cuni
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domenica 25 dicembre 2022
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non perdetevelo
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Come spesso accade, andare a vedere un film la cui sceneggiatura è tratta da un libro che hai letto e che ti è tanto piaciuto, predispone ad una critica più severa in quanto le atmosfere, i dettagli, la poesia del racconto in generale vengono compressi, persi e talvolta stravolti dalla trama e dagli "effetti" che la pellicola vuole suscitare.
Straordinariamente invece, già dall'immensità delle prime immagini, dalla sensazione di tempi sospesi che seguono l'andamento naturale della Montagna, tutto mi ha riportato a rivivere le profonde sensazioni suscitate dalla lettura di Cognetti. Bravissimi quindi i due registi a trasporre così efficacemente l'amicizia dei due personaggi, l'amore per le alte quote, la ricerca interiore sull'obbiettivo della propria vita, il mestiere duro dei genitori, la caparbietà nel fare ciò che piace e tanti altri messaggi.
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Come spesso accade, andare a vedere un film la cui sceneggiatura è tratta da un libro che hai letto e che ti è tanto piaciuto, predispone ad una critica più severa in quanto le atmosfere, i dettagli, la poesia del racconto in generale vengono compressi, persi e talvolta stravolti dalla trama e dagli "effetti" che la pellicola vuole suscitare.
Straordinariamente invece, già dall'immensità delle prime immagini, dalla sensazione di tempi sospesi che seguono l'andamento naturale della Montagna, tutto mi ha riportato a rivivere le profonde sensazioni suscitate dalla lettura di Cognetti. Bravissimi quindi i due registi a trasporre così efficacemente l'amicizia dei due personaggi, l'amore per le alte quote, la ricerca interiore sull'obbiettivo della propria vita, il mestiere duro dei genitori, la caparbietà nel fare ciò che piace e tanti altri messaggi.
Non voglio dimenticare inoltre di segnalare anche gli attori in secondo piano, eccelso Filippo Timi con quella sua sigaretta sempre attaccata alla bocca, e la fotografia che ti lascia senza fiato
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gabriella
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giovedì 5 gennaio 2023
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storia di un''amicizia
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La montagna , con i suoi silenzi, i paesaggi verdi e i torrenti che scorrono, i ghiacciai, nelle sue inquadrature e angolazioni luminose , a perdifiato, incantevoli, impreziosite da una curatissima fotografa che ne esalta la bellezza, che però si concentra sull’amicizia tra Pietro e Bruno, ne penetra l’anima, scandaglia i sentimenti tra due persone così diverse e proprio per questo così unite, la montagna è la culla cui tornare, ogni volta, per chi resta e per chi se ne va. Contrariamente a molti giudizi , non ritengo il film lento, anzi, trovo che abbia una sua dinamicità nel tratteggiare un’amicizia che persiste negli anni ma non è scevra di difficoltà, di lontananza, di diversità, di ribellione e irrequietezza.
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La montagna , con i suoi silenzi, i paesaggi verdi e i torrenti che scorrono, i ghiacciai, nelle sue inquadrature e angolazioni luminose , a perdifiato, incantevoli, impreziosite da una curatissima fotografa che ne esalta la bellezza, che però si concentra sull’amicizia tra Pietro e Bruno, ne penetra l’anima, scandaglia i sentimenti tra due persone così diverse e proprio per questo così unite, la montagna è la culla cui tornare, ogni volta, per chi resta e per chi se ne va. Contrariamente a molti giudizi , non ritengo il film lento, anzi, trovo che abbia una sua dinamicità nel tratteggiare un’amicizia che persiste negli anni ma non è scevra di difficoltà, di lontananza, di diversità, di ribellione e irrequietezza. Pietro che fatica a trovare la sua strada, il rapporto conflittuale con il padre, il bisogno di scappare, di andare lontano, di ripudiare la montagna per poi tornare, Bruno, solitario e immerso totalmente nel suo ambiente, che rifugge qualsiasi forma di tecnologia, ostinandosi a faticare , per sentirsi parte di ciò che lo circonda, come un ultimo della sua specie, incapace anche ad aprirsi all’amore per Lara, la sua compagna, Anita , la sua bambina, ripiegandosi sempre di più nei suoi silenzi , tagliando fuori tutto il resto. Si percepisce questa tensione nel bel film di Van Groeningen e Vandermeersch, così come quella tra Pietro e il padre, ingegnere di professione , alpinista per passione, rigoroso nel tratteggiare percorsi e sentieri, non riesce a trasmettere lo stesso interesse in un figlio che non possiede il suo passo , e finisce per affezionarsi di più all’altro “ figlio “. E c’è una baita, costruita insieme dai due amici, che diventa il loro equilibrio, il loro punto in comune, per Pietro , dal ritorno dal Nepal, per Bruno, per isolarsi e sprofondare nella sua solitudine sempre più impellente, un rifugio e un riparo dove rinsaldare il loro legame, che li ritrova bambini, e li fa crescere ogni volta.nella consapevolezza di qualcosa di profondo ed eterno ,ad accettarsi e riconciliarsi con l’universo. C’è una grande energia in questo film , proprio perché parla dell’importanza delle relazioni, della forza dell’amiciziae dell’imprevedibilità della vita.
L’unico appunto che potrei fare è relativo alla leggenda nepalese delle otto montagne, forse avrei preferito che la storia fosse raccontata dalla voce narrante di Pietro, magari mentre si trova, o ritorna dal Nepal, anziché inserirla dopo una cena tra i due amici, perché è superfluo spiegare ciò che si comprende benissimo.
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[+] un forte legame di amicizia ben raccontato
(di antonio montefalcone)
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kronos
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lunedì 22 maggio 2023
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otto montagne di stereotipi
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Non c'è da stupirsi che "le otto montagne" sia stato premiato a Cannes e piaccia alla critica 'Dem' statunitense: non gli manca un solo stereotipo modaiolo di marca anglofona, dal rapporto conflittuale col padre (che pure lavora 360 giorni l’anno per la famiglia) all’idea ossessiva che la scuola nobiliti l’uomo (anche quando la odia e le preferisce vacche e pascoli), dalle palesi tentazioni LGBT alla fughe in Nepal alla ricerca di chissà quale senso della vita … c’è proprio tutto.
Eppure, nonostante la base narrativa da cui il film è tratto abbia ben poco d’originale o fuori dalle convenzioni, cinematograficamente parlando ci troviamo di fronte a un’opera affascinante.
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Non c'è da stupirsi che "le otto montagne" sia stato premiato a Cannes e piaccia alla critica 'Dem' statunitense: non gli manca un solo stereotipo modaiolo di marca anglofona, dal rapporto conflittuale col padre (che pure lavora 360 giorni l’anno per la famiglia) all’idea ossessiva che la scuola nobiliti l’uomo (anche quando la odia e le preferisce vacche e pascoli), dalle palesi tentazioni LGBT alla fughe in Nepal alla ricerca di chissà quale senso della vita … c’è proprio tutto.
Eppure, nonostante la base narrativa da cui il film è tratto abbia ben poco d’originale o fuori dalle convenzioni, cinematograficamente parlando ci troviamo di fronte a un’opera affascinante.
Gli interpreti convincono, l’impianto visivo è in calcolato equilibrio tra austerità e magnificenza senza risultare stucchevole o cartolinesco, e per una volta il formato desueto 4:3 dei fotogrammi ha un senso estetico e compositivo, rafforzando la verticalità degli scenari alpini e himalayani.
Van Groeningen crede nel soggetto che racconta e ama i personaggi, coerenti o contradditori che siano, e in alcune sequenze di straordinario lirismo ci trascina in paradiso (la morte di Filippo Timi, l’ascesa alla vetta accompagnata da “Like there was a door”, la riscoperta del padre attraverso i suoi vecchi percorsi di montagna).
Il ritmo fluviale e la notevole durata non sono per tutti i gusti, ma il finale toccante e poetico lascia il segno.
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felicity
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sabato 8 luglio 2023
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un film sulla forza e i limiti dell''amicizia
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Le otto montagne è un film da vedere per diversi motivi: c’è la grande regia della coppia belga Van Groeningen-Vandermeersch, totalmente devoti alla realizzazione di una pellicola in grado di trasmettere emozioni dirette e non filtrate: i due, insieme alla produzione, hanno costruito per davvero la casa in pietra del film e hanno girato gli interni nelle location originali in modo da ricreare un’atmosfera quanto mai autentica.
Non manca uno sguardo approfondito su tanti temi dentro e fuori i confini della montagna, come quello del confronto tra le realtà spopolate senza tempo di alcuni anfratti e le comunità abitative al centro del turismo odierno in un mondo che cambia.
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Le otto montagne è un film da vedere per diversi motivi: c’è la grande regia della coppia belga Van Groeningen-Vandermeersch, totalmente devoti alla realizzazione di una pellicola in grado di trasmettere emozioni dirette e non filtrate: i due, insieme alla produzione, hanno costruito per davvero la casa in pietra del film e hanno girato gli interni nelle location originali in modo da ricreare un’atmosfera quanto mai autentica.
Non manca uno sguardo approfondito su tanti temi dentro e fuori i confini della montagna, come quello del confronto tra le realtà spopolate senza tempo di alcuni anfratti e le comunità abitative al centro del turismo odierno in un mondo che cambia. Al centro del film c’è un rapporto di fratellanza e amicizia maschile che si espande verso altri lidi: la crescita, la capacità di trovare (e ritrovare) sé stessi e il confronto tra sogno e realtà, concretezza e idealizzazione.
E' un film che non piacerà a tutti, perché ha il suo andamento, lento e ricco di silenzi, con una durata due ore e mezza. Somiglia, in questo, al suo protagonista, Bruno, che non accetta compromessi. È però, da vedere, per il suo forte impatto visivo e per come riesce a rendere un sentimento estremamente intimo e personale, ma al tempo stesso universale, come l’amicizia.
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denilson
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domenica 18 giugno 2023
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profondo, riflessivo (anche troppo), paesaggistico
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Oltre a essere un film sull'amicizia, "Le otto montagne" parla di crescita, di tempo e spazio in generale, di famiglia, di solitudine, malinconia, e della montagna. Insomma è un film totale che raggiunge vette poetiche e cinematografiche sorprendenti. In tutto questo c'è l'attualità del disagio giovanile, delle difficoltà sociali, economiche ed esistenziali di cui si preferisce non parlare nel mondo edulcorato dai filtri di Instagram. Invece qua il formato scelto fa sembrare vivo ogni singolo fotogramma in cui viene ripresa la "natura".
I due registi belgi fanno un grande lavoro dando al film il ritmo che caratterizza il luogo in cui i fatti avvengono, a volte in effetti si indugia parecchio (ma in fondo siamo tutti plagiati dai ritmi netflixiani.
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Oltre a essere un film sull'amicizia, "Le otto montagne" parla di crescita, di tempo e spazio in generale, di famiglia, di solitudine, malinconia, e della montagna. Insomma è un film totale che raggiunge vette poetiche e cinematografiche sorprendenti. In tutto questo c'è l'attualità del disagio giovanile, delle difficoltà sociali, economiche ed esistenziali di cui si preferisce non parlare nel mondo edulcorato dai filtri di Instagram. Invece qua il formato scelto fa sembrare vivo ogni singolo fotogramma in cui viene ripresa la "natura".
I due registi belgi fanno un grande lavoro dando al film il ritmo che caratterizza il luogo in cui i fatti avvengono, a volte in effetti si indugia parecchio (ma in fondo siamo tutti plagiati dai ritmi netflixiani..) e questo a mio avviso è l'unico difetto del film, perché poteva essere più incisivo.
Una menzione di merito va fatta a Stefano Borghi, veramente eccezionale, e alla colonna sonora.
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laura menesini
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sabato 15 luglio 2023
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fotografia caravaggesca
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Un film che ti ammalia con la storia di questa amicizia tra due ragazzi dalla provenienza tanto diversa. All'inizio ti lascia un senso di inadeguatezza la misura di 4:3 perché vorresti goderti a pieno la vista di quelle montagne, ma poi ti rendi conto che le montagne sono sfumate e che la storia è quella dei due ragazzi, poi govani e infine adulti. Il film ha indubbiamente anche molti stereotipi, il Nepal per trovare se stessi o il contrasto col padre, ma riesce a farteli sorvolare con la bellezza e la purezza d'animo dei suoi personaggi. Personalmente ho apprezzato molto la musica che esplode nei momenti più impensabili e la fotografia che crea quadri di stampo caravaggesco negli interni a lume di candela.
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ludovico morandi
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venerdì 6 gennaio 2023
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legami profondi in una natura incontaminata.
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Le Otto Montagne è un film del 2022 diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, tratto dall' omonimo libro di Paolo Crognaletti.
Pietro è un bambino Torinese che in estate si reca in vacanza con la famiglia in un paesino montano, li conoscerà Bruno, l'unico suo coetaneo
con cui nascerà presto un forte legame di amicizia tanto da spingere i genitori di Pietro a portarlo con loro in città per offrirgli la possibilità di studiare.
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Le Otto Montagne è un film del 2022 diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, tratto dall' omonimo libro di Paolo Crognaletti.
Pietro è un bambino Torinese che in estate si reca in vacanza con la famiglia in un paesino montano, li conoscerà Bruno, l'unico suo coetaneo
con cui nascerà presto un forte legame di amicizia tanto da spingere i genitori di Pietro a portarlo con loro in città per offrirgli la possibilità di studiare. Quando tutto sembrava deciso Bruno viene però portato via dal padre a lavorare con lui come muratore e le strade dei due ragazzini si separeranno, finchè ormai uomini la montagna sarà ancora il loro luogo di ritrovo, accudendo nella sua possente roccia il rapporto mai veramente perso e i loro sogni senza meta.
Le inquadrature che ci accompagnano in questa storia mostrano la bellezza della natura nella sua incolumità, estranea dalla realtà cittadina e che per questo ci faranno cambiare aria in un'attimo, portandoci con loro a diversi chilometri di altezza. Si proverà la fatica di promesse date, la confusione sulla strada da prendere e la profondità che può avere un legame.
I due attori protagonisti (Luca Marinelli e Alessandro Borghi) fanno una eccellente interpretazione cogliendo le sfacciettature di due caratteri e origini diverse, recitando dialoghi ben scritti accompagnati da una colonna sonora poco presente, ma che nei punti giusti, libera le emozioni dei momenti di silenzio.
La durata di due ore e mezzo è forse un po' eccessiva ma la si avverte sono nella parte finale, nel complesso è un viaggio da fare assolutamente per un'intima esperienza di cinema e per ricordarci di alcuni valori che servono realmente.
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daniela rossi
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martedì 16 maggio 2023
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solo chi ha avuto un'amicizia così può comprendere la complessità, la complicità e la intensità di questa pellicola. io ho perso un amico così qualche anno fa e so cosa si prova.
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Le otto montagne una storia d'amore e d'amicizia. Una regia splendida, due attori perfetti, le montagne alto atesine e niente sovrastrutture. Un film creato con poco ma pregno di tanto, soprattutto della semplicità e dell'autenticità dei buoni sentimenti, quelli che ti intristiscono di una dolce malinconia in una mattina di pioggia ma che nel contempo ti regalano la gioia dei buoni ricordi, quelli innocenti dei bambini, che restano sepolti sotto la corteccia dell'età adulta, ma che se sai accendere l'interruttore giusto tornano a illuminarsi in una intensa pagina della vita. Luca Marinelli e Alessandro Borghi, forse i migliori ora nel nostro panorama artistico, con leggerezza e maestria mi hanno coinvolta nella loro storia, li ho visti incontrarsi, fare amicizia, adirarsi, lasciarsi e ritrovarsi in nome di quell'amicizia spontanea capace di superare ogni distanza geografica, temporale e sociale.
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Le otto montagne una storia d'amore e d'amicizia. Una regia splendida, due attori perfetti, le montagne alto atesine e niente sovrastrutture. Un film creato con poco ma pregno di tanto, soprattutto della semplicità e dell'autenticità dei buoni sentimenti, quelli che ti intristiscono di una dolce malinconia in una mattina di pioggia ma che nel contempo ti regalano la gioia dei buoni ricordi, quelli innocenti dei bambini, che restano sepolti sotto la corteccia dell'età adulta, ma che se sai accendere l'interruttore giusto tornano a illuminarsi in una intensa pagina della vita. Luca Marinelli e Alessandro Borghi, forse i migliori ora nel nostro panorama artistico, con leggerezza e maestria mi hanno coinvolta nella loro storia, li ho visti incontrarsi, fare amicizia, adirarsi, lasciarsi e ritrovarsi in nome di quell'amicizia spontanea capace di superare ogni distanza geografica, temporale e sociale. Un'amicizia che commuove ancora prima di giungere al finale della pellicola. In ogni momento sono stata lì, con loro, rievocando i luoghi, le situazioni e gli amici della mia infanzia, con la certezza che certi sentimenti nessuno potrà mai strapparceli via.
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paolo
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sabato 7 gennaio 2023
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una occasione mancata
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Ho letto il libro prima di vedere il film. Questo spesso è una quasi garanzia di delusione. In questo caso sono rimasto molto deluso ma non per la mancata resa del film rispetto al libro o per la mancanza di spessore che invece erano rese piuttosto bene grazie alla bravura degli attori.
Il libro è intenso, a tratti commovente. Alcune pagine sono delle mezze sceneggiature. Mentre lo leggevo pensavo a come sarebbe potuto essere bello un film tratto dal libro. Quando ho visto che al cinema davano il film tratto dal libro ho pensato che al cinema sarebbe proprio stato bello vedere ciò che nel libro si poteva solo immaginare: spettacolari riprese delle montagne con una solida base data dalle storie dei due protagonisti.
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Ho letto il libro prima di vedere il film. Questo spesso è una quasi garanzia di delusione. In questo caso sono rimasto molto deluso ma non per la mancata resa del film rispetto al libro o per la mancanza di spessore che invece erano rese piuttosto bene grazie alla bravura degli attori.
Il libro è intenso, a tratti commovente. Alcune pagine sono delle mezze sceneggiature. Mentre lo leggevo pensavo a come sarebbe potuto essere bello un film tratto dal libro. Quando ho visto che al cinema davano il film tratto dal libro ho pensato che al cinema sarebbe proprio stato bello vedere ciò che nel libro si poteva solo immaginare: spettacolari riprese delle montagne con una solida base data dalle storie dei due protagonisti.
Non risco ad esprimere a parole la delusione proata quando ho visto che il film è stato girato in 4/3. Ho sperato in una scelta narrativa in cui questo formato castrato venisse utilizzato per rendere il passato da bambini dei protagonisti e poi man mano che si passava alla giovinezza ed all'età adulta si sarebbe allargata la scena in un crescendo di emozioni legate ai vari momenti rappresentati dal libro/film. Sarebbe stata comunque una scelta discutibile ma l'avrei accettata.
Ho sperato fino alla fine ma è rimasta solo la delusione. Errore mio comunque. Se avessi saputo prima di questa curiosa scelta della regia non avrei buttato i soldi del biglietto.
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