Un thriller solido ed intenso, che parte dalle costrizioni spaziali in stile Nodo alla gola, per legare l'interiorità dei protagonisti alla soffocante materialità di un ambiente microcosmico. Concorso
di Daniele D'Orsi Sentieri Selvaggi
Nei film incentrati su un'unica location tutto passa attraverso la costrizione spaziale, vero argine e origine delle teorizzazioni formali che li contraddistinguono. Da Nodo alla gola in poi, il confinamento della storia all'interno di quattro mura ha permesso ai filmmaker di interpretarne le atmosfere soffocanti di fondo in termini perlopiù di genere, portandole verso orizzonti diversi a seconda della materia trattata. E sul solco di testi orrorifici come À l'intérieur o Green Room - in cui l'abbattimento dei corpi è conseguenza diretta del loro stesso confinamento - Sanctuary fa della limitazione spaziale lo strumento ideale per indagare l'interiorità dei personaggi/marionette, immersi come sono in un (micro)ambiente da thriller che ne limita ogni fantasia di fuga. [...]
di Daniele D'Orsi, articolo completo (2972 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 14 ottobre 2022