Coloro che vivono nelle isole sono esseri umani come tutti gli altri? Questo film ci dice chiaramente di no: l'isola, luogo chiuso dove tutto si concentra e che il mare che la circonda tiene compresso, influisce profondamente sui suoi abitanti e li permea di sé, li ammala della propria malattia. L'ultimo film dell'inglese Martin McDonagh (al suo 4. lungometraggio, con alle spalle 3 film tutti di grandissimo livello) è assolutamente superbo: per la capacità di racconto, per la location (suggestiva e rocciosa isola irlandese), per la brillantezza della sceneggiatura (diciamolo: McDonagh scrive proprio bene!), per recitazione (imponenti Colin Farrell e Brendan Gleeson, ottimi anche Barry Keoghan e Kerry Condon).
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Coloro che vivono nelle isole sono esseri umani come tutti gli altri? Questo film ci dice chiaramente di no: l'isola, luogo chiuso dove tutto si concentra e che il mare che la circonda tiene compresso, influisce profondamente sui suoi abitanti e li permea di sé, li ammala della propria malattia. L'ultimo film dell'inglese Martin McDonagh (al suo 4. lungometraggio, con alle spalle 3 film tutti di grandissimo livello) è assolutamente superbo: per la capacità di racconto, per la location (suggestiva e rocciosa isola irlandese), per la brillantezza della sceneggiatura (diciamolo: McDonagh scrive proprio bene!), per recitazione (imponenti Colin Farrell e Brendan Gleeson, ottimi anche Barry Keoghan e Kerry Condon). Si narra la storia di Padraic (Farrell), buono e gentile, che, da un giorno all'altro, perde la considerazione del suo più grande amico, Colm (Gleeson). Perché? Perché non mi vai più a genio, perché sei noioso, gli risponde Colm, e non voglio più perdere tempo con te. E Padraic, che non è acuto e intelligente come vorrebbe ma è stimato per la sua cortesia e per il suo buon animo, non se ne capacita. Colm, che suona il violino e compone musica, è ossessionato dal tempo che passa, dalla necessità di concedersi alla sua arte per non essere dimenticato. La sua arte gli chiede un'esclusività totale, che non lascia spazio alla banalità dei sentimenti. Ma è proprio questo il vero motivo oppure Colm sta impazzendo? A questo punto, quel che ne segue è un jeu de massacre fra i due ex-amici, attorniati da vari personaggi minori che McDonagh sa connotare con felici notazioni psicologiche e con uno spiccato senso umoristico. E poi ci sono gli animali, quasi emanazioni sacre dell'isola, amati e rispettati, più che umani nelle loro reazioni affettive. E c'è la guerra, lontana ma presente, della quale si sentono in lontananza inquietanti esplosioni. E infine c'è la vecchia strega, una rappresentazione della Morte che gareggia alla pari anche col Bengt Ekerot del "Settimo sigillo". Insomma, un film bello e struggente come se ne vedono pochi. Imperdibile!
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