sergiolino63
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domenica 27 marzo 2022
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film inguardabile e noioso
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Anderson, regista sopravvalutato, anche questa volta!
Film senza nè capo, nè coda, situazioni che non si intrecciano tra loro, dialoghi banali, nessun colpo di scena (tranne qualcuno prevedibile) , fotografia da film di terza categoria., 133 minuti di noia totale per raccontare la storia,(d'amore? d'amicizia? boh), ambientata negli anni '70, di un 15 enne e di una 25 anni californiani che, pur non stando insieme, sanno di poter contare l'uno sull'altra. Bella idea, peraltro poco originale, ma film inguardabile.
Esci dalla sala e incroci gli sguardi degli spettatori (beninteso, ben scolarizzati!) delusi per aver buttato 2 ore del loro tempo e 10 € dalla finestra!!!
Ma i critici osannano questo regista e anch
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Anderson, regista sopravvalutato, anche questa volta!
Film senza nè capo, nè coda, situazioni che non si intrecciano tra loro, dialoghi banali, nessun colpo di scena (tranne qualcuno prevedibile) , fotografia da film di terza categoria., 133 minuti di noia totale per raccontare la storia,(d'amore? d'amicizia? boh), ambientata negli anni '70, di un 15 enne e di una 25 anni californiani che, pur non stando insieme, sanno di poter contare l'uno sull'altra. Bella idea, peraltro poco originale, ma film inguardabile.
Esci dalla sala e incroci gli sguardi degli spettatori (beninteso, ben scolarizzati!) delusi per aver buttato 2 ore del loro tempo e 10 € dalla finestra!!!
Ma i critici osannano questo regista e anche questo film!!! Che dire? Che cambino pusher!!!
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sergiolino63
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domenica 27 marzo 2022
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bah! anderson non si smentisce mai (in negativo)!
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Sincermente non capisco mai come possa questo regista riscuotere sempre tanto successo. A mio parere Anderson è sopravvalutato, e non poco.
Questo film ha una trama debole, troppe situazioni che non si intrecciano fra loro, dialoghi banali (neanche surreali), fotografia insignificante..... 133 minuti di noia totale per raccontare la storia di un 15enne e di una 25 enne che pur non stando insieme sanno di poter contare l'uno nell'altra.... sì, bella idea, ma il film è inguardabile. Esci dalla sala e incroci gli sguardi delle persone che , come te, non riescono ancora a capire il significato di quanto hanno appena visto e sono un po' rammaricati per aver buttato alle ortiche 10 euro e 2 ore dellla loro vita.
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Sincermente non capisco mai come possa questo regista riscuotere sempre tanto successo. A mio parere Anderson è sopravvalutato, e non poco.
Questo film ha una trama debole, troppe situazioni che non si intrecciano fra loro, dialoghi banali (neanche surreali), fotografia insignificante..... 133 minuti di noia totale per raccontare la storia di un 15enne e di una 25 enne che pur non stando insieme sanno di poter contare l'uno nell'altra.... sì, bella idea, ma il film è inguardabile. Esci dalla sala e incroci gli sguardi delle persone che , come te, non riescono ancora a capire il significato di quanto hanno appena visto e sono un po' rammaricati per aver buttato alle ortiche 10 euro e 2 ore dellla loro vita. Poi leggi le critiche e scopri che i critici gli danno 5 stelle: probabilmente devono solo cambiare pusher (oppure sono cari amici di questo "genio" regista da me incompreso!). Consiglio my movies di sentire i giudizi del pubblico all'uscita dalle sale e non di fermarsi ai commenti di qualche sciroccato che scrive qui.
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gianluigi f.
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mercoledì 23 marzo 2022
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licorice pizza o il sapore intenso della nostalgia
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Che Paul Thomas Anderson fosse un grande regista, non lo si scopre di certo oggi. Ma "Licorice Pizza" ce lo ricorda ancora una volta.
Il cineasta statunitense, tra i più influenti della sua generazione, decide di tornare nella sua amata San Fernando Valley, ma riavvolgendo il nastro del tempo fino agli anni '70.
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Che Paul Thomas Anderson fosse un grande regista, non lo si scopre di certo oggi. Ma "Licorice Pizza" ce lo ricorda ancora una volta.
Il cineasta statunitense, tra i più influenti della sua generazione, decide di tornare nella sua amata San Fernando Valley, ma riavvolgendo il nastro del tempo fino agli anni '70. Precisamente fermandosi nell'America del 1973: quella di Nixon e del sipario calante sul conflitto del Vietnam.
Tuttavia - seppur presente - il peso politico e sociale del contesto storico non è il cuore del film ma la cornice perfetta per inquadrare le avventure (ma soprattutto le disavventure) del quindicenne Gary Valentine e della venticinquenne Alana Kane, interpretati rispettivamente dai due straordinari esordienti Cooper Hoffman e Alana Haim. Lui, giovanissimo e intraprendente, animato dalla voglia di sbarcare il lunario con un'attività propria; lei impulsiva e scostante, col desiderio di trovare il proprio posto nel mondo.
Anderson non scivola nella comodità di fotografare una storia d'amore, ma decide di porre l'accento sull'attrazione che precede il primo bacio, a volte assecondata, altre volte rifuggita. E lo fa attraverso una credibilità che parte in primis dalla fisionomia dei due giovani attori. Gary è cicciottello e con i brufoli; Alana ha un naso aquilino e qualche dente storto. Eppure, sono proprio queste imperfezioni a renderli terribilmente credibili, reali; quanto di più lontano dagli adolescenti puliti e patinati ai quali spesso i prodotti audiovisivi ci hanno abituato.
Anderson non inciampa neppure nella banalità della nostalgia, ma servendosi di regia, fotografia e musica dipinge l'affresco di un'America costantemente in bilico tra ricordo e invenzione, popolata da maschere a tratti grottesche, a tratti crudelmente ciniche, capaci di strappare dalla bocca dello spettatore un riso genuino o una smorfia amara.
Tutto ciò, senza perdere mai per un momento il focus del proprio racconto: la maturazione di un'amore. Una costruzione dell'impianto emotivo sapiente, ponderata che corre - come i suoi protagonisti - dritta verso un finale consapevolmente tenero e insieme magnificamente cinematografico.
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(di sergiolino63)
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iscarioth
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martedì 22 marzo 2022
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curre curre guagliò
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Un film da tre stelle, che di più non si potrebbe.
Nella città più grande degli States, di base corrono tutti. Gli uni verso, spesso con e talvolta contro, gli altri.
Il film dura due ore che sembrano quattro e fa temere possano essere otto.
I peronaggi però sono piacevoli e le scene, a modo loro ben scritte, strappano più di un sorriso.
Molti parlano di film dell'anno. Molti dovrebbero andare di più al cinema.
Un film più che sufficiente e meno che bello.
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antonio miredi
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lunedì 21 marzo 2022
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che (rin) corsa l''amore
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Se si hanno dei dubbi riguardo all’amare, basta, nel peso dell’assenza, verificare quanto si è disposti a correre o rincorrere per l’incontro. Gary Valentine è un quindicenne grassottello e brufoloso, un po’ sbruffone ma abbastanza sicuro di sé, attore carismatico in una compagnia di ragazzi, con uno spiccato senso imprenditoriale degli affari. Alana Kane ha ben dieci anni di più, insoddisfatta e in cerca di un suo preciso posto nel mondo, non particolarmente bella ma capace di trasmettere una sua naturale attrazione.
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Se si hanno dei dubbi riguardo all’amare, basta, nel peso dell’assenza, verificare quanto si è disposti a correre o rincorrere per l’incontro. Gary Valentine è un quindicenne grassottello e brufoloso, un po’ sbruffone ma abbastanza sicuro di sé, attore carismatico in una compagnia di ragazzi, con uno spiccato senso imprenditoriale degli affari. Alana Kane ha ben dieci anni di più, insoddisfatta e in cerca di un suo preciso posto nel mondo, non particolarmente bella ma capace di trasmettere una sua naturale attrazione. Nel momento in cui Gary ha modo di vederla, durante le liceali foto di gruppo, dove Alana lavora come aiuto fotografo, è già convinto che quella giovane donna sarà sua moglie. Anche se da subito Alana lo prende in giro, gli ricorda quanto sia un moccioso ragazzino per niente fico. Eppure tra i due, un po’ necessità, un po’ per la caparbia insistenza di lui e la voglia di Alana di uscire da una sorta di gabbia, si stabilisce una strana e insolita intesa di coppia senza essere coppia. Attorno a questa coppia stramba e libera, il regista realizza una commedia leggera e tutta giocata sul giro vorticoso di una estate americana primi anni settanta, nella familiare vallata di Los Angeles, con personaggi di adulti tratteggiati in modo caricaturale e sempre sopra le righe. Un modo anche per mettere in piena luce solo questa insolita coppia, intraprendente e tutta pronta a vivere il momento in cui si ritrova a recitare una parte, anche nella più disarmante ordinarietà e insignificanza fisica.
E poco importa se poi la storia precipita in un microcosmo della Valley che appare nel sobborgo di Los Angelesdi di San Fernando persino provinciale, con episodi folli e stravaganti, sfilacciati e ridotti a frammenti di memoria. In questo vortice senza una precisa narrazione la coppia continua a giocare il reciproco avvicinarsi e allontanarsi, in un continuo tira e molla ricco di piccole gelosie e piccole rivalità, spesso con un rovesciamento di ruoli. A volte è lui a sembrare più maturo e capace di prendere una nuova iniziativa di successo, altre volte è lei a prendere il controllo e far in modo di uscire da situazioni pericolose, come quando si ritrova a guidare un grosso camion a secco di benzina, (una delle scene più interessanti) giù per la collina californiana. I veri infantili alla fine sono solo gli adulti, tutti accomunati nel loro poter offrire spunti di riflessione ma senza un approfondimento. E anche per i due giovanissimi protagonisti, bravi e sempre credibili nella loro naturalezza, nessuna introspezione, nessuno scavo psicologico. Solo la forza di una vitalità capace di amalgamarsi alla perfezione dentro la stagione di quel preciso 1973, ricreato magnificamente, al punto da farci sentire estranei rispetto a un tempo passato che già ci appare lontano nonostante la sua magnifica indimenticabile colonna sonora, con canzoni anni sessanta e quelle dell'anno in cui la vicenda si colloca. Per Paul Thomas Anderson, regista del precedente sofisticato e impeccabile “Il filo nascosto”, la trama è anche, se non soprattutto in questo ultimo film, materia, tessuto. Il tessuto cinematografico ha una sua tale rilevanza linguistica da poter far a meno di una scorrevole intelligibilità narrativa. Per arrivare al significato del titolo del film bisogna risalire alla autobiografia del regista per sapere che Licorice Pizza era una famosa catena di negozi di vinili che in quegli anni erano meta quasi religiosa di tanti giovani americani assetati di libertà e musica. Musica, con la nostalgia vintage verso gli Album a 33 giri simili a pizze di liquirizia, e vortice di giovinezza restano di sicuro grandi pregi ma non bastano per rendere un film un capolavoro: molti spunti non volutamente messi a fuoco, se non difetti, appaiono un limite. La sottile e sotto traccia disamina a una società americana sempre in cerca di se stessa tra sogno e cinismo, indulgente e pronta ad auto assolversi, se c'è è talmente irriconoscibile da non venire percepita nemmeno dai tanti entusiastici giudizi riconducibili alla gioiosa e vitale estetica formalistica. Troppo poco, se non si vuole lasciarsi andare solo al tuffo di una corsa, salutare ma nostalgicamente vacua, in questo nostro tempo di orrore.(Antonio Miredi)
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antonio miredi
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domenica 20 marzo 2022
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che (rin)corsa l'amore
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Se si hanno dei dubbi riguardo all’amare, basta, nel peso dell’assenza, verificare quanto si è disposti a correre o rincorrere per l’incontro. Gary Valentine è un quindicenne grassottello e brufoloso, un po’ sbruffone ma abbastanza sicuro di sé, attore carismatico in una compagnia di ragazzi, con uno spiccato senso imprenditoriale degli affari. Alana Kane ha ben dieci anni di più, insoddisfatta e in cerca di un suo preciso posto nel mondo, non particolarmente bella ma capace di trasmettere una sua naturale attrazione. Nel momento in cui Gary ha modo di vederla, durante le liceali foto di gruppo, dove Alana lavora come aiuto fotografo, è già convinto che quella giovane donna sarà sua moglie.
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Se si hanno dei dubbi riguardo all’amare, basta, nel peso dell’assenza, verificare quanto si è disposti a correre o rincorrere per l’incontro. Gary Valentine è un quindicenne grassottello e brufoloso, un po’ sbruffone ma abbastanza sicuro di sé, attore carismatico in una compagnia di ragazzi, con uno spiccato senso imprenditoriale degli affari. Alana Kane ha ben dieci anni di più, insoddisfatta e in cerca di un suo preciso posto nel mondo, non particolarmente bella ma capace di trasmettere una sua naturale attrazione. Nel momento in cui Gary ha modo di vederla, durante le liceali foto di gruppo, dove Alana lavora come aiuto fotografo, è già convinto che quella giovane donna sarà sua moglie. Anche se da subito Alana lo prende in giro, gli ricorda quanto sia un moccioso ragazzino per niente fico. Eppure tra i due, un po’ necessità, un po’ per la caparbia insistenza di lui e la voglia di Alana di uscire da una sorta di gabbia, si stabilisce una strana e insolita intesa di coppia senza essere coppia. Attorno a questa coppia stramba e libera, il regista realizza una commedia leggera e tutta giocata sul giro vorticoso di una estate americana primi anni settanta, nella familiare vallata di Los Angeles, con personaggi di adulti tratteggiati in modo caricaturale e sempre sopra le righe. Un modo anche per mettere in piena luce solo questa insolita coppia, intraprendente e tutta pronta a vivere il momento in cui si ritrova a recitare una parte, anche nella più disarmante ordinarietà e insignificanza fisica. E poco importa se poi la storia precipita in un microcosmo della Valley che appare nel sobborgo di San Fernando persino provinciale, con episodi folli e stravaganti, sfilacciati e ridotti a frammenti di memoria. In questo vortice senza una precisa narrazione la coppia continua a giocare il reciproco avvicinarsi e allontanarsi, in un continuo tira e molla ricco di piccole gelosie e piccole rivalità, spesso con un rovesciamento di ruoli. A volte è lui a sembrare più maturo e capace di prendere una nuova iniziativa di successo, altre volte è lei a prendere il controllo e far in modo di uscire da situazioni pericolose, come quando si ritrova a guidare un grosso camion a secco di benzina, (una delle scene più interessanti) giù per la collina californiana. I veri infantili alla fine sono solo gli adulti, tutti accomunati nel loro poter offrire spunti di riflessione ma senza un approfondimento. E anche per i due giovanissimi protagonisti, bravi e sempre credibili nella loro naturalezza, nessuna introspezione, nessuno scavo psicologico. Solo la forza di una vitalità capace di amalgamarsi alla perfezione dentro la stagione di quel preciso 1973, ricreato superbamente, al punto da farci sentire estranei rispetto a un tempo passato che già ci appare lontano nonostante la sua magnifica indimenticabile colonna sonora, con canzoni anni sessanta e quelle dell'anno in cui la vicenda si colloca. Per Paul Thomas Anderson, regista del precedente sofisticato e impeccabile “Il filo nascosto”, la trama è anche, se non soprattutto in questo ultimo film, materia, tessuto. Il tessuto cinematografico ha una sua tale rilevanza linguistica da poter far a meno di una scorrevole intelligibilità narrativa. Per arrivare al significato del titolo del film bisogna risalire alla autobiografia del regista per sapere che Licorice Pizza era una famosa catena di negozi di vinili che in quegli anni erano meta quasi religiosa di tanti giovani americani assetati di libertà e musica. Musica, con la nostalgia vintage verso gli Album a 33 giri simili a pizze di liquirizia, e vortice di giovinezza restano di sicuro grandi pregi ma non bastano per rendere un film un capolavoro: molti spunti non volutamente messi a fuoco, se non difetti, appaiono un limite. La sottile e sotto traccia disamina a una società americana sempre in cerca di se stessa tra sogno e cinismo, indulgente e pronta ad auto assolversi, se c'è è talmente irriconoscibile da non venire percepita nemmeno dai tanti entusiastici giudizi riconducibili alla gioiosa e vitale estetica formalistica. Troppo poco, se non si vuole lasciarsi andare solo al tuffo di una corsa, salutare ma nostalgicamente vacua, in questo nostro tempo di orrore. (Antonio Miredi)
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azuccoa
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domenica 20 marzo 2022
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ncs
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Confesso di averlo scelto semplicemente per mancanza di alternative e un po' anche per quanto se ne parla, non che mi attirasse particolarmente a priori.
Detto in due parole, storia di un amore sotto traccia, che alla fine riesce ad emergere.
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Confesso di averlo scelto semplicemente per mancanza di alternative e un po' anche per quanto se ne parla, non che mi attirasse particolarmente a priori.
Detto in due parole, storia di un amore sotto traccia, che alla fine riesce ad emergere.
Due ore e dieci per una storia così, mi sembrano eccessive....
Marginalmente ci sono anche altri contenuti, quali l'ebraismo della protagonista e famiglia (presa di sana pianta dalla vita reale e adottata in blocco nel cast....🤔), qualche citazione macchiettistica di personaggi hollywoodiani (l'ambientazione è ad L.A. e dintorni), reali e di fantasia, qualche riferimento storico (un TG con la faccia di Nixon, l'austerity di carburante) ma il tutto rimane un po' scollato, un po' come se fosse lì solo perché bisognava mettercelo. In effetti il film è tutto incentrato sui due protagonisti. Ed è proprio qui che qualcosa non funziona : a mio avviso le facce dei due non si addicono ai personaggi. Gary, quindicenne arrivista, pieno di idee e di risorse, iperattivo e sempre alla rincorsa della prossima iniziativa di successo, ha invece una faccia da tronfio salumiere (senza insulti per la benemerita categoria!). Alana : il personaggio si dichiara venticinquenne ma ne dimostra almeno 10 di più ; molto spesso sembra la mamma dei ragazzini che compongono la combriccola. Nel complesso, un film dimenticabile.
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joecondor
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domenica 20 marzo 2022
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un film frizzante 2 protagonisti simpatici
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Bel film colori,i 2 interpreti ,vestitti tutto originale e bello un film frizzante magnificamente interpretato da 2 promettenti giovani,,,,lui con quella faccia da bambacione 15enne lei un peperino di 25 anni da ridere
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athos
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domenica 20 marzo 2022
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un mondo a colori
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Un buon film dove l'ambientazione anni '70 è pressochè perfetta. Per il resto la storia si perde tra rincorse, personaggi sopra le righe e il finale che non diciamo. Mi aspettavo di più. Ormai ho imparato (non solo per quanto concerne il cinema) a diffidare degli osanna e alleluia. Al confronto con il monumentale Magnolia, Licorice Pizza è una buona distrazione. In questo tempo buio, comunque, va bene così.
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cabrubella
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sabato 19 marzo 2022
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senza capo né coda
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Tutto basato sui virtuosismi del regista, trama inesistente. Scenette di attori famosi (Sean Pann, Bradley Cooper) messi lì tanto per il nome. Bella colonna sonora e niente altro.
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