salva66
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lunedì 4 novembre 2024
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moralità e fini
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Pellicola maledettamente hollywoodiana, dove ma moralità va a farsi friggere di fronte agli interessi "non solo dei poteri forti". Andrebbe dato un voto più alto solo per il messaggio se fosse percepito appieno. I Fini?...quando si mette paura con la propaganda si governa sempre!
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lorenzo
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venerdì 29 marzo 2024
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un film ridicolo
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Non riesco a concepire come sia possibile produrre un film pessimo come questo.
Non trovo altro termine che "ridicolo"
Un attore come Di Caprio non dovrebbe accettare di lavorare per prodotti di questo livello
Guardarlo equivale a sprecare completamente il proprio tempo.
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marco
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lunedì 31 ottobre 2022
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originale e geniale
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la genialità del film è capillarmente sorretta dal talentuoso Leonardo Wilhelm DiCaprio, dall'incantevole Cate Blanchett, dall'eclettica Mary Louise Streep e dall'ottima Jennifer Lawrence, straordinari interpreti dell'originale produzione cinematografica di Adam McKay --- Una gustosa ed intelligente ironia fiancheggia costantemente il paradosso politico e corporativo i quali presuntuosamente pensano di manipolare e lucrare sull'imminente catastrofico cataclisma, ima non è la solita distopia condita d'effetti speciali,, è invece un pia
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la genialità del film è capillarmente sorretta dal talentuoso Leonardo Wilhelm DiCaprio, dall'incantevole Cate Blanchett, dall'eclettica Mary Louise Streep e dall'ottima Jennifer Lawrence, straordinari interpreti dell'originale produzione cinematografica di Adam McKay --- Una gustosa ed intelligente ironia fiancheggia costantemente il paradosso politico e corporativo i quali presuntuosamente pensano di manipolare e lucrare sull'imminente catastrofico cataclisma, ima non è la solita distopia condita d'effetti speciali,, è invece un piacevole susseguirsi di probabilistici scenari sociali magistralmente incarnati da un cast eccezionale --- Insomma, Chapeau !
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paolp78
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sabato 8 ottobre 2022
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catastrofismo biasimante in salsa sarcastica
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La Hollywood del terzo millennio è molto impegnata in campagne di sensibilizzazione per allertare l’opinione pubblica circa i vari rischi ambientali che secondo varie teorie scientifiche il pianeta starebbe correndo. Questa pellicola di Adam McKay propone in chiave sarcastica questa tematica, puntando il dito contro la distratta e frenetica società moderna e contro l’establishment incapace ed avido di profitto, entrambi colpevoli di un’imperdonabile sottovalutazione di pericoli tremendamente urgenti e concreti.
Come anticipato la pellicola di McKay è attraversata da un irresistibile sarcasmo molto cinico, che prende di mira la società americana facendola letteralmente a pezzi; in particolare sono attaccati in modo spietatamente irridente il mondo dei mass media, le grandi multinazionali dei super miliardari e il sistema politico.
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La Hollywood del terzo millennio è molto impegnata in campagne di sensibilizzazione per allertare l’opinione pubblica circa i vari rischi ambientali che secondo varie teorie scientifiche il pianeta starebbe correndo. Questa pellicola di Adam McKay propone in chiave sarcastica questa tematica, puntando il dito contro la distratta e frenetica società moderna e contro l’establishment incapace ed avido di profitto, entrambi colpevoli di un’imperdonabile sottovalutazione di pericoli tremendamente urgenti e concreti.
Come anticipato la pellicola di McKay è attraversata da un irresistibile sarcasmo molto cinico, che prende di mira la società americana facendola letteralmente a pezzi; in particolare sono attaccati in modo spietatamente irridente il mondo dei mass media, le grandi multinazionali dei super miliardari e il sistema politico.
La sceneggiatura, che come il soggetto è firmata dallo stesso McKay, prevede numerose scene davvero esilaranti: tra le altre si ricorda quella del generale pluridecorato che compie truffe per pochi dollari dentro la Casa Bianca.
Il cast è sontuoso. Nei ruoli dei protagonisti ci sono due super star come Leonardo Di Caprio e Jennifer Lawrence che impressionano per la capacità di calarsi in dei ruoli particolarmente atipici per loro, funzionando benissimo anche e soprattutto in chiave comica, che è poi la cifra artistica preponderante della pellicola. Strepitosi ed esilaranti in questo senso Meryl Streep, Cate Blanchett e Mark Rylance che fanno a gara a superarsi in un’esibizione di talento davvero impressionante.
Il ricchissimo cast annovera anche Jonah Hill, con il suo umorismo quasi demenziale, ma sempre efficace ed apprezzabile; il giovane Timothée Chalamet, che compare solo nella seconda parte della pellicola; la cantante Ariana Grande; ed infine Ron Perlman in una piccola parte molto divertente.
Il finale catastrofista è utilizzato da McKay per lanciare un ultimo monito, dalle velleità quasi profetiche.
Comunque apprezzabili le suggestive scene finali, ben realizzate grazie ai fantastici effetti speciali di cui si può disporre oggigiorno.
Si raccomanda di non smettere la visione ai primi titoli di coda, dopo i quali è prevista infatti una divertente ultima scena, assolutamente da non perdere.
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luca scialo
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domenica 6 marzo 2022
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critica a 360 gradi all'america di oggi, forse di sempre
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Dopo aver dipinto con Vice un ritratto pittoresco dell'uomo che con le guerre architettate durante l'amministrazione Bush, Dick Cheney - grazie al solito camaleontico Christian Bale - ha sconvolto il Medioriente e innescato l'islamismo, Adam McKay allarga la sua panoramica critico-ironica. Questa volta rivolgendosi a tutta la società americana contemporanea, forse di sempre Durante una consueta lezione, la dottoranda in astrofisica Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) si accorge della direzione verso la Terra di una cometa, segnalandola subito al suo docente, il Dr. Randall Mindy (Leonardo Di Caprio). Il quale calcola entro quando potrebbe avvenire l'impatto: soli 6 mesi. Così, decidono di avvertire le autorità competenti, fino ad arrivare ad un colloquio con il Presidente degli Stati Uniti, Janie Orlean (Maryl Strep).
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Dopo aver dipinto con Vice un ritratto pittoresco dell'uomo che con le guerre architettate durante l'amministrazione Bush, Dick Cheney - grazie al solito camaleontico Christian Bale - ha sconvolto il Medioriente e innescato l'islamismo, Adam McKay allarga la sua panoramica critico-ironica. Questa volta rivolgendosi a tutta la società americana contemporanea, forse di sempre Durante una consueta lezione, la dottoranda in astrofisica Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) si accorge della direzione verso la Terra di una cometa, segnalandola subito al suo docente, il Dr. Randall Mindy (Leonardo Di Caprio). Il quale calcola entro quando potrebbe avvenire l'impatto: soli 6 mesi. Così, decidono di avvertire le autorità competenti, fino ad arrivare ad un colloquio con il Presidente degli Stati Uniti, Janie Orlean (Maryl Strep). Tuttavia, vengono accolti da un ambiente sgangherato, che li snobba, quasi li irride. Proiettato più ai calcoli politici che alla salvezza del Pianeta Terra, dato che di lì a poco ci sarebbero state le elezioni. La Presidentessa, avuto conferma del pericolo, decide però di affidarsi al Ceo di una società produttrice di smartphone. Il quale a sua volta scopre che la cometa contiene dei minerali importanti per produrre i telefoni e così propone un'esplosione controllata, per rendere la cometa in mille pezzi e innocua per il nostro Pianeta. Gli scienziati finiscono così in un tritacarne fatto di speculazioni politiche, economiche e mediatiche. Oltre alla ormai consueta viralità Social, che rende tutto banale, futile e uno scherzo. Anche gli eventi seri e drammatici. Don't look up mette dunque insieme, oltre che un ottimo cast, anche un genere come quello fantascientico-apocalittico con quello commedia-goliardica. Una critica in chiave ironica ai mali della nostra società, che quella americana sintetizza al massimo. Il Presidente degli Usa è sì donna, ma non meno mediocre di come sono stati i suoi predecessori maschi. Un taglio simile lo avevamo visto solo in Armageddon, oltre vent'anni fa. Mentre il finale da puro decadentismo consapevole rievoca quello di Melancholia, di Lars von Trier. Ma i cinefili più attenti ci vedranno anche qualcosa di Sacrificio, ultimo film del grande Andrej Tarkovskij. Si consiglia di continuare a guardare i titoli di coda, poiché c'è un tragicomico epilogo, in linea con tutta la pellicola.
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enzo70
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domenica 27 febbraio 2022
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bel film sul rapporto tra società e media
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Un film irriverente e di grande attualità sul rapporto tra potere e media. Adam McKay racconta con tono irriverente una possibile e fatale collisione di una grande cometa con la terra, il cui esito sarà fatale al nostro pianeta. Cosa può accadere se il Presidente degli Stati Uniti vede da una tragedia annunciata del genere il modo di riscattare il basso indice di popolarità e l’opportunità per creare un immenso potere economico? In nome della sicurezza di Stato si possono fermare gli scienziati, renderli inoffensivi, il controllo della televisione e dei media consente di modificare la narrazione, nonostante la cometa sia in cielo, basti alzare gli occhi per vederla.
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Un film irriverente e di grande attualità sul rapporto tra potere e media. Adam McKay racconta con tono irriverente una possibile e fatale collisione di una grande cometa con la terra, il cui esito sarà fatale al nostro pianeta. Cosa può accadere se il Presidente degli Stati Uniti vede da una tragedia annunciata del genere il modo di riscattare il basso indice di popolarità e l’opportunità per creare un immenso potere economico? In nome della sicurezza di Stato si possono fermare gli scienziati, renderli inoffensivi, il controllo della televisione e dei media consente di modificare la narrazione, nonostante la cometa sia in cielo, basti alzare gli occhi per vederla. Cast incredibile, Meryl Streep su tutti per interpretare un pessimo esempio di donna Presidente degli States, Di Caprio nei panni dello scienziato serio e incapace di relazionarsi e una bravissima Jennifer Lawrence nelle vesti della giovane dottoranda che per prima ha capito la gravità della situazione. Per fortuna non c’è la cometa, ma tra molti uomini di grande potere e il Presidente interpretato dalla Streep non c’è molta distanza. E questa è una certezza. Non è un capolavoro, ma è sicuramente un film da vedere.
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enzo70
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domenica 27 febbraio 2022
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bel film sul rapporto tra società e media
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Un film irriverente e di grande attualità sul rapporto tra potere e media. Adam McKay racconta con tono irriverente una possibile e fatale collisione di una grande cometa con la terra, il cui esito sarà fatale al nostro pianeta. Cosa può accadere se il Presidente degli Stati Uniti vede da una tragedia annunciata del genere il modo di riscattare il basso indice di popolarità e l’opportunità per creare un immenso potere economico? In nome della sicurezza di Stato si possono fermare gli scienziati, renderli inoffensivi, il controllo della televisione e dei media consente di modificare la narrazione, nonostante la cometa sia in cielo, basti alzare gli occhi per vederla.
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Un film irriverente e di grande attualità sul rapporto tra potere e media. Adam McKay racconta con tono irriverente una possibile e fatale collisione di una grande cometa con la terra, il cui esito sarà fatale al nostro pianeta. Cosa può accadere se il Presidente degli Stati Uniti vede da una tragedia annunciata del genere il modo di riscattare il basso indice di popolarità e l’opportunità per creare un immenso potere economico? In nome della sicurezza di Stato si possono fermare gli scienziati, renderli inoffensivi, il controllo della televisione e dei media consente di modificare la narrazione, nonostante la cometa sia in cielo, basti alzare gli occhi per vederla. Cast incredibile, Meryl Streep su tutti per interpretare un pessimo esempio di donna Presidente degli States, Di Caprio nei panni dello scienziato serio e incapace di relazionarsi e una bravissima Jennifer Lawrence nelle vesti della giovane dottoranda che per prima ha capito la gravità della situazione. Per fortuna non c’è la cometa, ma tra molti uomini di grande potere e il Presidente interpretato dalla Streep non c’è molta distanza. E questa è una certezza. Non è un capolavoro, ma è sicuramente un film da vedere.
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nino raffa
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venerdì 4 febbraio 2022
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nessuno guarda il cielo
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Un gigantesco asteroide avanza inesorabile verso la Terra. Kate e Randall, i due astronomi scopritori, all’inizio vengono respinti dalla Casa Bianca, in quel momento troppo impegnata a trafficare un seggio alla Corte Suprema per un porno attore intimo della Presidente. Quando poi cercano di divulgare la scoperta, finiscono nel frullatore dei talk show; gestiti dai conduttori con la tutta la frivolezza necessaria a non impensierire il pubblico, ché la serietà fa cambiare canale e la vera catastrofe sarebbe un calo degli ascolti. Apocalittici e negazionisti si scatenano comunque sui social e per le strade, e finalmente, sempre per la pressione dell’audience, si muove la Casa Bianca.
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Un gigantesco asteroide avanza inesorabile verso la Terra. Kate e Randall, i due astronomi scopritori, all’inizio vengono respinti dalla Casa Bianca, in quel momento troppo impegnata a trafficare un seggio alla Corte Suprema per un porno attore intimo della Presidente. Quando poi cercano di divulgare la scoperta, finiscono nel frullatore dei talk show; gestiti dai conduttori con la tutta la frivolezza necessaria a non impensierire il pubblico, ché la serietà fa cambiare canale e la vera catastrofe sarebbe un calo degli ascolti. Apocalittici e negazionisti si scatenano comunque sui social e per le strade, e finalmente, sempre per la pressione dell’audience, si muove la Casa Bianca. Il grande baraccone degli enti governativi e dei colossi tecnologici privati avrebbe i mezzi per deviare l’asteroide, ma un po’ per calcolo e molto per idiozia, la situazione sfugge di mano e il pianeta viene distrutto. Amen.
La storia di Don’t Look Up sembra già vista. E non al cinema. E’ molto simile a quella della pandemia attesa da almeno un decennio, che nulla è stato fatto per prevenire; per poi affrontarla nel pressapochismo più totale, tra la negazione e l’isteria. Non è diversa dalla crisi ecologica preannunciata da cinquant’anni; oppure dall’intelligenza artificiale lasciata a se stessa, altra fatalità prossima ventura, fuori dai radar di chi dovrebbe pensare e vigilare il futuro.
Don’t Look Up, sarebbe una distopia se la follia al potere non la stessimo già pagando adesso. L’ottima pellicola di Adam McKay – all’apparenza surreale e grottesca – è una fedele rappresentazione della rottura tra cose e parole, tra i fatti e la loro narrazione, secondo la dottrina della post-verità tanto di moda nelle alte sfere. Fiction di genere catastrofico che nel nostro mondo rovesciato – dove gli sbalestrati siedono alla Casa Bianca e gli scienziati alla cassa dei supermercati – tocca classificare come realista: quasi un docu-film di argomento socio-politico. L’ambientazione è negli Stati Uniti, ma la lezione è globale: se la democrazia ha prodotto simili mostri, figuriamoci le dittature che della falsità hanno sempre fatto il loro credo.
Cast importante. Ottimi Lawrence e Di Caprio. Meritevole di speciale apprezzamento Meryl Streep, esemplare presidente degli Stati Uniti: farsesca, corrotta, fatua e furbastra. Evidente replica – parodia sarebbe impossibile – di Donald Trump al femminile; ma potrebbe essere uno dei tanti immaturi a capo di Stati e multinazionali che tanta (ir)responsabilità esercitano sul mondo. Don’t look up – non guardare in alto – non per l’asteroide, ma perché si è smarrita la visione. La capacità-volontà di alzare gli occhi al cielo: l’alta pratica del pensare, prima, e poi magari di ri-pensare in termini di bene comune. Chi siede nei posti più alti, chi per primo dovrebbe avere la visione del cielo, guarda basso. Bassissimo. Concentrato nell’ombelico dei propri interessi e magari in quello che sta ancora più sotto. Tutti gli altri, i miliardi di persone sedute davanti allo schermo, lo sanno, ma non sembrano preoccuparsene. Anche loro hanno smesso di guardare in alto: di pensare oltre le cose e le sensazioni del momento. Neppure la scienza è innocente: pure agli astronomi piace andare a letto con la televisione, e non solo metaforicamente.
Finale senza sconti. La realtà è qualcosa che continua a esistere là fuori, anche se smettiamo di crederle. A conti fatti non siamo più intelligenti dei dinosauri, cancellati allo stesso modo. Loro, almeno, con l’innocenza di non sapere.
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felicity
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lunedì 31 gennaio 2022
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uno sguardo lucido a ciò che è diventato il mondo
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Don’t Look Up è una storia di fiction ambientata nello stesso presente che abitiamo e del quale il regista e sceneggiatore si è dimostrato attentissimo osservatore.
Don’t Look Up è un ibrido strano; la storia del cinema è piena di disaster movie in cui il Governo degli Stati Uniti si incarica di deviare o eliminare un asteroide che promette di distruggere la Terra. Trattasi dunque di questo genere, che però, con la sua scrittura affilata, McKay amalgama perfettamente con il suo approccio satirico, per il quale si è fatto conoscere negli anni passati.
Il film è uno sguardo lucido a ciò che è diventato il mondo, oggi, vissuto attraverso il filtro dei social, un mondo in cui si preferisce dubitare, essere scettici piuttosto che affidarsi alla scienza, un mondo di complottisti, negazionismi, incapaci di ascoltare e guardare, concentrati sui loro schermi, specchi neri della nostra umana paura di avere torto e di finire, di morire miseramente su una roccia che gira nello spazio, senza avere un vero senso nel mondo.
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Don’t Look Up è una storia di fiction ambientata nello stesso presente che abitiamo e del quale il regista e sceneggiatore si è dimostrato attentissimo osservatore.
Don’t Look Up è un ibrido strano; la storia del cinema è piena di disaster movie in cui il Governo degli Stati Uniti si incarica di deviare o eliminare un asteroide che promette di distruggere la Terra. Trattasi dunque di questo genere, che però, con la sua scrittura affilata, McKay amalgama perfettamente con il suo approccio satirico, per il quale si è fatto conoscere negli anni passati.
Il film è uno sguardo lucido a ciò che è diventato il mondo, oggi, vissuto attraverso il filtro dei social, un mondo in cui si preferisce dubitare, essere scettici piuttosto che affidarsi alla scienza, un mondo di complottisti, negazionismi, incapaci di ascoltare e guardare, concentrati sui loro schermi, specchi neri della nostra umana paura di avere torto e di finire, di morire miseramente su una roccia che gira nello spazio, senza avere un vero senso nel mondo.
Il personaggio di Leonardo DiCaprio si fa voce dello sfogo brutale di McKay, grida la sua fede nella scienza, in chi studia e in chi per lavoro difende l’umanità. Concepito durante il primo lockdown e girato in piena pandemia, Don’t Look Up e la risposta lucida di Adam McKay al momento storico senza precedenti che stiamo vivendo.
Il regista non fa prigionieri, mettendo alla berlina non solo la classe politica e quella dell’informazione, ma anche quella dei comuni cittadini, quegli stessi cittadini che in Vice – L’Uomo nell’Ombra erano poveri pesci presi all’amo, e adesso sono complici della miopia e dell’ignoranza che impera nei palazzi del potere. E sarà stata davvero una bella soddisfazione, per Meryl Streep, occupare proprio quel palazzo del potere e parodiare, con la sua esilarante presidentessa, proprio “quello lì”, che l’aveva definita “sopravvalutata”.
Ma Streep non è l’unica a giocare con la sceneggiatura di McKay. Don’t Look Up si arricchisce di personaggi straordinari che si fanno più divertenti da guardare, a mano a mano che scivolano sempre più verso il surreale, come il magnate della tecnologia Mark Rylance, oppure lo skater Timothée Chalamet, o ancora la presentatrice tv Cate Blanchett.
Ma tutti si fanno da parte di fronte al talento infinito di Jonah Hill, che riesce a farsi disprezzare ma anche a farsi voler bene e a strappare genuine risate allo spettatore. Su tutti aleggiano DiCaprio e Jennifer Lawrence, che abbracciano con dedizione il ruolo di eroi senza macchia, confermando che il loro talento è versatile e, anche se declinato il più delle volte in toni drammatici, performa benissimo (se non meglio) anche con i toni leggeri ma insidiosi della farsa che McKay gli propone con la sua sceneggiatura.
Don’t Look Up non presenta però la spregiudicatezza con cui Adam McKay maneggiavano crisi finanziarie e personalità pubbliche; manca il graffio, l’artiglio appuntito che ferisce tutti ma che in fondo non riguarda nessuno. In Don’t Look Up siamo tutti coinvolti, tutti chiamati in causa come responsabili di una trasformazione sociale che rischia soltanto di peggiorare, verso la rovina, e forse per questo il finale del film si addolcisce, si tinge di rassegnazione e di malinconia, quasi di compassione, come una garbata e comprensiva pacca sulla spalla da parte di chi ci dice che, tutto sommato, non si poteva fare di più.
Adam McKay conferma la lucidità del suo sguardo sul presente, dimostrandosi capace anche di maneggiare la metafora come mezzo espressivo per proporre un’analisi della società contemporanea che forse è ancora troppo immersa dentro alla Storia, per essere in grado di alzare gli occhi e rendersi conto della sua stessa condizione. La società come collettività sembra aver fallito, la scelta viene affidata dunque al singolo: rimanere con gli occhi fissi sulle proprie scarpe, non guardare su, oppure alzare gli occhi al cielo e affrontare la realtà, anche se dovesse essere troppo tardi.
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anna rosa
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venerdì 21 gennaio 2022
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let''s look up!
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Nonostante non sia attratta dai film catastrofici o che raccontino cose ... diciamo incredibili, questo mi ha molto impressionato ed emozionato, non solo per il ritmo le immagini la suspense, non solo per la satira feroce della classe politica ai suoi più alti livelli, non solo per il realismo della rappresentazione della società moderna, frivolmente cliccante fotografante postante, ma anche perché quel meteorite che sta correndo verso la terra mi sembra riassumere in sé metaforicamente tutti quei comportamenti che stanno portando alla catastrofe ambientale. Riusciremo a vedere quel meteorite abbastanza presto per deviarne la traiettoria?
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