fill
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mercoledì 12 giugno 2024
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drammatico/pscologico, film duro
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Il film è articolato in tre storie, il filo drammatico-pscologico del regista è incomprensibile con scene molto dure e crude. Attori bravi ma trama deludente.
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imperior max
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lunedì 10 giugno 2024
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tre episodi intensi dal cuore grottesco.
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A circa sei mesi da Povere Creature! Yorgos Lanthimos torna in sala con KINDS OF KINDNESS, anche stavolta affiancato da Emma Stone, Willem Dafoe e Margaret Qualley, ma con l’aggiunta di Jesse Plemons e Hong Chau. Con questo film Yorgos gira un’opera più autoriale e “difficile” alla stregua di Lobster, Canini e Il Sacrificio del cervo sacro insieme allo sceneggiatore Efthymis Filippou. Non nego una cosa infatti, un po’ la pesantezza della durata l’ho sentita che è di due ore e tre quarti e c’è bisogno di partire col fatto di avere davanti un surreale grottesco da vedere con diverse chiavi di lettura.
Comunque la trama è divisa in tre atti: 1) Un impiegato ha un rapporto a dir poco tossico con il suo capo che gli controlla praticamente la sua vita quotidiana, cosa mangiare, cosa indossare e quando scopare, tutto ciò in cambio di regali.
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A circa sei mesi da Povere Creature! Yorgos Lanthimos torna in sala con KINDS OF KINDNESS, anche stavolta affiancato da Emma Stone, Willem Dafoe e Margaret Qualley, ma con l’aggiunta di Jesse Plemons e Hong Chau. Con questo film Yorgos gira un’opera più autoriale e “difficile” alla stregua di Lobster, Canini e Il Sacrificio del cervo sacro insieme allo sceneggiatore Efthymis Filippou. Non nego una cosa infatti, un po’ la pesantezza della durata l’ho sentita che è di due ore e tre quarti e c’è bisogno di partire col fatto di avere davanti un surreale grottesco da vedere con diverse chiavi di lettura.
Comunque la trama è divisa in tre atti: 1) Un impiegato ha un rapporto a dir poco tossico con il suo capo che gli controlla praticamente la sua vita quotidiana, cosa mangiare, cosa indossare e quando scopare, tutto ciò in cambio di regali. Quando però gli verrà chiesto di fare una cosa alla quale si tirerà indietro vedrà venir meno la presa dal suo capo. Quanto sarà disposto a fare per ritornare nelle sue grazie?!
2) Un poliziotto mezzo depresso per via di sua moglie data per dispersa in un’isola deserta e confortato da una coppia di amici abbastanza particolari riceve la buona notizia che attendeva tanto. Una volta a casa però non riconosce più sua moglie in quanto cambiata nel comportamento e nei modi di fare. Seguiranno eventi al limite della follia, della possessione tossica e del surreale mentale.
3) Una coppia di agenti appartenenti ad una setta di santoni dediti all’amore libero ha il compito di cercare una donna con l’abilità di resuscitare i morti. Dopo un fatto a dir poco inquietante l’agente donna si ritroverà da sola a doverla cercare con risvolti tragicomici.
Tutti e tre hanno un fil rouge molto curioso e in fondo divertente...
In questi tre episodi Lanthimos si ispira principalmente a Kubrick, Hitchcock, Bunuel, persino Lynch, li mette insieme e tira fuori un film molto particolare in quanto racconta, come dal titolo, le svariate gentilezze dell’animo umano e quanto possono essere sia positive che negative, a seconda del punto di vista dei protagonisti. Usa molto la possessione, la tossicità e il surreale per rendere tali gentilezze molto sfumate e ci aggiunge sequenze di sesso, violenza e perché no ironiche. La regia è più asciutta, ma sempre ottima, segue i personaggi interpretati molto bene, ottime musiche diegetiche ed extra. Il montaggio è buono anche se è un po’ allungato nel terzo episodio. La sceneggiatura stavolta è più interpretativa del solito e lavora più sulle immagini e i dialoghi, per nulla didascalica, ma confesso che nonostante sia fatta molto bene ha bisogno di essere seguita dallo spettatore.
Per mio gusto preferisco di più Povere Creature!, ma non per questo lo ritengo superiore, anzi.
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rebuscovery
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domenica 9 giugno 2024
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il multiverso psicosociale/filosofico di lanthimos
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Lanthimos contemporaneamente al Poor Things progetta Kinds of Kindness (KoK) con cui sembra riprendere il filone del suo primo periodo greco in modo che quello che sembrava una sua evoluzione nel tempo diventa uno sdoppiamento o meglio una cinematografia poliedrica nonostante gli elementi espressivi comuni. Così ritorna a confirmare la sceneggiatura con Efthymis Filippou mentre elemento costante rimane la sua musa degli ultimi film (cortometraggio "Bleat" incluso) Emma Stone. A KoK continua la sua collaborazione con Jerskin Fendrix, con cui a Poor Things prova per prima volta a introdurre musiche originali e funziona ugualmente bene; benissimo.
Yorgos, torna a capovolgere convenzioni etiche e provocare il suo pubblico con scene cruenti o promiscue, come per smuovere le coscienze e applicare un grandangolo alla visuale mentale mentre i suoi racconti evolvono in sogni paradossali aprendo così le argomentazioni psicosociali e filosofiche in un multiverso di applicazioni ed interpretazioni come se fosse un gioco intellettuale arrappante.
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Lanthimos contemporaneamente al Poor Things progetta Kinds of Kindness (KoK) con cui sembra riprendere il filone del suo primo periodo greco in modo che quello che sembrava una sua evoluzione nel tempo diventa uno sdoppiamento o meglio una cinematografia poliedrica nonostante gli elementi espressivi comuni. Così ritorna a confirmare la sceneggiatura con Efthymis Filippou mentre elemento costante rimane la sua musa degli ultimi film (cortometraggio "Bleat" incluso) Emma Stone. A KoK continua la sua collaborazione con Jerskin Fendrix, con cui a Poor Things prova per prima volta a introdurre musiche originali e funziona ugualmente bene; benissimo.
Yorgos, torna a capovolgere convenzioni etiche e provocare il suo pubblico con scene cruenti o promiscue, come per smuovere le coscienze e applicare un grandangolo alla visuale mentale mentre i suoi racconti evolvono in sogni paradossali aprendo così le argomentazioni psicosociali e filosofiche in un multiverso di applicazioni ed interpretazioni come se fosse un gioco intellettuale arrappante.
Ma puoi benissimo godere delle tre storie di KoK anche senza perderti in riflessioni seguendo il sorprendente modo con cui si spiegano man mano mutando in un crescendo emozionale e narrativo che tra ironia, comicità, promiscuità e provocazione, solo nel finale, più o meno inatteso, l'assurdità onirica diventa l'assurdità reale di un destino da cui non puoi sfuggire.
Anche il solo riutilizzo degli stessi attori nelle 3 diverse storie è divertente di per se.
Nel frattempo, memorizzi un immaginario che ti eroderà nel tempo per liberare in superficie i tuoi pezzi trasformati in sughero, già pronti ad essere raccolti...
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rebuscovery
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domenica 9 giugno 2024
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il multiverso psicosociale/filosofico di lanthimos
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Lanthimos contemporaneamente al Poor Things progetta Kinds of Kindness (KoK) con cui sembra riprendere il filone del suo primo periodo greco in modo che quello che sembrava una sua evoluzione nel tempo diventa uno sdoppiamento o meglio una cinematografia poliedrica nonostante gli elementi espressivi comuni. Così ritorna a confirmare la sceneggiatura con Efthymis Filippou mentre elemento costante rimane la sua musa degli ultimi film (cortometraggio "Bleat" incluso) Emma Stone. A KoK continua la sua collaborazione con Jerskin Fendrix, con cui a Poor Things prova per prima volta a introdurre musiche originali e funziona ugualmente bene; benissimo.
Yorgos, torna a capovolgere convenzioni etiche e provocare il suo pubblico con scene cruenti o promiscue, come per smuovere le coscienze e applicare un grandangolo alla visuale mentale mentre i suoi racconti evolvono in sogni paradossali aprendo così le argomentazioni psicosociali e filosofiche in un multiverso di applicazioni ed interpretazioni come se fosse un gioco intellettuale arrappante.
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Lanthimos contemporaneamente al Poor Things progetta Kinds of Kindness (KoK) con cui sembra riprendere il filone del suo primo periodo greco in modo che quello che sembrava una sua evoluzione nel tempo diventa uno sdoppiamento o meglio una cinematografia poliedrica nonostante gli elementi espressivi comuni. Così ritorna a confirmare la sceneggiatura con Efthymis Filippou mentre elemento costante rimane la sua musa degli ultimi film (cortometraggio "Bleat" incluso) Emma Stone. A KoK continua la sua collaborazione con Jerskin Fendrix, con cui a Poor Things prova per prima volta a introdurre musiche originali e funziona ugualmente bene; benissimo.
Yorgos, torna a capovolgere convenzioni etiche e provocare il suo pubblico con scene cruenti o promiscue, come per smuovere le coscienze e applicare un grandangolo alla visuale mentale mentre i suoi racconti evolvono in sogni paradossali aprendo così le argomentazioni psicosociali e filosofiche in un multiverso di applicazioni ed interpretazioni come se fosse un gioco intellettuale arrappante.
Ma puoi benissimo godere delle tre storie di KoK anche senza perderti in riflessioni seguendo il sorprendente modo con cui si spiegano man mano mutando in un crescendo emozionale e narrativo che tra ironia, comicità, promiscuità e provocazione, solo nel finale, più o meno inatteso, l'assurdità onirica diventa l'assurdità reale di un destino da cui non puoi sfuggire.
Anche il solo riutilizzo degli stessi attori nelle 3 diverse storie è divertente di per se.
Nel frattempo, memorizzi un immaginario che ti eroderà nel tempo per liberare in superficie i tuoi pezzi trasformati in sughero, già pronti ad essere raccolti...
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william dollace
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domenica 9 giugno 2024
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opera sacra e trina, legata insieme con ago e filo
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Unica opera, sacra e trina, legata insieme con ago e filo, R.M.F. sia, fino in fondo, anche in mezzo ai titoli di coda. La summa cinematografica fatta a iperbole grottesca e magnifica dell’opera del regista greco, tutta insieme, specialmente quella teatrale, assurda, paradossale, sadica al limite del divertimento nerissimo, dispiegata in inquadrature fisse, teatri di posa, amputazioni di circo/stanze, sesso dentro-fuori come atto meccanico da avanspettacolo serale show, attori reinventati a più ruoli in questi tre capitoli, e in mezzo emma che balla e che si mutila, jesse che, oh my god, è ovunque per sottrazione, william che sollazza e comanda a sua volta comandato dallo script, margaret corpo-multiuso che si raddoppia insieme viva e insieme morta, e quella scena in macchina con i cani che bellezza che goduria, opera omnia e coerente di yorgos questo vestito di gentilezze ricucite su un manichino di carne, senza sconti, senza evasioni, con una pulsione ménage di eros e morte come rumore bianco onnipresente, come a dire, conoscerete la nostra velocità, eh, sì, di rovinose inchiodate in mezzo alla vasta autostrada greca che asfalta concessioni, veloce e imminente, a tre corsie assolate, sulle gerarchie e dipendenze e livelli del paradosso applicati ai rapporti e modelli di potere dall’urbanistica ridisegnata da efthimis filippouin e costruita nella terra delle povere creature sul tracciato fra psicosi e fascinazione.
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Unica opera, sacra e trina, legata insieme con ago e filo, R.M.F. sia, fino in fondo, anche in mezzo ai titoli di coda. La summa cinematografica fatta a iperbole grottesca e magnifica dell’opera del regista greco, tutta insieme, specialmente quella teatrale, assurda, paradossale, sadica al limite del divertimento nerissimo, dispiegata in inquadrature fisse, teatri di posa, amputazioni di circo/stanze, sesso dentro-fuori come atto meccanico da avanspettacolo serale show, attori reinventati a più ruoli in questi tre capitoli, e in mezzo emma che balla e che si mutila, jesse che, oh my god, è ovunque per sottrazione, william che sollazza e comanda a sua volta comandato dallo script, margaret corpo-multiuso che si raddoppia insieme viva e insieme morta, e quella scena in macchina con i cani che bellezza che goduria, opera omnia e coerente di yorgos questo vestito di gentilezze ricucite su un manichino di carne, senza sconti, senza evasioni, con una pulsione ménage di eros e morte come rumore bianco onnipresente, come a dire, conoscerete la nostra velocità, eh, sì, di rovinose inchiodate in mezzo alla vasta autostrada greca che asfalta concessioni, veloce e imminente, a tre corsie assolate, sulle gerarchie e dipendenze e livelli del paradosso applicati ai rapporti e modelli di potere dall’urbanistica ridisegnata da efthimis filippouin e costruita nella terra delle povere creature sul tracciato fra psicosi e fascinazione. Piacevolmente e solennemente insostenibile. Daccene ancora.
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st_bruno
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venerdì 7 giugno 2024
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non è un film per tutti
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Può piacere o meno, ma è innegabile che si tratti di un film di altissima qualità e che Lantimos sia un grande regista: nei suoi film sembra letteralmente giocare sia con gli attori che con il pubblico. E' come se fosse una sorta di burattinaio mangiafuoco (nel senso positivo del termine) e gli spettatori, se lo vogliono apprezzare, devono esserne consapevoli e stare al gioco.
Occorre vederlo più volte, una almeno in lingua originale, per capirne tutti i simbolismi e le sfumature.
Meritata la parla d'oro a Cannes per il miglior attore protagonista.
Sempre bravissima Emma Stone, ma non ai livelli di Povere Creature, e che entra in scena dopo 40 minuti di film.
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Può piacere o meno, ma è innegabile che si tratti di un film di altissima qualità e che Lantimos sia un grande regista: nei suoi film sembra letteralmente giocare sia con gli attori che con il pubblico. E' come se fosse una sorta di burattinaio mangiafuoco (nel senso positivo del termine) e gli spettatori, se lo vogliono apprezzare, devono esserne consapevoli e stare al gioco.
Occorre vederlo più volte, una almeno in lingua originale, per capirne tutti i simbolismi e le sfumature.
Meritata la parla d'oro a Cannes per il miglior attore protagonista.
Sempre bravissima Emma Stone, ma non ai livelli di Povere Creature, e che entra in scena dopo 40 minuti di film.
Magnifica colonna sonora dello stesso autore di Povere Creature, per questo non ha generato in me l'effetto sorpresa.
Mi sembra di aver individuato un cameo in Lantimos nei frame del pilota dell'elicottero durante l'atteraggio nel secondo episodio, ma non ne sono del tutto sicuro.
Geniale la scena dei cani alla fine del secondo episodio.
Il terzo episodio per me è il più coinvolgente, mentre le sequenze del primo mi ricordano un pò troppo The Lobster.
Non ho capito il senso del titolo R.M.F. Mangia un sandwich, mentre per i primi due episodi si.
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johnny1988
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venerdì 7 giugno 2024
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un umile ma migliore ritorno alle origini **1/2
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Film episodico composto di tre unità tutte a modo loro legate dal topos archetipico di Eros e Thanatos.
"The Death of R.M.F" ritrae il legame morboso fra un dirigente canuto e un azzerbinato dipendente disposto a qualunque capriccio del padrone in cambio di privilegi e vita di lusso.
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Film episodico composto di tre unità tutte a modo loro legate dal topos archetipico di Eros e Thanatos.
"The Death of R.M.F" ritrae il legame morboso fra un dirigente canuto e un azzerbinato dipendente disposto a qualunque capriccio del padrone in cambio di privilegi e vita di lusso. Senonché il povero sottomesso si rifiuta in extremis di accontentare il vecchio quando gli viene chiesto di provocare la morte di un altro uomo.
In "R.M.F. is Flying" un poliziotto perde letteralmente la lucidità mentale man mano che si convince che la moglie, tornata dopo un miracoloso salvataggio a seguito di una missione militare, sia un'impostora.
"R.M.F. Eats a Sandwich", l'ultimo segmento, segue le vicissitudini di una coppia di adepti di una setta religiosa, incaricata di rintracciare una messianica profeta.
Tutti i segmenti sono destinati a risolversi in un esito più beffardo dell'altro.
Nato per un formato televisivo, Kinds of Kindness, che Lanthimos ormai sulla cresta dell'onda dirige quasi contemporaneamente insieme a Povere Creature, è un ritorno alle origini, e per la sceneggiatura, l'autore riassume il suo storico collaboratore Efthimis Filippou, recuperando la predilezione per la tragedia greca, a cui si sente culturalmente radicato, e per il guignolesco no sense.
Sebbene sia evidente l'impoverimento testuale che la licenza dal ben più qualificato Tony McNamara lascia a quest'ultima opera, bisogna pur tuttavia ammettere che l'apporto di un cast allenato e convinto, su cui come sempre spicca la stellare Emma Stone, riempie il vuoto di senso che invece lasciavano intorno a sè altre pellicole sopravvalutate e confuse come "Il Sacrificio del Cervo Sacro". E ne esce un'opera ibrida, che strizza l'occhio al cinema di Haneke, tanto simpatica quando ingenua e fanciullesca, le cui ridondanze si perdonano grazie a una maturata consapevolezza critica del regista nel rappresentare un'umanità succube della propria goffa natura, ora amorevole ora sanguinaria.
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johnny1988
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venerdì 7 giugno 2024
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un umile ma migliore ritorno alle origini **1/2
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Film episodico composto di tre unità tutte a modo loro legate dal topos archetipico di Eros e Thanatos.
"The Death of R.
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Film episodico composto di tre unità tutte a modo loro legate dal topos archetipico di Eros e Thanatos.
"The Death of R.M.F" ritrae il legame morboso fra un dirigente canuto e un azzerbinato dipendente disposto a qualunque capriccio del padrone in cambio di privilegi e vita di lusso. Senonché il povero sottomesso si rifiuta in extremis di accontentare il vecchio quando gli viene chiesto di provocare la morte di un altro uomo.
In "R.M.F. is Flying" un poliziotto perde letteralmente la lucidità mentale man mano che si convince che la moglie, tornata dopo un miracoloso salvataggio a seguito di una missione militare, sia un'impostora.
"R.M.F. Eats a Sandwich", l'ultimo segmento, segue le vicissitudini di una coppia di adepti di una setta religiosa, incaricata di rintracciare una messianica profeta.
Tutti i segmenti sono destinati a risolversi in un esito più beffardo dell'altro.
Nato per un formato televisivo, Kinds of Kindness, che Lanthimos ormai sulla cresta dell'onda dirige quasi contemporaneamente insieme a Povere Creature, è un ritorno alle origini, e per la sceneggiatura, l'autore riassume il suo storico collaboratore Efthimis Filippou, recuperando la predilezione per la tragedia greca, a cui si sente culturalmente radicato, e per il guignolesco no sense.
Sebbene sia evidente l'impoverimento testuale che la licenza dal ben più qualificato Tony McNamara lascia a quest'ultima opera, bisogna pur tuttavia ammettere che l'apporto di un cast allenato e convinto, su cui come sempre spicca la stellare Emma Stone, riempie il vuoto di senso che invece lasciavano intorno a sè altre pellicole sopravvalutate e confuse come Il Sacrificio del Cervo Sacro. E ne esce un'opera ibrida, tanto simpatica quando ingenua e fanciullesca, le cui ridondanze si perdonano grazie a una maturata consapevolezza critica del regista nel rappresentare un'umanità succube della propria goffa natura, ora amorevole ora sanguinaria.
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