola. Una vita dedicata al lavoro ed alla carriera professionale per la quale trascurò gli affetti. Anche il sogno in auto prima dell’epilogo è emblematico per comprendere il personaggio ed è in questo che vediamo un esame orale nel quale si trova impreparato e per il quale gli viene dato dell’incompetente. E’ possibile un cambiamento radicale nell’animo di un uomo che abbia dedicato una vita all’insegna di se stesso? Secondo Bergman non è mai troppo tardi per cambiare ed il vecchio Isak dimostrerà durante il film un’inaspettata sensibilità e manifesterà proprio nella vecchiaia l’esigenza di cambiare in ricordo del “posto delle fragole”, ovvero del luogo dell’amore e della gioventù. La giovinezza perduta appartiene ormai al passato e rappresenta per il protagonista motivo di rammarico e rimpianto. Solo con la vecchiaia ci sarà una sorta di cambiamento e la necessita di reindirizzare le vite dei suoi cari verso una felicità nuova ed una vita migliore. Uno dei grandi pregi dell’opera è la sceneggiatura e la scrittura dei dialoghi tra i personaggi che ci guidano in questa imprescindibile riflessione contemporanea. Il film ha un ritmo perfetto e riesce a coinvolgerci sapientemente in un road movie che si tramuta in una riflessione sulla vita e sulla morte. Ritorna dunque il tema della morte e della necessità di fare i conti con se stessi e con il proprio passato come ne “Il Settimo Sigillo”. Un film che riesce con luci calibrate tra scuri e bianchi soffusi a trasportarci in una realtà tra sogno ed illusione ed a farci riflettere sulle reali priorità della vita. Il finale diventa dunque catartico in quanto coincide con una sorta di cambiamento nell’animo del protagonista e con il momento in cui, una volta tornato a casa, si riappacifica con se stesso e con il proprio passato.

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