paolo 67
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mercoledì 26 ottobre 2011
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il bond sentimentale di peter hunt
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Peter Hunt, creativo e inventivo montatore dei primi 6 film di 007, è il regista di un'opera forse non amata come forse meriterebbe, a causa del suo mettersi al di fuori di alcune caratteristiche di fondo degli altri film della serie, vale a dire la iperluminosità della fotografia, la sontuosità della scenografia, il tripudio del fantastico, il moltiplicarsi dei gadgets, il carisma personale dell'interprete. Cercando di recuperare il Bond degli inizi, ma anche coerente con i propri gusti (la Hollywood degli anni '50), il regista cercò di dare al film un'impronta semplice, e nello stesso tempo elegante, ma realistica. La scelta di un protagonista non divo era nelle intenzioni di Hunt per rappresentare il fascino di James Bond e non quello dell'interprete.
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Peter Hunt, creativo e inventivo montatore dei primi 6 film di 007, è il regista di un'opera forse non amata come forse meriterebbe, a causa del suo mettersi al di fuori di alcune caratteristiche di fondo degli altri film della serie, vale a dire la iperluminosità della fotografia, la sontuosità della scenografia, il tripudio del fantastico, il moltiplicarsi dei gadgets, il carisma personale dell'interprete. Cercando di recuperare il Bond degli inizi, ma anche coerente con i propri gusti (la Hollywood degli anni '50), il regista cercò di dare al film un'impronta semplice, e nello stesso tempo elegante, ma realistica. La scelta di un protagonista non divo era nelle intenzioni di Hunt per rappresentare il fascino di James Bond e non quello dell'interprete. "Al servizio segreto di sua maestà" è considerato forse il migliore tra i romanzi di Fleming di 007, e il film (dopo le licenze dei titoli precedenti) lo segue abbastanza fedelmente. Hunt, già autore come regista della seconda unità di una scena di inseguimento (quella del carnevale) in "Agente 007 operazione tuono" che ha dell'incredibile ne dirige anche qui tra le altre una esaltante sulle nevi che costituiscono gran parte della splendida ambientazione del film. Per sottolineare la continuità con il resto del Bond, la serie si autocita nei titoli iniziali (stupendi come sempre di Maurice Binder). La mancanza del lieto fine, un'altra delle singolarità di questo film rispetto alla serie, coerente con le intenzioni del regista (che sarebbe inorridito al Bond quasi farsesco di alcuni episodi) di mostrare il lato sentimentale di 007, è stata anche dovuta alla mancata conferma del regista (che sarebbe stata legata alla continuazione con Lazenby, che non ne ha voluto sapere) che ha finito il film con quello che avrebbe dovuto essere l'inizio del successivo. Da vecchio fan di 007 non considero questo film il migliore della serie, come alcuni, ma nemmeno il peggiore, come altri e alcuni critici: lo considero un film di grande dignità, appartenente al filone della serie avventuroso tradizionale (con un tono romantico) piuttosto che avveniristico-tecnologico, con una sua grande raffinatezza, che va gustato in maniera diversa, per poi tornare allo splendore del Bond più famoso e redditizio.
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alevict
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giovedì 4 aprile 2013
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il bond piu' umano
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Leggendo i vari commenti su quest 'opera cinematografica (che Diana Rigg defini' "an epic" in una sua celebre intervista), rimango sempre perplesso nel vedere o grandi elogi oppure un profondo disprezzo per questa realizzazione di Peter Hunt. Vorrei solo ricordare che, rispetto alla spesa della produzione, questo film nel 1969 fu campione di incassi di tutta la saga cinematografica bondiana (nella ratio tra costo di produzione e incassi al netto dell'inflazione). Skyfall, che ha superato il miliardo di dollari di incassi, non ha la stessa positiva ratio R.O.E. rispetto ai costi di produzione (che nel caso di Skyfall sono stati particolarmente elevati, non da ultimo l'affitto dell'isoletta giapponese che, nella finzione, diventa il quartier generale di Tiago Silva).
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Leggendo i vari commenti su quest 'opera cinematografica (che Diana Rigg defini' "an epic" in una sua celebre intervista), rimango sempre perplesso nel vedere o grandi elogi oppure un profondo disprezzo per questa realizzazione di Peter Hunt. Vorrei solo ricordare che, rispetto alla spesa della produzione, questo film nel 1969 fu campione di incassi di tutta la saga cinematografica bondiana (nella ratio tra costo di produzione e incassi al netto dell'inflazione). Skyfall, che ha superato il miliardo di dollari di incassi, non ha la stessa positiva ratio R.O.E. rispetto ai costi di produzione (che nel caso di Skyfall sono stati particolarmente elevati, non da ultimo l'affitto dell'isoletta giapponese che, nella finzione, diventa il quartier generale di Tiago Silva). Facendo due conti, e immaginando che tutta la produzione dlela EON e della famiglia Broccoli non lavora per la gloria, si puo' quantificare in cifre il successo di ogni versione cinematografica dei romanzi di Ian Fleming e delle storie post-Fleming.
Leggendo il libro originale di Ian Fleming al Servizio Segreto di Sua Maesta', la struttura principale della trama vi e' rispettata nei suoi momenti chiave in modo fedele.
In particolare mi pare che il regista Peter Hunt rispetta lo spirito dei romanzi di Ian Fleming in un punto essenziale: l' eroe non dispone di ausili tecnologici . Q e Llewelyn viene congedato all'inizio del film al Servizo di Sua Maesta, facendo capire che Bond non ha bisogno di armi futuristiche. In questo film Bond e' solo con la sua intelligenza e il suo coraggio. L'unico dell MI6 che lo aiuta e' un altro agente, Campbell, che lo assiste nella scena davanti alla construenda stazione ferroviaria di fronte all 'Hotel Schweizerhof a Berna (invio della betoniera con la fotocopiatrice, quest ultima in quegli anni 60 era un apparecchio molto caro da acquistare e disponibile solo in alcuni uffici ) e che lo segue, fino a morire, fino a Murren sulle montagne attorno al Piz Gloria. Draco da' l'aiuto decisivo con l'arrivo degli elicotteri che si fingono della Croca rossa ma che puntano sul Piz Gloria.
Sono stato sul Piz Gloria (in vero lo Schilthorn) e a 3000 metri ho visto quanto sia stato arduo e ammirevole riuscire a filmare le scene spettacolari della fuga sugli sci e sulla cabinovia in un'epoca in cui non vi erano computer ne' apparecchiature per effetti speciali .Come spiega Peter Hunt, la regia dovette assumere dei campioni locali di sci che portavano a mano le cineprese mentre sciavano attorno agli attori. Indubbio il contributo e il sacrificio delle eccellenti controfigure che girarono scene pericolossisime (la cabinovia uscendo dallo Schilthorn e' a strapiombo nel vuoto, una caduta della controfigura di Bond che si aggrappa ai cavi con i tessuti delle tasche sarebbe stata mortale).
La musica del film e' di gran pregio. John Barry ha firmato un lavoro di grande profilo: archi, violini, e fiati sottolineano perfettamente il ritmo del romanzo.
La trama descritta da Peter Hunt e' piana e consequenziale: la ricerca di Blofeld, l'apertura della cassaforta dell'avvocato Gumbold in Svizzera che permettono di trovare e situare il covo di Blofeld, l'arrivo di Sir Hillary (alias 007) e l'incontro con Blofeld e la fuga. In parallelo l'incontro con la figlia di Draco, capo dell unione dei Corsi (un ottimo Gabriele Ferzetti) e l'inizio della storia d'amore tra Bond e questa aspirante suicida (il film pero' tace una parte importante del romanzo: Tracy era stata sposata e aveva perso il bambino in grembo).
George Lazenby mi pare molto convincente rispetto al personaggio descritto nel romanzo di Fleming: e' un eroe ma e' vulnerabile e ha diversi momenti di sconforto : vedi il momento in cui, braccato, si solleva il bavero della giacca per nascondersi tra la folla davanti alla pista di pattinaggio e il momento della sconfitta negli ultimi minuti del film di Peter Hunt. Ho analizzato le qualita' di Lazenbl in altri film (il ruolo di Serpieri in "chi l'ha vista morire" e di Wilkis "il Dragone vola" , e del mercenario in "Universal Soldier") e pare l'attore con il physique du role piu' adatto per i film di James Bond: da ex-fotomodello, si muove con disinvoltura nelle varie parti di questo film (Peter Hunt spiega che volutamente fu permesso a Lazenby di muoversi sulla scena come voleva pur seguendo le linee direttive del copione) e, ricordando che aveva appena 28 anni durante le riprese, mostra in viso dei tratti piu' marcati e piu' maturi rispetto alla sua eta'. Le scene di lotta corpo a corpo sono sottolineate dalla grande plasticita' di movimenti e, nei dialoghi in inglese, il tono e lo stile di recitazione mostrano la sua aderenza al personaggio fleminghiano.
Lazenby e' diverso da Connery, che sa di vincere sempre e ha un sorriso a taglio da uomo vissuto, diverso da Roger Moore (molto britannico e ironico), diverso da Dalton (piu' unidimensionale e monolitico), diverso da Pierce Brosnan (elegante e con classe alla Brioni ), diverso da Daniel Craig (freddo e cinico). La mia non e' una scala di valori, poiche' questi attori sono ognuno molto diverso dagli altri. Il disprezzo di alcuni critici verso Lazenby mi pare che derivi dal loro rifiuto di accettare la sua dimensione vulnerabile e mortale e i momenti di debolezza umana che segnano il film
La sequenza dei film precedenti e seguenti al Servizo Segreto di Sua Maesta' non rispetta assolutamente la cronologia ne" lo spirito dei romanzi di Fleming: il romanzo "Si vive solo due volte" era il seguito di ASSdi Sua Maesta', mentre nel film conneriano "Diamanti sono per sempre" rivediamo , in modo sorprendente e assurdo, che il ruolo di Blofeld (non piu' calvo ma con una chioma da eroe omerico) viene consegnato all' attore che aveva interpretato un lustro prima l'agente Andersen in SVSolo2volte. Poi, in modo schizofrenico e avulso da ogni continuita', ritroviamo - alcuni film dopo - Roger Moore che porta i fiori alla tomba della moglie Theresa Bond prima di accettare il passaggio in elicottero per ritrovarsi in una zona industriale a lottare con un Blofeld, che e' come in un paesaggio di De Chirico solo su un tetto (dove non si capisce come sia arrivato) e su una sedia a rotelle e con l'inseparabile gatto da accarezzare in modo compulsivo-ossessivo. Purtroppo pare che le ragioni commerciali abbiano prevalso nella scelta di questa mancanza di coerenza nella successione dei diversi film che hanno stravolto la cronologia delle vicenze di James Bond attraverso i vari romanzi.
Casino Royale e' un tragico esempio di un romanzo di Fleming che e' stato letteralmente massacrato da 3 film: la prima versione del 1954 con Jimmy Bond obeso, la seconda con David Niven e un Woody Allen e Peter Sellers di basso profilo, e la terza con Daniel Craig in Montenegro (ma il romanzo e' ambientato tra Dieppe e le Touquet !) con una Vesper che si lascia morire in un palazzo veneziano invece di seguire il destino del romanzo e prendere la forte dose di sonniferi nell'Albergo Le Royale.
Ho letto e riletto come un mantra la materia dei critici del confronto di Lazenby con Sean Connery: ritengo che sia un falso problema. Sono due profili diversi: Connery accontenta il desiderio del pubblico commerciale di vedere penne esplosive, auto che passano su due ruote in un vicolo, donne che gli cascano ai piedi con un solo sguardo e ritroviamo la stessa politica commerciale sia in Diamanti per Sempre sia molti anni dopo in Mai Dire Mai. il confronto piu' appropriato invece mi parrebbe tra i due fratelli Connery: provate a confrontare Dalla Russia con Amore, da un lato, e "OK Connery" dall'altra; in questo film del 1967 vi e' il fratello di Sean Connery (Neil Connery) che interpreta non indegnamente il ruolo principale dell Agente Segreto al fianco di tutti i personaggi della cinematografia conneriana : Daniela Bianchi, Adolfo Celi, persino Louise Maxwell (Moneypenny) e M.
In conclusione, se il pittore moderno Bacon puo' ispirare i suoi Papi urlanti prendendo spunto da Velasquez, direi di guardare questo film al Servizio Segreto di Sua Maesta' - assai pregevole e con una trama semplice e ben costruita - rileggendo in parallelo il romanzo di Fleming che lo ha ispirato e di rivedere il coraggioso Lazenby senza pregiudizi e senza pensare ai confronti con Sean Connery. E se possibile, cercando di apprezzare la recitazione di un dignitoso Lazenby che non ha bottoni esplosivi ne' macchine anfibie
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jackpug
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giovedì 13 agosto 2015
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film di 007 fortunatamente rivalutato
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Dopo l'uscita di scena ( non definitiva ) dell'apprezzato e fantastico Sean Connery con "Si vive solo due volte" subentra George Lazenby nei panni dell'agente con uno dei film più sottovalutati della serie ( che però e per fortuna più tardi è stato rivalutato ) ovvero "Al servizio segreto di Sua Maestà".
La trama regge, i personaggi anche, le scene d'azione non sono male ... allora cosa è che non ha convinto del tutto la critica e i fans ? Certo, Lazenby che è definitivo una "controfigura" o "tappabuchi" di Connery e quindi la sua interpretazione non viene apprezzata, facendo quindi sprofondare il film che, invece, è uno tra i più interessanti.
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Dopo l'uscita di scena ( non definitiva ) dell'apprezzato e fantastico Sean Connery con "Si vive solo due volte" subentra George Lazenby nei panni dell'agente con uno dei film più sottovalutati della serie ( che però e per fortuna più tardi è stato rivalutato ) ovvero "Al servizio segreto di Sua Maestà".
La trama regge, i personaggi anche, le scene d'azione non sono male ... allora cosa è che non ha convinto del tutto la critica e i fans ? Certo, Lazenby che è definitivo una "controfigura" o "tappabuchi" di Connery e quindi la sua interpretazione non viene apprezzata, facendo quindi sprofondare il film che, invece, è uno tra i più interessanti.
Gli attori e i loro rispettivi personaggi sono convincenti : Diana Rigg come Teresa "Tracy" Di Vicenzo ovvero la moglie di Bond è una tra le più affascinanti Bond Girls mentre Telly Savalas interpreta bene il nuovo Blofeld più carismatico, elegante ma sempre perfido e ambiguo ( anche se non raggiunge il lato diabolico dell'interpretazione di Pleasence ).
Le locations sono perfette per una spy-story : il Piz Gloria e le bellissime alpi svizzere, infatti, danno luogo ad adrenalinici inseguimenti con gli sci.
Inoltre il film è tra i più malinconici della saga proprio grazie alla sensibilità dimostrata dal Bond di Lazenby, il quale ovviamente non sarà perfetto come Connery ma nemmeno pessimo.
Una pellicola convincente.
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attiliocoppa
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lunedì 25 gennaio 2016
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bond si sposa
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Peter Hunt è degno di grande ammirazione. Una delle vere ragioni della qualità dei primi film di 007 è la cura del suo lavoro come montatore. Esso, rimanendo con (e apprendendo da) registi e sceneggiatori diversi e stato una delle garanzie della continuità del valore dei film bondiani. Il montaggio al cinema non è stato più lo stesso dopo lui. Egli aveva fatto tesoro dei consigli di chi poteva insegnargli come si valorizza un film e gli interpreti. Finalmente può dirigere un film di James Bond, e avrebbe potuto farne altri, se George Lazenby non avesse deciso non interpretarli più. La serie avrebbe preso un'altra piega. Il Bond di Hunt si innamora ed è il primo che per cui si cerca di dare una spiegazione psicologica del personaggio.
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Peter Hunt è degno di grande ammirazione. Una delle vere ragioni della qualità dei primi film di 007 è la cura del suo lavoro come montatore. Esso, rimanendo con (e apprendendo da) registi e sceneggiatori diversi e stato una delle garanzie della continuità del valore dei film bondiani. Il montaggio al cinema non è stato più lo stesso dopo lui. Egli aveva fatto tesoro dei consigli di chi poteva insegnargli come si valorizza un film e gli interpreti. Finalmente può dirigere un film di James Bond, e avrebbe potuto farne altri, se George Lazenby non avesse deciso non interpretarli più. La serie avrebbe preso un'altra piega. Il Bond di Hunt si innamora ed è il primo che per cui si cerca di dare una spiegazione psicologica del personaggio. Grande regista di scene d'azione (c'è un inseguimento sugli sci sensazionale), Hunt è anche molto raffinato. Egli si impose alcune condizioni: 1) il protagonista non è l'attore, il divo, ma James Bond che egli interpreta; 2) tutto deve apparire realistico, non ci devono essere artificiosità, non si deve notare che si tratta di set; 3) il film deve avere cuore ed essere serio, non una farsa né un cartone animato; 4) deve essere nella storia il valore del film, senza bisogno di esagerazioni e compensazioni fantastiche. 5) Bond deve contare sulle sue risorse, e non dipendere da congegni e aggeggi. Come si vede, quasi un altro Bond rispetto a quello che si è visto (e si vedrà) che ha visto la moltiplicazione dei gadget, il carisma personale dell'interprete, la sontuosità dei set ricostruiti, lo stravolgimento delle trame di Fleming ecc. Abituati all'immagine luccicante degli altri Bond é meno facile apprezzare la raffinatezza della fotografia di questo, che appare al confronto scura, nonostanze la grande perizia di Michael Reed, che sapeva esattamente cosa voleva il regista, col quale aveva già lavorato. Telly Savalas fa un ottimo Blofeld e c'è posto anche per un misurato Gabriele Ferzetti. Entra a far parte della grande famiglia del Bond cinematografico John Glen, come montatore e regista della seconda unità (la bontà delle scene d'azione è anche merito suo), e che sarà il regista di tutti gli 007 degli anni '80. Lo 007 del cinema si era molto allontanato dallo spirito dei libri Fleming e Hunt voleva riportarlo vicino a esso. Egli voleva dare al film un look elegante ma semplice. Il film impiegò anni a recuperare i soldi spesi per girarlo. Si dovette dare la colpa a qualcuno e si scelse Lazenby che per la verità era stato piuttosto arrogante durante le riprese. Egli - come molti - credeva che 007 avesse ormai fatto il suo tempo, che non avesse futuro e non partecipò alla promozione del film come avrebbe dovuto. In futuro fece autocritica. Il film doveva finire con il matrimonio di Bond, se Lazenby avesse accettato di interpretare il successivo, che sarebbe stato diretto ancora da Hunt e che sarebbe dovuto cominciare con quello che poi é diventato il finale triste di questo. Il film avrebbe dovuto essere girato dopo "Goldfinger" ma prima per la questione dei diritti di "Thunderball" poi perché non era la stagione giusta venne per due volte rinviato. Nel frattempo il mondo stava cambiando e 007 ne ha risentito. Fu comunque importante il richiamo alle origini di Hunt perché sarà ripetuto in futuro come soluzione per continuare, rinnovare, rilanciare la serie quando toccherà il punto di saturazione e esagerazione.
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angelino67
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domenica 8 maggio 2016
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abbiamo tutto il tempo del mondo
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Anche se nessuno ha superato Connery nella parte del Bond, il sesto episodio della serie é uno dei più appassionanti. Esso segue abbastanza fedelmente la trama del romanzo di Fleming (uno dei migliori, una bellissima storia avventurosa). Lazenby è elegantissimo (cambia 20 costumi tra cui il tradizionale kilt scozzese) come meravigliose sono le ambientazioni. I colori sono bellissimi, se si considera la impostazione volutamente - e piuttosto inusualmente per 007 - realistica anche se comunque elegante che rifletteva la classe e il buon gusto del regista Peter Hunt. Grande lavoro dell'operatore Alec Mills e del direttore della fotografia Michael Reed (anche con l'utilizzo di filtri). Ottimo, misurato l'apporto di Gabriele Ferzetti.
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Anche se nessuno ha superato Connery nella parte del Bond, il sesto episodio della serie é uno dei più appassionanti. Esso segue abbastanza fedelmente la trama del romanzo di Fleming (uno dei migliori, una bellissima storia avventurosa). Lazenby è elegantissimo (cambia 20 costumi tra cui il tradizionale kilt scozzese) come meravigliose sono le ambientazioni. I colori sono bellissimi, se si considera la impostazione volutamente - e piuttosto inusualmente per 007 - realistica anche se comunque elegante che rifletteva la classe e il buon gusto del regista Peter Hunt. Grande lavoro dell'operatore Alec Mills e del direttore della fotografia Michael Reed (anche con l'utilizzo di filtri). Ottimo, misurato l'apporto di Gabriele Ferzetti. Hunt fa emergere il suo romanticismo: per la prima volta Bond ha una storia d'amore seria. Il romanzo di Fleming finiva con la parole: "We have all the time in the world", titolo della canzone interpretata da Louis Armstrong che accompagna la relazione tra Bond e Tracy. Come quei (grandi) direttori d'orchestra che confidano totalmente nelle note scritte sulla pagina ed evitano scrupolosamente ogni esagerazione o falsa enfasi, Hunt credeva che quello di cui c'era bisogno fosse giù tutto nella trama (grande lavoro dello sceneggiatore, questa volta unico del film, Richard Maibaum), e lo stesso Bond non dovesse essere l'attore, ma Bond stesso. Per la prima volta nella serie viene citata, mostrata, la rivista "Playboy", dove il romanzo di Fleming era uscito a puntate sei anni prima. Si vede la residenza di "M", collezionista di farfalle. Bellissimi set - che non si notano come tali - di Syd Cain, scenografo di talento eccezionale. Hunt esaltò lo stile disinvolto e naturale che gli veniva dal passato di modello di Lazenby. Il regista pretese che le belle donne che compaiono nel film fossero tutte brave attrici professioniste, senza raccomandate. Hunt, che era stato a sua volta montatore e regista della seconda unità di precedenti Bond, affidò a John Glen, futuro regista dei Bond anni '80 il montaggio e la seconda unità di ripresa. Le sequenze d'azione sugli sci che egli diresse sono sensazionali, tra le migliori di tutta la serie di 007.
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fedeleto
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domenica 11 giugno 2017
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agente 007-missione nelle alpi
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Il perfido Blofeld vuole creare un virus che ridurrà tutta la popolazione umana sterile, Bond riuscirà a fermarlo ma a caro prezzo.Il sesto Bond è forse tra i migliori se non il migliore della serie.Diretto da Peter Hunt, ha avuto scarsa attenzione per la presenza di George Lazenby al posto di Connery nella parte del più famoso agente segreto del mondo.Tratto dal romanzo di Fleming, e sceneggiato da Maibaum, il film funziona alla grande con scene d'azione ben girate (le scene di lotta sono ben coreografate, la scena delle slitte e la corsa delle macchine nella gara incolla lo spettatore) ma oltre ciò, questo capitolo di Bond appare decisamente più umano ed emotivo degli altri, la sua decisione di lasciare il lavoro e sposarsi lo rende un uomo finalmente libero dal suo dovere, ma quella maledizione gli viene ricordata nella tragica scena della morte della bella contessa Tracy, e con lei la colonna sonora di Armstrong dipinge un ritratto amaro che nei precedenti film della serie non si è mai visto.
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Il perfido Blofeld vuole creare un virus che ridurrà tutta la popolazione umana sterile, Bond riuscirà a fermarlo ma a caro prezzo.Il sesto Bond è forse tra i migliori se non il migliore della serie.Diretto da Peter Hunt, ha avuto scarsa attenzione per la presenza di George Lazenby al posto di Connery nella parte del più famoso agente segreto del mondo.Tratto dal romanzo di Fleming, e sceneggiato da Maibaum, il film funziona alla grande con scene d'azione ben girate (le scene di lotta sono ben coreografate, la scena delle slitte e la corsa delle macchine nella gara incolla lo spettatore) ma oltre ciò, questo capitolo di Bond appare decisamente più umano ed emotivo degli altri, la sua decisione di lasciare il lavoro e sposarsi lo rende un uomo finalmente libero dal suo dovere, ma quella maledizione gli viene ricordata nella tragica scena della morte della bella contessa Tracy, e con lei la colonna sonora di Armstrong dipinge un ritratto amaro che nei precedenti film della serie non si è mai visto.Un Bond diverso, e un Lazenby che ha avuto una grande responsabilità, ma nonostante tutto il film rimane un capitolo indelebile nella filmografia Bondiana.Bravo il cattivo Blofeld-Salavas.
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rmarci05
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domenica 26 agosto 2018
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buon film, l'unico difetto è l'attore protagonista
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Al contrario dell'opinione di alcuni, credo che questo sia un buon film di 007: ottime scene d'azione, una trama coinvolgente, dei bravi attori (G. Ferzetti, T. Savalas) e uno degli antagonisti più belli della saga, e per una volta James Bond si innamora veramente di una donna. L'unico difetto del film è Lazenby, che rovina molte scene a causa della sua inespressività e svogliatezza nell'interpretare il ruolo. Bella la colonna sonora.
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pacittipaolo
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martedì 10 dicembre 2019
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un bond diverso dal solito ma uno dei migliori
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Quando uscì questo film, la serie di James Bond era considerata in decadenza. Critici autorevoli facevano rilevare la riduzione a una dimensione avventurosa (peraltro una delle componenti fondamentali presenti fin dal primo film). L'intento del regista, Peter Hunt, il montatore dei primi film, era quello di mantenersi fedele al romanzo di Fleming (uno dei migliori), che James Bond fosse il personaggio del libro e non l'attore che lo interpreta, che il film non tradisca i set nei quali era girato (che avevano avuto una grossa importanza nella dimensione fantastica dei film precedenti) e di coniugare il buon gusto (che non gli difettava) con la semplicità, ricordando i gloriosi film hollywoodiani degli anni '50.
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Quando uscì questo film, la serie di James Bond era considerata in decadenza. Critici autorevoli facevano rilevare la riduzione a una dimensione avventurosa (peraltro una delle componenti fondamentali presenti fin dal primo film). L'intento del regista, Peter Hunt, il montatore dei primi film, era quello di mantenersi fedele al romanzo di Fleming (uno dei migliori), che James Bond fosse il personaggio del libro e non l'attore che lo interpreta, che il film non tradisca i set nei quali era girato (che avevano avuto una grossa importanza nella dimensione fantastica dei film precedenti) e di coniugare il buon gusto (che non gli difettava) con la semplicità, ricordando i gloriosi film hollywoodiani degli anni '50. Lazenby avrebbe potuto inaugurare una serie di film che lo avrebbero potuto far ricordare come il migliore James Bond ma non volle saperne di continuare, costringendo il regista a cambiare il finale (che era lieto). Per la prima volta Bond ha una storia d'amore seria (l'attrice è la bella e brava Diana Rigg), Telly Savalas è un ottimo Blofeld e c'è posto anche per un misurato Gabriele Ferzetti. John Barry compone la meravigliosa “We have all the time in the world”, l'ultima frase del romanzo di Ian Fleming, cantata da Louis Armstrong e risolve il problema dei titoli di testa (che richiamano i film precedenti della serie) con un tema strumentale. Peter Hunt ha l'orgoglio di aver diretto un film unico nella serie, che oggi non pochi critici e spettatori considerano il migliore (un noto dizionario dei film a distanza di qualche anno ha modificato il giudizio da 1 stelletta e mezza a 3 stellette e mezza), nel quale lo sceneggiatore Ricahrd Maibaum, che aveva la grande capacità di ridurre bene un libro per un film (cosa, che come faceva rilevare lo stesso Kubrick, ha rovinato un sacco di buoni romanzi), si è mantenuto più fedele alla storia originale che in ogni altro film della serie. Un James Bond appassionante e con splendide sequenza d'azione (come l'inseguimento sugli sci), senza bisogno di marchingegni e compensazioni fantastiche, che a suo modo ritorna alla semplicità dei primi film (Hunt è sempre stato un grande ammiratore del regista Terence Young, che ha dato l'impronta alla serie), che chiude gli anni '60 prima che la serie imbocchi di nuovo un'altra strada.
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dandy
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giovedì 22 aprile 2021
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per bond la tragedia è in agguato....
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Il sesto film della celebre saga è stato il più bistrattato(ma non fu il flop commerciale che molti credono)ma negli ultimi anni giustamente rivalutato come uno dei più riusciti,se non il migliore dei primi 007.L'astio generale si dovette prevalentemente alla scelta di Lazenby,fotomodello australiano che in seguito rifiutò di riprendere il ruolo e non decollò mai nel cinema(favorendo per l'ultima volta il ritorno di Connery,che dopo "Si vive solo due volte" ne aveva avuto abbastanza).Effettivamente la sua fissità gareggia con quella del successivo Timothy Dalton(che pare fosse stato già pensato per questo film ma ritenuto troppo giovane)o forse è semplicemente impossibile il confronto con Connery,ma per il resto il film si spinge oltre gli ormai rodati meccanismi della serie.
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Il sesto film della celebre saga è stato il più bistrattato(ma non fu il flop commerciale che molti credono)ma negli ultimi anni giustamente rivalutato come uno dei più riusciti,se non il migliore dei primi 007.L'astio generale si dovette prevalentemente alla scelta di Lazenby,fotomodello australiano che in seguito rifiutò di riprendere il ruolo e non decollò mai nel cinema(favorendo per l'ultima volta il ritorno di Connery,che dopo "Si vive solo due volte" ne aveva avuto abbastanza).Effettivamente la sua fissità gareggia con quella del successivo Timothy Dalton(che pare fosse stato già pensato per questo film ma ritenuto troppo giovane)o forse è semplicemente impossibile il confronto con Connery,ma per il resto il film si spinge oltre gli ormai rodati meccanismi della serie.Bond non è mai stato così umano,e la Bond Girl,problematica e tormentata,è tutt'altro che la solita fanciulla candida da salvare o spalleggiare.Hunt,montatore dei film precedenti,privlegia il ritmo fenetico senza le abituali parentesi sentimentali e i proverbiali gadget tecnologici.Ma c'è un insolito citazionismo che sconfina addirittura nel metacinema(alla fine del prologo Bond asserisce che "a quello di prima non era mai successo" riguardo la bella che si da alla fuga;sui titoli di coda scorrono le sequenze dei primi 007 e quando Bond sgombra la scrivania si vedono oggetti e si sente la colonna sonora dei film precedenti)e forse per la prima e unica volta,il protagonista bacia Moneypenny....Molto più concitate e violente del solito le sequenze di lotta,ed ottimo l'inseguimento finale in bob.Ma la vera grandezza risiede nel finale,forse il più duro dell'intera serie:Bond assapora un istante di vita normale e di vera felicità per poi vedersele portar via nel peggiore dei modi.Una cupezza insolita e coraggiosa per una serie normalmente intrisa di humour e romanticismo anche nelle sequenze conclusive,che lo rende uno degli episodi più vicini alla natura dei romanzi di Fleming.Nella colonna sonora,l'ultima incisione di Louis Armstrong "We have all the time in the world".
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spalla
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martedì 13 ottobre 2009
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sicuramente non tra i migliori 007
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L'unico film di 007 interpretato da George Lazenby non può certo dirsi uno dei migliori della serie. A cominciare dall'interprete principale: a mio parere Lazenby è il peggior attore ad aver indossato i panni del celebre agente segreto. Non solo si dimostra subito molto inferiore a Connery, ma anche a tutti i successivi interpreti (eccetto forse Daniel Craig). Ma non è comunque solo colpa sua: in questo film 007 appare molto diverso dal solito, con meno fascino, meno carisma e che fa fin troppo le cose di testa sua. Figuratevi cha ad un certo punto si mette addirittura a sfogliare Playboy! Ma vi sembra un comportamento da 007 questo!? Anche la storia, nonostante qualche timido tentativo di non cadere troppo nella ripetitività è meno avvincente del solito.
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L'unico film di 007 interpretato da George Lazenby non può certo dirsi uno dei migliori della serie. A cominciare dall'interprete principale: a mio parere Lazenby è il peggior attore ad aver indossato i panni del celebre agente segreto. Non solo si dimostra subito molto inferiore a Connery, ma anche a tutti i successivi interpreti (eccetto forse Daniel Craig). Ma non è comunque solo colpa sua: in questo film 007 appare molto diverso dal solito, con meno fascino, meno carisma e che fa fin troppo le cose di testa sua. Figuratevi cha ad un certo punto si mette addirittura a sfogliare Playboy! Ma vi sembra un comportamento da 007 questo!? Anche la storia, nonostante qualche timido tentativo di non cadere troppo nella ripetitività è meno avvincente del solito. Benchè il film duri più di due ore, dopo una bella sequenza iniziale, per almeno un'ora e un quarto non c'è quasi azione. Solo dialoghi, seduzioni e poco altro. Nella seconda parte del film invece, l'azione regna sovrana, e furibonda. Avrebbe dovuto essere distribuita meglio. Il tutto coronato da un finale abbastanza deludente, che lascia un sacco di cose in sospeso e rimanda tutto ai film successivi. Non ci sono nemmeno i soliti simpatici gadget fantascientifici: Q in questo film è come se fosse andato in pensione. Per fortuna, non mancano almeno tante belle donne, delle splendide ambientazioni alpine e fantastiche riprese sulla neve. Ma secondo me non bastano a salvare il film...
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(di blacky)
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