Un matrimonio di troppo

Jim è un vedovo con un'unica figlia adorata, Jenni, che vuole sposare lo storico fidanzato rapper. Il luogo del matrimonio sarà un resort di lusso nell'isola di Palmetto che può contenere un numero limitato di ospiti: dunque il resort è prenotabile per un solo matrimonio ogni weekend. Per Jim l'isola di Palmetto è legata al ricordo del suo matrimonio e dunque è l'unico luogo in cui può immaginare di celebrare quel rito che gli porterà via la figlia, con suo grande dispiacere.

Margot è una produttrice televisiva di successo ma priva di una vita sentimentale, che si è trasferita a Los Angeles anche per allontanarsi dalla famiglia di origine in Georgia. La donna ha un solo legame famigliare importante, quello con la sorella minore, che ha deciso di sposare uno spogliarellista dei Chippendales. E decide di occuparsi personalmente delle nozze prenotando un weekend proprio nel resort dell'isola di Palmetto. Ma per un disguido prenota lo stesso weekend già fissato da Jim. Le due famiglie dovranno dividersi la cerimonia, in un'escalation di rivalità e dispetti reciproci che non potrà che portare al disastro.

Un matrimonio di troppo è una screwball comedy che sembra studiata a tavolino per inserire tutti gli elementi che hanno decretato il successo delle più recenti commedie romantiche americane da piattaforma: il resort di lusso, il mare e i suoi tramonti, i balli di gruppo e il karaoke finale, la catena di equivoci, l'attrazione immediata ma contrastata fra i due personaggi principali, e chi più ne ha più ne metta.

Quel che sorprende è che alla coproduzione di questa storia così derivativa e scontata ci sia un'attrice intelligente e coraggiosa come Reese Witherspoon, che in tempi recenti ha contribuito a portare sul grande e piccolo schermo prodotti innovativi come Big Little Lies - Piccole grandi bugie e The Morning Show, e la cui casa di produzione è specializzata nell'investire sul talento femminile più originale.

Un matrimonio di troppo invece è infarcito di banalità narrative e di svolte improbabili, retorica familista e gag puerili. Anche la chimica fra Witherspoon e il suo comprimario Will Ferrell (parimenti coproduttore) appare forzata, mentre gli altri interpreti, soprattutto i più giovani, interpretano stereotipi e sembrano ingaggiati soprattutto in virtù della loro appartenenza multietnica (nonostante Geraldine Viswanathan, che interpreta il ruolo di Jenni, abbia alle spalle una serie di interpretazioni molto più innovative e interessanti).

L'unica interprete che riesce ad inserire un minimo di verità e di pathos nell'insieme è la veterana caratterista Celia Weston (che qualcuno ricorderà come la cameriera Jolene nella sitcom anni '70 Alice) nei panni della madre di Margot, ricca signora del Sud degli Stati Uniti che tratta la figlia con condiscendenza e apparente distacco. Ma non basta a salvare questa confezione formulaica e assai poco riuscita che ricalca senza creatività tanti altri titoli di maggiore efficacia comica. 