«Sanctuary», alla ricerca di un piacere che confonda i ruoli previsti
di Mazzino Montinari Il Manifesto
Un uomo in una lussuosa stanza d'albergo ordina al telefono qualcosa da mangiare e poi in aggiunta chiede una piastra per waffle. Se qualcuno conoscesse la breve sinossi di Sanctuary, opera seconda di Zachary Wigon presentata al Festival di Toronto e ora in concorso alla Festa del Cinema di Roma, potrebbe equivocare e immaginare che quell'oggetto possa servire al protagonista per dolorose e intense pratiche sessuali. Non è così. È uno dei numerosi tranelli che il regista statunitense e lo sceneggiatore Micah Bloomberg hanno elaborato per gli spettatori. [...]
di Mazzino Montinari, articolo completo (3716 caratteri spazi inclusi) su Il Manifesto 15 ottobre 2022