vales.
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sabato 20 agosto 2011
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sesso, droga, rock 'n roll...e pop art
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Il ritratto di una giovane vita stroncata dalla fama: Edie Sedgwick, modella, attrice e musa, per un breve e tormentato periodo, del genio Andy Warhol. Morta a soli 28 anni per overdose, ha vissuto tra traumi familiari, droga, lusso, delusioni e infine declino. Il film è incentrato su tutto questo e lo esprime anche piuttosto bene grazie all'interpretazione della Miller, che acquista un certo fascino da vera diva anni '60 grazie al trucco e gli abiti. Poco approfondito risulta invece il personaggio dell'artista che la lancia, Warhol, cui presta il volto Pearce, straordinariamente somigliante all'originale. Poco spazio è riservato anche alla Factory, il luogo dove Edie viene attratta, il posto che la arricchisce, la sfrutta e infine la butta via, quasi come un oggetto.
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Il ritratto di una giovane vita stroncata dalla fama: Edie Sedgwick, modella, attrice e musa, per un breve e tormentato periodo, del genio Andy Warhol. Morta a soli 28 anni per overdose, ha vissuto tra traumi familiari, droga, lusso, delusioni e infine declino. Il film è incentrato su tutto questo e lo esprime anche piuttosto bene grazie all'interpretazione della Miller, che acquista un certo fascino da vera diva anni '60 grazie al trucco e gli abiti. Poco approfondito risulta invece il personaggio dell'artista che la lancia, Warhol, cui presta il volto Pearce, straordinariamente somigliante all'originale. Poco spazio è riservato anche alla Factory, il luogo dove Edie viene attratta, il posto che la arricchisce, la sfrutta e infine la butta via, quasi come un oggetto. Ovviamente la pellicola, come dice già il titolo, racconta la vita della diva, dunque non poteva esplorare come si deve anche l'interessantissima e singolare figura del maestro della pop art. Però questa lacune, secondo me, penalizzano un pò la visione complessiva. In compenso, seppur in poche scene, spesso prive di dialogo, è ben riuscita la descrizione della relazione di Edie con Bob Dylan, ruolo affidato al giovane ed affascinante Christensen. Energica e quasi onnipresente la musica che, con la bella fotografia e i dialoghi, riscrea efficacemente l'atmosfera dell'epoca.
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cadillac
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giovedì 15 marzo 2007
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tutta estetica, niente cuore.
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Forse il vero universo di un tipo eclettico come Andy Warhol è troppo complicato per avere semplicemente un anima "pop-art", o forse è talmente semplice che è giusto abbandonare le infiocchettature per descrivere semplicemente le debolezze e le cose apparentemente insignificanti, come Warhol che reputa troppo cara una statuina da 7 dollari da comprare alla madre o una spudorata messa in scena da jet set retrò perchè in fondo le abitudini e lo stile era quello. Peccato che nella vicenda che ha accomunato Edie Sedgwick e Andy Warhol ci siano solo tante frivolezze, dozzine di sigarette fumate e parecchia pompamagna senza un briciolo di cuore, nonchè tante chiacchiere da bar. Un piccolo monumento cadente in cui funzionano gli attori ma toppano storia e confezione, che nel voler essere alternativa diventa anche spocchiosa e pretenziosa, tra filmetti amatoriali a Central Park e ritrovi artistici rimpastati di banalità.
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Forse il vero universo di un tipo eclettico come Andy Warhol è troppo complicato per avere semplicemente un anima "pop-art", o forse è talmente semplice che è giusto abbandonare le infiocchettature per descrivere semplicemente le debolezze e le cose apparentemente insignificanti, come Warhol che reputa troppo cara una statuina da 7 dollari da comprare alla madre o una spudorata messa in scena da jet set retrò perchè in fondo le abitudini e lo stile era quello. Peccato che nella vicenda che ha accomunato Edie Sedgwick e Andy Warhol ci siano solo tante frivolezze, dozzine di sigarette fumate e parecchia pompamagna senza un briciolo di cuore, nonchè tante chiacchiere da bar. Un piccolo monumento cadente in cui funzionano gli attori ma toppano storia e confezione, che nel voler essere alternativa diventa anche spocchiosa e pretenziosa, tra filmetti amatoriali a Central Park e ritrovi artistici rimpastati di banalità. Per fortuna non tutto è da buttare, soprattutto una bella sfida a chi è più bravo tra Guy Pearce e Sienna Miller, entrambi convincenti, e una colonna sonora notevole, ma alla fine tutto si riduce a una sfilata di talenti in un giochetto che stanca già dopo dieci minuti. Insopportabile Hayden Christensen, poeta-folksinger spudoratamente ispirato a Dylan, con voce roca e smorfiette da chi la sa lunga. E tante chiacchiere inutili sulla famigerata scena di sesso tra lui e la Miller, discreto e unico momento di intimità e di calore, a dispetto di chi si aspettava una rappresentazione da selvaggi. Frivolo e spocchioso, si dimentica facilmente con uno schioccar di dita.
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