francesca meneghetti
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sabato 30 dicembre 2023
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darkness on the edge of town
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La vicenda narrata in” Foglie al vento” di Aki Kaurismäki è ambientata in Finlandia e nel presente, dato che sono numerosi i riferimenti alla guerra in Ucraina, che giungono via radio. Secondo le rappresentazioni più comuni, la Finlandia è uno degli Stati più ricchi del mondo che gode della più alta qualità della vita, vantando un sistema educativo all’avanguardia e una vocazione alla pace. Il Paese ideale in cui vivere. Ma in questo film vediamo l’erba dalla parte delle radici: il regista illumina il retrobottega: ossia quei bassifondi - in fondo sempre uguali - che permettono il formarsi della ricchezza, popolati da proletari e sotto proletari scarsamente tutelati, fragili, costretti quasi alla fame.
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La vicenda narrata in” Foglie al vento” di Aki Kaurismäki è ambientata in Finlandia e nel presente, dato che sono numerosi i riferimenti alla guerra in Ucraina, che giungono via radio. Secondo le rappresentazioni più comuni, la Finlandia è uno degli Stati più ricchi del mondo che gode della più alta qualità della vita, vantando un sistema educativo all’avanguardia e una vocazione alla pace. Il Paese ideale in cui vivere. Ma in questo film vediamo l’erba dalla parte delle radici: il regista illumina il retrobottega: ossia quei bassifondi - in fondo sempre uguali - che permettono il formarsi della ricchezza, popolati da proletari e sotto proletari scarsamente tutelati, fragili, costretti quasi alla fame. Mentre la città ricca e tecnologica viene evocata in rapidissime sequenze, ciò che viene fotografato ed evidenziato è il mondo dei margini: grigio, brutto, degradato. Darkness on the Edge of Town, per dirla con Springsteen. Sono officine meccaniche, cantieri, supermercati asettici, baracche, casupole popolari, pub di infimo livello. A questo mondo appartengono i due protagonisti: Ansa (Alma Pöysti) e Holappa (Jussi Vatanen), non più giovanissimi ed entrambi soli. La prima lavora in un supermercato, ma è licenziata in tronco perché ha infilato in borsa un prodotto alimentare scaduto che doveva essere buttato. Non avrà fortuna come lavapiatti, ma non per sua colpa, e dovrà diventare operaia e cimentarsi con mansioni di fatica. Il secondo è metalmeccanico, e viene a sua volta licenziato dopo un incidente sul lavoro e un alcol test che lo rivela per quello che è: un disperato dedito al bere. Il caso vuole che si incontrino una sera in un locale dove si fa karaoke. Non accade nulla, se non uno scambio timido di sguardi e il passaggio di un numero di telefono, che, sempre per caso, finisce per uscire dalla tasca ed essere portato via dal vento. Seguiranno, sempre sul filo della casualità, altri momenti di ricerca, di dubbi, di incontri, accompagnati da pochissimi dialoghi (ma i popoli del nord, si sa, non sono molto ciarlieri). È invece molto loquace la colonna sonora, che va ad inanellare canzoni su canzoni che parlano di depressione, solitudine, tristezza, ma anche di un disperato bisogno di amore. E in effetti sono proprio le persone umiliate dalla vita a trovare la forza di un riscatto, che passa attraverso la solidarietà con le compagne/i compagni di sventura e l’amore. Un filo di speranza si affaccia verso la fine, che richiama l’ultima scena di Tempi moderni, con richiamo esplicito a Chaplin (il nome di un cane abbandonato e adottato da Ansa). Come già in “Un miracolo a Le Havre”, Aki Kaurismäki, ha scelto deliberatamente l’anacronismo: ai margini delle città moderne si ascolta la radio su apparecchi degli anni ’50, si usano cellulari di prima generazione, non si vede la tecnologia, a meno che non si voglia considerare tale il Karaoke: insomma non è cambiato molto rispetto al passato. Di conseguenza, lo sguardo sulla presunta civiltà finlandese, vista con l’ottica della marginalità, non è certamente assolutorio. Il film, che nelle tematiche e nell’inquadratura di un manifesto di Rocco e i suoi fratelli occhieggia al neorealismo, emoziona e coinvolge. Merita di essere visto.
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[+] bellissima recensione
(di fortepiano)
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enzo70
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domenica 14 gennaio 2024
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da vedere assolutamente
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Ennesimo capolavoro di Aki Kaurismaki che ripropone il tema della difficoltà di vivere con grande sensibilità. La cassiera di un supermercato ed un operaio sono i protagonisti perfetti per mettere in scena il tema della solitudine e della povertà. E così nella notte di Helsinki si incrociano due vite che si incontrano, si perdono, per poi ritrovarsi in una giostra di emozioni. Che i due protagonisti mantengono sempre sottotono, dando un senso alla dignità della povertà, del lavoro sottopagato, dell’umanità vera che si trova nella sostanza delle vite. Di tutti, anche degli ultimi, di quelli che trovano un ristoro alle loro solitudini in un karaoke dove Kaurismaki inserisce una colonna sonora perfetta, in cui il controaltare della tristezza è la speranza.
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Ennesimo capolavoro di Aki Kaurismaki che ripropone il tema della difficoltà di vivere con grande sensibilità. La cassiera di un supermercato ed un operaio sono i protagonisti perfetti per mettere in scena il tema della solitudine e della povertà. E così nella notte di Helsinki si incrociano due vite che si incontrano, si perdono, per poi ritrovarsi in una giostra di emozioni. Che i due protagonisti mantengono sempre sottotono, dando un senso alla dignità della povertà, del lavoro sottopagato, dell’umanità vera che si trova nella sostanza delle vite. Di tutti, anche degli ultimi, di quelli che trovano un ristoro alle loro solitudini in un karaoke dove Kaurismaki inserisce una colonna sonora perfetta, in cui il controaltare della tristezza è la speranza. E proprio la possibilità di vedere un futuro, anche quando già il domani sembra impossibile diventa l’apertura di questo bellissimo film, pieno di citazione cinematografiche e la cui chiusura, ispirata a tempi moderni, da sola vale la pena di correre al cinema a vedere questo bellissimo film.
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mahleriano
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domenica 24 dicembre 2023
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film intenso
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Questo regista ha da sempre il dono di far parlare il silenzio e, quasi a sottolineare l'inutilità della parola, i pochi dialoghi presenti sono spesso simili a quelli di bambini, teneri e surreali insieme, oltre che avvolti da un sottile senso dell'umorismo. In compenso, quanto invece parlano le espressioni intense, soprattutto della protagonista, che affronta il duro presente con la forza che le deriva da un duro passato... Sfruttamento, alcolismo e dolore da una parte, bisogno di amore delicato dall'altra. Un amore che mantiene ancora il magico sapore dell'adolescenza, forse perché negato nel passato, e affrontato con la timidezza e i turbamenti di chi ancora non rinuncia a sognare e non si arrende alle storture o agli orrori della realtà.
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Questo regista ha da sempre il dono di far parlare il silenzio e, quasi a sottolineare l'inutilità della parola, i pochi dialoghi presenti sono spesso simili a quelli di bambini, teneri e surreali insieme, oltre che avvolti da un sottile senso dell'umorismo. In compenso, quanto invece parlano le espressioni intense, soprattutto della protagonista, che affronta il duro presente con la forza che le deriva da un duro passato... Sfruttamento, alcolismo e dolore da una parte, bisogno di amore delicato dall'altra. Un amore che mantiene ancora il magico sapore dell'adolescenza, forse perché negato nel passato, e affrontato con la timidezza e i turbamenti di chi ancora non rinuncia a sognare e non si arrende alle storture o agli orrori della realtà. Orrori ben evidenziati dai continui bollettini radio sulla contemporanea guerra russo-ucraina, che non credo sia un caso sia sempre solo la protagonista ad ascoltare: quasi un riflesso di un dolore ben diverso, ma pur sempre profondo, che non può non risuonare in lei.
Non è invece dato sapere perché l'uomo di cui si è innamorata sia un alcolista, perché nulla trapela del suo passato. E ciononostante Kaurismäki ne fa una figura altrettanto tenera e capace di reazione pur di non perdere ciò che intuisce essere anche da parte sua un amore vero.
I personaggi di questo regista vivono quasi sempre ai margini della società, spesso prossimi a una miseria dura che affrontano con ogni tipo di lavoro e in dignitosa solitudine, ma senza mai perdere una speranza di fondo: quella di un sentimento.
Sentimento che può vacillare e anche cadere, e mirabili sono alcuni momenti del film accompagnati da uno dei passi più toccanti, lirici e insieme cupi della sesta di Čajkovskij, ma che non smette mai di rinascere. Kaurismäki è grande perché riesce a cogliere l'essenza umana ironizzandoci sopra e amandola alla follia. Film intenso, come lo fu L'uomo senza passato e molti altri dei suoi.
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massimo aquila
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domenica 7 gennaio 2024
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una visione poco augurale del presente/futuro
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In un quartiere di Helsinki si dipanano le esistenze extracorporee di persone dalle vite sospese, in un continuo transfert metafisico tra la minaccia bellica imminente e una condizione lavorativa al di sotto di ogni legislazione da welfare state, come ci si dovrebbe aspettare in una nazione scandinava. Immagino che Kaurismaki riprenda la sua magistrale bacchetta da regista, per denunziare una condizione politica attualissima, dopo il recente avvicendamento politico verso una estrema destra rappresentata nel film da figure di "kapò" ossessionanti, che non danno tregua a commesse di supermercato ed operai in fabbrica, costringendoli ad umiliazioni pubbliche e licenziamenti in tronco. Senza prospettive di vita o di famiglia, uniformati, quasi indistinguibili nel genere, privi di ambizione se non diretta a sbronzarsi di vodka e birra, tanto da rischiare di morire congelati su una panchina, privi di sensi, oppure rapinati senza neppure accorgersene: un calendario futuribile del 2024 appare nel California Pub, dove locandine e canzoni degli anni Cinquanta vengono riproposte in finlandese in un grottesco karaoke in bilico tra Vecchio e Nuovo secolo.
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In un quartiere di Helsinki si dipanano le esistenze extracorporee di persone dalle vite sospese, in un continuo transfert metafisico tra la minaccia bellica imminente e una condizione lavorativa al di sotto di ogni legislazione da welfare state, come ci si dovrebbe aspettare in una nazione scandinava. Immagino che Kaurismaki riprenda la sua magistrale bacchetta da regista, per denunziare una condizione politica attualissima, dopo il recente avvicendamento politico verso una estrema destra rappresentata nel film da figure di "kapò" ossessionanti, che non danno tregua a commesse di supermercato ed operai in fabbrica, costringendoli ad umiliazioni pubbliche e licenziamenti in tronco. Senza prospettive di vita o di famiglia, uniformati, quasi indistinguibili nel genere, privi di ambizione se non diretta a sbronzarsi di vodka e birra, tanto da rischiare di morire congelati su una panchina, privi di sensi, oppure rapinati senza neppure accorgersene: un calendario futuribile del 2024 appare nel California Pub, dove locandine e canzoni degli anni Cinquanta vengono riproposte in finlandese in un grottesco karaoke in bilico tra Vecchio e Nuovo secolo. I protagonisti lievitano tra condizione umana e sentimento: le loro anime sono già unite ben prima di un bacio sulla fronte che è quanto basta per risvegliarsi da un coma e ritrovarsi insieme, sulla stessa strada. Trasparenti quanto basta per sapere che una strada esista.... Ancora
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ludovico morandi
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martedì 9 gennaio 2024
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un quadro dimenticato che si ricorda di esistere
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Fallen leaves è l'ultima opera del regista Finlandese Aki Kaurismäki, che narra le vicende dell'incontro tra Ada, cassiera di un super mercato e Hoppa, operaio meccanico. Due persone sole che si riavvicineranno alla vita in un incontro fatto di tanti silenzi e poche parole.
Il film è ambientato Ad Helnsinki in Finlandia, e il regista sceglie di mettere in luce la vita nei bassifondi, una realtà coperta dall'ombra dell'apparente paese ideale in cui vivere, essendo uno dei più ricchi del mondo. La sottolineatura di differenze tra classi sociali viene esaltata dai saltuari riferimenti all'attuale guerra in ucraina, e vuole portare a domandarci perchè ci sottonoponiamo a certi stili e decisioni di vita, per uno stato che non si cura minimamente della nostra integrità, se non nell'apparenza.
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Fallen leaves è l'ultima opera del regista Finlandese Aki Kaurismäki, che narra le vicende dell'incontro tra Ada, cassiera di un super mercato e Hoppa, operaio meccanico. Due persone sole che si riavvicineranno alla vita in un incontro fatto di tanti silenzi e poche parole.
Il film è ambientato Ad Helnsinki in Finlandia, e il regista sceglie di mettere in luce la vita nei bassifondi, una realtà coperta dall'ombra dell'apparente paese ideale in cui vivere, essendo uno dei più ricchi del mondo. La sottolineatura di differenze tra classi sociali viene esaltata dai saltuari riferimenti all'attuale guerra in ucraina, e vuole portare a domandarci perchè ci sottonoponiamo a certi stili e decisioni di vita, per uno stato che non si cura minimamente della nostra integrità, se non nell'apparenza.
Il regista vuole mostrarci come molte persone sono sole e vivono una vita vuota, mancante di stimoli, e lo fà attraverso incquadrature fisse con personaggi altrettanti immobili, dove ognuna di esse sembra un quadro realista che ci mette faccia a faccia con la monotonia delle giornate, quando dedicate solo a un lavoro per sopravvivere, in assenza di una passione che possa realmente riaccenderci l'anima. Lo fa con poche parole e tanti silenzi, riempiti da un splendida interpretazione degli attori protagonisti, che con il loro sguardi vitrei riescono a rendersi trasparenti e parte integrante di questo quadro dimenticato. Un quadro però abbellito da una scenografia messa in scena splendidamente, dove ogni colore non torna mai a casa seguendo una strada casuale, ma sa bene dove sta andando e quanto vuole mettersi in mostra. A volte potrebbe sembrare fin troppo marcato, svelando l'artificio allo spettatore, ma è chiaro come nelle intenzioni del regista ci sia quello di mostrarci il suo punto di vista, puntando su una rappresentazione compositiva dichiarata, non secondaria alla narrazione. Non mancheranno infatti momenti messi in scena con un'aspetto onirico, ci troveremo nel sonno di persone in balia di un sogno, che non riesce a svegliarsi dalla realtà e che porta una forte componente di straniamento. La fotografia colora questo quadro con colori morbidi che si adagiano in risalto su qualsiasi superficie essi tocchino, dando all'atmosfera un'aspetto intimo e familiare e andando in contrasto con la realtà chiusa ed egoistica della realtà. La colonna sonora è poco presente, ma la musica non manca rendendosi protagonista diegeticamente recitando anch'essa la sua parte, dove l'interpretazione di una canzone dei Maustetytöt, vi farà, come il resto del film, sentire come foglie al vento.
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ludovico morandi
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martedì 9 gennaio 2024
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un quadro dimenticato che si ricorda di esistere
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Fallen leaves è l'ultima opera del regista Finlandese Aki Kaurismäki, che narra le vicende dell'incontro tra Ada, cassiera di un super mercato e Hoppa, operaio meccanico. Due persone sole che si riavvicineranno alla vita in un incontro fatto di tanti silenzi e poche parole.
Il film è ambientato Ad Helnsinki in Finlandia, e il regista sceglie di mettere in luce la vita nei bassifondi, una realtà coperta dall'ombra dell'apparente paese ideale in cui vivere, essendo uno dei più ricchi del mondo. La sottolineatura di differenze tra classi sociali viene esaltata dai saltuari riferimenti all'attuale guerra in ucraina, e vuole portarci a domandarci perchè ci sottonoponiamo a certi stili e decisioni di vita, per uno stato che non si cura minimamente della nostra integrità, se non nell'apparenza.
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Fallen leaves è l'ultima opera del regista Finlandese Aki Kaurismäki, che narra le vicende dell'incontro tra Ada, cassiera di un super mercato e Hoppa, operaio meccanico. Due persone sole che si riavvicineranno alla vita in un incontro fatto di tanti silenzi e poche parole.
Il film è ambientato Ad Helnsinki in Finlandia, e il regista sceglie di mettere in luce la vita nei bassifondi, una realtà coperta dall'ombra dell'apparente paese ideale in cui vivere, essendo uno dei più ricchi del mondo. La sottolineatura di differenze tra classi sociali viene esaltata dai saltuari riferimenti all'attuale guerra in ucraina, e vuole portarci a domandarci perchè ci sottonoponiamo a certi stili e decisioni di vita, per uno stato che non si cura minimamente della nostra integrità, se non nell'apparenza.
Il regista vuole mostrarci come molte persone sono sole e vivono una vita vuota, mancante di stimoli, e lo fà attraverso incquadrature fisse con personaggi altrettanti immobili, dove ognuna di esse sembra un quadro realista che ci mette faccia a faccia con la monotonia delle giornate, quando dedicate solo a un lavoro per sopravvivere, in assenza di una passione che possa realmente riaccenderci l'anima. Lo fa con poche parole e tanti silenzi, riempiti da un splendida interpretazione degli attori protagonisti, che con il loro sguardi vitrei riescono a rendersi trasparenti e parte integrante di questo quadro dimenticato. Un quadro però abbellito da una scenografia messa in scena splendidamente, dove ogni colore non torna mai a casa seguendo una strada casuale, ma sa bene dove sta andando e quanto vuole mettersi in mostra. A volte potrebbe sembrare fin troppo marcato, svelando l'artificio allo spettatore, ma è chiaro come nelle intenzioni del regista ci sia quello di mostrarci il suo punto di vista, puntando su una rappresentazione compositiva dichiarata, non secondaria alla narrazione. Non mancheranno infatti momenti messi in scena con un'aspetto onirico, ci troveremo nel sonno di persone in balia di un sogno, che non riesce a svegliarsi dalla realtà e che porta una forte componente di straniamento. La fotografia colora questo quadro con colori morbidi che si adagiano in risalto su qualsiasi superficie essi tocchino, dando all'atmosfera un'aspetto intimo e familiare e andando in contrasto con la realtà chiusa ed egoistica della realtà. La colonna sonora è poco presente, ma la musica non manca rendendosi protagonista diegeticamente recitando anch'essa la sua parte, dove l'interpretazione di una canzone dei Maustetytöt, vi farà, come il resto del film, sentire come foglie al vento.
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nino pellino
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domenica 28 gennaio 2024
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nascita di un amore finlandese di due solitudini
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Film del regista Aki Kaurismaki diretto con garbo, delicatezza e molta dolcezza. Siamo a Heksinki, capitale della Finlandia e dalle notizie che spesso giungono dalla radio che descrivono alcuni momenti violenti dell'attacco russo in terra ucraina, possiamo capire chiaramente che il periodo storico in cui si avvicenda la trama è proprio quello attuale. Sullo sfondo di una terra ricca, caratterizzata da un ottimo livello di sviluppo tecnologico, il regista ci descrive l'incontro casuale di due solitudini, quella di Ansa, impiegata in un supermercato e quella del non più giovane Holappa, operaio presso un'officina meccanica. Tra problematiche legate ai diversi licenziamenti dei due protagonisti, spesso causati da motivi futili e le diverse traversie che rischiano di ostacolare la nascita di un amore genuino e puro, questa pellicola ci trasporta in una realtà fatta di persone che vivono quasi ai margini della società che conta, ma caratterizzata da sentimenti di onestà e di condivisione.
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Film del regista Aki Kaurismaki diretto con garbo, delicatezza e molta dolcezza. Siamo a Heksinki, capitale della Finlandia e dalle notizie che spesso giungono dalla radio che descrivono alcuni momenti violenti dell'attacco russo in terra ucraina, possiamo capire chiaramente che il periodo storico in cui si avvicenda la trama è proprio quello attuale. Sullo sfondo di una terra ricca, caratterizzata da un ottimo livello di sviluppo tecnologico, il regista ci descrive l'incontro casuale di due solitudini, quella di Ansa, impiegata in un supermercato e quella del non più giovane Holappa, operaio presso un'officina meccanica. Tra problematiche legate ai diversi licenziamenti dei due protagonisti, spesso causati da motivi futili e le diverse traversie che rischiano di ostacolare la nascita di un amore genuino e puro, questa pellicola ci trasporta in una realtà fatta di persone che vivono quasi ai margini della società che conta, ma caratterizzata da sentimenti di onestà e di condivisione. Magari non è una pellicola che attrae vaste platee di pubblico, ma sicuramente convince e conquista per la spontaneità del racconto e per un amore che, piano piano, sa rinsaldarsi ed essere forte nonostante qualche sventura del destino
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cinzia
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giovedì 22 febbraio 2024
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come il vento con le foglie
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Lei è una cassiera che perde il lavoro perché sorpresa a rubare una merendina (scaduta)
e si arrabatta con qualsiasi altro lavoro, anche pesante come operaia in un cantiere; ha la
fortuna di avere ereditato un minuscolo appartamentino con un tavolo, due sedie, un
divano letto e una radio. Ed è tanto sola.
Lui fa l’operaio che perde il lavoro perché si presenta in cantiere già mediamente sbronzo
e, a differenza di lei, non ha nemmeno una stanza tutta sua in quanto dorme in un
container attrezzato con brandine e un lavandino, assieme ai colleghi di lavoro. Ed è tanto
solo.
Si incontrano in un bar che offre ai clienti anche il karaoke del fine settimana oltre alla birra
e i loro sguardi si incrociano, per caso.
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Lei è una cassiera che perde il lavoro perché sorpresa a rubare una merendina (scaduta)
e si arrabatta con qualsiasi altro lavoro, anche pesante come operaia in un cantiere; ha la
fortuna di avere ereditato un minuscolo appartamentino con un tavolo, due sedie, un
divano letto e una radio. Ed è tanto sola.
Lui fa l’operaio che perde il lavoro perché si presenta in cantiere già mediamente sbronzo
e, a differenza di lei, non ha nemmeno una stanza tutta sua in quanto dorme in un
container attrezzato con brandine e un lavandino, assieme ai colleghi di lavoro. Ed è tanto
solo.
Si incontrano in un bar che offre ai clienti anche il karaoke del fine settimana oltre alla birra
e i loro sguardi si incrociano, per caso. Si piacciono da subito, sembrano fatti l’uno per
l’altra: semplici, dolci, un po’ diffidenti, sembra l’inizio di una grande storia d’amore ma si
perdono di vista quasi immediatamente. Il caso li ha fatti incontrare, il caso e una folata di
vento li disperde come foglie secche per la città triste e fredda. Ci si sfiora e non ci si
vede, ci si cerca e non si ci trova ma il caso interverrà ancora una volta a sbaragliare tutte
le carte, anzi tutte le foglie, e occorre essere veloci e pronti per non lasciarsi sfuggire la
seconda occasione che il destino ci offre, ma sembra di capire che potrebbe esserci anche
una terza o quarta occasione perché se due si piacciono, tutto l'universo si muove per cercare di farli incontrare.
Un film che è una poesia, ogni immagine è un verso, ogni fotogramma è raffinato, ogni
battuta è velata di una leggera ironia, ogni sorriso scopre l’anima un pochino ammaccata
dei due protagonisti. Il contrasto tra la solidarietà e la pietas tra i colleghi e i pochissimi
amici, si scontra con la durezza del mondo del lavoro (competitivo, mal pagato, privo di
soddisfazioni), della società che non offre nulla se non alcool nei bar per annegare le sere
e le notti di solitudine dopo il lavoro; il regista Kaurismaki descrive una società triste e
desolata, un mondo arido che entra nella casetta della protagonista attraverso le notizie
della radio che descrivono la mostruosità della guerra in Ucraina. Ma la speranza è questo
primo amore, tra due persone che non si aspettavano più nulla dalla vita e che vivevano
alla giornata e che dopo essersi incontrati ritrovano sprazzi di pura gioia nelle piccole cose
(un film al cinema, dei fiori sul tavolo per la prima cena a due, una passeggiata, un
cagnolino abbandonato da adottare).
Un film assolutamente da vedere perché è fresco e delicato con dialoghi frizzanti e
divertenti con una vena di autoironia.
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[+] standing ovation!
(di pacana'')
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maugam
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domenica 24 dicembre 2023
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disagio e precarieta'' degli schiavi.
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Disagio e precarieta’ con un incontro che dà speranza, illusoria, nel futuro.
Eccelso il regista che, come alcuni dei grandi pittori del Medioevo e Rinascimento usano la loro enorme bravura, per messaggi politici che nemmeno chi commissiona le loro opere riesce a capire.
Il titolo italiano, secondo me, stravolge il significato di questo film.
“Foglie al vento” porta a concludere che la vita e’ un combattimento e una resistenza alle difficolta’ che con fiducia vengono superate.
“Foglie morte” ( traduzione letterale del titolo finlandese) porta ad una “Battaglia contro i mulini a vento”.
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Disagio e precarieta’ con un incontro che dà speranza, illusoria, nel futuro.
Eccelso il regista che, come alcuni dei grandi pittori del Medioevo e Rinascimento usano la loro enorme bravura, per messaggi politici che nemmeno chi commissiona le loro opere riesce a capire.
Il titolo italiano, secondo me, stravolge il significato di questo film.
“Foglie al vento” porta a concludere che la vita e’ un combattimento e una resistenza alle difficolta’ che con fiducia vengono superate.
“Foglie morte” ( traduzione letterale del titolo finlandese) porta ad una “Battaglia contro i mulini a vento”.
Questo film, anzi, per meglio dire, questo regista, infatti, ci ricorda, senza possibilita’ di scampo, in che mondo viviamo, rammentandoci che non siamo altro che foglie che servono all’albero (la societa’) solo sino a quando non muoiono. Esistiamo e viviamo, insomma, solo per essere sfruttati (schiavi).
Ma chi lo puo’ capire ? non certo i produttori o la casa cinematografica.
Bravo Aki Kaurismäki, uno degli ultimi baluardi del proletariato.
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max aquila
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lunedì 8 gennaio 2024
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tempi drammaticamente moderni
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In un quartiere di Helsinki si dipanano le esistenze extracorporee di persone dalle vite sospese, in un continuo transfert metafisico tra la minaccia bellica imminente e una condizione lavorativa al di sotto di ogni legislazione da welfare state, come ci si dovrebbe aspettare in una nazione scandinava.
Immagino che Kaurismaki riprenda la sua magistrale bacchetta da regista, per denunziare una condizione politica attualissima, dopo il recente avvicendamento politico verso una estrema destra rappresentata nel film da figure di "kapò" ossessionanti, che non danno tregua a commesse di supermercato ed operai in fabbrica, costringendoli ad umiliazioni pubbliche e licenziamenti in tronco.
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In un quartiere di Helsinki si dipanano le esistenze extracorporee di persone dalle vite sospese, in un continuo transfert metafisico tra la minaccia bellica imminente e una condizione lavorativa al di sotto di ogni legislazione da welfare state, come ci si dovrebbe aspettare in una nazione scandinava.
Immagino che Kaurismaki riprenda la sua magistrale bacchetta da regista, per denunziare una condizione politica attualissima, dopo il recente avvicendamento politico verso una estrema destra rappresentata nel film da figure di "kapò" ossessionanti, che non danno tregua a commesse di supermercato ed operai in fabbrica, costringendoli ad umiliazioni pubbliche e licenziamenti in tronco.
Senza prospettive di vita o di famiglia, uniformati, quasi indistinguibili nel genere, privi di ambizione se non diretta a sbronzarsi di vodka e birra, tanto da rischiare di morire congelati su una panchina, privi di sensi, oppure rapinati senza neppure accorgersene: un calendario futuribile del 2024 appare nel California Pub, dove locandine e canzoni degli anni Cinquanta vengono riproposte in finlandese in un grottesco karaoke in bilico tra Vecchio e Nuovo secolo.
I protagonisti lievitano tra condizione umana e sentimento: le loro anime sono già unite ben prima di un bacio sulla fronte che è quanto basta per risvegliarsi da un coma e ritrovarsi insieme, sulla stessa strada.
Trasparenti quanto basta per sapere che una strada esista.... Ancora.
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