enzo70
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domenica 9 ottobre 2022
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spielberg propone il più classico dei musical
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Steven Spielberg propone la versione cinematografica di “West side story”, uno dei musical di maggior successo di sempre. La battaglia per il controllo del West side tra le due gang, da un lato i Jets, figli di immigrati italiani e polacchi, e gli Sharks, portoricani giunge al culmine quando scoppia l’amore tra Tony, il fondatore dei Jets, e la bella Maria, la sorella di Bernardo, il leader degli Sharks. Come nella più classica delle tragedie, Romeo e Giulietta, si tratta di un amore impossibile che, infatti, sfocerà nell’omicidio di Bernardo da parte di Tony. La celeberrima colonna musicale di Bernstein aiuta chiaramente il lavoro di Spielberg che pur ricalcando abbastanza fedelmente la trama classica decide di conferire toni scuri al racconto in linea con la cupezza del momento storico che viviamo.
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Steven Spielberg propone la versione cinematografica di “West side story”, uno dei musical di maggior successo di sempre. La battaglia per il controllo del West side tra le due gang, da un lato i Jets, figli di immigrati italiani e polacchi, e gli Sharks, portoricani giunge al culmine quando scoppia l’amore tra Tony, il fondatore dei Jets, e la bella Maria, la sorella di Bernardo, il leader degli Sharks. Come nella più classica delle tragedie, Romeo e Giulietta, si tratta di un amore impossibile che, infatti, sfocerà nell’omicidio di Bernardo da parte di Tony. La celeberrima colonna musicale di Bernstein aiuta chiaramente il lavoro di Spielberg che pur ricalcando abbastanza fedelmente la trama classica decide di conferire toni scuri al racconto in linea con la cupezza del momento storico che viviamo. Un bel film, ma certo non uno dei capolavori di Spielberg.
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jagofilm
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martedì 9 agosto 2022
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incredibile...
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... che si potesse fare un remake di West Side Story migliore dell'originale! Le parole sono inutili: mollate qualsiasi cosa stiate facendo, e guardatelo!!! Consiglio il fazzoletto a portata di mano.
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felicity
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venerdì 13 maggio 2022
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film in continuo, perpetuo movimento
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Film dall’anima e dalla densità analogica, West Side Story si apre sulle rovine di un quartiere in piena ristrutturazione “gentrificatrice”, già degradato, popolato di minoranze depauperate (Tony non sta per Anthony, ma per Anton, un polac, come dice sprezzante Bernardo), e prosegue in questo scenario quasi post-apocalittico fino allo scontro nei Magazzini del Sale dove, riprese dall’alto, le due gang di “guerrieri della notte” avanzano proiettando ombre lunghissime. Di qui in avanti, solo la disperazione di coltelli e pistole tirati fuori all’improvviso, di vendette insensate, involontarie e mortali, di amori e vite spezzate. Delle inesauribili guerre tra poveri, tra razze e lingue disgraziatamente non comunicanti, in un ripetersi ossessivo di riflessi la cui armonia si infrange bruscamente, di ombre che rimandano a un passato mai sepolto.
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Film dall’anima e dalla densità analogica, West Side Story si apre sulle rovine di un quartiere in piena ristrutturazione “gentrificatrice”, già degradato, popolato di minoranze depauperate (Tony non sta per Anthony, ma per Anton, un polac, come dice sprezzante Bernardo), e prosegue in questo scenario quasi post-apocalittico fino allo scontro nei Magazzini del Sale dove, riprese dall’alto, le due gang di “guerrieri della notte” avanzano proiettando ombre lunghissime. Di qui in avanti, solo la disperazione di coltelli e pistole tirati fuori all’improvviso, di vendette insensate, involontarie e mortali, di amori e vite spezzate. Delle inesauribili guerre tra poveri, tra razze e lingue disgraziatamente non comunicanti, in un ripetersi ossessivo di riflessi la cui armonia si infrange bruscamente, di ombre che rimandano a un passato mai sepolto.
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felicity
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venerdì 13 maggio 2022
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film in continuo, perpetuo movimento
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Film dall’anima e dalla densità analogica, West Side Story si apre sulle rovine di un quartiere in piena ristrutturazione “gentrificatrice”, già degradato, popolato di minoranze depauperate (Tony non sta per Anthony, ma per Anton, un polac, come dice sprezzante Bernardo), e prosegue in questo scenario quasi post-apocalittico fino allo scontro nei Magazzini del Sale dove, riprese dall’alto, le due gang di “guerrieri della notte” avanzano proiettando ombre lunghissime. Di qui in avanti, solo la disperazione di coltelli e pistole tirati fuori all’improvviso, di vendette insensate, involontarie e mortali, di amori e vite spezzate. Delle inesauribili guerre tra poveri, tra razze e lingue disgraziatamente non comunicanti, in un ripetersi ossessivo di riflessi la cui armonia si infrange bruscamente, di ombre che rimandano a un passato mai sepolto.
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Film dall’anima e dalla densità analogica, West Side Story si apre sulle rovine di un quartiere in piena ristrutturazione “gentrificatrice”, già degradato, popolato di minoranze depauperate (Tony non sta per Anthony, ma per Anton, un polac, come dice sprezzante Bernardo), e prosegue in questo scenario quasi post-apocalittico fino allo scontro nei Magazzini del Sale dove, riprese dall’alto, le due gang di “guerrieri della notte” avanzano proiettando ombre lunghissime. Di qui in avanti, solo la disperazione di coltelli e pistole tirati fuori all’improvviso, di vendette insensate, involontarie e mortali, di amori e vite spezzate. Delle inesauribili guerre tra poveri, tra razze e lingue disgraziatamente non comunicanti, in un ripetersi ossessivo di riflessi la cui armonia si infrange bruscamente, di ombre che rimandano a un passato mai sepolto.
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bernardino abate
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mercoledì 9 marzo 2022
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un grande film, un grande regista
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Complimenti al grande regista Steven Spielberg, che ripresenta in veste nuova un classico del grande cinema!
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gianfranco
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mercoledì 16 febbraio 2022
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spielberg al suo meglio
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Manhattan anni 50.In un quartiere ove è il degrado più assoluto a regnare sovrano,vivono senza meta alcuna due bande di adolescenti appartenenti a nazionalità differenti:una di origine polacca,l'altra,invece,di origine portoricana.La vita di entrambe le due bande è imperniata sulla violenza,attuata come strumento di spraffazione e di controllo sugli altri.In questo clima di continui scontri e di rivalità,è il ballo,tuttavia,a rappresentare per questi giovani l'unico momento di svago ,in cui alcuni di loro possono allontanarsi dal marciume che li circonda,con l'illusione di entrare in un altro mondo,un pò più normale.E sarà proprio il ballo,a far incontrare ed immamorare attraverso un incrocio di sguardi la graziosa portoricana Maria e Tony,un giovane appena uscito di prigione,per aver ucciso un altro uomo.
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Manhattan anni 50.In un quartiere ove è il degrado più assoluto a regnare sovrano,vivono senza meta alcuna due bande di adolescenti appartenenti a nazionalità differenti:una di origine polacca,l'altra,invece,di origine portoricana.La vita di entrambe le due bande è imperniata sulla violenza,attuata come strumento di spraffazione e di controllo sugli altri.In questo clima di continui scontri e di rivalità,è il ballo,tuttavia,a rappresentare per questi giovani l'unico momento di svago ,in cui alcuni di loro possono allontanarsi dal marciume che li circonda,con l'illusione di entrare in un altro mondo,un pò più normale.E sarà proprio il ballo,a far incontrare ed immamorare attraverso un incrocio di sguardi la graziosa portoricana Maria e Tony,un giovane appena uscito di prigione,per aver ucciso un altro uomo.Sfortuna vuole che ad intromettersi nella storia tra i due,sarà proprio il fratello della stessa Maria,il quale si opporrà con tutte le sue forze all'unione,giungendo persino ad uccidere il migliore amico del fidanzato della sorella,che accecato dalla rabbia,commetterà a sua volta un altro omicidio,uccidendo a sangue freddo il fratello della sua amata,per vendicarsi.Nonostante la gravità del gesto,Maria continuerà ad amare Tony,pur sapendo che in seguito a questo delitto,la loro storia non potrà più avere un futuro e che le loro strade dovranno dividersi per sempre.La giovane donna,deciderà di ritornare alla sua famiglia,mentre il giovane polacco,per nascondersi,dovrà rientrare nel contesto sociale a cui è sempre appartenuto.La storia,culminerà con un tragico epilogo,quando Tony( dopo esser stato informato della morte di Maria e resosi conto di aver perso oramai tutto),cercherà anch'egli la morte,recandosi nel territorio della banda rivale,scegliendo infine di farsi uccidere da loro.In questo musical tecnicamente impeccabile,con una coreografia arricchità da luci sfavillanti e da balli travolgenti e sensuali,il regista Spielberg non mostra le cose come sono nella loro reale asprezza,ma mostra uomini e donne ,ciascuno dei quali vede e vive la vita a modo proprio.La musica di Bernstein,inoltre,accompagna con estrema maestria uno spaccato di società violenta,carica di dolore,ma anche di sprazzi d'amore,come quella dei due protagonisti,i quali riescono attraverso il loro stesso amore,ad aprire uno spiraglio di luce in quel mondo in cui ogni sogno(anche l'amore) sembrava perduto,ma che ha dato loro una ragione per poter sopravvivere,a dispetto di tutto.
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giovedì 6 gennaio 2022
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clone
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Premesso che il film del ’61 non è certamente un capolavoro, lo è però confrontato con il mediocre adattamento di Spielberg. Il valore del film di Wise e Robbins – che immagino era presente anche nello spettacolo teatrale – era senz’altro costituito dalle “moderne”, dinamiche coreografie del maestro Jerome Robbins. Coreografie perfettamente integrate all’ambiente sociale e culturale della vicenda. Coreografie dai movimenti nuovi, riadattamento del repertorio classico del balletto cinematografico americano (penso a ballerini e coreografi quale Michael Kidd, il divino Astaire, Gene Kelly). La coreografia è praticamente presente in modo marginale nel remake. Coreografia spesso ripresa male (ad esempio disperdendo i ballerini in mezzo a folle di passanti) e che non ha più l’essenzialità e la pregnanza di quella originale.
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Premesso che il film del ’61 non è certamente un capolavoro, lo è però confrontato con il mediocre adattamento di Spielberg. Il valore del film di Wise e Robbins – che immagino era presente anche nello spettacolo teatrale – era senz’altro costituito dalle “moderne”, dinamiche coreografie del maestro Jerome Robbins. Coreografie perfettamente integrate all’ambiente sociale e culturale della vicenda. Coreografie dai movimenti nuovi, riadattamento del repertorio classico del balletto cinematografico americano (penso a ballerini e coreografi quale Michael Kidd, il divino Astaire, Gene Kelly). La coreografia è praticamente presente in modo marginale nel remake. Coreografia spesso ripresa male (ad esempio disperdendo i ballerini in mezzo a folle di passanti) e che non ha più l’essenzialità e la pregnanza di quella originale. Non capisco perché si scriva che i balletti di Robbins vengono “rinfrescati e accelerati”. Da quello introduttivo ove i due gruppi di ragazzi rendono il movimento danzato del corpo cosa naturale e quasi non percebile, senza discontinuità rispetto alle parti non danzate. Tra l’altro tutta la sequenza è più lunga e più articolata da come risulta nella nuova versione. C’è poi la celebre “America”, - nel film del ’61 - tutta racchiusa, concentrata nello spazio di un terrazzo di un palazzo. Una danza che pare esplodere e andare oltre quel limitato palcoscenico, con ragazzi e ragazze che si esibiscono facendosi portatori (bello il testo della canzone) di valori culturali diversi. Nulla di tutto ciò nel film di Spielberg ove la scena viene dilatata portandola nelle strade di New York, dove perde di mordente, di dinamicità e di critica sociale (e non basta un gruppo di persone – in precedente sequenza – con pugni chiusi e in versione protestataria per aggiornare la critica sociale) appesantita dalla presenza di una folla di passanti, che distoglie l’attenzione dai ballerini e da quello che la loro danza veicola. A parte che anche i movimenti dei danzatori non sono più quelli originari o lo sono in modo parziale. Che dire poi che una delle più intense sequenze coreografiche di Robbins – quella “Cool” – che è priva addirittura di una coreografia nel film del 2021. L’unica sequenza coreografica accettabile nel film di Spielberg è quella ambientata nella palestra. Ma se si va a vedere attentamente come è stata coreografata da Robbins si vede che in essa c’è una inventiva assente nel suo clone. Il fatto poi – per passare alle scene non coreografate – che le scene si avvicendano in un ordine diverso nel film recente rispetto a quello originario (e sembrerebbe che il film di Spielberg sia più rispettoso di come era costruita la versione teatrale, ma questo poco importa) conferma la mediocre messa in scena del remake. Ad esempio, la canzone Maria viene fatto quasi immediatamente seguire, in modo precipitoso, dalla canzone Tonight, mentre nel film di Wise tra le due era collocata (con esiti drammaturgici più interessanti) la scena “America” (di cui ho detto). La canzone “Cool” nel film di Wise viene – in modo narrativamente più coerente – dopo la scena della rissa (con l’uccisione dei due giovani) è ha la funzione di scaricare la tensione e l’angoscia accumulata dai ragazzi nella scena del duello. Un modo appunto di elaborare, di metabolizzare quanto è accaduto. E in questa scena – tutte le sequenze coreografiche furono dirette solo da Robbins - si presti attenzione a certi movimenti della macchina da presa davvero perfetti per valorizzare il significato catartico della danza. L’introduzione del personaggio nuovo di Valentina non mi pare che abbia molto senso. È forse solo un modo per rendere omaggio alla Moreno del film originale. Ma questo non giustifica l’introduzione di questa novità. Meglio (con più spessore) il personaggio di Doc nella versione del ’61. Alla fine, anche il finale del film di Wise risulta più pregevole, ispirato rispetto a quello nuovo. Ovviamente in entrambe la versione il riferimento a Shakespeare è inopportuno. Quanto agli interpreti non mi pare che ci siano differenze abissali tra le due versioni. Pregevole che nel film di Spielberg il personaggio di Maria sia intensamente interpretato e l’attrice non viene doppiata, in quanto dotata di una bella ed espressiva voce. Infine, last but no least che dire dei titoli di testa (soprattutto) e di coda del film di Wise? Intelligenti, sorprendenti, dovuti – come noto – a Saul Bass e che surclassano (nella loro modernità) quelli dell’ultima versione dell’opera. Io credo che questo film confermi che Spielberg – autore sopravvalutato – sia un regista per tutti i gusti e per ogni genere di film. E forse anche per questo manca in lui – anche nei film più interessanti – la capacità di realizzare un’opera che vada al di là di sé stessa, che trascenda la narrazione in una sora di meta narrazione.
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montefalcone antonio
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mercoledì 5 gennaio 2022
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la dichiarazione d’amore di spielberg al musical
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Ambientato nell’Upper West Side della New York della metà degli anni cinquanta, il musical racconta la rivalità tra due bande di adolescenti di diversa estrazione etnica: gli Sharks, composta da immigrati portoricani, e i Jets, una gang di ragazzi bianchi. In un clima di odio e intolleranza continui, Tony, un ex membro dei Jets, nonché miglior amico del loro capo Riff, si innamora di Maria, la sorella di Bernardo, il leader degli Sharks. Dunque i Jets bianchi e gli Sharks portoricani, tenuti a battesimo dallo spettacolo di Broadway del ’57 ideato, diretto e coreografato da Robbins, con libretto di Arthur Laurents, musiche di Leonard Bernstein, testi di Stephen Sondheim (recentemente venuto a mancare).
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Ambientato nell’Upper West Side della New York della metà degli anni cinquanta, il musical racconta la rivalità tra due bande di adolescenti di diversa estrazione etnica: gli Sharks, composta da immigrati portoricani, e i Jets, una gang di ragazzi bianchi. In un clima di odio e intolleranza continui, Tony, un ex membro dei Jets, nonché miglior amico del loro capo Riff, si innamora di Maria, la sorella di Bernardo, il leader degli Sharks. Dunque i Jets bianchi e gli Sharks portoricani, tenuti a battesimo dallo spettacolo di Broadway del ’57 ideato, diretto e coreografato da Robbins, con libretto di Arthur Laurents, musiche di Leonard Bernstein, testi di Stephen Sondheim (recentemente venuto a mancare). E poi l’omonimo leggendario film di Robert Wise, il Musical del 1961 premiato con ben 10 premi Oscar, di cui la pellicola di Spielberg ricalca filologicamente narrazione, coreografie, canzoni, scene e dialoghi, attualizzando il tutto con una messinscena che intensifica le tematiche delle opere precedenti, su tutto il razzismo, la povertà, l’identità comunitaria, le lotte tra classi sociali vittime di ineguaglianze sociali ed economiche che, come nella storia di Romeo e Giulietta, compromettono persino le più romantiche e solide delle storie d’amore.
Spielberg fa la sua immensa dichiarazione d’amore al genere, e non solo: utilizza grandangolari e più campi lunghi rispetto alla versione originale di Robbins e Wise. Durante i balletti per le strade, cambia assi, filma dal basso verso l’alto; e nei movimenti di massa, pieni di comparse, i colori sono più accesi, luminosi e la regia decisamente più dinamica, con carrelli anche molto veloci.
C’è molto, e utilizzato in modo efficace, della filmografia di Spielberg, e questo “West Side Story” è un film sulla memoria, anche della Storia del Cinema. Non a caso riporta nel cast la vincitrice dell’Oscar come attrice non protagonista del film precedente (ma anche di Emmy, Tony e Grammy Awards), Rita Moreno, in un ruolo diverso. Anche quest’ultima ha elogiato, come tanti altri, la nuova visione del regista per come è riuscito ad andare più in profondità nella narrazione e persino nella cultura dei portoricani, differentemente da quella fornita nel 1961, che a suo dire era troppo focalizzata sulle gang e sulla criminalità (c’è un nuovo numero musical, “La Borinqueña”, che è l’inno portoricano scritto successivamente a una delle prime grandi rivolte popolari per l’indipendenza del paese nel 1868).Il film insomma è nel complesso molto riuscito, appassionato, piacevole, a partire dal suo ritmo dinamico e dalla calibrata cura tecnica e stilistica nell’eleganza di scenografie, fotografia, costumi.
Sa coinvolgere lo spettatore, emozionarlo, offrirgli interessanti spunti di riflessione.
Sono bellissimi e ben funzionali i raffinati numeri musicali, canzoni e dialoghi.
Tutti azzeccati gli attori del cast corale (ci sono molti giovani attori di origine ispanica).
Il “West Side Story” firmato dall’ottima regia di Spielberg è al tempo stesso un melodramma disperato, violento, melanconico e un film sociale, politico che racconta tanto dell’America di oggi sull’immigrazione dell’era Trump e sulle violenze della polizia. Ma è soprattutto pura magia cinematografica di forte impatto sognante e seducente nella perfetta compenetrazione dei suoi aspetti visivi, sonori, ed emozionali.
Un musical che non fa rimpiangere l’originale, ma che piuttosto lo aggiorna, lo arricchisce, lo approfondisce, e in sostanza ce lo ripropone più completo per farcelo arrivare meglio e più dritto al nostro cuore…
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cardclau
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martedì 4 gennaio 2022
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la fugacità deella luce
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Non vi nascondo che ero preoccupato prima della proiezione: che la versione di West Side Story di Spielberg potesse turbarmi come la versione originale di Robbins del 1961. Confidavo quindi negli effetti speciali e nell’accelerazione indiavolata di tanta cinematografia moderna nello stemperare il salutare, ma straziante, sbigottimento nel percepire il traboccare delle proprie emozioni di fronte ad un dramma così antico e vero: della potenza e della fugacità della luce, l’amore, fra due esseri umani, di fronte alla dittatura e alla persistenza dell’ombra, l’odio anaffettivo, la distruzione senza pensiero.
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Non vi nascondo che ero preoccupato prima della proiezione: che la versione di West Side Story di Spielberg potesse turbarmi come la versione originale di Robbins del 1961. Confidavo quindi negli effetti speciali e nell’accelerazione indiavolata di tanta cinematografia moderna nello stemperare il salutare, ma straziante, sbigottimento nel percepire il traboccare delle proprie emozioni di fronte ad un dramma così antico e vero: della potenza e della fugacità della luce, l’amore, fra due esseri umani, di fronte alla dittatura e alla persistenza dell’ombra, l’odio anaffettivo, la distruzione senza pensiero. Mi sbagliavo. È superiore. È vero che la cinematografia ha fatto passi da gigante in sessant’anni ma Spielberg rimane un sorprendente maestro nel calare la realtà negli affetti, e ancora tenacemente lo spettatore alla storia che gli narra. Non manca la ciliegina sulla torta: ho sempre considerato la relazione umana, tra due, da un istante a tutta la vita, “per sempre” come si erano giurati Maria e Anton, una cosa in cui crederci seriamente, una cosa “sacra”. E Spielberg ambienta il loro momento di luce in un chiostro, in una chiesa.
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thomas
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giovedì 30 dicembre 2021
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west side story o grease?
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West Side Story racconta una vicenda di morte che affonda le radici nell'odio razziale, nella povertà e nell'assenza di futuro per gioventù bruciate. Racconta di realtà talmente intrise di rabbia e rancore da impedire una normale convivenza, di passioni amorose talmente accese da obliare la morte di un famigliare (Maria trascorre la notte con Tony pur sapendo che le ha appena ammazzato il fratello). Racconta infine un'America che, nonostante si sia sviluppata grazie al contributo di decine di etnie diverse (il cosiddetto melting pot), tuttavia continua a pagare lo scotto della violenza innescata da integrazioni problematiche se non in alcuni casi impossibili. Se tutto questo è West Side Story, e se si è voluto portarla nuovamente sugli schermi a distanza di circa sessanta anni, non vi è dubbio che l'occasione doveva essere sfruttata per valorizzare il potenziale "oscuro":che offre la storia e farla diventare grande e coraggioso affresco della Storia.
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West Side Story racconta una vicenda di morte che affonda le radici nell'odio razziale, nella povertà e nell'assenza di futuro per gioventù bruciate. Racconta di realtà talmente intrise di rabbia e rancore da impedire una normale convivenza, di passioni amorose talmente accese da obliare la morte di un famigliare (Maria trascorre la notte con Tony pur sapendo che le ha appena ammazzato il fratello). Racconta infine un'America che, nonostante si sia sviluppata grazie al contributo di decine di etnie diverse (il cosiddetto melting pot), tuttavia continua a pagare lo scotto della violenza innescata da integrazioni problematiche se non in alcuni casi impossibili. Se tutto questo è West Side Story, e se si è voluto portarla nuovamente sugli schermi a distanza di circa sessanta anni, non vi è dubbio che l'occasione doveva essere sfruttata per valorizzare il potenziale "oscuro":che offre la storia e farla diventare grande e coraggioso affresco della Storia. Ma Spielberg è sempre stato molto prudente a misurarsi davvero con le profondita', sa che lì c'è il rischio di perdersi, e così si è limitato a fornirci una versione "rinfrescata" di West Side Story, senza riferimenti all'immigrazione ispanica clandestina (quanto sarebbe stato narrativamente potente, invece,attualizzare gli Sharks inserendoci i tanti clandestini latinos che affollano il sottobosco delle grandi metropoli americane!). Anche la scelta di ribadire la provenienza portoricana degli Sharks, come nell'originale del 1961, oramai è anacronistica, Portorico negli ultimi anni ha per ben due volte votato a favore della propria annessione agli USA, sarebbe stato certamente più appropriato identificare gli Sharks con la massa di desperados ispanici di ogni provenienza, uniti nel cercare di ritagliarsi il proprio pezzetto di sogno americano. La scelta degli attori riflette peraltro la sua incapacità di svincolarsi dalla versione originale: Tony ha la faccia da bravissimo ragazzo, ma si è appena fatto un anno di prigione per aver quasi ucciso un coetaneo durante una rissa, dove sono i segni di una vita che gli ha già presentato un conto duro? E i poliziotti paiono più che altro bonari addetti dell'assistenza sociale, dov'è quella violenza che caratterizza i loro conflitti con le gangs nelle strade? Dal punto di vista tecnico, poi, anche la fotografia non convince: le luci di scena non devono creare riflessi, nelle scene notturne i bagliori azzurrognoli si sprecano. Se dunque Spielberg perde l'occasione di raccontare attraverso West Side Story l'America di oggi, vi è da chiedersi cosa voglia significare il suo film e cosa rimane del suo sforzo artistico, peraltro da lui dedicato al padre; occorre in definitiva domandarsi qual è la ratio di un remake di West Side Story, adesso. Probabilmente egli intende continuare nella realizzazione del suo grande mosaico dell'America: "Salvate il soldato Ryan", "Lincoln", "The Post", tanto per citarne alcuni, sono tappe di un'ambiziosa opera di raffigurazione destinata al mondo e ai posteri. Ma se così è, West Side Story 2021 perde l'occasione di fornire una preziosa tessera del mosaico e si riduce di fatto a un timido tentativo nostalgico, praticamente a un inutile deja vu
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