laura benvenuti
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domenica 12 aprile 2020
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quanto manca il "compagno" ettore scola al cinema!
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Sono una ragazza di ventuno anni cresciuta a Roma, ho visto questo film in questi giorni e ne sono rimasta davvero affascinata. Avevo visto altri film di Scola ma questo e´uno dei piu´scorrevoli e trovo anche i flashback efficacissimi. Poi sono centratissimi tutti gli attori, non solo i protagonisti, anche i piccoli ruoli, quello di Panelli e di Pamela Villoresi ad esempio. Tra gli affascinati della mascherala quale con i suoi abitini e´sempre osservata dagli uomini ho riconosciuto lo scrittore Erler, allora doveva essere un giovane di trentanni. Il finale lo trovo molto azzeccato e mi ha lasciato sognare che il cinema
e´davvero insostibuile per intrattenere e fare riflettere le persone.
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Sono una ragazza di ventuno anni cresciuta a Roma, ho visto questo film in questi giorni e ne sono rimasta davvero affascinata. Avevo visto altri film di Scola ma questo e´uno dei piu´scorrevoli e trovo anche i flashback efficacissimi. Poi sono centratissimi tutti gli attori, non solo i protagonisti, anche i piccoli ruoli, quello di Panelli e di Pamela Villoresi ad esempio. Tra gli affascinati della mascherala quale con i suoi abitini e´sempre osservata dagli uomini ho riconosciuto lo scrittore Erler, allora doveva essere un giovane di trentanni. Il finale lo trovo molto azzeccato e mi ha lasciato sognare che il cinema
e´davvero insostibuile per intrattenere e fare riflettere le persone. Chiamo compagno il regista Scola, perche´ mi ricordo che da ragazzina sul sel di Ombre Rosse il suo amico regista Citto Maselli lo chiamo´cosi´sottolineando e applaudendo una sua visita sul suo set, forse la sua venuta doveva essere per abbracciare l´anziano Vittorio Foa´.
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enrico r
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mercoledì 15 aprile 2009
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splendor.
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Come in Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, il tema della morte del cinema è presente in Splendor, film del 1988 diretto da Ettore Scola, con Marcello Mastroianni e Massimo Troisi come protagonisti. Il sentimento di fondo c’è. Si sente bene la malinconia, sebbene venga stemperata da un utopico finale. E tutto questo rende il film abbastanza piacevole e toccante (grazie anche alle splendide interpretazioni dei due attori protagonisti). Ma ciò non basta a fare di Splendor un ottimo film. È la regia quella che pecca. Mi spiego. Non ci troviamo davanti ad una storia dove l’intreccio segue lo sviluppo della fabula, ovvero il tempo non viene scandito in ordine cronologico, ma seguendo un va e vieni di flash-back.
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Come in Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, il tema della morte del cinema è presente in Splendor, film del 1988 diretto da Ettore Scola, con Marcello Mastroianni e Massimo Troisi come protagonisti. Il sentimento di fondo c’è. Si sente bene la malinconia, sebbene venga stemperata da un utopico finale. E tutto questo rende il film abbastanza piacevole e toccante (grazie anche alle splendide interpretazioni dei due attori protagonisti). Ma ciò non basta a fare di Splendor un ottimo film. È la regia quella che pecca. Mi spiego. Non ci troviamo davanti ad una storia dove l’intreccio segue lo sviluppo della fabula, ovvero il tempo non viene scandito in ordine cronologico, ma seguendo un va e vieni di flash-back. Quest’ultimi vengono resi in parte da una fotografia in bianco e nero, e in parte a colori. Ed è qui che c’è lo sbaglio. Infatti, perché alcuni di questi flash-back li troviamo in bianco e nero ed altri no? Sebbene il rischio di confondere il tempo del presente con quello del passato non ci sia, resta tuttavia questa differenza che non ha un motivo di fondo; sembrerebbe quasi che si è optata questa scelta per non filmare l’intero film in bianco e nero. Inoltre la vicenda non è spiegata in modo esaustivo, ma con dei passaggi nell’arco del tempo troppo bruschi. Per dire l’ultima, i film che vengono proiettati nella sala dello Splendor non sono proiettati così come sono nella realtà, ma alcune scene che vengono dopo sono messe prima e così il contrario. Quando proiettano Il Sorpasso si vede prima la scena della balera (dove c’è quel simpatico contadino che cerca di ballare) e poi quella del passaggio al vecchio con le uova. Chi ha visto Il Sorpasso sa bene che nel film non è affatto così, ma prima viene la scena del passaggio e poi quella della balera. Si potrebbe obiettare che la scelta dei film in sala siano delle semplici citazioni cinematografiche, ma questa osservazione non regge poiché la struttura narrativa non lo permette. Comunque sia, anche con queste non piccole défaillance, il film risulta piacevole e avvincente, ma, precisiamo, il merito va al 90 per cento alla bravura di Massimo e Marcello, un po’ meno alla regia.
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pippo
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venerdì 27 aprile 2007
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omaggio al cinema
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bellissimo ed emozionante omaggio al cinema con un grandissimo mastroianni.
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anonimo
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sabato 19 febbraio 2005
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un capolavoro del genere commedia
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E' la storia del cinema Splendor, che nasce negli anni '30 e muore (forse) all'inizio degli anni '80.
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(di lucabarlettastanley)
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