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mercoledì 3 gennaio 2024
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bel film che fa pensare
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francog
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martedì 2 gennaio 2024
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il meteorite sull' italietta radicale chic
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La dittatura del paradigma della cultura radicale chic di sinistra. Extracomunitari Omosessualita' Inclusione Il super ricco Il super povero La chiesa. Tutti i cliche' rispettati . Film fatti con lo stampino.
Forza meteorite! Spianali tutti !
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(di giofa)
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lunedì 1 gennaio 2024
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articolo incompleto
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non menzionare chi ha lavorato dietro le quinte nuoce.
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dreamers
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martedì 12 dicembre 2023
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al di là del bene e del male
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Non si può esprimere voto né giudizio su un film con queste proprietà. Tanto più se si tratta di stelle... E' un film molto personale ma ha forma corale. E' un film che danza sulla soglia della fine ma sembra inagurare una nuova stagione. E' un film che a tratti precipita (un vero peccato la scena finale...), eppure è sempre in volo. E' un film sul tempo che distorce lo schermo. E' un film pieno di ricordi, destinato a rimanere nella memoria. Al di là del bene e del male. Complimenti a Paola Casella per l'eccellente scheda critica.
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maramaldo
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lunedì 18 settembre 2023
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aspettando anaconda
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Il tempo è un'illusione (Einstein). Non passa, lo si passa. Ciascuno a modo suo, con le proprie sensazioni. Non tutti si divertono. Per es., a metà del racconto ho cominciato a spazientirmi: come? con quella gente lì, "l'impatto" ritarda? Un'attitudine impietosa che, temo, sia stata l'ispirazione originaria di Liliana Cavani.
Il tempo non migliora il carattere. Umori, livori, la vena sadomaso di chi s'inventò le bretelle sui capezzoli, ci sono tutti ma sbiaditi, diluiti nell'intrattenimento scioccherello che la legge del marketing ha voluto imporre. Solo una musichetta ha indotto un certo afflato di cordialità che si è realizzato in un fanciullesco girotondo.
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Il tempo è un'illusione (Einstein). Non passa, lo si passa. Ciascuno a modo suo, con le proprie sensazioni. Non tutti si divertono. Per es., a metà del racconto ho cominciato a spazientirmi: come? con quella gente lì, "l'impatto" ritarda? Un'attitudine impietosa che, temo, sia stata l'ispirazione originaria di Liliana Cavani.
Il tempo non migliora il carattere. Umori, livori, la vena sadomaso di chi s'inventò le bretelle sui capezzoli, ci sono tutti ma sbiaditi, diluiti nell'intrattenimento scioccherello che la legge del marketing ha voluto imporre. Solo una musichetta ha indotto un certo afflato di cordialità che si è realizzato in un fanciullesco girotondo. Messaggi, ovvero conati di comunicare una qualche idea sono stati contenuti al minimo. L'approccio intellettuale: nobiltà del mito, il sublime del sacrificio di sè, la catarsi della tragedia. Non si è andati lontano con vista sul mare e ingresso libero in spiaggia. L'angoscia metafisica nel dialogo tra carmelitana e laica. La monaca (Angela Molina), dapprima sconsolata in un luogo disadorno e sconsacrato, poi, con occhi di brace vuole convincere che, abolendo i tempi della vita e immergendosi nell'Eterno, la situazione migliora. Esce vittoriosa nel confronto con Giulia (Francesca Inaudi) che pur è vigile e vispa, qualche ormone ribolle, scienziata, il che vuol dire pretesa di voler conoscere causa ed effetto delle cose. Rimarrà preda dei dubbi, sarà mai felice? Si raffigurano così istanti perenni dello spirito quando s'interroga.
Tutto questo rispecchia un pensiero ancora indomito oppure è l'abbandono rassegnato al disprezzo di un'umanità riconosciuta come meschina e irrecuperabile?
Concepii una specie di culto per la spregiudicata Liliana, sicuramente aveva in mente modelli, icone, diciamo pure feticci, non comuni. Me ne ricordai (credo, solitario) quando uscì il film della tedesca Cordulia su Lou von Salomè (2016). Prima di "Al di là del bene e del male" avevo creduto che quella avventuriera del pensiero fosse soltanto uno di quegli infortuni con il gentil sesso che rattristarono il baffuto dissacratore. Mi accorsi, invece, che c'era un'ispirazione che trascendeva la narrazione di personalità interessanti. Quella donna era al di sopra del suo tempo, di ogni tempo, sovrastorica, davvero un "superuomo" in gonnella. Questo la Cavani l'intuì e lo fece intuire. Che le è rimasto adesso, di Lou? Ho l'impressione che non ci spera più.
Esaminiamo il film da un punto di vista scientifico-filosofico, giustamente derivato dall'analoga riflessione che lo ha suggerito. La questione di fondo: perchè mai non dovremmo estinguerci come i dinosauri? siamo migliori? Vorremmo doppiare quel milioncino di anni noi che in qualche decennio abbiamo inferto danni irreparabili ad uno dei pochi posti vivibili della galassia. Il cervello rettiliano affiora sempre più spesso. Tralasciamo altri fenomeni che ci riportano ad una nostra identità fisiologica. Una novantenne ci si può arrovellare su?
Anaconda. Nella parlata ispanica, nell'immaginario amerindio, nome di persona, femminile, senza plurale.
Sono sicuro che l'anziana signora l'ha scelto apposta. A lasciarla fare avrebbe ben saputo dirigere la "serpiente tragadora".
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paolo
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lunedì 11 settembre 2023
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mi dispiace per la cavani ma il film e'' inutile
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ho visto il film due sere fa. Molte le aspettative per un film di una regista che avevo profondamente amato. Ma, purtroppo, ho trovato il film banale ( la trovata dell'asteroide che all'ultimo manca l'impatto è semplicemente ridicolo ), pervaso da un buonismo fasullo ed insopportabile, lontanissimo da quello che è la vera natura umana E poi questi ambienti radical chic hanno veramente stufato. I film vanno ambientati tra la gente vera, che soffre, che fatica, che ama disperandosi, che soffre di gelosie, invidie, che molto spesso è cattiva....questa è la natura umana. Attori bravi vermente sprecati e a disagio nei loro ruoli finti.
P.S. : con la stessa tematica dell'asteroide Don't look up è stato un vero capolavoro.
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ho visto il film due sere fa. Molte le aspettative per un film di una regista che avevo profondamente amato. Ma, purtroppo, ho trovato il film banale ( la trovata dell'asteroide che all'ultimo manca l'impatto è semplicemente ridicolo ), pervaso da un buonismo fasullo ed insopportabile, lontanissimo da quello che è la vera natura umana E poi questi ambienti radical chic hanno veramente stufato. I film vanno ambientati tra la gente vera, che soffre, che fatica, che ama disperandosi, che soffre di gelosie, invidie, che molto spesso è cattiva....questa è la natura umana. Attori bravi vermente sprecati e a disagio nei loro ruoli finti.
P.S. : con la stessa tematica dell'asteroide Don't look up è stato un vero capolavoro. Li' c'e' la realta' e quello che siamo noi specie umana.
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dgmax
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domenica 10 settembre 2023
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cavani al minimo sindacale
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Filmetto stiracchiato senza slanci, con situazioni ripetitive, a volte non concluse (come l'uscita di scena di Viktor), con molto buonismo e tanti luoghi comuni. Lo salva l'ottimo cast di attori, ma temo che nel prossimo anno accademico le iscrizioni ai corsi di laurea in Fisica subiranno un drastico crollo :-) Non vale un biglietto a prezzo intero, ma per fortuna ho goduto del contributo ministeriale...
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(di anna rosa)
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thomas
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venerdì 8 settembre 2023
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il “grande freddo” all’italiana
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Prossima ai novanta anni ed inattiva nel cinema da oltre venti, Lilliana Cavani torna sul grande schermo regalandoci una storia bella e profonda. Tre coppie di amici, insieme a tre single e una colf, si ritrovano in una villa in riva al mare mentre si fanno sempre più concrete le probabilità che un asteroide colpisca nella notte la terra, con effetti nefasti per l’intera umanità. L’incredulità del mattino lascia il posto gradualmente all’accettazione della sera riguardo a ciò che appare sempre più ineluttabile e, mentre scorrono le ore, a prevalere non è la disperata emotività, bensì una quieta consapevolezza di se stessi e delle proprie vite: gli errori commessi, le fragilità nascoste, l’apparenza ingannatrice, l’importanza degli affetti, la considerazione del tempo sperperato diventano oggetto dei loro discorsi e, come se ognuno di loro diventasse sempre più chiaro a se stesso, la sincerità ha il sopravvento su tutto.
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Prossima ai novanta anni ed inattiva nel cinema da oltre venti, Lilliana Cavani torna sul grande schermo regalandoci una storia bella e profonda. Tre coppie di amici, insieme a tre single e una colf, si ritrovano in una villa in riva al mare mentre si fanno sempre più concrete le probabilità che un asteroide colpisca nella notte la terra, con effetti nefasti per l’intera umanità. L’incredulità del mattino lascia il posto gradualmente all’accettazione della sera riguardo a ciò che appare sempre più ineluttabile e, mentre scorrono le ore, a prevalere non è la disperata emotività, bensì una quieta consapevolezza di se stessi e delle proprie vite: gli errori commessi, le fragilità nascoste, l’apparenza ingannatrice, l’importanza degli affetti, la considerazione del tempo sperperato diventano oggetto dei loro discorsi e, come se ognuno di loro diventasse sempre più chiaro a se stesso, la sincerità ha il sopravvento su tutto. Nelle parole che si scambiano e che diventano il vero valore di questa storia, si mischiano richiami all’eroismo dei personaggi delle tragedie classiche greche (“Alcesti” di Euripide, su cui si innestano riflessioni davvero profonde) e teorie della fisica quantistica (la concezione del tempo che si dilata e dello spazio che si curva), riflessioni sull’esistenza di Dio (bellissimo il dialogo tra Francesca Inaudi e Angela Molina) e tesi sul presunto primato della finanza rispetto a tutto il resto (ma la reazione finale del magnate della finanza è chiarificatrice), rimpianti su ciò a cui si è rinunciato nel corso della vita e rimorsi per gli errori commessi. Soprattutto un concetto viene spesso ribadito: il tempo noi lo percepiamo in maniera relativa e, quanto più è intenso uno stato d'animo, tanto più il tempo è capace di dilatarsi o di ridursi nella nostra mente. E' proprio così, non si dice forse che "la felicità è un attimo?". La storia è dunque scandita da un ritmo sereno, quasi calmo, sono assenti i momenti adrenalinici di “Don’t Look Up”, che pure trattava della caduta imminente di un asteroide sulla terra, ma questo è un bene perché la profondità delle riflessioni rifugge dall’ansia o dall’emotività impulsiva. E qui è un altro punto di forza del film: oramai abituati ai ritmi concitati dei film d’oltreoceano, rischiamo di perdere la capacità della ferma riflessione, che dà significato alle cose che ci circondano ed aumenta la nostra attitudine all’arricchimento interiore. Il valore dell’opera di Liliana Cavani è anche nella sua capacità di rappresentare la differenza che c’è tra l’apparenza delle vite e ciò che invece spesso si cela dietro esse, avendo cura di spiegare che, spesso, quest’apparenza la si vive persino all’interno della coppia, nella quale capita che non si conoscano affatto stati d’animo o situazioni importanti dell’altra persona o, cosa ancora più grave, che si giri la testa altrove preferendo ignorarli. Gli attori sono tutti eccellenti, ognuno ha una luce negli occhi che ben si combina con l’attesa e la speranza, ma Francesca Inaudi riesce a dare sfumature eccezionali ad una donna che, pur nella relativa marginalità del suo personaggio, vive in maniera matura dubbi e consapevolezze. Come nel famoso “Grande freddo” di Lawrence Kasdan, al mattino gli amici troveranno cambiate per sempre le proprie vite: nuovi amori rinasceranno, nuove famiglie composite si formeranno e nuova linfa consoliderà convivenze prossime all’avvizzimento, il tutto mentre essi guardano sulla riva del mare le onde che li lambiscono.
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(di goldy)
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mercoledì 6 settembre 2023
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sensibilità per capire
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Chiara e sensibile al tema la recensione. La farò leggere a tutti quelli che erano con me la sera della prima e che hanno criticato il film per la sua banalità e lentezza. Lentezza che per me equivale a riflessione su se stessi e banalità che in realtà è il senso di impotenza verso ciò che ci circonda, umano o trascendentale che sia.
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athos
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lunedì 4 settembre 2023
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la paura
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Io lo avrei intitolato La paura. E' la paura a smuovere questo gruppo di agiati a recuperare i rapporti nelle rispettive coppie, è la paura che fa confessare piccoli segreti del passato, è la paura che li fa sospirare per il pericolo scampato, è la paura che prende anche il granchio blu che agita le chele e scappa via a perdifiato appena viene liberato. Non hanno paura i due ragazzini, privi delle sovratrutture sociali dei grandi. Film che è sembrato lunghissimo, forse sta lì l'ordine del tempo. Discrete le prove degli attori pur recitando parecchie battute banali.
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