paolp78
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domenica 17 novembre 2024
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grottesco e ripugnante
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Un famoso brocardo latino recita, de gustibus non disputandum est, ovvero dei gusti non si deve discutere; si tratta di una massima certamente applicabile al cinema, dove è difficile trovare opere o autori che mettano d’accordo proprio tutti. Il cineasta greco Yorgos Lanthimos sicuramente è molto apprezzato dalla gran parte della critica, ma personalmente ammetto di non comprendere il suo cinema e di non approvare il successo che gli viene tributato.
Si dirà che è un cinema controverso, originale e coraggioso, ma francamente la cifra stilistica di questo autore la individuo invece nel grottesco, con forti cadute nel pesantemente sgradevole. Certo le sue opere non passano inosservate, ma non credo che sia sufficiente stupire per realizzare arte; la ricerca ossessiva dell’eccessivo e del bizzarro non è automaticamente genialità, e mantenersi entro i limiti del buon gusto è una buona regola da cui ci si deve allontanare con prudenza e soltanto eccezionalmente.
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Un famoso brocardo latino recita, de gustibus non disputandum est, ovvero dei gusti non si deve discutere; si tratta di una massima certamente applicabile al cinema, dove è difficile trovare opere o autori che mettano d’accordo proprio tutti. Il cineasta greco Yorgos Lanthimos sicuramente è molto apprezzato dalla gran parte della critica, ma personalmente ammetto di non comprendere il suo cinema e di non approvare il successo che gli viene tributato.
Si dirà che è un cinema controverso, originale e coraggioso, ma francamente la cifra stilistica di questo autore la individuo invece nel grottesco, con forti cadute nel pesantemente sgradevole. Certo le sue opere non passano inosservate, ma non credo che sia sufficiente stupire per realizzare arte; la ricerca ossessiva dell’eccessivo e del bizzarro non è automaticamente genialità, e mantenersi entro i limiti del buon gusto è una buona regola da cui ci si deve allontanare con prudenza e soltanto eccezionalmente.
Questa pellicola del regista greco si divide in tre storie scollegate tra loro, una più indigesta e bislacca delle altre. Della sceneggiatura si può apprezzare la fantasia e poco più.
Resta comunque molto apprezzabile lo stile registico di Lanthimos, formalmente ineccepibile: peccato che non perda occasione per indugiare nei particolari più macabri e stomachevoli, ricercandoli ossessivamente anzi, ma questa del resto è proprio una delle peculiarità dell’autore.
In ciascuno dei tre episodi recitano gli stessi interpreti in ruoli diversi. Gli attori principali sono Emma Stone, Jesse Plemons e Willem Dafoe, con la prima e l’ultimo che già avevano recitato insieme per l’autore greco nella sua precedente pellicola “Povere Creature”. Oltre ai tre attori più affermati, tutti veramente molto bravi, si fa notare la giovane Margaret Qualley (anche lei presente in “Povere Creature”) che lascia il segno con una performance molto convincente.
Ottime le musiche.
I finali dei tre episodi sono alquanto incisivi; quello che colpisce maggiormente è il terzo, beffardo e amaramente umoristico.
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felicity
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martedì 8 ottobre 2024
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racconti del grottesco e dell’arabesco
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Kinds of Kindness lo abbiamo già visto. Stone, Plemons, Qualley e Dafoe già se ne sono fatti portatori altre volte con modalità simili.
Dei tre episodi il primo è il migliore, è dove Dafoe si fa beffe del maschio performante ed insicuro moderno, è dove Plemons dà il meglio di sé con un uomo pusillanime. Il secondo ha più di uno spunto interessante, è il più legato al thriller e alla fiaba oscura, poi arriva il terzo dove c'è una dose di humor superiore ma anche meno stratificazione.
Questo film segna per Lanthimos un assestamento, macchiato però da una certa mancanza di umiltà, da una vanità che diventa inconsistenza nel momento in cui esagera con inquadrature fini a sé stesse, si perde in lungaggini abbastanza vane.
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Kinds of Kindness lo abbiamo già visto. Stone, Plemons, Qualley e Dafoe già se ne sono fatti portatori altre volte con modalità simili.
Dei tre episodi il primo è il migliore, è dove Dafoe si fa beffe del maschio performante ed insicuro moderno, è dove Plemons dà il meglio di sé con un uomo pusillanime. Il secondo ha più di uno spunto interessante, è il più legato al thriller e alla fiaba oscura, poi arriva il terzo dove c'è una dose di humor superiore ma anche meno stratificazione.
Questo film segna per Lanthimos un assestamento, macchiato però da una certa mancanza di umiltà, da una vanità che diventa inconsistenza nel momento in cui esagera con inquadrature fini a sé stesse, si perde in lungaggini abbastanza vane.
Kinds of Kindness è comunque un film di Lanthimos per ritmo, capacità di giocare con personaggi e situazioni, ma non sviluppa la propria potenzialità, si specchia troppo in sé stesso e quel che è peggio diventa prevedibile.
E' un prodotto mediano ed interlocutorio, non possiede l’ambizione linguistico/artistica della grande opera, ma non per questo è privo di elementi intriganti.
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samanta
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lunedì 1 luglio 2024
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il solito
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Il solito Lanthimos più noioso del solito, speriamo che non ci delizi più con le sue fantasie
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aldot
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sabato 29 giugno 2024
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avvincente
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E anche questa volta Lanthimos non delude. Anzi. Attori eccellenti. Tre storie avvincenti che scandagliano le parti oscure delle dipendenze affettive. Musiche e sceneggiatura bellissime.
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arianna e steven
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martedì 25 giugno 2024
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da morti, di noi resta solo un teschio: e ride!
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Ho scritto un haiku per questo:
Aldilà del tormento della mente,
allunga la mano e aferra un ramoscello
di ciliegio in fiore.
Un film magnifico: un oscuro tempio poggiato su un sogno. "Sweet dreams are made of this / some of them want to abuse you".
Kinds of Kindness è brillante e crudele. Questa black comedy fa ridere, perché i personaggi siamo proprio noi! Il tema è l'ubiquitosa interdipendenza tra il potere e la sottomissione che spunta ovunque, indicandoci che tutti ne siamo schiavi, nessuna eccezione.
Tre sono le storie che si alternano qui, tutte cucite insieme da R.
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Ho scritto un haiku per questo:
Aldilà del tormento della mente,
allunga la mano e aferra un ramoscello
di ciliegio in fiore.
Un film magnifico: un oscuro tempio poggiato su un sogno. "Sweet dreams are made of this / some of them want to abuse you".
Kinds of Kindness è brillante e crudele. Questa black comedy fa ridere, perché i personaggi siamo proprio noi! Il tema è l'ubiquitosa interdipendenza tra il potere e la sottomissione che spunta ovunque, indicandoci che tutti ne siamo schiavi, nessuna eccezione.
Tre sono le storie che si alternano qui, tutte cucite insieme da R.M.F., un'entità superegoica che come Harpo Marx rappresenta l'Es: muto, innocente e contemporaneamente posseduto da un'inspiegabile malignità organica. È un pedone che Lanthimos sacrifica nelle prime mosse sulla scacchiera della sua opera perché, martire, lo spettatore possa cucirgli addosso i significati che più desidera.
La prima storia vede Robert, l'accolita piagnucoloso di un capo tirannico, incastrare sé stesso su binari dati da Raymond, che decide ogni dettaglio della sua vita e di quella di Rita, un'altra delle sue marionette. Si tratta di una relazione padrone-servo sviluppata con più profondità nel terzo racconto, "RMF eats a sandwich", dove Plemons e Stone interpretano i devoti lacché di un guru manipolatore (Defoe).
Non vi sono discussioni sulla natura del culto. Lanthimos lascia che sia lo spettatore a farlo, di fronte allo yacht lussuoso del leader, alla sauna feroce ed ai cancelli di ferro che chuidono fuori il mondo.
Tra queste due storie se ne interpone una terza sulla morte, il lutto ed il tormento, per l'amore di un uomo cui manca disperatamente la moglie dispersa. Poi rivedutala, le chiede di cucinare parti del proprio corpo, portandola a un rito di sacrificio per cui la vera moglie torna a casa, a simboleggiare la dipendenza affettiva di entrambi.
Tutti i personaggi sono, come gli spettatori, bambini spaventati travestiti da adulti. Egotistici, inseguono semplicemente le velleità della fase orale. Deisderano nulla più di attenzioni, senza finitezza. Operano il male con naiveté, senza l'esistenza di una colpa vera e propria. Perché come la materia origina dal nulla, il male, indica Lanthimos, origina da ciò che male non è: la paura, insita in ognuno, di essere impotenti di fronte alle fluttuazioni della vita. Per cui ironicamente, gli uomini si rendono davvero impotenti senza che alcuno forzi loro la mano.
Così, in tre irriverenti ed irrispettose versioni del ritorno del figliol prodigo del libro di Isaia, nel primo episodio Robert tenta il riscatto da Raymond, riconoscendo poi di non aveere il coraggio di affrontare il mondo ed accettando di uccidere una vacca grassa in forma di uomo, pur di tornare tra le braccia della figura paterna e della sua concubina.
Nel secondo, il cattolico Daniel riconosce che Liz è effettivamente la moglie tornata da un naufragio, solo dopo il rito della sua estrema sottomissione.
Nel terzo, Emily, cacciata dalla settta cui appartiene per la colpa di essere stata violentata, esplode in estasi quando trova Ruth, il pegno cui non volendo toglierà la vita dopo che la sorella Rebecca si sacrifica per "risolvere i nostri problemi". Un fallimento tanto comico, che RMF non può che sporcarsi.
Dopo la morte di una persona non resta che il teschio: e ride!
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thomas
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venerdì 21 giugno 2024
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passo falso
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Lanthimos è un Maestro del Cinema, ma forse deve dimenticarsi di essere tale. Non si spiega altrimenti lo scivolone di "Kind of Kindness", un passo falso che stupisce giacche' intervenuto improvvisamente in un processo viceversa di crescita capace sempre più di collegare tra loro autorialità e accesso al grande pubblico. La capacità più grande di Lanthimos nei suoi film precedenti era stata sempre quella, eccellente, di effettuare riflessioni altissime ma comprensibili mediante la metafora di una realtà molto mischiata alla fantasia. E se nel bellissimo "Dogtooth" la fuga dalla casa dopo la autoindotta caduta dei canini era chiara metafora dell'impossibilità di tenere contingentata l'aspirazione umana alla scoperta del nuovo, nell'altrettanto stupendo "The Lobster" il riferimento agli animali simili era chiara metafora della difficoltà di governare disciplinatamente quel groviglio di geroglifici chiamato "cuore"; e se ne "Il sacrificio del cervo sacro" la riflessione si era spostata sul fatto che la vita prima o poi presenta sempre il conto salato degli errori fatti, ne "La favorita" il messaggio riguardava il fatro che non è mai un buon affare cercare di salire la scala sociale scendendo a continui compromessi con sé stesso.
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Lanthimos è un Maestro del Cinema, ma forse deve dimenticarsi di essere tale. Non si spiega altrimenti lo scivolone di "Kind of Kindness", un passo falso che stupisce giacche' intervenuto improvvisamente in un processo viceversa di crescita capace sempre più di collegare tra loro autorialità e accesso al grande pubblico. La capacità più grande di Lanthimos nei suoi film precedenti era stata sempre quella, eccellente, di effettuare riflessioni altissime ma comprensibili mediante la metafora di una realtà molto mischiata alla fantasia. E se nel bellissimo "Dogtooth" la fuga dalla casa dopo la autoindotta caduta dei canini era chiara metafora dell'impossibilità di tenere contingentata l'aspirazione umana alla scoperta del nuovo, nell'altrettanto stupendo "The Lobster" il riferimento agli animali simili era chiara metafora della difficoltà di governare disciplinatamente quel groviglio di geroglifici chiamato "cuore"; e se ne "Il sacrificio del cervo sacro" la riflessione si era spostata sul fatto che la vita prima o poi presenta sempre il conto salato degli errori fatti, ne "La favorita" il messaggio riguardava il fatro che non è mai un buon affare cercare di salire la scala sociale scendendo a continui compromessi con sé stesso.
Con il fantasiossimo "Povere creature", infine, Lanthimos aveva davvero conquistato il grande pubblico con il messaggio che una donna può costruire un percorso di personale crescita e sempre più forte consapevolezza utilizzando il suo corpo senza remore né vergogna, esattamente come utilizza la propria mente o il proprio ingegno.
Ma con "Kind of Kindness" è arrivato un brusco stop perché davvero non si capisce dove si voglia andare a parare. In realtà il film pare più che altro un disordinato affastellarsi di situazioni paradossali che vorrebbero stupire lo spettatore, ma finiscono per annoiarlo, se non indisporlo.
L'uso della violenza in alcune scene non è funzionale alla trama, è gratuito. Il messaggio del film non è chiaro, è a dir poco oscuro, se non addirittura incomprensibile.
Questa volta sembra che Lanthimos abbia voluto fare sfoggio del suo talento senza ancorarlo a null'altro se non a se stesso, con l'effetto che tutto diventa evanescente in quanto basicamente autoreferenziale. E così, nello stesso modo che un cantante voglia stupire con un assolo a cappella che si dissolve in tante stonature, Lanthimos ha desiderato stupire con una pellicola così oscura e fastidiosa da dissolversi nella trascurabilita'.
Emma Stone è talentuosa ma non basta a salvare la pellicola, così come l'untuoso Jesse Plemons del primo e terzo episodio.
Ovviamente rimaniamo grandissimi estimatori del Maestro greco, semplicemente vorremmo che non snaturasse il suo smisurato talento nella ricerca di una strada che finisca per lasciarlo solo nella percorrenza
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nino pellino
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domenica 16 giugno 2024
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tre episodi atipici e da interpretare
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E' indubbio che lo stile del regista Yorgos Lanthimos è sempre stato molto particolare e di non facile interpretazione Tre episodi dalle trame intriganti dove concetti come sottomissione, eros, la ricerca del superamento delle leggi della natura ne rappresentano gli elementi trainanti accomunati dal rapporto uomo/Dio così come apertamente dichiarato dal regista nel corso di recenti interviste. Pellicola che sembra fuori dagli schemi razionali, ma comunque a suo modo affascinante e assolutamente singolare
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fill
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venerdì 14 giugno 2024
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un film con scene crude..gratuite
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Yorgos Lanthimos che si abbandona ad un film dove le scene crude e dure...per me gratuite, non riescono a trsmettere allo spettatore nientaltro che stupore negativo, per trasmettere un messaggio non è necessario un estremismo visivo non devi scioccare lo spettatore per forza. Rappresentazione di una società malata e allo sbando su sentimenti, potere e manifestazioni di affetto.
Giudizio complessivo negativo.
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francesco patrizi
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venerdì 14 giugno 2024
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un film sul rapporto uomo/dio
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Lanthimos e Efthymis Filippou ritornano, con Kind of kindness, sul rapporto uomo/dio già oggetto del Sacrificio del cervo sacro.
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Lanthimos e Efthymis Filippou ritornano, con Kind of kindness, sul rapporto uomo/dio già oggetto del Sacrificio del cervo sacro. L’elemento che unisce i tre capitoli del film è R.M.F., che rappresenta la figura del capro espiratorio.
Nel primo episodio dio si manifesta sotto una veste malvagia e vessatoria, è quello che gli gnostici chiamano il Demiurgo e riconoscono nel dio della Bibbia che chiede al fedele di superare delle prove per dimostrargli il suo amore, che domina la sua vita e gli recapita dei doni che preludono alla richiesta del sacrificio di R.M.F.. La racchetta di McEnroe (la rabbia) e il casco di Senna (il fato) sono i simboli dell’impotenza dell’uomo di fronte a dio. È una religione che abbraccia e annichilisce l’individuo, il quale non deve scegliere tra bene e male, ma solo ubbidire.
Nel secondo episodio l’uomo è calato nella dimensione terrena, dio non gli parla più, non si palesa e non pretende il suo amore. L’amore verso dio lascia un vuoto da colmare, diventa fame, bisogno, eros.
Un dio invisibile lo sottopone a una prova, gli sottrae l’oggetto d’amore (la moglie) e lo sostituisce con la copia creata dal Demiurgo, una sosia che ricrea la dinamica servo/padrone, replica di quella fedele/dio del primo episodio. La sosia compie due atti sacrileghi ed eversivi, colpisce il marito con il manganello-fallo e schiaffeggia suo padre. L’uomo riconosce il maligno e gli ritorce contro la vecchia religione fondata sul capro espiatorio, facendo di lei stessa la vittima sacrificale. Il vero capro espiatorio R.F.M. non compare perché è “in volo”, come recita il titolo, è puro spirito in viaggio verso dio.
L’episodio racconta una religione che non richiede più di sancire un patto con dio, ma che è ricerca spirituale, discernimento della Verità, esercizio dell’intelletto.
Nel terzo episodio una donna appartenente a una setta new age cerca la prova dell’esistenza di dio in un mondo dove il sacro è scomparso ed è sostituito da surrogati, come l’acqua purificata ricavata dalle lacrime dei guru, due figure che ricalcano il dio duale possessivo pansessuale del primo episodio.
La donna ha una visione di quello che fu il dio duale gnostico, è il sogno delle gemelle che nuotano in piscina: una è il dio amorevole che si accorge di lei sul fondo e la salva, l’altra è il Demiurgo che la ignora; nel presente, però, dio si nasconde e la piscina è vuota (manca il sacro, l’acqua), il dio malvagio ci si tuffa e ci muore durante un’orgia, l’altro ci si getta per sottrarsi al folle progetto dell’uomo che vuole rimetterlo sullo “lo scranno vuoto” del Regno dei Cieli (lo yacht ormeggiato a largo). Non muore subito, la donna lo droga e gli fa resuscitare il capro espiatorio R.F.M., ottenendo così la prova scientifica dell’esistenza di dio (esulta ballando), ma dio sta morendo per assenza di acqua/sacro e proprio questa sarà la causa dell’incidente che conclude la folle corsa della hybris dell’uomo moderno.
R.F.M. è un feticcio polivalente, è il segno del patto uomo/dio (il Vecchio Testamento), è la prova della ricerca della Verità, infine è la cavia della scienza che si fa religione.
Nell’ultima scena una macchia sporca la sua camicia: è tornato dal regno dei morti, ma non è mondato dal peccato originale perché non è risorto per volontà di dio, ma per volontà dell’uomo ed è condannato a procacciarsi il cibo, solitario e triste in un mondo desacralizzato.
Sono soli alcuni spunti per riflettere su un film molto complesso dove tutto è simbolo e allegoria.
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athos
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mercoledì 12 giugno 2024
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emozioni distaccate
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Un film circolare suddiviso in tre storie. Dialoghi secchi ed emozioni zero, persone che si smarriscono per strade sconosciute circuite da manipolatori. L'universo di Lanthimos è pessimista e sfocia in questo film dalle grandi potenzialità. Piaciuto.
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