PANTAFA. UN FILM DI PAURA?
by Alessandra Cesselon
A tu per tu con Kashia, la protagonista di un film che forse non è solo “de paura”
Sabato sera, primo aprile duemileventitrè, al centro di Roma la presentazione di un film di cui già si parla molto. Kashia Smutniack è lì, acqua e sapone. Disponibile alle mie domande. E mi dice che lei il film non lo vuole proprio vedere. Non se la sente. Non lo ha mai voluto rivedere tutto. Già dai primi fotogrammi che ha guardato brevemente in post-produzione capisce che non ha voglia di andare avanti. Il film e la storia le fanno paura, ma paura davvero.
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PANTAFA. UN FILM DI PAURA?
by Alessandra Cesselon
A tu per tu con Kashia, la protagonista di un film che forse non è solo “de paura”
Sabato sera, primo aprile duemileventitrè, al centro di Roma la presentazione di un film di cui già si parla molto. Kashia Smutniack è lì, acqua e sapone. Disponibile alle mie domande. E mi dice che lei il film non lo vuole proprio vedere. Non se la sente. Non lo ha mai voluto rivedere tutto. Già dai primi fotogrammi che ha guardato brevemente in post-produzione capisce che non ha voglia di andare avanti. Il film e la storia le fanno paura, ma paura davvero. Forse perché ha vissuto in maniera immersiva il suo personaggio? O perché la storia è in parte vera? Certo è che non riesce a raccontare neanche un episodio divertente del film. Si, bello il rapporto con i colleghi, ma questo non basta. Non dimentica questa maledetta ipnagogia. Una malattia dal nome strano. Un nome quasi magico o esoterico che l’attrice ripete più volte anche durante la presentazione del film al cinema Giulio Cesare a Roma alla presenza del regista Emanuele Scaringi e del produttore di Fandango. Kashia però è ancora lì, in quel paese, in quella casa, con addosso quelle mani fantasmagoriche che sono della Pantafa ma che invece sono, forse, le sue.
Il delirio di stampo rurale che suggerisce il film, girato già da più di un anno, non lascia ancora tranquilla la sua brava e sensibile protagonista. Sorride ma non dimentica. La sua partner, la piccola Nina è quadrata e tranquilla. Tutti noi abbiamo avuto qualche notte in cui sentivamo la Pantafa sullo stomaco. Notti in cui gli incubi si coniugavano con la paura. Notti in cui non si riesce a respirare. Poi in un paese che si chiama Malanotte sembra che tutto sia possibile. La storia di Pantafa è la storia di una paura atavica e solenne. I picchi di adrenalina durante la visione arrivano improvvisi e potenti perché il background è già dentro di noi: ce lo raccontavano le nostre nonne e non lo abbiamo affatto dimenticato.
Il paesaggio abruzzese, piovoso, un po' cupo, con il lago a volo d'uccello domina la pellicola, la musica è sempre puntuale a raccontare le scene. I bambini del film sono reali e nello stesso tempo fantastici. Gli uomini? Figure inconsistenti e di contorno. Magistrale invece tutto il mondo femminile. La Mamma, la Bambina, l’Anziana. È lei, quasi una maga e prefica, nell’interpretazione magistrale di Betti Pedrazzi che dispensa sapere occulto e antico alla giovane fanciulla che diverrà la sua adepta. La paura di Kashia non è un caso. In tutta Italia e anche in Europa la magia è dietro l’angolo della patina della moderna civiltà. Oggi, un regista intelligente, come Emanuele Scaringi, ce la racconta con semplicità; con un linguaggio secco e scarno senza compiacimenti. La sua Kashia però continua a essere inquieta. Forse, se andiamo a vedere il film potremmo esorcizzare le sue e le nostre paure.
Titolo: Pantafa, Produzione Fandango, Regia Emanuele Scaringi. Uscita 30 Marzo 2023
Cast: Kasia Smutniak, Francesco Colella, Giuseppe Cederna, Mario Sgueglia, Betti Pedrazzi, Mauro Marino, Greta Santi
Durata: 105 min
Lingua: Italiano
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