angelo umana
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martedì 20 febbraio 2024
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il fascino indiscreto del cinema
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E finalmente l'alba arrivò, quando il mattino rischiarò le cose e i pensieri della ventenne Mimosa, fece sparire le brutture della notte. S'incammina verso casa dopo una notte fuori, una cosa mai accaduta a questa ragazzina pudica e ligia alla disciplina di “mammà”, alle convenzioni di una famiglia popolare. Ricorda per l'ambientazione temporale l'altro film recente, C'è ancora domani. Di fatto però il racconto di Costanzo “avviene” nel 1953, quando si trova il corpo di Wilma Montesi, 21enne, sulla spiaggia di Capocotta nominata in questo film (delitto o morte irrisolta e dalle cause mai acclarate, che interessò lungamente la stampa, la politica e personaggi equivoci): vien da pensare che il regista abbia voluto inserire il caso a mò di monito per la nostra protagonista Mimosa, il pericolo al frequentare ambienti sconosciuti e mai percorsi.
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E finalmente l'alba arrivò, quando il mattino rischiarò le cose e i pensieri della ventenne Mimosa, fece sparire le brutture della notte. S'incammina verso casa dopo una notte fuori, una cosa mai accaduta a questa ragazzina pudica e ligia alla disciplina di “mammà”, alle convenzioni di una famiglia popolare. Ricorda per l'ambientazione temporale l'altro film recente, C'è ancora domani. Di fatto però il racconto di Costanzo “avviene” nel 1953, quando si trova il corpo di Wilma Montesi, 21enne, sulla spiaggia di Capocotta nominata in questo film (delitto o morte irrisolta e dalle cause mai acclarate, che interessò lungamente la stampa, la politica e personaggi equivoci): vien da pensare che il regista abbia voluto inserire il caso a mò di monito per la nostra protagonista Mimosa, il pericolo al frequentare ambienti sconosciuti e mai percorsi.
La accompagna nel chiarore dell'alba una tigre maestosa e mansueta, fuggita dalla gabbia dove ruggiva come comparsa in un film. Sono finiti i clamori del film storico che ha ricreato l'Egitto a Cinecittà: l'accostamento di queste due creature a quel mondo fà pensare a delle vite semplici, naturali, che contrastano con le finzioni e il fragore del mondo degli attori o della gente “in”. (Altro accostamento: La grande bellezza). Fuori dal popolo di un set cinematografico, lontani dalle brutture che possono esserci dietro alla pellicola di un film, da quelle persone che lo popolano, non tutte specchiate ma volte a propri traffici e interessi privati: i produttori che ci mettono i soldi, i notabili - politici? quelli che fanno avere finanziamenti all'opera? - in cerca di nottate dove cogliere qualche trofeo femminile, la cocaina che forse “tiene sù” le notti di quel mondo, le rivalità e gelosie tra gli attori, le “primedonne”, le bizze e i capricci di costoro. Altro accostamento: la chiusura del film La dolce vita, dove la giovanissima Valeria Ciangottini, barista che in un'altra alba e in riva alla spiaggia chiama Mastroianni, il quale non sente e si allontana con il resto della troupe.
Si è trovata senza la sua volontà come comparsa nel film, voluta dalla protagonista Josephine, americana che funge da faraona nella recita e che la nota casualmente. Forse l'ha voluta perché attratta dal viso pulito di una ragazza comune. Mimosa stava cercando sua sorella in realtà, scelta insieme ad altre comparse per la sua avvenenza, da un finto-agente che in realtà l'ha vista e la corteggia all'uscita da un cinema, dopo un film in bianco e nero sulla fine della guerra a Roma, un po' triste, come la loro mamma dice: “Nun ce fosse bastata a guera!”. Ma è Mimosa la sincera amante del cinema, ne coglie le emozioni e i sogni che offre. Si trova suo malgrado nella troupe del film egizio, accolta e poi respinta. Una persona semplice in un mondo artificiale.
Mai banali i film di Saverio Costanzo, cito quelli visti: In memoria di me, Private e questo, dedicato a suo padre. Urge vederne altri suoi anche più noti.
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gb show
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domenica 6 ottobre 2024
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la dolcezza (profonda) di mimosa vs. il fascino (superficiale) del cinema
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Siamo negli anni 50. Il cinema patinato di Cinecittà che tanto appassiona Mimosa, per una casualità, diventa per una notte il suo "set". Da ragazza di umile estrazione, affronta questa esperienza con il suo dolcissimo sorriso e la fanciullesca meraviglia di chi vedeva questo mondo magico, molto lontano dal suo. L'essenza e la bellezza di questo film sta nel "viaggio" che percorre Mimosa, in una sola nottata, in questo territorio affascinante (anche se alla fine risulterà meno incantato del previsto). La ragazza si addentra con grande ammirazione nei meandri di questo variegato ambiente, dove incontrerà una galleria di personaggi e figure di ogni genere, in prevalenza negative.
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Siamo negli anni 50. Il cinema patinato di Cinecittà che tanto appassiona Mimosa, per una casualità, diventa per una notte il suo "set". Da ragazza di umile estrazione, affronta questa esperienza con il suo dolcissimo sorriso e la fanciullesca meraviglia di chi vedeva questo mondo magico, molto lontano dal suo. L'essenza e la bellezza di questo film sta nel "viaggio" che percorre Mimosa, in una sola nottata, in questo territorio affascinante (anche se alla fine risulterà meno incantato del previsto). La ragazza si addentra con grande ammirazione nei meandri di questo variegato ambiente, dove incontrerà una galleria di personaggi e figure di ogni genere, in prevalenza negative. Talentuose, ma smisuratamemte egocentriche; inette e incapaci, ma bramose di visibilità e successo; ciniche e opportuniste; grette, squallide e meschine. Un paio di persone fanno eccezione, dimostrando simpatia verso questa ragazza dolce e ingenua, anche se meno sprovveduta di quanto potesse sembrare inizialmente, visto che non si farà irretire dal contesto. Saverio Costanzo, ci insegna che il vero fascino sta nel lasciare sul piedistallo i nostri miti per ammirarli dalla giusta distanza, per evitare che questo mondo patinato faccia cadere il suo velo di incanto. Mimosa, interpretata da Rebecca Antonaci con naturalezza e credibilità, non a caso, più volte chiede di essere riaccompagnata a casa, perché in poche ore ha rivalutato la sua vita e il suo quotidiano. Ed il titolo del film riassume il suo pensiero: Finalmente l'alba. Questa nottata è stato bella, a suo modo; forse è valsa la pena viverla; sicuramente non la dimenticherò mai, ma adesso basta così. È bello tornare a casa!
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peer gynt
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domenica 3 settembre 2023
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la lunga notte dell''adolescente mimosa
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L'adolescente Mimosa, appassionatissima di cinema, viene scelta quasi per caso fra le comparse di un grande film storico girato a Cinecittà (la storia è ambientata nell'aprile 1953) e passa una notte avventurosa in compagnia dell'attrice protagonista, la star Josephine Esperanto, che la trascina con i suoi amici fino alla casa del marchese Ugo Montagna, a Capocotta, dove ci si dedica a nottate a base di sesso e droga. La ragazza avrà modo di vedere il vero volto delle star del cinema che prima idolatrava. Il racconto (sul quale aleggia l'ombra del famoso caso Montesi) non può non rimandare ad illustri precedenti che hanno già trattato lo stesso tema e lo stesso ambiente: "Lo sceicco bianco" di Fellini e "Bellissima" di Visconti su tutti (ma qualche chiaro rimando si coglie anche da altri film di Fellini, quali "Le notti di Cabiria" e "La dolce vita").
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L'adolescente Mimosa, appassionatissima di cinema, viene scelta quasi per caso fra le comparse di un grande film storico girato a Cinecittà (la storia è ambientata nell'aprile 1953) e passa una notte avventurosa in compagnia dell'attrice protagonista, la star Josephine Esperanto, che la trascina con i suoi amici fino alla casa del marchese Ugo Montagna, a Capocotta, dove ci si dedica a nottate a base di sesso e droga. La ragazza avrà modo di vedere il vero volto delle star del cinema che prima idolatrava. Il racconto (sul quale aleggia l'ombra del famoso caso Montesi) non può non rimandare ad illustri precedenti che hanno già trattato lo stesso tema e lo stesso ambiente: "Lo sceicco bianco" di Fellini e "Bellissima" di Visconti su tutti (ma qualche chiaro rimando si coglie anche da altri film di Fellini, quali "Le notti di Cabiria" e "La dolce vita"). Il racconto si snoda lento e con più di qualche momento vuoto per più di due ore, con l'intento di descrivere più che di raccontare. Ne viene fuori un film prolisso e già visto, privo di idee o di spunti interessanti, abbastanza piatto nel suo sviluppo e con un finale simbolico (l'arrivo della leonessa fuggita da Cinecittà) che rappresenta la più grossa caduta di tono del film. Ancora una volta Costanzo non convince, malgrado avesse a disposizione un budget veramente consistente.
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