fabio
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lunedì 2 marzo 2020
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il fascino dei motori
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Avvincente film sul mondo delle corse d'auto e sui suoi protagonisti. il film ricostruisce bene un episodio passato alla storia (quando la Ford vinse, unica volta nella storia, la 24 ore di le mans).
Mangold riesce bene nelle scene d'azione: belle inquadrature e sonoro, l'adrenalina è assicurata.
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Avvincente film sul mondo delle corse d'auto e sui suoi protagonisti. il film ricostruisce bene un episodio passato alla storia (quando la Ford vinse, unica volta nella storia, la 24 ore di le mans).
Mangold riesce bene nelle scene d'azione: belle inquadrature e sonoro, l'adrenalina è assicurata.
Meno riuscito il compito di trasmettere la passione, il mistero che spinge gli uomini al limite ed oltre.
Più efficace è stato "Veloce come il vento" di Rovere, dove senti la puzza dell'olio e della benzina ma trovi il taglio psicologico, l'umano è davvero protagonista.
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belliteam
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lunedì 16 novembre 2020
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ford vs ferrari, e a vincere e'' il cinema
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E' sempre complicato riuscire a fare bei film con soggettiva lo sport: in pochi ci sono riusciti: "momenti di gloria" era stato il precursore, poi e' arrivato "fuga per la vittoria" con Pele', e rimanendo nel campo automobilistico negli ultimi anni molto apprezzato e' stato "Rush" con la sfida Lauda/Hunt.
E anche in Le Mans '66 girato da James Manegold (Wolverine) di sfida si tratta, tra il gruppo Ford, non avvezzo alle corse, e il mito Ferrari plurivincitrice a Le Mans. La ricostruzione dei circuiti, delle macchine (con la gt40 protagonista) le tute, e tutti i dettagli sono stati meticolosamente curati. I personaggi anche, con Matt Damon nei panni di Shelby, e Christian Bale ad interpretare il talentuoso pilota Ken Miles, mal digerito dalla proprieta' Ford, ma il cui intuito sara' poi devisivo nel dare la svolta alla rincorsa della Ford alla vittoria a Le Mans.
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E' sempre complicato riuscire a fare bei film con soggettiva lo sport: in pochi ci sono riusciti: "momenti di gloria" era stato il precursore, poi e' arrivato "fuga per la vittoria" con Pele', e rimanendo nel campo automobilistico negli ultimi anni molto apprezzato e' stato "Rush" con la sfida Lauda/Hunt.
E anche in Le Mans '66 girato da James Manegold (Wolverine) di sfida si tratta, tra il gruppo Ford, non avvezzo alle corse, e il mito Ferrari plurivincitrice a Le Mans. La ricostruzione dei circuiti, delle macchine (con la gt40 protagonista) le tute, e tutti i dettagli sono stati meticolosamente curati. I personaggi anche, con Matt Damon nei panni di Shelby, e Christian Bale ad interpretare il talentuoso pilota Ken Miles, mal digerito dalla proprieta' Ford, ma il cui intuito sara' poi devisivo nel dare la svolta alla rincorsa della Ford alla vittoria a Le Mans. In definitiva 2h 30' di pellicola per gli amanti nostalgici delle corse dei vecchi tempi, che amano il cinema per quella che e' una ricostruzione di un fatto vero, e di una sfida tra due colossi dell'automobilismo mondiale.
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stenoir
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giovedì 19 agosto 2021
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rombo di motori e battito di cuori
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Matt Damon e Christian Bale interpretano rispettivamente Carroll Shelby e Ken Miles. Shelby, vincitore della 24 ore di Le Mans nel 1959, si trova costretto ad abbandonare le gare automobilistiche per un problema cardiaco e fonda la propria casa automobilistica: la Shelby-American; Miles, ex veterano di guerra, meccanico, pilota dilettante, scontroso, burbero e “testa calda”, ha moglie e un figlio da mantenere. Le loro figure si incontreranno per dare vita a un evento che sarà uno spartiacque nello sport delle corse a quattro ruote. Le scene relative alle gare, girate con dovizia e ottimamente montate, sono uno dei punti di forza del film. Oltre a Shelby e Miles, gli altri due personaggi meritevoli di essere citati (d’altronde il titolo originale è proprio Ford v Ferrari), determinanti per lo sviluppo motoristico del novecento e protagonisti di questa “Grande Sfida”, sono: Enzo Ferrari (interpretato da Remo Girone) e Henry Ford II -nipote di quell’Henry Ford, uomo fondamentale per la nascita del mezzo di locomozione più diffuso al mondo-.
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Matt Damon e Christian Bale interpretano rispettivamente Carroll Shelby e Ken Miles. Shelby, vincitore della 24 ore di Le Mans nel 1959, si trova costretto ad abbandonare le gare automobilistiche per un problema cardiaco e fonda la propria casa automobilistica: la Shelby-American; Miles, ex veterano di guerra, meccanico, pilota dilettante, scontroso, burbero e “testa calda”, ha moglie e un figlio da mantenere. Le loro figure si incontreranno per dare vita a un evento che sarà uno spartiacque nello sport delle corse a quattro ruote. Le scene relative alle gare, girate con dovizia e ottimamente montate, sono uno dei punti di forza del film. Oltre a Shelby e Miles, gli altri due personaggi meritevoli di essere citati (d’altronde il titolo originale è proprio Ford v Ferrari), determinanti per lo sviluppo motoristico del novecento e protagonisti di questa “Grande Sfida”, sono: Enzo Ferrari (interpretato da Remo Girone) e Henry Ford II -nipote di quell’Henry Ford, uomo fondamentale per la nascita del mezzo di locomozione più diffuso al mondo-. Le Mans ’66 è una storia sì di sport, ma anche di rivincita, di dedizione e voglia di raggiungere i propri obiettivi e spingersi oltre il limite, anche umano. Del resto, come ci fa sapere lo stesso Carrol Shelby, “… A 7000 giri al minuto tutto svanisce. La macchina diventa senza peso. Scompare…”
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paolo salvaro
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lunedì 18 novembre 2019
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un film di qualità con forse troppa carne al fuoco
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In questo film di Mangold viene ricostruito in modo lodevole il mondo delle corse degli anni '60 e il suo caratteristico anteporre il bene della squadra a quello del singolo pilota che vi regna sovrano ancor oggi specie quando si parla di marchi così importanti, nel bene e talvolta nel male. Il budget palesemente faraonico investito in questo film ha consentito all'esperto regista americano di ricostruire nei minimi dettagli numerose gare dell'epoca, catapultando lo spettatore all'interno dell'abitacolo insieme al pilota di turno con effetti dal grande impatto sia sonoro che visivo. Si è percepito chiaramente l'intento dichiarato dal regista di farci sentire al centro dell'azione e degli avvenimenti, forse un po' a discapito dello sviluppo dei medesimi.
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In questo film di Mangold viene ricostruito in modo lodevole il mondo delle corse degli anni '60 e il suo caratteristico anteporre il bene della squadra a quello del singolo pilota che vi regna sovrano ancor oggi specie quando si parla di marchi così importanti, nel bene e talvolta nel male. Il budget palesemente faraonico investito in questo film ha consentito all'esperto regista americano di ricostruire nei minimi dettagli numerose gare dell'epoca, catapultando lo spettatore all'interno dell'abitacolo insieme al pilota di turno con effetti dal grande impatto sia sonoro che visivo. Si è percepito chiaramente l'intento dichiarato dal regista di farci sentire al centro dell'azione e degli avvenimenti, forse un po' a discapito dello sviluppo dei medesimi. Le musiche composte per il film sono state abbastanza azzeccate e incalzanti, o quantomeno adatte al genere di film in questione, anche se a mio avviso Marco Beltrami ha fatto molto di meglio nella sua lunga carriera di musicista. Il cast superblasonato scelto per il film si è dimostrato più che all'altezza del compito, con il solito camaleontico Bale a far la voce grossa ed un buon Damon; i due hanno rivelato una buona affinità sullo schermo ed è sempre un piacere vederli all'opera. Da segnalare anche la buona prova della Balfe nei panni della decisa e forte moglie di Ken Miles che ha incarnato alla perfezione la solida ancora o punto di riferimento che lei aveva rappresentato nella vita del pilota. Menzione d'onore per il veterano Remo Girone che ha portato sullo schermo un ottimo Enzo Ferrari, riproposto in tutto il suo orgoglio da grande costruttore di auto qual'era. Qui il suo temperamento però sfocia in un'arroganza da tipico cattivo, un po' ingenerosa e gratuita, anche se accomunabile a quella di Ford ad inizio del film.
L'idea di contrapporre lo spirito libero e a tratti dissacrante dei tuoi piloti Shelby e Miles al pomposo aziendalismo di Ford e Ferrari e soprattutto dei loro diretti collaboratori ci può stare, ma rende il film privo di un tema centrale sviluppato in tutto e per tutto; di fatto ci vengono raccontate un po' a singhiozzo le storie di Ford desideroso di superare Ferrari, quella della vicenda personale di Miles e della sua officina, di Shelby e della sua volontà di imporsi come libero costruttore ed il tutto collide nell'edizione 1966 della 24 ore di Le Mans. Credo che un grande appassionato di corse non possa rimanere del tutto soddisfatto da ciò che dell'evento vero e proprio viene mostrato nel film: come dicevo l'ambientazione, la pista e le vetture sono state tutte ricreate con grande cura (che magone mi è venuto a rivedere la corsia box e gli spettatori così pericolosamente vicini a dove sfrecciavano le vetture all'epoca, ripensando alla strage del 1955), ma trovo che a dispetto delle due ore e mezza di durata si sia passato troppo tempo lontano dalla pista e fin troppo a trattare vicende marginali della vita dei due protagonisti. Non è chiaramente un difetto che la storia sia così ben sviluppata, ma trovo che lo sia stata forse anche un po' troppo in relazione a ciò di cui parla il film.
Nel complesso, ritengo Le Mans '66 un ottimo film ma che perde però il confronto diretto con Rush di Ron Howard, il quale tratta di un'altra grande rivalità del passato. In quel film ad esempio si percepisce chiaramente che Hunt e Lauda erano prima piloti e solo dopo esseri umani; lo stesso a mio avviso non si vede del tutto in questo film che si sofferma troppo a lungo sulle vicende personali di Shelby e Miles e che relega spesso e volentieri i piloti e il team di meccanici della Ferrari ad antagonisti generici senza il benchè minimo approfondimento. Un peccato che gli autori del film siano caduti in banalità simili, perchè il film è molto valido. Il mio giudizio pertanto è positivo.
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