Agente 007 - Al servizio segreto di sua maestà

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Un film di Peter R. Hunt. Con George Lazenby, Diana Rigg, Telly Savalas, Gabriele Ferzetti, Ilse Steppat.
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Titolo originale On Her Majesty's Secret Service. Spionaggio, durata 140 min. - Gran Bretagna 1969. MYMONETRO Agente 007 - Al servizio segreto di sua maestà * * * - - valutazione media: 3,31 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

il Bond piu' umano Valutazione 5 stelle su cinque

di Alevict


Feedback: 110 | altri commenti e recensioni di Alevict
giovedì 4 aprile 2013

Leggendo i vari commenti su quest 'opera cinematografica (che Diana Rigg defini' "an epic" in una sua celebre intervista), rimango sempre perplesso nel vedere o grandi elogi oppure un profondo disprezzo per questa realizzazione di Peter Hunt.  Vorrei solo ricordare che, rispetto alla spesa della produzione, questo film nel 1969 fu campione di incassi di tutta la saga cinematografica  bondiana (nella ratio tra costo di produzione e incassi al netto dell'inflazione). Skyfall, che ha superato il miliardo di dollari di incassi, non ha la stessa positiva ratio R.O.E. rispetto ai costi di produzione (che nel caso di Skyfall sono stati particolarmente elevati, non da ultimo l'affitto dell'isoletta giapponese che, nella finzione, diventa il quartier generale di Tiago Silva). Facendo due conti, e immaginando che tutta la produzione dlela EON e della famiglia Broccoli non lavora per la gloria, si puo' quantificare in cifre il successo di ogni versione cinematografica dei romanzi di Ian Fleming e delle storie post-Fleming.
Leggendo il libro originale di Ian Fleming al Servizio Segreto di Sua Maesta',  la struttura principale della trama vi e' rispettata  nei suoi momenti chiave in modo fedele.
In particolare mi pare che il regista Peter Hunt rispetta lo spirito dei romanzi  di Ian Fleming in un punto essenziale: l' eroe non dispone di ausili tecnologici . Q e Llewelyn viene congedato all'inizio del film al Servizo di Sua Maesta, facendo capire che Bond non ha bisogno di armi futuristiche.  In questo film Bond e' solo con la sua intelligenza e il suo coraggio. L'unico dell MI6 che lo aiuta e' un altro agente, Campbell, che lo assiste nella scena davanti alla construenda stazione ferroviaria di fronte all 'Hotel Schweizerhof a Berna (invio della betoniera con la fotocopiatrice, quest ultima in quegli anni 60 era un apparecchio molto caro da acquistare  e disponibile solo in alcuni uffici ) e che lo segue, fino a morire, fino a  Murren sulle montagne attorno al Piz Gloria.   Draco da' l'aiuto decisivo con l'arrivo degli elicotteri che si fingono della Croca rossa ma che puntano sul Piz Gloria. 
Sono stato sul Piz Gloria (in vero lo Schilthorn) e a 3000 metri ho visto quanto sia stato arduo e ammirevole riuscire a filmare le scene spettacolari della fuga sugli sci e sulla cabinovia in un'epoca in cui non vi erano computer ne' apparecchiature per effetti speciali .Come spiega Peter Hunt, la regia dovette assumere dei campioni locali di sci che portavano a mano le cineprese mentre sciavano attorno agli attori. Indubbio il contributo e il sacrificio delle eccellenti controfigure che girarono scene pericolossisime (la cabinovia uscendo dallo Schilthorn e' a strapiombo nel vuoto, una caduta della controfigura di Bond che si aggrappa ai cavi con i tessuti delle tasche sarebbe stata mortale).
La musica del film e' di gran pregio. John Barry ha firmato un lavoro di grande profilo: archi, violini, e fiati sottolineano perfettamente il ritmo del romanzo.
La trama descritta da Peter Hunt e' piana e consequenziale: la ricerca di Blofeld, l'apertura della cassaforta dell'avvocato Gumbold in Svizzera che permettono di trovare e situare il covo di Blofeld, l'arrivo di Sir Hillary (alias 007) e l'incontro con Blofeld e la fuga. In parallelo l'incontro con la figlia di Draco, capo dell unione dei Corsi  (un ottimo Gabriele Ferzetti) e l'inizio della storia d'amore tra Bond e questa aspirante suicida (il film pero' tace una parte importante del romanzo: Tracy era stata sposata e aveva perso il bambino in grembo).
George Lazenby mi pare molto convincente rispetto al personaggio descritto nel romanzo di Fleming: e' un eroe ma e' vulnerabile e ha diversi momenti di sconforto : vedi il momento in cui, braccato, si solleva il bavero della giacca per nascondersi tra la folla davanti alla pista di pattinaggio e il momento della sconfitta negli ultimi minuti del film di Peter Hunt.  Ho analizzato le qualita'  di Lazenbl in altri film (il ruolo di Serpieri in "chi l'ha vista morire" e  di Wilkis "il Dragone vola" , e del mercenario in "Universal Soldier") e pare l'attore con il physique du role piu' adatto per i film di James Bond: da ex-fotomodello, si muove con disinvoltura nelle varie parti di questo film (Peter Hunt spiega che volutamente fu permesso a Lazenby di muoversi sulla scena come voleva pur seguendo le linee direttive del copione) e, ricordando che aveva appena 28 anni durante le riprese, mostra in viso dei tratti piu' marcati e piu' maturi rispetto alla sua eta'. Le scene di lotta corpo a corpo sono sottolineate dalla grande plasticita' di movimenti e, nei dialoghi in inglese, il tono e lo stile di recitazione mostrano la sua aderenza al personaggio fleminghiano.
Lazenby e' diverso da Connery, che sa di vincere sempre e ha un sorriso a taglio da uomo vissuto, diverso da Roger Moore (molto britannico e ironico), diverso da Dalton (piu' unidimensionale  e monolitico), diverso da Pierce Brosnan (elegante e con classe alla Brioni ), diverso da Daniel Craig (freddo e cinico). La mia non e' una scala di valori, poiche' questi attori sono ognuno molto diverso dagli altri. Il disprezzo di alcuni critici verso Lazenby mi pare che derivi dal loro rifiuto di accettare la sua dimensione vulnerabile e mortale e i momenti di debolezza umana che segnano il film
La sequenza dei film precedenti e seguenti al Servizo Segreto di Sua Maesta' non rispetta assolutamente la cronologia ne" lo spirito dei romanzi di Fleming:  il romanzo "Si vive solo due volte" era il seguito di ASSdi Sua Maesta', mentre nel film conneriano "Diamanti sono per sempre"  rivediamo , in modo sorprendente e assurdo, che il ruolo di Blofeld (non piu' calvo ma con una chioma da eroe omerico)  viene consegnato all' attore che aveva interpretato un lustro prima l'agente Andersen in SVSolo2volte.  Poi, in modo schizofrenico e avulso da ogni continuita', ritroviamo  - alcuni film dopo  - Roger Moore che porta i fiori alla tomba della moglie Theresa Bond prima di accettare il passaggio in elicottero per ritrovarsi in una zona industriale a lottare con un Blofeld, che e' come in un paesaggio di De Chirico solo su un tetto (dove non si capisce come sia arrivato) e su una sedia a rotelle e con l'inseparabile gatto da accarezzare in modo compulsivo-ossessivo. Purtroppo pare che le ragioni commerciali abbiano prevalso nella scelta di questa mancanza di coerenza nella successione dei diversi film che hanno stravolto la cronologia delle vicenze di James Bond attraverso i vari romanzi.
Casino Royale e' un tragico esempio di un romanzo di Fleming che e' stato letteralmente massacrato da 3 film: la prima versione del 1954 con Jimmy Bond obeso, la seconda con David Niven e un Woody Allen e Peter Sellers di basso profilo, e la terza con Daniel Craig in Montenegro (ma il romanzo e' ambientato tra Dieppe e le Touquet !) con una Vesper che si lascia morire in un palazzo veneziano invece di seguire il destino del romanzo e prendere la forte dose di sonniferi nell'Albergo Le Royale.
Ho letto e riletto come un mantra la materia dei critici del confronto di Lazenby con Sean Connery: ritengo che sia un falso problema. Sono due profili diversi: Connery accontenta il desiderio del pubblico commerciale di vedere penne esplosive, auto che passano su due ruote in un vicolo, donne che gli cascano ai piedi con un solo sguardo e ritroviamo la stessa politica commerciale sia in Diamanti per Sempre sia molti anni dopo in Mai Dire Mai. il confronto piu' appropriato invece mi parrebbe tra i due fratelli Connery: provate a confrontare Dalla Russia con Amore, da un lato, e "OK Connery" dall'altra; in questo film del 1967 vi e' il fratello di Sean Connery (Neil Connery) che interpreta  non indegnamente il ruolo principale dell Agente Segreto al fianco di tutti i personaggi della cinematografia conneriana : Daniela Bianchi, Adolfo Celi, persino Louise Maxwell (Moneypenny) e M.
In conclusione, se il pittore moderno Bacon puo' ispirare i suoi Papi urlanti prendendo spunto da Velasquez, direi di guardare questo film al Servizio Segreto di Sua Maesta'  - assai pregevole e con una trama semplice e ben costruita - rileggendo in parallelo il romanzo di Fleming che lo ha ispirato e di rivedere il coraggioso Lazenby senza pregiudizi e senza pensare ai confronti con Sean Connery. E se possibile, cercando di apprezzare la recitazione di un dignitoso Lazenby che non ha bottoni esplosivi ne' macchine anfibie

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