weach
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lunedì 27 settembre 2010
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basta critiche non giustificate :bello,avvincente!
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Lettura del 27 settembre 2010
Oggi si vola , si ritorna nel Pianeta delle Scimmie, in tanti abbiamo fatto questo lungo viaggio e noi siamo qui solo per un motivo: fare giustizia .
Tim Barton , che normalmente non mi fa impazzire , con "The planet of the apes" fa la sua lettura del pianeta delle scimmie diversa da quella del film da cui trae ispirazione del 1968 di Franklin J.Schaffner con Charlton Heston.
Diciamolo chiaramente, è un buon film, sotto molteplici aspetti: ha una sua azione ben congegnata, tecnologie all'avanguardia .,senso scenico , originalità di alcuni spunti di trama ..c'è dentro un buon Tim Barton .
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Lettura del 27 settembre 2010
Oggi si vola , si ritorna nel Pianeta delle Scimmie, in tanti abbiamo fatto questo lungo viaggio e noi siamo qui solo per un motivo: fare giustizia .
Tim Barton , che normalmente non mi fa impazzire , con "The planet of the apes" fa la sua lettura del pianeta delle scimmie diversa da quella del film da cui trae ispirazione del 1968 di Franklin J.Schaffner con Charlton Heston.
Diciamolo chiaramente, è un buon film, sotto molteplici aspetti: ha una sua azione ben congegnata, tecnologie all'avanguardia .,senso scenico , originalità di alcuni spunti di trama ..c'è dentro un buon Tim Barton .
Non si comprende tanta critica feroce contro un prodotto di buon livello ; l'arcano nei remake è sempre il solito, quello di pretendere il confronto con l'originale.!!
Il confronto non è obbligatorio potrebbe essere solo spunto e divenire altro!
Niente di più sbagliato!
Tim Barton che è regista intelligente, estroso e con personalità spiccata, mai avrebbe fatto un film senza anima , quasi la copia o il seguito del film di cui è remake .
Barton ha fatto ,con grande senso di libertà, il suo"The Planet of the Apes" "fregandosene" di ricalcare l'illustre predecessore!!!
Questo è il pianeta di Tim Barton e basta e paragoni sono inopportuni .
La dietrologia dei paragoni qui è inutile e sterile.
Barton non centra argomenti quali rischi nucleare , l'uomo guerrafondaio che cerca l'autodistruzione perché sono argomenti noti che non intende sviluppare e si concentra sulla creatività ,l'azione travolgente, sulla componente fiabesca ,sull'utilizzo di tecniche digitaliche 33 anni prima non sarebbero stati possibili, addirittura supera una certa staticità del primo film offrendo una trama più avvincente.
Bravo Barton ,di solito non mi piaci," qui " a noi cultori della fantascienza , fantasy hai fatto un bel regalo e ci hai saziati.
Quando sono uscito dalla sala cinematografica ho detto con amici ; bello, ben fatto , completamente ,diverso da quello con Charlton Heston; eravamo in sette appassionati di film del" genere "e tutti concordavamo su tale giudizio .
Oggi confermiamo:bravo Barton , ben fatto, completamente diverso da quello con Charlton Heston .
weach illuminati
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weach
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sabato 4 settembre 2010
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basta critiche non giustificate :bello,avvincente!
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Tim Barton , che normalmente non mi fa impazzire , con "The planet of the apes" fa la sua lettura del pianeta delle scimmie diversa da quella del film da cui trae ispirazione del 1968 di Franklin J.Schaffner con Charlton Heston.
Diciamolo chiaramente, è un buon film, sotto molteplici aspetti: ha una sua azione ben congegnata, tecnologie all'avanguardia .,senso scencio , originalità di alcuni spunti di trama ..c'è dentro un buon Tim Barton .
Non si comprende tanta critica feroce contro un prodotto di buon livello ; l'arcano nei remake è sempre il solito, quello di pretendere il confronto con l'originale.
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Tim Barton , che normalmente non mi fa impazzire , con "The planet of the apes" fa la sua lettura del pianeta delle scimmie diversa da quella del film da cui trae ispirazione del 1968 di Franklin J.Schaffner con Charlton Heston.
Diciamolo chiaramente, è un buon film, sotto molteplici aspetti: ha una sua azione ben congegnata, tecnologie all'avanguardia .,senso scencio , originalità di alcuni spunti di trama ..c'è dentro un buon Tim Barton .
Non si comprende tanta critica feroce contro un prodotto di buon livello ; l'arcano nei remake è sempre il solito, quello di pretendere il confronto con l'originale.!!Il confronte non è obbilgatorio potrebbe essere solo spunto e divenire altro!
Niene di più sbagliato!
Tim Barton che è regista intelligente, estroso e con personalità spiccata, mai avrebbe fatto un film senza anima , quasi la copia o il seguito del film di cui è remake .
Barton ha fatto ,con grande senso di libertà, il suo"The planet of the apes" "fregandosene" di ricalcare l'illustre predecessore!!!
Questo è il pianeta di Tim Barton e basta e paragoni sono inopportuni .
La dietrologia dei paragoni qui è inutile e sterile.
Barton non centra argomenti quali rischi nucleare , l'uomo guerrafondaio che cerca l'autodistruzione perchè son argomenti noti che non intende sviluppare e si concentra sulla creatività ,l'azione travolgente, sulla componente fiabesca ,sull'utilizzo di tecniche digitali che 33 anni prima non sarebbero stati possibili, addiruttura supera una certa staticità del primo film offrendo una trama più avvincente.
Bravo Barton di solito non mi piaci" qui " a noi cultori della fantascienza , fantasy hai fatto un bel regalo .
Quando sono uscito dalla sala cinematografica ho detto con amici ; bello, ben fatto , completamente diverso da quello con Charlton Heston; eravamo in sette appassinati di fim del" genere "e tutti concordavamo su tale giudizio .
Oggi confermiamo:bravo Barton , ben fatto, completamente diverso da quello con Charlton Heston .
voto 8.5
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aqualung
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martedì 16 ottobre 2001
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perchè tanto accanimento?
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Forse non sarà un capolavoro, forse non sarà un cultmovie, forse non sarà tante cose ma se lo vedete con gli occhi di un bambino e non vi aspettate che vi cambi la vita potrete trarne due ore di divertimento. tutti i confronti con l'opera prima non hanno alcun senso anche perchè l'originale è sempre meglio della copia come il libro è sempre meglio del film, ( se volete potete aggiungere un altro luogo comune a vostro piacimento)
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bullythekid
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giovedì 14 marzo 2002
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divertente e originale
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Su questa pellicola si può dire molto, ma di certo non si può chiamarlo un brutto film. Il solito, insensato tentativo di ricercare buchi nel copione (tipico di un pubblico insensibile e pretenzioso) deve essere abortito in favore di una ricchezza figurativa davvero eccellente. E' pur vero che il film presenta qualche incongruenza (il fatto che centinaia di primitivi raggiungano esattamente lo stesso posto dopo solo tre giorni dall'arrivo dell'astronauta), ma sarebbe bello anche riflettere sulla tensione narrativa, invece che concentrarsi solo sul trucco di Estella Warren o la barba sempre rasata di Marky Mark. Non è un film ricco di simbolismo come "Sleepy Hollow", né un autoriale e autobiografico ritratto di un regista come "Ed Wood", ma, anche se non sembra, "Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie" è più che mai un lungometraggio di Tim Burton.
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Su questa pellicola si può dire molto, ma di certo non si può chiamarlo un brutto film. Il solito, insensato tentativo di ricercare buchi nel copione (tipico di un pubblico insensibile e pretenzioso) deve essere abortito in favore di una ricchezza figurativa davvero eccellente. E' pur vero che il film presenta qualche incongruenza (il fatto che centinaia di primitivi raggiungano esattamente lo stesso posto dopo solo tre giorni dall'arrivo dell'astronauta), ma sarebbe bello anche riflettere sulla tensione narrativa, invece che concentrarsi solo sul trucco di Estella Warren o la barba sempre rasata di Marky Mark. Non è un film ricco di simbolismo come "Sleepy Hollow", né un autoriale e autobiografico ritratto di un regista come "Ed Wood", ma, anche se non sembra, "Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie" è più che mai un lungometraggio di Tim Burton. Con la macchina da presa e qualche suono effeicace, il regista riesce a far emergere la rabbia delle scimmie che, in misura maggiore rispetto al predecessore, sono quantomeno 'scimmische'. Basti pensare che tutti gli attori-scimmia hanno seguito un corso di addestramento di mesi alla 'Ape School'. In definitiva originale e divertente, non solo per la geniale sorpresona finale (tutt'altro che senza senso) ma anche per l'approccio singolare con la cultura dei primati. La fotografia di Philippe Roousselot e le scenografia di Rick Henrichs si fondono per creare un'ambientazione al di fuori da ogni tempo e da ogni moda. Le musiche di Danny Elfman e i costumi di Colleen Atwood infondono un fascino tribale allla pellicola e le interpretazioni di Tim Roth e Paul Giamatti sono soprendenti. Consiglio a chi giudica male questo film di pensare meno e godere di più, mentre si è seduti nelle poltrone del cinema.
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[+] io il finale l ho capito!
(di tim burton jr.)
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(di lucastanleybarletta)
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qoelet
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domenica 31 luglio 2011
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ben fatto, ma da burton ci si aspettava di più
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Credo che questo film di Burton sia un buon prodotto, grazie anche ad un cast di spessore (su tutti Roth e la Carter), capace di intrattenere lo spettatore con un ritmo incalzante e la giusta dose di ironia. Certo non è un capolavoro, e probabilmente è un film anomalo rispetto alle regie a cui Burton ci ha abituato, ma ha la capacità di intrattenere lo spettatore e di lasciarlo soddisfatto al termine della visione.
Maniacala cura nella caratterizzazione delle scimmie mentre lasciano a desiderare i personaggi umani, a parte Wahlberg, che si muovono sullo sfondo senza lasciare traccia. Orribile l'interpretazione di Estella Warren, espressiva quanto le vesti che indossa.
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Credo che questo film di Burton sia un buon prodotto, grazie anche ad un cast di spessore (su tutti Roth e la Carter), capace di intrattenere lo spettatore con un ritmo incalzante e la giusta dose di ironia. Certo non è un capolavoro, e probabilmente è un film anomalo rispetto alle regie a cui Burton ci ha abituato, ma ha la capacità di intrattenere lo spettatore e di lasciarlo soddisfatto al termine della visione.
Maniacala cura nella caratterizzazione delle scimmie mentre lasciano a desiderare i personaggi umani, a parte Wahlberg, che si muovono sullo sfondo senza lasciare traccia. Orribile l'interpretazione di Estella Warren, espressiva quanto le vesti che indossa.
Film per una serata di intrattenimento senza grandi pretese.
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rictor
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mercoledì 10 ottobre 2001
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non mandate una scimmia a fare il lavoro di un uomo!!
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Il ricordo di Charlton Heston e del film del '69 mi aveva fatto sperare in uno dei film dell'anno, e la presenza di Tim Burton alle redini dell'operazione non faceva che confermare le aspettative.E' un peccato, un'occasione ghiotta mancata dove la grandiosita' dell'allestimento cerca di gettare fumo negli occhi per coprire una rilettura insipida ed indecisa tra il grottesco, il sociale o l'omaggio.
E' un film pasticciato, che perde anche nelle scenografie parecchi punti (non bisogna essere esperti per vedere dove nelle sovrapposizioni digitali dei paesaggi avviene lo stacco tra girato e creato a computer) e si dimentica di particolari a mio avviso interessantissimi:chi si ricorda che nel vecchio film la caratteristica che rendeva Charlton Heston unico era il fatto che fosse l'unico ad essere dotato di parola?
Se avete visto il film originale troverete un film diverso,attuale e simpatico, ma lontano dal Tim Burton che siete abituati ad amare.
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Il ricordo di Charlton Heston e del film del '69 mi aveva fatto sperare in uno dei film dell'anno, e la presenza di Tim Burton alle redini dell'operazione non faceva che confermare le aspettative.E' un peccato, un'occasione ghiotta mancata dove la grandiosita' dell'allestimento cerca di gettare fumo negli occhi per coprire una rilettura insipida ed indecisa tra il grottesco, il sociale o l'omaggio.
E' un film pasticciato, che perde anche nelle scenografie parecchi punti (non bisogna essere esperti per vedere dove nelle sovrapposizioni digitali dei paesaggi avviene lo stacco tra girato e creato a computer) e si dimentica di particolari a mio avviso interessantissimi:chi si ricorda che nel vecchio film la caratteristica che rendeva Charlton Heston unico era il fatto che fosse l'unico ad essere dotato di parola?
Se avete visto il film originale troverete un film diverso,attuale e simpatico, ma lontano dal Tim Burton che siete abituati ad amare. Potremmo definirlo il piu' Hollywoodiano delle opere di Burton,dove la sostanza resta poca ed il packaging della produzione cerca di comporre una bella scatola vistosa.Anche il finale che dovrebbe essere sconvolgente risulta abbastanza incongruente(se torna indietro nel tempo, torna prima dell'evento che ha creato le scimmie intelligenti e tutto cio' che e' narrato non puo' essere avvenuto..ed il futuro non puo' cambiare il passato....)
Da vedere con un occhio rivolto al passato...e del Pianeta delle Scimmie e (sigh)di Tim Burton.
Un plauso alla fantasia ed alla ricchezza dei trucchi di Rick Baker ma forse le scimmie evolute avrebbero dovuto essere piu' antropomorfe...in fondo non si puo' mandare una scimmia a fare il lavoro di un uomo...
Che Seamus sia con voi.
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pompiere
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lunedì 23 febbraio 2009
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scimmie di tutto il mondo, disunitevi!
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Se ci si poteva aspettare che il "nuovo", attesissimo, Pianeta delle Scimmie non sarebbe stato una mera copiatura di quello girato nel '68 da Franklin J. Schaffner, di certo non avremmo pensato di trovarci di fronte a un prodotto con poca anima e rilevanza, lontano da qualsiasi forma di passatempo e, soprattutto, senza il benchè minimo senso dell'avventura.
Il Tim Burton che l'ha girato, infatti, risulta essere completamente anonimo, privo di qualsiasi fantasia e la scrittura è decisamente molle, insulsa e ai limiti del paradossale (vi si ritrovano solo accenni a un'eventuale parabola antirazzista).
La messa in scena è grandiosa quanto funerea, inutilmente rissosa e guerresca. Niente a che vedere, dunque, con il suo nobile predecessore (il film con Heston resta un grande spettacolo, un racconto di fantascienza sottilmente angosciante, una metafora sui rischi della guerra fredda, una satira che ha saputo capovolgere i principi di Darwin).
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Se ci si poteva aspettare che il "nuovo", attesissimo, Pianeta delle Scimmie non sarebbe stato una mera copiatura di quello girato nel '68 da Franklin J. Schaffner, di certo non avremmo pensato di trovarci di fronte a un prodotto con poca anima e rilevanza, lontano da qualsiasi forma di passatempo e, soprattutto, senza il benchè minimo senso dell'avventura.
Il Tim Burton che l'ha girato, infatti, risulta essere completamente anonimo, privo di qualsiasi fantasia e la scrittura è decisamente molle, insulsa e ai limiti del paradossale (vi si ritrovano solo accenni a un'eventuale parabola antirazzista).
La messa in scena è grandiosa quanto funerea, inutilmente rissosa e guerresca. Niente a che vedere, dunque, con il suo nobile predecessore (il film con Heston resta un grande spettacolo, un racconto di fantascienza sottilmente angosciante, una metafora sui rischi della guerra fredda, una satira che ha saputo capovolgere i principi di Darwin).
Mark Walhberg, poi, dimostra che sa recitare meglio di uno scimpanzè ed è il solito piacentone da passerella plastificato, potendo suscitare, al più, la stessa pietà della scimmia con la gamba spezzata.
La mancanza di veri attori conduce la pellicola verso una deriva lontana, ahinoi, da quella visivamente provocante e filosoficamente sfuggente che accolse, una volta, la semisommersa Statua della Libertà.
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bimba
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lunedì 17 settembre 2001
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ke skifo!
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Sono andata ieri a vedere qst film: mi aspettavo qlcs di davvero spettacolare, di grandioso e invece..... niente! il vuoto assoluto! Estella Warren sarà pure bella, ma a recitare è 1a pietà! e poi le scimmie fanno ridere! ho dato 1a stella invece di NESSUNA x' mi è piaciuta l'interpretazione da scimmia di Tim Roth! è davvero 1 grande! CIAO
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fabio cerullo
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sabato 9 febbraio 2002
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della "peggior specie"...
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Film che non aggiunge nulla all'originale. Il tema del diverso è trattato in modo fanciullesco. le caratterizzazioni dei personaggi superficiali. Il protagonista ha anche il coraggio di dire ad una scimmia che sul suo paese le due specie vivevano in pace, quando fino a un minuto prima aveva raccontato degli zoo, delle noccioline date in premio ecc... Il posto dove stà l'astronave è chiamato calima perchè è la parte di una scritta coperta parzialmente dalla polvere nello stesso identico modo da millenni... ma fatemi il piacere. Finale a sorpresa ma pressochè insensato. Si può guardare, ma solo se avete due ore veramente buche, altrimenti viconsiglio altri film di questo regista, soprattutto il bellissimo Ed Wood.
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Film che non aggiunge nulla all'originale. Il tema del diverso è trattato in modo fanciullesco. le caratterizzazioni dei personaggi superficiali. Il protagonista ha anche il coraggio di dire ad una scimmia che sul suo paese le due specie vivevano in pace, quando fino a un minuto prima aveva raccontato degli zoo, delle noccioline date in premio ecc... Il posto dove stà l'astronave è chiamato calima perchè è la parte di una scritta coperta parzialmente dalla polvere nello stesso identico modo da millenni... ma fatemi il piacere. Finale a sorpresa ma pressochè insensato. Si può guardare, ma solo se avete due ore veramente buche, altrimenti viconsiglio altri film di questo regista, soprattutto il bellissimo Ed Wood.
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fabio57
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venerdì 4 settembre 2015
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buon remake
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Il pianeta delle scimmie è una pietra miliare nella storia del cinema di fantascienza,questo remake che si avvale di una tecnologia estremamente evoluta, è ovviamente sul piano visivo più efficace,tuttavia l'originale aveva più "anima"malgrado le ridicole maschere da scimmia che indossavano i protagonisti.Ma tornare sul luogo del delitto per un grande regista come Tim Burton equivale a un atto d'amore per un'opera tale da giustificare sequel e remake.
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