ashtray_bliss
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martedì 26 giugno 2018
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ogni cosa è collegata.
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Non è la prima volta che il cinema ci offre storie a mosaico, di personaggi sconosciuti che si incontrano cambiando il corso delle proprie vite ed esistenze, costruendo un puzzle che cinematograficamente parlando risulta quasi sempre interessante e godibile. Lo abbiamo visto con Crash, Babel, American Gun, The Burning Plain e molti altri lungometraggi successivi a The Air I Breathe. Non sempre queste pellicole riscuotono successo ma certamente riscontrano l'interesse del pubblico, il quale affascinano, mostrando quanto beffardo possa essere talvolta il destino, quel filo invisibile che lega persone ed eventi in modo silenzioso e ineluttabile.
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Non è la prima volta che il cinema ci offre storie a mosaico, di personaggi sconosciuti che si incontrano cambiando il corso delle proprie vite ed esistenze, costruendo un puzzle che cinematograficamente parlando risulta quasi sempre interessante e godibile. Lo abbiamo visto con Crash, Babel, American Gun, The Burning Plain e molti altri lungometraggi successivi a The Air I Breathe. Non sempre queste pellicole riscuotono successo ma certamente riscontrano l'interesse del pubblico, il quale affascinano, mostrando quanto beffardo possa essere talvolta il destino, quel filo invisibile che lega persone ed eventi in modo silenzioso e ineluttabile.
L'allora emergente regista Lee decise quandi di trarre ispirazione da un antico proverbio cinese che suddivide la vita di ogni persona in quattro emozioni e sentimenti principali: Felicità, Piacere, Dolore e Amore. Seguendo dunque lo schema ad incastro il film si divide in quattro episodi, ovvero quattro storie e personaggi diversi dei quali non conosciamo i nomi, ognuno dei quali incarna i sentimenti e le emozioni sopracitate e le cui vite sono destinate a intrecciarsi in un contesto drammatico e tragico. Il primo episodio è rappresentato da Felicità e interpretato da Forrest Whitaker, il quale insieme a Fraser regalano i momenti più elevati e intensi della pellicola. Felicità è un uomo che decide di mandare all'aria la sua vita ordinaria, fatta di noiosa routine e rigide regole di vita, quando punta una corposa somma di denaro su una scommessa ippica truccata. Ma la gara non finisce come dovrebbe e l'uomo si trova ingarbugliato senza via d'uscita nella rete di Dita, un potente boss malavitoso che rappresenta il baricentro del film. Infatti, uno dopo l'altro, tutti i protagonisti sono in qualche modo affiliati o direttamente legati a Dita - interpretato da un notevole Garcia che però resta incatenato per l'ennesima volta ad un ruolo stereotipato -. Piacere invece assume il volto di Fraser, un gelido e distaccato bodyguard che esegue meccanicamente gli ordini del boss e fa il lavoro sporco riscuotendo soldi e rassicurandosi che i debitori non trasgrediscano le regole. Ma l'uomo, pur avendo il dono di prevedere il futuro, non è in grado di dirigere la propria vita verso porti migliori restando anch'egli subordinato alla (mala)vita della notte. Il suo vuoto esistenziale verrà colmato dalla conoscenza con Dolore, interpretata da Sarah Michelle Gellar. Dolore è un'avvenente pop star col nome d'arte Trista che viene ceduta a Dita dal suo manager in debito col boss di una grossa somma di denaro. La ragazza, anch'ella segnata dalla perdita e dal dolore come tutti gli altri protagonisti del film, proverà a scappare e verrà accolta da Fraser col quale avvierà un'inaspettata relazione. L'ultima parte del film, ma anche quella più breve, è dedicata ad Amore, linterpretato da Kevin Bacon nei panni d'un medico in preda ad una disperata corsa contro il tempo nel tentativo di salvare la donna che ama ma alla quale non ha mai avuto il coraggio di confessarsi. Bacon è il tassello più debole della storia e anche quello al quale viene dedicato meno tempo; apparendo facilmente come l'elemento più slegato della trama. Amore viene infatti mostrato per un breve lasso di tempo nel secondo capitolo dedicato a Piacere (è colui che lo medica) e poi nell'ultimo capitolo a lui dedicato, il più corto e meno emozionale del film appena pochi minuti prima dell'epilogo penalizzando dunque il prodotto nella sua integrità.
In sostanza il lavoro di J. Lee non è indifferente e vanta un cast notevole con alcuni attori di indiscussa caratura (Whitaker, Garcia e Bacon) ma viene penalizzato da una sceneggiatura che non riesce mai a esprimere il proprio carattere e lasciare il suo segno distintivo rischiando così di restare arenato nelle secche della mediocrità senza distinguersi da molte altre pellicole con trama ad incastro ben più riuscite e memorabili.
Detto questo, personalmente trovo il film molto gradevole e scorrevole e penso che il regista - benchè si trattasse del suo primo lungometraggio- se la sia cavata abbastanza bene utilizzando un impianto narrativo ben collaudato e apprezzato dal pubblico, adoperando un cast di attori che sicuramente alzano il livello del film, compresa la Gellar che a parer mio riesce bene a calarsi nella parte.
La fotografia e l'ambientazione urbana, cupa e decadente è resa in modo vivido e calibrato, l'atmosfera pessimistica che pervade il film sino all'ultima storia fa risaltare il crescendo e l'esplosione dei sentimenti e stati d'animo descritti lasciando un retrogusto amaro nonostante il lieto fine che conclude la pellicola. Il susseguersi degli eventi è convincente cosi come il graduale intreccio tra i personaggi e le loro vicissitudini. Sicuramente l'ultima storia meritava più attenzione e cura, al pari delle precedenti, e Bacon e la Delpy necessitavano di qualche extra minuto on-screen per creare la giusta connessione col pubblico e la necessaria empatia nei loro confronti. Persino il passaggio surreale dell'ultimo capitolo (quello dell'incontro tra Amore e Dolore) poteva essere evitato optando per un taglio più realistico e perchè no, tragico, alla storia.
In conclusione, The Air I Breathe è un valido prodotto che s'inserisce dignitosamente accanto a pellicole sicuramente più autorevoli ma anche di maggior impatto visivo ed emotivo con le quali non può esser paragonato. Resta comunque un film interessante e relativamente underground, considerando che non gode della fama o visibilità al pari delle pellicole sopraccitate, ma che intrattiene decorosamente e riesce nella sua intenzione di costruire un puzzle di storie tragiche ognuna delle quali farà emergere le principali quattro emozioni da cui trae ispirazione e che in definitiva sono le autentiche protagoniste. Voto: 3/5.
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iuriv
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martedì 24 luglio 2018
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intrecci nel vuoto.
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Messo insieme come un film a episodi intrecciati, The Air I Breathe ha grandi ambizioni. Prendendo a spunto quattro sentimenti come felicità, tristezza, piacere e amore, il regista Lee cerca nientemeno che offrire una sua idea sul significato della vita e sulle necessità che si hanno per tentare di farsela passare bene.
La visione si suddivide lasciando a ognuno dei protagonisti il compito di illustrare queste emozioni primarie attraverso determinate scelte. La trama, oltre che collegare le quattro avventure, compie un cerchio completo inseguendo un finale che dovrebbe rappresentare qualcosa.
Per renderci partecipi del suo progetto Lee sceglie un cast stellare (specialmente se consideriamo l'epoca di uscita della pellicola) e lo circonda con virtuosismi che vorrebbero mostrare una grande vena artistica.
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Messo insieme come un film a episodi intrecciati, The Air I Breathe ha grandi ambizioni. Prendendo a spunto quattro sentimenti come felicità, tristezza, piacere e amore, il regista Lee cerca nientemeno che offrire una sua idea sul significato della vita e sulle necessità che si hanno per tentare di farsela passare bene.
La visione si suddivide lasciando a ognuno dei protagonisti il compito di illustrare queste emozioni primarie attraverso determinate scelte. La trama, oltre che collegare le quattro avventure, compie un cerchio completo inseguendo un finale che dovrebbe rappresentare qualcosa.
Per renderci partecipi del suo progetto Lee sceglie un cast stellare (specialmente se consideriamo l'epoca di uscita della pellicola) e lo circonda con virtuosismi che vorrebbero mostrare una grande vena artistica.
Ma al di la di un'angelica Sarah Michelle Gellar sopra il tetto dell'ospedale o di un Forrest Whittaker vagamente ispirato, in The Air I Breathe non mi è parso di intravvedere nulla.
La sceneggiatura è una pigra fiera delle banalità, probabilmente perché Lee la voleva utilizzare solo per metter in mostra le sue doti. Dico così perché ciò che mi è rimasto impresso di questo lavoro è la sua freddezza.
Un esercizio di stile piuttosto fine a se stesso la cui visione mi sento di sconsigliare.
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eugenio
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giovedì 24 marzo 2011
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destini incrociati
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Un antico proverbio cinese impernia l’esistenza umana su quattro emozioni: Felicità,Piacere,Amore e Dolore. Attraverso una serie di (fortunose) coincidenze,le vite di quattro distinti personaggi senza nulla in comune,archetipi dei sentimenti di cui sopra, si intrecciano,orchestrate dalla mano di Destino (il feroce delinquente Dita).
Una scommessa sbagliata e il conseguente debito contratto per gioco portano un irreprensibile e timido impiegato bancario (Forrest Whitaker, Felicità) a rapinare una banca; un’algida guardia del corpo (Brendan Fraser,Piacere) col dono della preveggenza,intreccia una relazione con un’avvenente rockstar esordiente (Gellar,Dolore)tanto desiderata dal suo “tutore”, lo spietato Dita;un medico (Bacon,Amore) cerca di salvare la vita della donna di cui è sempre stato innamorato (ma della quale non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi) attraverso un’ansiosa ricerca di un donatore di sangue compatibile (indovinate,chi è?).
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Un antico proverbio cinese impernia l’esistenza umana su quattro emozioni: Felicità,Piacere,Amore e Dolore. Attraverso una serie di (fortunose) coincidenze,le vite di quattro distinti personaggi senza nulla in comune,archetipi dei sentimenti di cui sopra, si intrecciano,orchestrate dalla mano di Destino (il feroce delinquente Dita).
Una scommessa sbagliata e il conseguente debito contratto per gioco portano un irreprensibile e timido impiegato bancario (Forrest Whitaker, Felicità) a rapinare una banca; un’algida guardia del corpo (Brendan Fraser,Piacere) col dono della preveggenza,intreccia una relazione con un’avvenente rockstar esordiente (Gellar,Dolore)tanto desiderata dal suo “tutore”, lo spietato Dita;un medico (Bacon,Amore) cerca di salvare la vita della donna di cui è sempre stato innamorato (ma della quale non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi) attraverso un’ansiosa ricerca di un donatore di sangue compatibile (indovinate,chi è?).
Inutile dire che le conseguenze dei gesti di ciascun personaggio,saranno tragiche e porteranno i protagonisti di fronte a scelte morali di non facile soluzione.
In passato,gia’ “America Oggi” del compianto Altman, poi “Magnolia” di Andersen e infine (l’ottimo;se potete,recuperatelo) “Crash” e (il deludente) “Babel” avevano narrato le vite distaccate di illustri sconosciuti,venute improvvisamente a contatto con una realtà tragica di dolore e sofferenza.
Il film di Lee non aggiunge nulla di nuovo: le battute convenzionali e uno svolgimento senza guizzi di originalità,fanno da cornice a una recitazione troppo affettata del cast di stelle coinvolte; tra questi emerge la squallida figura Andy Garcia,lo pseudo-delinquente che gigioneggia in modo imperdonabile con le vite degli altri senza convinzione e credibilità. Fatta eccezione del bravo Whitaker che,nella lunga scena a 360° sul tetto di un palazzo,assediato dalla polizia, riesce a comunicare con maestria la sensazione di felicità che pervade il suo animo,le altre figure risultano sciatte e senza volto.
Una su tutte? L’ex ammazza-vampiri Buffy che,nonostante gli evidenti sforzi di mimica facciale, è portatrice di un dolore cosi’ scarno e palliativo da risultare fittizio per antonomasia.
Un tiepido prodotto,insomma, in cui troneggiano scene gia’ viste,frasi scontate e prevedibili seppur la pellicola si mantenga compita sino alla fine. Emulare Paul Haggis non è poi cosi’ semplice. Aurea mediocritas.
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[+] un buon film
(di claudiokarate)
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