andrea1974
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venerdì 30 aprile 2021
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i''m not homeless, i''m houseless
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Alla frontiera, tra documentario e film. Alla frontiera, tra viaggio ed eterno ritorno. Alla frontiera, tra soluzione e sospensione. Alla frontiera, tra comunità e solitudine. Alla frontiera, tra claustrofobia e spazi immensi. Alla frontiera, tra sentimento e ossessioni. Alla frontiera, tra amicizia e solitudine. Alla frontiera, tra senso e ossessione. Alla frontiera, tra foto sociale americana e archetipo universale. Un film circolare, al ritmo delle stagioni, del caldo e del freddo, dell'amicizia e della natura, un film filosofico e attuale. Un bel film, magistralmente interpretato da Fran McDorman, con i tempi lunghi, privo di una trama, di una peripezia, eppure scandaglio di sentimenti profondi rimossi.
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Alla frontiera, tra documentario e film. Alla frontiera, tra viaggio ed eterno ritorno. Alla frontiera, tra soluzione e sospensione. Alla frontiera, tra comunità e solitudine. Alla frontiera, tra claustrofobia e spazi immensi. Alla frontiera, tra sentimento e ossessioni. Alla frontiera, tra amicizia e solitudine. Alla frontiera, tra senso e ossessione. Alla frontiera, tra foto sociale americana e archetipo universale. Un film circolare, al ritmo delle stagioni, del caldo e del freddo, dell'amicizia e della natura, un film filosofico e attuale. Un bel film, magistralmente interpretato da Fran McDorman, con i tempi lunghi, privo di una trama, di una peripezia, eppure scandaglio di sentimenti profondi rimossi. Un film senza casa, ma non senza famiglia
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venerdì 30 aprile 2021
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perfetto
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Un commento pieno di equilibrio, di occhio e cuore ai particolari, alla storia, alla sofferenza, senza superare mai i limiti, con il rifiuto della retorica che non c'è nel film e nemmeno nel commento.
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marti21
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giovedì 29 aprile 2021
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cinema verità
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Il cinema che conta, quello che rimane. Una storia piena di umanità e verità.
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djtigi
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lunedì 26 aprile 2021
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vince la noia!
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Nomadland è' un film molto ben fatto e molto ben recitato su un tema poco conosciuto, peccato che non succede nulla dall'inizio alla fine. E' l'ennesimo esempio di come l'arte quando è triste viene apprezzata dai critici
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djtigi
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lunedì 26 aprile 2021
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vince la noia
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Nomadland è' un film molto ben fatto e molto ben recitato su un tema poco conosciuto, peccato che non succede nulla dall'inizio alla fine. E' l'ennesimo esempio di come l'arte quando è triste viene apprezzata dai critici
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denilson
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domenica 25 aprile 2021
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il cinema verità nel 2021
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L'acclamato Nomadland ha un grosso problema di fondo: è sostanzialmente un documentario ma pretende di essere un film. Ogni scena è totalmente sconnessa dalla successiva ed è solo funzionale al racconto dello stile di vita di una nomade (Fern). Peccato che Fern sia la miliardaria Frances Mcdormand (non è un documentario, appunto).. se allora la regista, nel suo romanzo cinematografico, non è in grado di allestire una tela narrativa e/o di immagini che riescano a stimolare un interesse, un'emozione, beh non mi importa niente di quello che fa Fern durante il giorno.. anche perché avevo voglia di vedere un film e non un documentario sulla vita dei nomadi. Di certo non aiutano la pesantezza dei temi e dei toni, né le musichette strappalacrime di Einaudi.
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L'acclamato Nomadland ha un grosso problema di fondo: è sostanzialmente un documentario ma pretende di essere un film. Ogni scena è totalmente sconnessa dalla successiva ed è solo funzionale al racconto dello stile di vita di una nomade (Fern). Peccato che Fern sia la miliardaria Frances Mcdormand (non è un documentario, appunto).. se allora la regista, nel suo romanzo cinematografico, non è in grado di allestire una tela narrativa e/o di immagini che riescano a stimolare un interesse, un'emozione, beh non mi importa niente di quello che fa Fern durante il giorno.. anche perché avevo voglia di vedere un film e non un documentario sulla vita dei nomadi. Di certo non aiutano la pesantezza dei temi e dei toni, né le musichette strappalacrime di Einaudi. Nomadland, prossimo a conquistare l'Oscar al miglior film, è l'ennesimo prodotto di un cinema stanco, che sta esaurendo le idee e non sa rinnovarsi. Un cinema che usa il pretesto della "verità" cruda della vita delle minoranze per tentare di conferire un certo valore artistico a rappresentazioni aridissime, da dimenticare subito dopo i titoli di coda. Un cinema che in ultima analisi puzza molto spesso di ipocrisia.. ricchi borghesi che a 50 anni mollano tutto per fare i bisogni nei bidoni dell'immondizia.. ma quando mai? è questa la realtà? E poi, anche se lo fosse, non credo che dovremmo compiangere la scelta di questi nomadi (Fern e l'amico), come invece ci suggerisce la linea continua di piagnucolosità che regna a Nomadland.
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stefano capasso
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domenica 25 aprile 2021
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alla ricerca del senso della vita
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Fern ha perso il lavoro a causa della crisi finanziaria che ha fatto chiudere i battenti alla fabbrica dove aveva lavorato una vita. Ha perso anche il suo affetto, Bo, il marito scomparso in seguito ad una malattia. Attrezza il suo furgoncino a casa mobile e si mette in viaggio per gli States alla ricerca di qualcosa che ancora non capisce ma ben decisa a non rientrare più nel ricatto del capitalismo, per un viaggio senza fine dove troverà una inaspettata comunità di umani che hanno fatto la sua stessa scelta.
Chloé Zhao in un road movie focalizzato sui nomadi che attraversano l’America. Col suo stile quasi documentaristico, Zhao conduce un’indagine a più livelli: da una parte c’è la presa di posizione decisa contro il sistema economico che tiene vincolate a se le persone, necessarie al suo funzionamento, dandogli si la possibilità di vivere con le tradizionali comodità ma negando loro la possibilità di vivere una vita piena.
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Fern ha perso il lavoro a causa della crisi finanziaria che ha fatto chiudere i battenti alla fabbrica dove aveva lavorato una vita. Ha perso anche il suo affetto, Bo, il marito scomparso in seguito ad una malattia. Attrezza il suo furgoncino a casa mobile e si mette in viaggio per gli States alla ricerca di qualcosa che ancora non capisce ma ben decisa a non rientrare più nel ricatto del capitalismo, per un viaggio senza fine dove troverà una inaspettata comunità di umani che hanno fatto la sua stessa scelta.
Chloé Zhao in un road movie focalizzato sui nomadi che attraversano l’America. Col suo stile quasi documentaristico, Zhao conduce un’indagine a più livelli: da una parte c’è la presa di posizione decisa contro il sistema economico che tiene vincolate a se le persone, necessarie al suo funzionamento, dandogli si la possibilità di vivere con le tradizionali comodità ma negando loro la possibilità di vivere una vita piena. Su quest’aspetto si fonda poi il livello più profondo del film, che parla di individui che sono alla ricerca di qualcosa che significhi vita. Tutti hanno perso delle garanzie economiche, ma hanno perso soprattutto un riferimento importante nella loro vita: un affetto, una persona, la salute. Scegliere la strada diventa una risposta a quel profondo dolore che è la mancanza, all’impossibilità di pensare ad un futuro in continuità col presente, e magari col passato; significa dare importanza al momento, dare valore a quello che si ha intorno, a godere della connessione intima con la natura. Per tanti è una ricerca che non ha mai fine perché è necessaria a tenere in piedi la propria vita, la propria storia, senza dimenticare o rinnegare quello che si è fatto; per altri arriva invece il momento di chiudere questa parentesi, vuoi perché si presentano nuove possibilità di proiettare se stessi nel futuro, vuoi perché la fine della vita è un momento che nessuno può evitare.
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jonnylogan
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mercoledì 21 aprile 2021
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sì, viaggiare
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Empire, nel Nevada, è ormai una città fantasma da quando la locale fabbrica dedita alla produzione di cartongesso è stata chiusa trascinando al fallimento l’economia urbana. Per questo Fern, sessantenne rimasta vedova, decide di caricare il proprio van e andare finalmente alla ricerca di una vita migliore.
Dai freddi panorami del Nevada, stato con scorci meno noti rispetto agli agglomerati urbani ma altrettanto onirici, si muove Fern, vedova che a sessant’anni decide di riscrivere la sua esistenza, o almeno di allontanarsi dalla ‘città azienda’ di Empire, forma urbana diffusa nei paesi anglosassoni e letteralmente di proprietà di una società, nella quale ha vissuto per decine di anni assieme al marito.
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Empire, nel Nevada, è ormai una città fantasma da quando la locale fabbrica dedita alla produzione di cartongesso è stata chiusa trascinando al fallimento l’economia urbana. Per questo Fern, sessantenne rimasta vedova, decide di caricare il proprio van e andare finalmente alla ricerca di una vita migliore.
Dai freddi panorami del Nevada, stato con scorci meno noti rispetto agli agglomerati urbani ma altrettanto onirici, si muove Fern, vedova che a sessant’anni decide di riscrivere la sua esistenza, o almeno di allontanarsi dalla ‘città azienda’ di Empire, forma urbana diffusa nei paesi anglosassoni e letteralmente di proprietà di una società, nella quale ha vissuto per decine di anni assieme al marito. Passando da un McJob all’altro: dalla logistica di Amazon, alla raccolta delle barbabietole, dalla vendita di minerali, al lavoro nei fast-food, Fern rappresenta la più classica delle voci fuori dal coro, desiderosa di riaffermare la propria identità seguendo la meno consueta delle sceltecomuni. Cercando attraverso una vita nomade, nel corso della quale s’imbatte in decine di persone, fra cui il ‘nomade’ David Strathairn, che come lei hanno deciso di vivere errando per le pianure e i deserti degli States, alla ricerca di una nuova esistenza, lontana e differente da chi pianta radici e cerca conferme.
Frances McDormand aggiunge alla propria carriera una nuova anti - eroina che esattamente come la Mildred Hayes, di Tre manifesti a Ebbing, Missouri, attraverso poche battute riesce, in questo caso, a spiegare il dramma di chi per scelta, necessità o semplice desiderio, si trova, causa recessione, a dover riscrivere il proprio stile di vita.
Pellicola pluricandidata alla notte degli Oscar, con ben sei statuette, fra cui la nomination per la splendida fotografia firmata da Joshua James Richards,e basata sul libro inchiesta di Jessica Bruder che cercò, attraverso la vicenda del nomadismo su quattro ruote, di descrivere cosa significhi la nuova povertà della middle - class americana in un epoca non semplice da domare, capace di trascinare molte persone a viaggiare, replicando l’elemento fondativo di una nazione ancora molto giovane.
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luigi de bernardis
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martedì 20 aprile 2021
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ahimé!
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Film super premiato, ahimé!
Non sono riuscito a guardarlo fino alla fine, nonostante ero preparato alla mattonata.
Sono convinto non sia piaciuto nemmeno a tutti quelli che l'hanno premiato, purtroppo non é la prima volta che questi "pseudo giudici" osannano qualcosa di veramente brutto. Trovo che l'insorgere di questi giudizi penalizzino di molto i veri film, se non altro fanno passare la voglia a quei registi che ne sarebbero capaci.
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gustibus
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sabato 17 aprile 2021
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ma dove e''la novita''?
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Sicuramente il film di Chloe'Zhao riprende l'America dei due volti.Qui la poverta'dovuta ad un lavoro perso nel 2008 per la crisi economica .Fern(F.Mc.Dormand)e'la protagonista che rimasta sola rende un piccolo furgone-camper e parcheggiando nell'America lontana/rurale cerca di vivere facendo lavoretti,cercando sempre di reagire ad una vita da nomade...povera pero'!.Donna sui 60 anni,troppo vecchia per un lavoro,troppo giovane per la pensione,senza aiuti sanitari e...continuare a combattere.Questo e'il messaggio non nuovo.Nessuno ha mai visto "Non si uccidono cosi'anche i cavalli"?..Quindi i messaggi degli Usa a due facce..non sono nuovi.Visto i 6 milioni di poveri assoluti che ha l'Italia perche'mai dovrebbe cosi'colpirmi questo film?.
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Sicuramente il film di Chloe'Zhao riprende l'America dei due volti.Qui la poverta'dovuta ad un lavoro perso nel 2008 per la crisi economica .Fern(F.Mc.Dormand)e'la protagonista che rimasta sola rende un piccolo furgone-camper e parcheggiando nell'America lontana/rurale cerca di vivere facendo lavoretti,cercando sempre di reagire ad una vita da nomade...povera pero'!.Donna sui 60 anni,troppo vecchia per un lavoro,troppo giovane per la pensione,senza aiuti sanitari e...continuare a combattere.Questo e'il messaggio non nuovo.Nessuno ha mai visto "Non si uccidono cosi'anche i cavalli"?..Quindi i messaggi degli Usa a due facce..non sono nuovi.Visto i 6 milioni di poveri assoluti che ha l'Italia perche'mai dovrebbe cosi'colpirmi questo film?...Ho notato i premi a decine che ha ricevuto"Nomadland"e candidato pure a sei premi oscar..Io saro'un cinefilo anomalo..ma non ho notato niente di speciale..ho letto "suono struggente"..ma quale?...fotografia bellissima..ma quale?..scenografia non originale da Oscar..ma quale?..l'attrice principale sempre brava per carita'..ma avete visto "3 manifesti a..."?stessa espressione!...La regista?..ma lasciamo perdere,altrimenti mi censurate!.Film da vedere 1volta soltanto.Amo il cinema,ma non piace accodarmi alla fila del "film da Oscar"del vincitore a Venezia...non ho notato niente di speciale.Ma.sono fuori dal "politicamente corretto"?Ah un ultima considerazione..nessun critico ha avuto il coraggio di dire.che ce'una lampante pubblicita'di una nota ditta online di trasporto col titolare tra i piu'ricchi al mondo.Fa un po'stridere..tanto!
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