marco petrini
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lunedì 16 marzo 2020
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una sola parola
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Una sola parola per descrivere questo film: BRUTTO!
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lucascialo
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lunedì 19 novembre 2018
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verdone estrae dal baule dei personaggi ammuffiti
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Con L'amore è eterno finché dura e Il mio miglior nemico, Carlo Verdone sembrava aver trovato una sua maturità registica. Diversa dai canovacci che hanno caratterizzato la sua filmografia tra gli anni '80 e '90. Ed invece, il regista romano ha frugato nel baule dei suoi vecchi personaggi, pescandone ben 5. Ma appaiono alquanto impolverati e usurati dal tempo. Triti e ritriti. Tanto che questa pellicola risulta alquanto inspiegabile. Un corto circuito nella sua carriera da regista.
Da viaggi di Nozze Verdone estrapola il pignolo marito che spinge la Pivetti al suicidio, dandogli qui un altro nome (Callisto) e un'altra professione: professore universitario anziché medico.
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Con L'amore è eterno finché dura e Il mio miglior nemico, Carlo Verdone sembrava aver trovato una sua maturità registica. Diversa dai canovacci che hanno caratterizzato la sua filmografia tra gli anni '80 e '90. Ed invece, il regista romano ha frugato nel baule dei suoi vecchi personaggi, pescandone ben 5. Ma appaiono alquanto impolverati e usurati dal tempo. Triti e ritriti. Tanto che questa pellicola risulta alquanto inspiegabile. Un corto circuito nella sua carriera da regista.
Da viaggi di Nozze Verdone estrapola il pignolo marito che spinge la Pivetti al suicidio, dandogli qui un altro nome (Callisto) e un'altra professione: professore universitario anziché medico. E qui però che vediamo anche un altro personaggio di Verdone, quello con gli occhiali che Callisto incrocia sulla strada delle prostitute. Ancora, nel secondo epiosodio il coatto e sua moglie qui si chiamano Enza e Moreno (la prima sempre interpretata dalla Gerini), sono sempre in crisi di coppia ma hanno anche un figlio (che si chiama Steven anziché Kevin) e tentano di ricucire il loro rapporto con una vacanza di lusso a Taormina. Ad aprire le tre vicende è però l'ingenuo Leo visto in Un sacco bello, qui sposato con due figli (che hanno la sua stessa buffa voce) alle prese con il funerale ricco di imprevisti della madre di lui.
La trama delle tre storie è però lenta e sa troppo di minestra riscaldata. L'episodio più debole è il secondo, del pignolo professore, mentre il primo vive di vari imprevisti divertenti e il terzo si riscatta nel finale. L'aspetto più interessante è il fisico di Claudia Gerini, in gran forma.
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shingotamai
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martedì 1 agosto 2017
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grande grosso e già visto
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Personalmente ho grande stima e rispetto verso Verdone,che ritengo ancora oggi uno dei migliori attori italiani.
In questo caso,tuttavia,non credo gli si possa dare un voto alto,sopratutto come regista.
Un certo tipo di sceneggiatura e questi personaggi, li abbiamo già visti e rivisti in altre opere e in molti altri sketch televisivi.
Bisognava dare una necessaria rinfrescata,anche se alcune interpretazioni strappano sempre una risata ed i personaggi di contorno non sono affatto disdicevoli,mi riferisco sopratutto alle apprezzabili Gerini e Cucciari.
Non so fino a che punto gli innumerevoli fans abbiano gradito,ma credo seriamente che in molti preferiscano rivedere per l'ennesima volta "Bianco Rosso e Verdone".
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fabolando
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giovedì 31 marzo 2016
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imbarazzante, riciclato e mal recitato
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Prima o poi doveva accadere....il grande Carlo Verdone che ad ogni film riesce a divertire, anche nelle pellicole più mediocri, prima o poi doveva incappare nella c..zata megagalattica!
Tre episodi con personaggi ultrariciclati, che per carità potrebbe anche non essere un male se ci fosse una sceneggiatura decente, che si barcamenano fra attori men che mediocri e gags scontate.
La situazione narrata nel primo episodio, della "salma", potrebbe anche essere interessante ma la regia risulta molto scadente, i tempi fiacchi ma soprattutto vorrei davvero chiedere al grande Carlo che cosa si era bevuto quando ha deciso di doppiare la voce dei figlioletti e del fratello!!! Di una tristezza imbarazzante.
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Prima o poi doveva accadere....il grande Carlo Verdone che ad ogni film riesce a divertire, anche nelle pellicole più mediocri, prima o poi doveva incappare nella c..zata megagalattica!
Tre episodi con personaggi ultrariciclati, che per carità potrebbe anche non essere un male se ci fosse una sceneggiatura decente, che si barcamenano fra attori men che mediocri e gags scontate.
La situazione narrata nel primo episodio, della "salma", potrebbe anche essere interessante ma la regia risulta molto scadente, i tempi fiacchi ma soprattutto vorrei davvero chiedere al grande Carlo che cosa si era bevuto quando ha deciso di doppiare la voce dei figlioletti e del fratello!!! Di una tristezza imbarazzante.
Il secondo episodio, con un "Furio" insegnante bacchettone, ricalca semplicemente situazioni e battute già viste e straviste in passato con attori molto più bravi, tanto da risultare estremamente noioso e, a parer mio, il peggiore dei tre episodi.
Si salva il terzo, sequel presunto della coppia di truzzi di "viaggi di nozze", con una brava Gerini, una affascinante Riccobono e tutto somamto, anche se nulla di originale pure qua, qualche risata la si fa. Quest'ultimo episodio e l'affetto per il cinema di Verdone mi inducono ad assegnare, non senza esitazioni, la seconda stelletta
Dai Carlo, capita anche ai migliori di fare uno scivolone...
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aristoteles
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giovedì 24 dicembre 2015
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7 km sulla tiburtina
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Non avessi visto praticamente tutte le pellicole precedenti del mitico Verdone mi sarebbe piaciuto di più'.
Si ride comunque ma vista la ripetitività di alcuni personaggi del Carlo nazionale ho finito per apprezzare di più il "contorno".
Per esempio il "cassamortaro" ,la domestica e le brave e belle Gerini e Cucciari.
Quando vidi Bianco Rosso e Verdone ne rimasi folgorato in senso positivo.
Quel fascino qui non si ripete anche se non è un sequel vero e proprio.
Il mio personaggio preferito rimane sempre il tamarro romano.
Per i Fans.
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great steven
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domenica 10 maggio 2015
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rischi scongiurati per un ritorno alle origini.
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GRANDE, GROSSO E… VERDONE (IT, 2008) diretto da CARLO VERDONE. Interpretato da CARLO VERDONE, GEPPI CUCCIARI, CLAUDIA GERINI, EMANUELE PROPIZIO, MASSIMO MARINO, MARTINA PINTO, ROBERTO FARNESI, EVA RICCOBONO, STEFANO NATALE
Non lontano dai sessant’anni, Verdone decide di fare un tuffo nel passato e recupera tre vecchi personaggi da altrettanti film ad episodi girati in precedenza (per la precisione il Leo di Un sacco bello, il Furio di Bianco, rosso e Verdone e l’Ivano di Viaggi di nozze) e ridà loro nuova linfa vitale per un trio di storie completamente scollegate ma animate per intero da una voglia di fare comicità che non si prende troppo sul serio e centra comunque, il più delle volte, un bersaglio non poi così facile per via del rischio di capitombolare nella ripetitività.
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GRANDE, GROSSO E… VERDONE (IT, 2008) diretto da CARLO VERDONE. Interpretato da CARLO VERDONE, GEPPI CUCCIARI, CLAUDIA GERINI, EMANUELE PROPIZIO, MASSIMO MARINO, MARTINA PINTO, ROBERTO FARNESI, EVA RICCOBONO, STEFANO NATALE
Non lontano dai sessant’anni, Verdone decide di fare un tuffo nel passato e recupera tre vecchi personaggi da altrettanti film ad episodi girati in precedenza (per la precisione il Leo di Un sacco bello, il Furio di Bianco, rosso e Verdone e l’Ivano di Viaggi di nozze) e ridà loro nuova linfa vitale per un trio di storie completamente scollegate ma animate per intero da una voglia di fare comicità che non si prende troppo sul serio e centra comunque, il più delle volte, un bersaglio non poi così facile per via del rischio di capitombolare nella ripetitività. Nel primo episodio, una famiglia di boyscout deve rimandare un raduno in alta collina per la morte della madre del capofamiglia, ma la ricerca del cimitero e la sepoltura si riveleranno decisamente più complicate del previsto per una serie inarrestabile di fatali circostanze. La pellicola procede poi con la vicenda del metodico e maniacale professor Callisto Cagnato, puttaniere segreto rimasto vedovo tre volte e con un figlio introverso e insicuro che non lo soddisfa per niente, che tenta di indottrinare sessualmente il suo pupillo facendogli conoscere una studentessa universitaria del corso d’arte e si ritrova poi perduto in un labirinto sotterraneo di catacombe. Il terzo episodio, quello più lungo (al punto che, per stessa ammissione del regista, poteva costituire un film a parte), vede al proprio fulcro la famiglia Vecchiarutti, composta da una coppia di borghesucci arricchiti con l’industria dei telefonini e il loro figlio refrattario alla comunicazione: il marito e la moglie non baderanno al ragazzo come invece era stato loro suggerito da uno psicanalista e prenderanno entrambi sbandate erotiche che però si concluderanno in malo modo e sortiranno come effetto un riavvicinamento sentimentale fra tutti e tre i componenti del nucleo. Difficile stabilire una gerarchia di valori fra i tre spezzoni, che si distinguono per una discreta originalità narrativa ma peccano di una grana grossa della quale Verdone, nonostante la sua intenzione di cambiare, fatica ancora a liberarsi, memore e forse anche vittima di una comicità malinconica che tuttavia non sa pienamente dissociarsi da scivolate poco apprezzabili nel grottesco e nel patetico. Quanto agli attori, abbiamo a che fare con una compagnia affiatata di interpreti tutti in parte e completamente inseriti in un contesto ben delineato, che ha il solo difetto di non essere determinato in modo efficace dalle azioni dei personaggi. La Gerini, riprendendo il tormentone e le movenze del duo del "fàmolo strano", risulta ancora una volta la partner femminile migliore che l’attore/regista abbia saputo ingaggiare per una recitazione non eccessivamente imperniata sulla caciara romanesca e al tempo stesso divisa fra il gusto dell’autoironia e il divertimento autoreferenziale delle proprie baldanzose stranezze. Come sempre, comunque, il lavoro di superproduzione svolto da Verdone (compare nella quadruplice veste di attore, regista, sceneggiatore e doppiatore) lascia uno spazio troppo esiguo agli altri contributi tecnici, che vengono per forza di cose oscurati dall’onnipresenza di un autore a tutto tondo che però dovrebbe operare una decisiva rivalutazione dei suoi collaboratori. L’impatto sul pubblico, nonostante ciò, rimane sempre positivo, e il successo al botteghino assegna il giusto merito ad una delle figure del cinema italiano più amate da una fronda di spettatori alla ricerca di un passatempo spassoso non privo di riflessioni amare, anche sul mestiere del più meditabondo fra i comici.
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fabio1957
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venerdì 8 maggio 2015
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non il migliore
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Carlo Verdone è senza ombra di dubbio il più accreditabile erede di Alberto Sordi.La sua verve comica, estremamente efficace, ammica molto ai suoi personaggi,non a caso è stato uno dei suoi più grandi estimatori.In questo lavoro tuttavia il regista sembra ripetere con stanchezza e svogliatezza le macchiette che lo hanno reso popolare,senza immettere elementi nuovi , che a questo punto sarebbero stati necessari per dare brillantezza ad un film che invece non aggiunge niente a ciò che ha dato Verdone al cinema italiano.La simpatia del nostro è indubbia, ma poteva fare senz'altro di più.
Senza infamia e senza lode
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celluloide
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martedì 29 gennaio 2013
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tutto vero
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arguto e feroce, in un concentrato di situazioni paradossali ma verosimili.
tutto da ridere sotto i baffi.
da tenere in cineteca a fianco di bianco rosso e verdone e viaggi di nozze.
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dandy
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martedì 5 aprile 2011
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simpatico,tutto qui....si fa vedere.
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Sollecitato dai propri fan,Verdone rispolvera alcuni dei personaggi più celebri(il mammone di "Un sacco bello",il pignolissimo e il coatto di "Viaggi di nozze")e li adatta ai tempi odierni assieme alle loro vicende.Non riuscendo però ad andare oltre rispetto ai suoi film passati,e limitandosi a ribadire ciò che già aveva dimostrato in "Viaggi di nozze",a cui questo film più si affianca.Le sue capacità mimetiche e comiche rimangono intatte,e sa sempre il fatto suo nella direzione del cast.Ma ancora una volta centra il bersaglio solo nel terzo episodio ,mostrando il degrado morale dell'Italia contemporanea attraverso il potere del denaro(vedi il modo in cui Moreno sottolinea le sue generose mance)e una volgarità schiava dell'apparenza e della peggior tv-spazzatura(l'idolo di Enza che si rivela un viscido pervertito).
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Sollecitato dai propri fan,Verdone rispolvera alcuni dei personaggi più celebri(il mammone di "Un sacco bello",il pignolissimo e il coatto di "Viaggi di nozze")e li adatta ai tempi odierni assieme alle loro vicende.Non riuscendo però ad andare oltre rispetto ai suoi film passati,e limitandosi a ribadire ciò che già aveva dimostrato in "Viaggi di nozze",a cui questo film più si affianca.Le sue capacità mimetiche e comiche rimangono intatte,e sa sempre il fatto suo nella direzione del cast.Ma ancora una volta centra il bersaglio solo nel terzo episodio ,mostrando il degrado morale dell'Italia contemporanea attraverso il potere del denaro(vedi il modo in cui Moreno sottolinea le sue generose mance)e una volgarità schiava dell'apparenza e della peggior tv-spazzatura(l'idolo di Enza che si rivela un viscido pervertito).Più deboli invece,i primi due episodi.Lo scontro tra l'ingenuità di Leo e la morte finisce per frenare la comicità,mentre il logorroico professor Callisto,finto moralista dedito alle prostitute,risulta troppo programmatico per essere davvero efficace.Comunque di gran lunga migliore del successivo "Io,loro e Lara".Di certo più divertente.Spassosa Geppi Cucciari,davvero scatenata e bellissima Claudia Gerini.Verdone interpreta anche l'onorevole( con occhialoni alla Ragionier Filini)che incrocia in macchina Callisto.Esordio della top model Riccobono.Chissà in seguito....
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peppe97
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lunedì 31 gennaio 2011
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una pellicola "divertente e non tanto volgare"
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ancora una volta è importante il ruolo di verdone in una altra commedia a modo suo in cui la volgarità non è sempre frequente (ciò,per me,lo rende divertente l' assenza delle parolacce) .In essa ci sono tre altereghi un più diverso dell'altro che illustaro 3 aspetti distinti del protagonista;per me il migliore è il primo e,la motivazione è la stessa:la scarsità di termini volgari.
Adesso non so se verdone ha fatto o farà dei film contrari al mio modello,ma nonostante questo sono più che soddisfatto da questa sua allegra interpretazione
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