johnny1988
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sabato 4 febbraio 2023
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bello ma non aspettatevi in bruges
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Il contadino Padraic (C.Farrell) e il musicista Colm (B.Gleeson) vivono nella immaginaria isola di Inisherin al largo della costa occidentale irlandese e sono amici di vecchia data. Un giorno, tuttavia, Colm interrompe bruscamente e senza apparente motivo il loro sodalizio, sprofondando Padraic nello sconforto. A nulla serviranno gli sforzi del mugnaio, nè l'intervento della sorella nè della comunità, per riconciliare la frattura perseguita con ostinazione dal vecchio violinista, che in seno alle sue ragioni, ricusa l'amico di essere "noioso", mentre lui desidera dedicarsi a comporre musica negli anni di vita che gli restano.
Martin McDonagh, a cinque anni dalla consacrazione di autore dopo la direzione di Tre Manifesti a Ebbing Missouri, torna nella natia Irlanda ed erige una favola cupa sullo sfondo della guerra civile degli anni Venti del '900.
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Il contadino Padraic (C.Farrell) e il musicista Colm (B.Gleeson) vivono nella immaginaria isola di Inisherin al largo della costa occidentale irlandese e sono amici di vecchia data. Un giorno, tuttavia, Colm interrompe bruscamente e senza apparente motivo il loro sodalizio, sprofondando Padraic nello sconforto. A nulla serviranno gli sforzi del mugnaio, nè l'intervento della sorella nè della comunità, per riconciliare la frattura perseguita con ostinazione dal vecchio violinista, che in seno alle sue ragioni, ricusa l'amico di essere "noioso", mentre lui desidera dedicarsi a comporre musica negli anni di vita che gli restano.
Martin McDonagh, a cinque anni dalla consacrazione di autore dopo la direzione di Tre Manifesti a Ebbing Missouri, torna nella natia Irlanda ed erige una favola cupa sullo sfondo della guerra civile degli anni Venti del '900.
Tendendo il filo semantico delle sue opere precedenti, McDonagh prende in prestito Beckett, la religione e il folklore mitologico per ritrarre una umanità divelta dalla sua intrinseca ottusità, che tenta di "tirare avanti", ora con il semplice candore fanciullesco, ora di "lasciare una traccia nella "Storia", come spiega il vecchio Colm che imita l'esempio dei grandi artisti che l'hanno preceduto, come alla rincorsa spasmodica di trovare un senso all'esistenza, da scolpire fisicamente, se non nella fede cattolica, in uno spartito.
La separazione, per non dire "abbandono", innesta una guerra degenerativa fra i due umili cristiani, e la "pace" che declama il velleitario suonatore ha lo stesso sapore di sproloquio dell'ingenuo Pedraic quando gli fa rapporto dettagliato sulle deiezioni dei suoi animali.
Non ci sarà armistizio fra i due e gli ultimi disperati tentativi di risanarsi regredirà la natura pia di Padraic in un istinto opposto di rabbia e violenza. Esattamente in una logica che ricorda quella bellica, a cui non sappiamo antropologicamente nè spiritualmente trovare una spiegazione. E a farne le spese, sono gli innocenti, come il toccante Dominic Kearney, un altro "semplice" che respinto anche lui, si troverà a fare una scelta esistenziale, o come il bestiame, che osserva passivamente, ma con dolcezza, lo scorrere inevitabile degli eventi, come la banshee chiamata come nel mito locale a predire la morte con la sua presenza.
Un film indubbiamente bello, ma sorprendentemente più contemplativo e privo dell'umorismo con cui McDonagh si è fatto notare e dal quale ci si aspettava un'opera irriverente e "anarchica" come In Bruges, che vede riuniti Farrell e Gleeson di nuovo insieme, in una prova dolente e rugosa, e più "adulta".
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no_data
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sabato 4 febbraio 2023
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da vedere, da vedere sul grande schermo
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Lo sguardo spazia orizzonti e montagne, alla quiete di un mare calmo e di colline dolci e verdi si oppone la violenza delle emozioni,gli uomini si cercano e si amano, spesso non avendo le parole per dirlo. La birra scorre a fiumi come le infinitite camminate su giù per l'isola, perché alla solitudine non ci si rassegna e il rifiuto scatena odio e morte. Una magnifica ossessione sul tempo e lo spazio, sugli sguardi e il rifiuto, sul non rassegnarsi. . Commovente ed esilarante, crudo e misterioso, originale e profondissimo. Gli animali, i loro occhi, bucano lo schermo e il cuore.
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athos
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venerdì 3 febbraio 2023
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disperazione
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Se Tre manifesti a Ebbing era un film a suo modo scoppiettante e colorato, Gli spiriti dell'isola è cupo, misterioso, esoterico, ambientato in un luogo dove la disperazione, nei suoi molteplici volti, è di casa. Poco alla volta i personaggi rivelano il loro vero volto e ognuno seguirà il suo destino, inversamente proporzionale al proprio grado d'innocenza.
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alceste perrone
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venerdì 3 febbraio 2023
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delusione
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La storia procede senza grandi emozioni, il grottesco rende tutto poco credibile. deluso
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goldy
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venerdì 3 febbraio 2023
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solitudine pericolosa
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Il film sfata il mito del valore della ricerca di silenzio e solitudine come condizione ideale che ci permette di vivere in armonia con l 'insieme di quei valori ritenuti fondanti e immutabili della nostra esistenza, Ma non è cosi. La solitudine può portarci alla follia e rivelarci un momdo vuoto che tocca a noi saper riempire di senso. Una follia che diventa salvifica capace di svegliarci dal torpore. Ci dice che noi tutti insieme siamo i costruttori della nostra verità . Non esiste nessun disegno da scoprire là fuori nell'Universo.
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Il film sfata il mito del valore della ricerca di silenzio e solitudine come condizione ideale che ci permette di vivere in armonia con l 'insieme di quei valori ritenuti fondanti e immutabili della nostra esistenza, Ma non è cosi. La solitudine può portarci alla follia e rivelarci un momdo vuoto che tocca a noi saper riempire di senso. Una follia che diventa salvifica capace di svegliarci dal torpore. Ci dice che noi tutti insieme siamo i costruttori della nostra verità . Non esiste nessun disegno da scoprire là fuori nell'Universo. Abbiamo solo la nostra esperienza come strada da seguire. Film bellissimo, sapiente uso della metafora.
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[+] mi fido di te
(di 24luce)
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felicity
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mercoledì 1 febbraio 2023
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ironico, grottesco, drammatico, tragico
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Gli spiriti dell’isola travalica la sua dimensione apparentemente minuscola, riuscendo però a non perdere mai la misura, scoprendo le carte della Storia senza mai abbandonare l’isola.
Gli spiriti dell’isola è un atto poetico e sottilmente politico, è la coerente prosecuzione del racconto mcdonaghiano di un’umanità ferita, indifesa di fronte alle maree della vita, travolta dalle varie forme del Fato.
Nelle terre d’Irlanda, in un remoto angolo di solitudine, meraviglioso e dannato, gli spiriti dell’isola è ammantato da uno strano minimalismo.
Ironico, grottesco, drammatico, tragico, il film di McDonagh scandaglia con estrema lucidità e profondità il senso della vita, dell’amicizia, dei rapporti umani.
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Gli spiriti dell’isola travalica la sua dimensione apparentemente minuscola, riuscendo però a non perdere mai la misura, scoprendo le carte della Storia senza mai abbandonare l’isola.
Gli spiriti dell’isola è un atto poetico e sottilmente politico, è la coerente prosecuzione del racconto mcdonaghiano di un’umanità ferita, indifesa di fronte alle maree della vita, travolta dalle varie forme del Fato.
Nelle terre d’Irlanda, in un remoto angolo di solitudine, meraviglioso e dannato, gli spiriti dell’isola è ammantato da uno strano minimalismo.
Ironico, grottesco, drammatico, tragico, il film di McDonagh scandaglia con estrema lucidità e profondità il senso della vita, dell’amicizia, dei rapporti umani. Il senso di vivere il momento o la Storia, di sgomitare per tramandare ai posteri il proprio fantasma o accontentarsi di giornate sempre uguali, rassicuranti e banali, tra passeggiate, sbronze al pub e una cristallizzata routine. È crepuscolare, funereo, beckettiano il film di McDonagh, assecondato dalle performance in ammirevole sottrazione di Farrell e Gleeson e da una location che è immutabile eppure malleabile, plasmabile grazie a un raggio di sole o al sopravvento della foschia.
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felicity
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mercoledì 1 febbraio 2023
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ironico, grottesco, drammatico, tragico
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Gli spiriti dell’isola travalica la sua dimensione apparentemente minuscola, riuscendo però a non perdere mai la misura, scoprendo le carte della Storia senza mai abbandonare l’isola.
Gli spiriti dell’isola è un atto poetico e sottilmente politico, è la coerente prosecuzione del racconto mcdonaghiano di un’umanità ferita, indifesa di fronte alle maree della vita, travolta dalle varie forme del Fato.
Nelle terre d’Irlanda, in un remoto angolo di solitudine, meraviglioso e dannato, gli spiriti dell’isola è ammantato da uno strano minimalismo.
Ironico, grottesco, drammatico, tragico, il film di McDonagh scandaglia con estrema lucidità e profondità il senso della vita, dell’amicizia, dei rapporti umani.
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Gli spiriti dell’isola travalica la sua dimensione apparentemente minuscola, riuscendo però a non perdere mai la misura, scoprendo le carte della Storia senza mai abbandonare l’isola.
Gli spiriti dell’isola è un atto poetico e sottilmente politico, è la coerente prosecuzione del racconto mcdonaghiano di un’umanità ferita, indifesa di fronte alle maree della vita, travolta dalle varie forme del Fato.
Nelle terre d’Irlanda, in un remoto angolo di solitudine, meraviglioso e dannato, gli spiriti dell’isola è ammantato da uno strano minimalismo.
Ironico, grottesco, drammatico, tragico, il film di McDonagh scandaglia con estrema lucidità e profondità il senso della vita, dell’amicizia, dei rapporti umani. Il senso di vivere il momento o la Storia, di sgomitare per tramandare ai posteri il proprio fantasma o accontentarsi di giornate sempre uguali, rassicuranti e banali, tra passeggiate, sbronze al pub e una cristallizzata routine. È crepuscolare, funereo, beckettiano il film di McDonagh, assecondato dalle performance in ammirevole sottrazione di Farrell e Gleeson e da una location che è immutabile eppure malleabile, plasmabile grazie a un raggio di sole o al sopravvento della foschia.
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astromelia
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martedì 24 gennaio 2023
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tutti gli ingredienti per l''oscar
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cos'è la normalità e cos'è la follia? in questo film dalla sceneggiatura magnifica e per questo tragicomico, ci sono tutti gli ingredienti per l'ambita statuetta (se la vedrà con spielberg probabilmente,) si discosta dagli altri per originalità,bravi gli attori tutti e quattro piacevole visione,sconsigliato a chi per dovizia è abituato ai vari marvel, ecc.sicuramente non ne capirebbe il senso...
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(di paolorol)
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luciano sibio
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domenica 22 gennaio 2023
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il conflitto inghilterra irlanda
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Film superlativo che cerca a suo modo di interpretare un conflitto atavico e senza soluzione finale che esiste tra l'Irlanda e l'Inghilterra,ovviamente visto da un britannico che considera gli irlandesi fratelli ed amici unici,che solo il lungo autoisolamento in un isola può aver scatenato in loro il germe per insanabili conflitti.Un germe che ha dell'irrazionale e del futile ma capace di conseguenze tragiche e soprattutto capace di generare un conflitto che non finirà mai . Fil Film superlativo che cerca a suo modo di interpretare un conflitto atavico e senza soluzione finale che esiste tra l'Irlanda e l'Inghilterra,ovviam Film superlativo che cerca a suo modo di interpretare un conflitto atavico e senza soluzione finale che esiste tra l'Irlanda e l'Inghilterra,ovviamente visto da un britannico che considera gli irlandesi fratelli ed amici unici,che solo il lungo autoisolamento in un isola può aver scatenato in loro il germe per insanabili conflitti.
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Film superlativo che cerca a suo modo di interpretare un conflitto atavico e senza soluzione finale che esiste tra l'Irlanda e l'Inghilterra,ovviamente visto da un britannico che considera gli irlandesi fratelli ed amici unici,che solo il lungo autoisolamento in un isola può aver scatenato in loro il germe per insanabili conflitti.Un germe che ha dell'irrazionale e del futile ma capace di conseguenze tragiche e soprattutto capace di generare un conflitto che non finirà mai . Fil Film superlativo che cerca a suo modo di interpretare un conflitto atavico e senza soluzione finale che esiste tra l'Irlanda e l'Inghilterra,ovviam Film superlativo che cerca a suo modo di interpretare un conflitto atavico e senza soluzione finale che esiste tra l'Irlanda e l'Inghilterra,ovviamente visto da un britannico che considera gli irlandesi fratelli ed amici unici,che solo il lungo autoisolamento in un isola può aver scatenato in loro il germe per insanabili conflitti.Un germe che ha dell'irrazionale e del futile ma capace di conseguenze tragiche e soprattutto capace di generare un conflitto che non finirà mai .ente visto da un britannico che considera gli irlandesi fratelli ed amici unici,che solo il lungo autoisolamento in un isola può aver scatenato in loro il germe per insanabili conflitti.Un germe che ha dell'irrazionale e del futile ma capace di conseguenze tragiche e soprattutto capace di generare un conflitto che non finirà mai .m superlativo che cerca a suo modo di interpretare un conflitto atavico e senza soluzione finale che esiste tra l'Irlanda e l'Inghi Film superlativo che cerca a suo modo di interpretare un conflitto atavico e senza soluzione finale che esiste tra l'Irlanda e l'Inghilterra,ovviamente visto da un britannico che considera gli irlandesi fratelli ed amici unici,che solo il lungo autoisolamento in un isola può aver scatenato in loro il germe per insanabili conflitti.Un germe che ha dell'irrazionale e del futile ma capace di conseguenze tragiche e soprattutto capace di generare un conflitto che non finirà mai .+lterra,ovviamente visto da un britannico che considera gli irlandesi fratelli ed amici unici,che solo il lungo autoisolamento in un isola può aver scatenato in loro il germe per insanabili conflitti.Un germe che ha dell'irrazionale e del futile ma capace di conseguenze tragiche e soprattutto capace di generare un conflitto che non finirà mai .
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eugenio
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giovedì 22 dicembre 2022
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l’apologo della discordia
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Un film di Martin McDonagh potente, evocativo e dal climax tragico. Il regista di Tre manifesti a Ebbing-. Missouri, di In Bruges- La coscienza dell’assassino, tratteggia in un luogo ancestrale e perduto dal tempo, un conflitto apparentemente insensato tra due amici, rendendone apodittica la conclusione nel lontano refolo di una guerra civile.
Irlanda 1923, sembra un giorno come tanti su un’isola immaginaria poco distante dalla costa irlandese, Inisherin (nella realtà le isole Aran, nel nord ovest dell’Irlanda). I due amici di una vita Colm (Brendan Glesson), burbero violinista e Padraic (Colin Farrell) mite allevatore, hanno l’abitudine di trovarsi alle due di ogni pomeriggio per la classica pinta al pub.
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Un film di Martin McDonagh potente, evocativo e dal climax tragico. Il regista di Tre manifesti a Ebbing-. Missouri, di In Bruges- La coscienza dell’assassino, tratteggia in un luogo ancestrale e perduto dal tempo, un conflitto apparentemente insensato tra due amici, rendendone apodittica la conclusione nel lontano refolo di una guerra civile.
Irlanda 1923, sembra un giorno come tanti su un’isola immaginaria poco distante dalla costa irlandese, Inisherin (nella realtà le isole Aran, nel nord ovest dell’Irlanda). I due amici di una vita Colm (Brendan Glesson), burbero violinista e Padraic (Colin Farrell) mite allevatore, hanno l’abitudine di trovarsi alle due di ogni pomeriggio per la classica pinta al pub. Ma Colm quel giorno rifiuta l’invito dell’amico, non ritiene più necessaria la sua presenza, lo reputa noioso. Padraic è stupito, cerca di comprendere la reazione di Colm a qualche suo atteggiamento magari reputato poco chiaro. Da animo gentile e sincero, non capisce cosa mai possa essere stato il quid tale da aver generato quell’allontanamento. Ma Colm è secco: vuole stare solo o almeno dedicarsi a comporre musica e suonarla con il violino nel pub dell’isola evitando un chiacchiericcio inutile che lo distoglierebbe dalle sue intenzioni. Spaesati entrambi dalla fine di una fratellanza che sembrava essere inscalfibile, i due inizieranno una lenta ma inesorabile lotta intestina: da un lato Padraic che non si rassegnerà all’insensato gesto di Colm, comportandosi a tratti infantilmente con i suoi incerti avvicinamenti, dall’altro il polo della rivalsa che arriverà persino a mozzarsi le dita della mano (il pane di ogni violinista) lasciandole dinanzi all’abitazione dell’amico, come segnale evidente di una follia totale.
Sullo sfondo, gli echi di una guerra civile che si consuma inascoltata e i partecipi a tratti passivi di una lotta ben più esacerbata, in un villaggio metaforico, apologo della cattiveria umana: la sorella di Padraic, Siobhan (Kerry Condon), appassionata lettrice, dal desiderio nascosto di lasciare l’isola per “la civiltà”, Dominic, lo “scemo del villaggio” segretamente innamorato di lei e vessato da un padre ottuso e incapace, tra l’altro tutore della legge dell’isola e una misteriosa vecchietta con un bastone, mezza matta, che va in giro a raccontar profezie di morte.
Non manca nessuno in questo “non luogo” avulso dal mondo dove l’unico richiamo è il tempo delle stagioni tra sentieri in terra segnati dai muretti a secco e lo sguardo di animali supplici dalle fattezze quasi mistiche. Eppure, ci dice Mc Donald, isolamento non significa sempre felicità, ma il seme della discordia e della follia, nasce dove la sola solitudo, unica beatitudo può attecchire liberamente, senza che l’afflato misericordioso di una Madonna il cui simulacro è rappresentato là in mezzo alla Natura, in un’unione dei sensi tutt’altro che irenica, riesca a intercedere tramite le preci di un officiante superstizioso.
Non pare esserci speranza in questa fiaba nera dove in qualche occasione si riesce pure a sorridere amaramente, come fossimo in una pellicola dei fratelli Coen. Colm e Padriac assumono la consistenza eterea e immorale di archetipi di una lotta esistenziale, ancorati a un’isola senza via d’uscita, vincolati da quegli spiriti mentali, gli spiriti dell’isola appunto, barriere di cocciutaggine ed estrema disperazione che non potranno che condurli alla disfatta. Sotto l’occhio di una natura struggente e bellissima, dove l’orizzonte si estende a vista d’occhio inafferrabile e chimerico. Vincitore della premio come miglior sceneggiatura al Festival del cinema di Venezia.
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