luca scialò
|
lunedì 20 settembre 2010
|
racconto delicato di un'agonia
|
|
|
|
In un villaggio russo immerso nel bosco, dove i colori primaverili si affacciano timidamente per dare il cambio ad un inverno tipicamente lungo e rigido, un figlio cerca di alleviare l'agonia di una madre morente. Parlano dell'esistenza, dei dubbi e della paure umane. Solo loro due, si sfiorano con delicatezza, utilizzando l'unico senso che ormai la madre percepisce: il tatto. Quella barca che si allontana è la metafora di una madre che sta lasciando la vita terrena. Ma il figlio sa che si ritroveranno, dovrà solo aspettarlo pazientemente.
Un film particolare, delicato, struggente, la cui unica musica di sottofondo è la voce dei due protagonisti; una voce soave, sussurata, come le circostanze impongono.
[+]
In un villaggio russo immerso nel bosco, dove i colori primaverili si affacciano timidamente per dare il cambio ad un inverno tipicamente lungo e rigido, un figlio cerca di alleviare l'agonia di una madre morente. Parlano dell'esistenza, dei dubbi e della paure umane. Solo loro due, si sfiorano con delicatezza, utilizzando l'unico senso che ormai la madre percepisce: il tatto. Quella barca che si allontana è la metafora di una madre che sta lasciando la vita terrena. Ma il figlio sa che si ritroveranno, dovrà solo aspettarlo pazientemente.
Un film particolare, delicato, struggente, la cui unica musica di sottofondo è la voce dei due protagonisti; una voce soave, sussurata, come le circostanze impongono. I paesaggi si susseguono come quadri, dove sovente sono immersi gli stessi protagonisti. Dura solo un'ora, ma il suo ricordo dura una vita.
[-]
[+] dura solo un'ora ma il suo ricordo dura una vita
(di riccardo93)
[ - ] dura solo un'ora ma il suo ricordo dura una vita
|
|
[+] lascia un commento a luca scialò »
[ - ] lascia un commento a luca scialò »
|
|
d'accordo? |
|
g. romagna
|
lunedì 25 gennaio 2010
|
madre e figlio
|
|
|
|
Un figlio adulto accompagna la madre gravemente malata, su sua esplicita volontà, a fare un giro nelle magnifiche ed incontaminate campagne circostanti tenendola in braccio per tutto il tempo. Egli la cura in maniera tenera, spontanea, silenziosa e carica d'affetto. Quando torna a casa la mette a letto e, dopo un breve dialogo, decide di uscire a fare una camminata. Al suo ritorno la madre è morta. Questo film di Sokurov è una piccola perla degna di grande ammirazione. Tutto, ogni parola, ogni gesto ed ogni immagine sono studiate nel più piccolo dettaglio pur di essere cariche di significato. Le piccole azioni del figlio nei confronti della madre sono estremamente cariche d'amore (le pettina i capelli, le pone un braccio sotto la testa sulla panchina per farle da cuscino, la abbevera con un biberon), i dialoghi sono scarni, franchi, teneri, lontani da qualunque tipo di retorica o sentimentalismo ed incapaci di risolvere alcunchè, perchè nulla può chiarificare l'ineluttabilità del dolore che entrambi si trovano a dover affrontare, E poi ci sono le immagini: magnifiche nella loro estrema artificiosità, curatissime, spaventosamente cariche di significato.
[+]
Un figlio adulto accompagna la madre gravemente malata, su sua esplicita volontà, a fare un giro nelle magnifiche ed incontaminate campagne circostanti tenendola in braccio per tutto il tempo. Egli la cura in maniera tenera, spontanea, silenziosa e carica d'affetto. Quando torna a casa la mette a letto e, dopo un breve dialogo, decide di uscire a fare una camminata. Al suo ritorno la madre è morta. Questo film di Sokurov è una piccola perla degna di grande ammirazione. Tutto, ogni parola, ogni gesto ed ogni immagine sono studiate nel più piccolo dettaglio pur di essere cariche di significato. Le piccole azioni del figlio nei confronti della madre sono estremamente cariche d'amore (le pettina i capelli, le pone un braccio sotto la testa sulla panchina per farle da cuscino, la abbevera con un biberon), i dialoghi sono scarni, franchi, teneri, lontani da qualunque tipo di retorica o sentimentalismo ed incapaci di risolvere alcunchè, perchè nulla può chiarificare l'ineluttabilità del dolore che entrambi si trovano a dover affrontare, E poi ci sono le immagini: magnifiche nella loro estrema artificiosità, curatissime, spaventosamente cariche di significato. Ogni paesaggio è circondato da una nebbia lattiginosa, da una leggera sfocatura, la prospettiva con cui è inquadrato è occludente, angosciosa, ed anche i colori più vivi sono attenuati per partecipare alla tristezza infinita di cui sono prigionieri i protagonisti. In alcuni frangenti sembra di assistere a delle pitture di Friedrich, in altri a dei dipinti espressionisti ed in altri ancora a delle opere di Turner, con la potenza degli eventi atmosferici che incombe ma che non si palesa tuttavia (solo nel finale, non per niente, a fatti compiuti, udiamo, ma senza vederle, le nuvole, durante i titoli di coda, che si sfogano in pioggia liberatoria). La passeggiata solitaria del figlio è una progressiva escalation di lirismo figurativo, con la sua presenza sulla cima di quel dirupo di fronte a quel grande blocco di roccia bianca a simboleggiare come un contatto tra l'uomo ed il Sublime kantiano, tra l'infinita ed inspiegabile magnificenza della Natura e l'altrettanto inspiegabile morte che il protagonista si trova nel cuore, così come la distesa marina inquadrata subito dopo e riempita da un solo, piccolo veliero altro non è che un palesamento dell'infinita piccolezza dell'individuo di fronte all'ineluttabilità degli eventi. L'ovvio culmine questo quieto turbinio di leopardiane immagini non può che essere un sincero e liberatorio pianto, cui segue il ritorno a casa per constatare l'avvenuta dipartita. L'angoscia è grande, apparentemente insormontabile, umana, ma è la speranza a vincere su tutto nelle poche, ultime parole espresse dal figlio: "Noi ci reincontreremo dove sai, dove avevamo detto: ricordi? Aspettami, con pazienza, mamma, aspettami...". Meraviglioso, davvero.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a g. romagna »
[ - ] lascia un commento a g. romagna »
|
|
d'accordo? |
|
kimkiduk
|
lunedì 28 gennaio 2013
|
arte pura
|
|
|
|
Arte pura. Sokurov. Che dire se non concordare con il fatto che se guardi Sokurov non vedi solo cinema ma vedi arte. Con questo film vedi pittura, ascolti musica, vedi fotografia. I gesti del figlio sulla madre, teneri dolci, lenti, misurati. L'ultimo viaggio fuori con campi colorati in contrasto di nubi ed ombre. Una cosa meravigliosa. Ho provato a farlo vedere ad altri ma non sempre è stato capito. Non è un film per tutti e Sokurov non è un regista per tutti sicuramente, ma è un maestro assoluto del cinema come arte e lui quindi un grandissimo artista.
Dopo questo film ho visto tutti o quasi i suoi film famosi e rintracciabili. Con Faust ha superato tutto, aspetto il prossimo, non so dove potrà arrivare.
[+]
Arte pura. Sokurov. Che dire se non concordare con il fatto che se guardi Sokurov non vedi solo cinema ma vedi arte. Con questo film vedi pittura, ascolti musica, vedi fotografia. I gesti del figlio sulla madre, teneri dolci, lenti, misurati. L'ultimo viaggio fuori con campi colorati in contrasto di nubi ed ombre. Una cosa meravigliosa. Ho provato a farlo vedere ad altri ma non sempre è stato capito. Non è un film per tutti e Sokurov non è un regista per tutti sicuramente, ma è un maestro assoluto del cinema come arte e lui quindi un grandissimo artista.
Dopo questo film ho visto tutti o quasi i suoi film famosi e rintracciabili. Con Faust ha superato tutto, aspetto il prossimo, non so dove potrà arrivare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kimkiduk »
[ - ] lascia un commento a kimkiduk »
|
|
d'accordo? |
|
|