eugen
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mercoledì 14 dicembre 2022
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decisamente interessante
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Questo"Downton Abbey"di Michael Engler(2019), sequel della serie TV che si era protratta dal 2010 al 2015, che naturakmente"completa"cronologicamente la storia, arrivando fino al 2027, quando King George V e la queen Mary fanno visita ai conti Grantham , ovviamnete a Downton Abbey, ha due punti di forza nel racconto, oltre alle strorie-intrighi di novili e soprattuttto di donne nobiliari, con i loro figli, cui lasciano l'eredita'etc.: 1)la stessa questione della sopravvivenza di Downton Abbey come residenza nobiliare, dove molti intravedono ormai solo uno "scarto"o meglio la sopravvienza di qualcosa che si vuol tenere in vita anche se 'ormai morto, antistorico o comunque superato dall'era borghese che si avvicina o meglio e'gia'pienamente presente anche se non totalmente riconosciuta sul piano culturale e legale; 2)la querelle sull'omosessalita', che non viene ancora ammessa e non riconosicutaa come esistnete, ma sanzionata in termini polizieschi e giudiziari, dopo che il processo di Oscar Wilde(1895)si era svolto e conclusoo come sppiamo.
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Questo"Downton Abbey"di Michael Engler(2019), sequel della serie TV che si era protratta dal 2010 al 2015, che naturakmente"completa"cronologicamente la storia, arrivando fino al 2027, quando King George V e la queen Mary fanno visita ai conti Grantham , ovviamnete a Downton Abbey, ha due punti di forza nel racconto, oltre alle strorie-intrighi di novili e soprattuttto di donne nobiliari, con i loro figli, cui lasciano l'eredita'etc.: 1)la stessa questione della sopravvivenza di Downton Abbey come residenza nobiliare, dove molti intravedono ormai solo uno "scarto"o meglio la sopravvienza di qualcosa che si vuol tenere in vita anche se 'ormai morto, antistorico o comunque superato dall'era borghese che si avvicina o meglio e'gia'pienamente presente anche se non totalmente riconosciuta sul piano culturale e legale; 2)la querelle sull'omosessalita', che non viene ancora ammessa e non riconosicutaa come esistnete, ma sanzionata in termini polizieschi e giudiziari, dopo che il processo di Oscar Wilde(1895)si era svolto e conclusoo come sppiamo. L'incapacita'di/a riconsocerla-e ammmetterla all'epoca, con curiose sopravvivenze ancora al giorno d'oggi mostra come anche a livello legislativo per es,nella situazione italiana da un lato ci si chiede perche'si considera necessaria una legge(proposta di legge, finora, solamente)come la Zan e dalll'altro ci si ostina a non discuterla, dove naturalmente(cio'va detto)il prolbmea delle sanzioni e di un'equiparazione legislativa tra"coppie di fatto", quasi smepre gay e coppie definite"normali"e'¿alttra cosa ed esula dal ragionmanento qui accennato. La questione irlandese, invece, nel film e'solo accennata con il tenatvio di attentato alla vita dei"sovrani", dove una quaestio che dura(e gia'durava)da secoli viene appunto solamente accennata, ma non si ha la volonta'ne'forse il "tempo"di approfnmdirla. Gli e le intepreti sono quelli/e della serie TV e quindi aggiungere altro risulterbbe pletorico. El Gato. Eugen
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belliteam
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lunedì 31 agosto 2020
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sequel della fortunata serie tv
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Downtown Abbey e' il sequel della famosa serie tv, che si fermava dopo 52 episodi al 1925, mentre qui siamo nel 1927 ambientato nello yorkshire.
La trama e' molto (forse troppo) semplice: ovvero la visita x una notte dei Reali d'Inghilterra.
Raffinato, patinato il giusto, e con un gruppo di ottimi attori (tanti ereditati dalla serie tv) che sanno dare il giusto ritmo alla pellicola, tra cui la sempre splendida e ficcante Meggie Smith.
Da vedere anche se non si e' vista la serie tv
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elgatoloco
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martedì 28 luglio 2020
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downton abbey as movie
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"Downton Abbey"(Michael Engler, sceneggiatura e soggetto di Julain Fellowes, autore della serie TV di cui il film è un "sequel", 2019). Visita reale, 1927, a Downton Abbey, dai conti Grantham, dopo che il"luogo"è da tempo conteso o meglio se ne parla come di una"sovrastruttura" anche finanzaimente insostenibile o quasi; riespolodno tutte le contradizioni già insite nella serie, che qui la visita dei regnanti riacutizza, ovviamente. Riesplodono anche controversie di classe e all'interno delle stesse classi, non esclusi(anzi)i"domestici". Se ci si concentrasse di pià su tali aspetti, anzi, un eventuale sequel di questo film, peraltro già annunciato(anche alla luce del successo ottenuto al"botteghino")sarebbe veramente, come già lo era la serie, un'apllicazione della concezione marxista(materialismo storico)per cui-.
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"Downton Abbey"(Michael Engler, sceneggiatura e soggetto di Julain Fellowes, autore della serie TV di cui il film è un "sequel", 2019). Visita reale, 1927, a Downton Abbey, dai conti Grantham, dopo che il"luogo"è da tempo conteso o meglio se ne parla come di una"sovrastruttura" anche finanzaimente insostenibile o quasi; riespolodno tutte le contradizioni già insite nella serie, che qui la visita dei regnanti riacutizza, ovviamente. Riesplodono anche controversie di classe e all'interno delle stesse classi, non esclusi(anzi)i"domestici". Se ci si concentrasse di pià su tali aspetti, anzi, un eventuale sequel di questo film, peraltro già annunciato(anche alla luce del successo ottenuto al"botteghino")sarebbe veramente, come già lo era la serie, un'apllicazione della concezione marxista(materialismo storico)per cui-.riassumo molto brevemente)la storia è lotta di classi sociai e determinanti"in ultima istanza"(Althusser)sono i rapporti di produzione e il loro contrasto oppositivo con le forze di produzione. Decisamente efficace, questa trasposzione dal piccolo al grande schermo, con maggiore spettacolarizzazione, comunque contenuta(altra scelta inhtellligente, dato che"strafare"sarebbe stato =banalizzare), con l'ulteriore scelta di mantenere il cast della serie, con pochissime variazioni(rimangono Maggie Smith, inimitabile, Hugh Bonneville, Jim Carter, Laura Carmichael, ossia tutti i punti di forza della serie), con scenografie , musiche(l'alternaza tra i "noiosamente placidi"walzer del "ballo reale"con i ritmi "altri"del jazz nel locale gay è un pezzo di cinema già di per sé). Che il tema gay venga qui trattato(non siamo in un'epoca molto successiva alla famosa condanna di Oscar Wilde, tra l'altro e il divieto.condanna rimane, come noto, ancoraq molto a lungo)è un altro titolo di merito; lo si fa"con juicio", ritraendosi da ogni"clebration"à la"Gay Pride", altra scelta opportuna... El Gato
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francescofacchinetti
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martedì 26 maggio 2020
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se hai visto la serie ne vorrai ancora.
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Dopo aver recuperato le 6 stagioni della famigerata serie tv, è arrivato il momento del lungometraggio, approdato in sala l’anno scorso. In perfetto stile “Downton Abbey” con tutti i personaggi che abbiamo imparato a conoscere nei minimi dettagli durante le 60 puntate, il film ci dà qualche flash sulla loro vita nel 1927 (a 3 anni di distanza da dove l’ultima stagione si era conclusa) ma soprattutto ci catapulta in una vicenda che riempie d’orgoglio la famiglia Crawley e tutta la cittadina di Downton. Il Re e la Regina d’Inghilterra sono di passaggio nel nord e si fermeranno per un giorno a Downton Abbey. Ovviamente tutte le dinamiche tra i membri del personale e gli equilibri tra i familiari sono (quasi tutti) dati per scontati, facendo affidamento sulla preparazione del pubblico, ma l’esperienza è godibile e leggera anche per una platea profana.
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Dopo aver recuperato le 6 stagioni della famigerata serie tv, è arrivato il momento del lungometraggio, approdato in sala l’anno scorso. In perfetto stile “Downton Abbey” con tutti i personaggi che abbiamo imparato a conoscere nei minimi dettagli durante le 60 puntate, il film ci dà qualche flash sulla loro vita nel 1927 (a 3 anni di distanza da dove l’ultima stagione si era conclusa) ma soprattutto ci catapulta in una vicenda che riempie d’orgoglio la famiglia Crawley e tutta la cittadina di Downton. Il Re e la Regina d’Inghilterra sono di passaggio nel nord e si fermeranno per un giorno a Downton Abbey. Ovviamente tutte le dinamiche tra i membri del personale e gli equilibri tra i familiari sono (quasi tutti) dati per scontati, facendo affidamento sulla preparazione del pubblico, ma l’esperienza è godibile e leggera anche per una platea profana. Certo è che, se guardando il film, non ci fosse la carica emotiva e l’affetto per i protagonisti, il feedback sarebbe più neutro rispetto a chi vi è affezionato. Abituati alla minuzia dei dettagli di ogni puntata, può sembrar (a tratti) frettoloso veder raccontare così tante vicende nell’arco di due ore, ma quando poi arriva l’ultima inquadratura larga sul palazzo, si accende subito la speranza che ci sia un seguito a queste vicende, perché solo Downton Abbey riesce in un secondo a portarci indietro di cento anni e farci entrare immediatamente in quell’ingranaggio.
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marione
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venerdì 31 gennaio 2020
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carino ma deludente
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Dopo 52 episodi e 6 stagioni televisive Downton Abbey tenta il salto verso il grande schermo deludendo i milioni di fan che hanno seguito e apprezzato la serie. Il film è tecnicamente ben confezionato ma il contenuto risulta "annacquato" e privo di quel quid che rendeva a tratti speciale la serie. Ne risulta un opera carina ma di scarso coinvolgimento, che appare più che altro un'operazione commerciale di buona fattura ma di scarsa rilevanza.
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minnie
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domenica 10 novembre 2019
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incantevole vecchio mondo
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Venire trasportati per due ore nel 1927, in una prestigiosa country house inglese, con Lady Mary che pare miss Rossella (anche se più antipatica), è un sogno che solo il cinema può permettere. E che perfezione, che meraviglia, che musica (meravigliosa, la stessa della serie tv), che meccanismo perfettamente oliato, e non dimentichiamo le magnifiche voce del doppiaggio italiano (stupenda quella del vecchio maggiordomo richiamato in servizio, inutilmente cercata nei titoli di coda): tutto così perfetto da risultare forse un filino noioso, ma oltre alle sagaci battute di Lady Violet e alla storia della cameriera personale che in realtà è una figlia segreta (tipico plot da serie tv), c'è il fatto indubitabile di abbandonarsi al puro piacere estetico e di calarsi in un'epoca storica in fondo non così consueta ("Quel che resta del giorno" ricorda questo film).
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Venire trasportati per due ore nel 1927, in una prestigiosa country house inglese, con Lady Mary che pare miss Rossella (anche se più antipatica), è un sogno che solo il cinema può permettere. E che perfezione, che meraviglia, che musica (meravigliosa, la stessa della serie tv), che meccanismo perfettamente oliato, e non dimentichiamo le magnifiche voce del doppiaggio italiano (stupenda quella del vecchio maggiordomo richiamato in servizio, inutilmente cercata nei titoli di coda): tutto così perfetto da risultare forse un filino noioso, ma oltre alle sagaci battute di Lady Violet e alla storia della cameriera personale che in realtà è una figlia segreta (tipico plot da serie tv), c'è il fatto indubitabile di abbandonarsi al puro piacere estetico e di calarsi in un'epoca storica in fondo non così consueta ("Quel che resta del giorno" ricorda questo film). Ovvio che la serie tv, in tante stagioni e con la suspense che ogni episodio sapeva creare in attesa del successivo, ha delle carte in più. Ma io che ho seguito religiosamente la serie, trovandomi di fronte a un Bignami, un riassunto più che politicamente corretto, forse troppo, di quella, non sono rimasta delusa, anzi. E uscendo dal cinema canticchiavo la trascinante colonna sonora!
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lelloesposito
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giovedì 7 novembre 2019
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"christmas gift" da manuale
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Come nella tradizione consolidata, cinque stagioni su sei si chiudono con uno "speciale natalizio", diviso in due parti, che prosegue e conclude la trama della stagione. Il film non è altro che uno di questi regali, una doppia puntata, che, pur riprendendo il filo laddove lo avevamo lasciato, aggiunge alla storia nuovi e piacevoli elementi. Veniamo a noi: come sempre i personaggi sono dipinti magistralmente, anche nei ruoli di recente adozione; la location è sempre strepitosa, soprattutto con l'aggiunta delle riprese dal drone che la magnificano ulteriormente; l'episodio della visita del Re è l'occasione per sugellare alleanze e confermare l'ottima considerazione di cui godono i Crawley.
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Come nella tradizione consolidata, cinque stagioni su sei si chiudono con uno "speciale natalizio", diviso in due parti, che prosegue e conclude la trama della stagione. Il film non è altro che uno di questi regali, una doppia puntata, che, pur riprendendo il filo laddove lo avevamo lasciato, aggiunge alla storia nuovi e piacevoli elementi. Veniamo a noi: come sempre i personaggi sono dipinti magistralmente, anche nei ruoli di recente adozione; la location è sempre strepitosa, soprattutto con l'aggiunta delle riprese dal drone che la magnificano ulteriormente; l'episodio della visita del Re è l'occasione per sugellare alleanze e confermare l'ottima considerazione di cui godono i Crawley. Una su tutti: Maggie Smith (la Contessa Violet) domina ogni scena col suo personaggio incastonato nel film.
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samanta
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martedì 29 ottobre 2019
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siamo un faro che illumina ...
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Bisogna premettere che uno spettatore che non ha visto la serIe TV si può trovare in difficoltà per la comprensione del film. La serie Tv 6 stagioni dal 2010 al 2015 con 52 episodi) ha avuto un enorme successo in USA, in Uk, in generale in molti paesi non in Italia, anzi le ultime 2 stagioni vennero retrocesse in La5. Io visto le prime stagioni, poi francamente le ho trovate ripetitive e quindi ho visto saltuariamente gli altri episodi. Molti degli attori televisivi sono presenti in questo film.
La serie Tv iniziata all'indomani dell'affondamento del Titanic nel 1912, terminava con il 31 dicembre del 1925, la serie narrava la vita della famiglia del Conte Robert Crawley che viveva in uno splendido castello nel Yorkshire, dal titolo sembrebbe in origine un abbazia rubata da Enrico VIII alla Chiesa e come tante altre proprietà distribuite ai nobili per acquistarne l'appoggio.
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Bisogna premettere che uno spettatore che non ha visto la serIe TV si può trovare in difficoltà per la comprensione del film. La serie Tv 6 stagioni dal 2010 al 2015 con 52 episodi) ha avuto un enorme successo in USA, in Uk, in generale in molti paesi non in Italia, anzi le ultime 2 stagioni vennero retrocesse in La5. Io visto le prime stagioni, poi francamente le ho trovate ripetitive e quindi ho visto saltuariamente gli altri episodi. Molti degli attori televisivi sono presenti in questo film.
La serie Tv iniziata all'indomani dell'affondamento del Titanic nel 1912, terminava con il 31 dicembre del 1925, la serie narrava la vita della famiglia del Conte Robert Crawley che viveva in uno splendido castello nel Yorkshire, dal titolo sembrebbe in origine un abbazia rubata da Enrico VIII alla Chiesa e come tante altre proprietà distribuite ai nobili per acquistarne l'appoggio.
Il film inizia nei primi mesi del 1927 con l'arrivo a Downton Abbey di una lettera inviata da palazzo reale che preannuncia il soggiorno del Re e della Regina al castello per un giorno durante la loro visita nello Yorkshire, ovviamente la notizia mette in crisi il conte Robert (Hugh Bonneville) la moglie Cora, le 2 figlie di cui una Mary, che è sposata con un avvocato al momento all'estero, manda avanti effettivamente il castello e le proprietà terriere che dannno il reddito familiare l'altra Edth è sposata con un marchese, vive nel castello anche il genero Tom Branson vedovo di una terza figlia del Conte e di origine operaia e irlandese, soprattutto il personaggio clou rimane la contessa madre Violet (Maggie Smith). Il film descrive i preparativi affannosi per non sfigurare, la rivolta della servitù che viene sostituita dalla servitù reale che seguiva il Re Giorgio V e la Regina Mary nel loro tour e che riuscirà con uno stratagemma a esautorare la servitù reale e provvedere loro alla cena e alla colazione reali. Ovviamente il film termina bene con un ballo in un castello vicino.
La storia è quindi limitata e hanno dovuto rinforzarla il film (dura oltre 2 h) con episodi estemporanei: un tentato e maldestro attentato al Re sventato da Tom, l'amore gay tra il maggiordomo del Conte e il maggiordomo reale, così pure la forzata scena di un locale clandestino in cui una cinquantina di gay ballavano come degli adolescenti un pò cresciuti, con retata della polizia (fino al 1962 l'omosessualità era reato in UK) , scena superflua e ridicola ben più drammatica la scena del senatore Anderson in Tempesta su Washington che entra in un locale gay di New York. Il film si salva per l'accuratezza e la raffinatezza dell'ambientazione , dei costumi, dei dialoghi abbastanza brillanti (ma nella serie TV erano migliori), dall'ottima interpretazione degli attori in particolare di Maggie Smith che rende una contessa madre simpaticissima per la sua arguzia e furbizia con batture sempre intelligenti. Il film ha la regia dell'americano Michael Engler (regista tv e cinematografico) ed ha avuto un successo all'estero notevole, infatti ha già incassato circa 180 milioni di $ a fronte di 25 milioni di Budget, il che insieme ad alcune scene finali, fa prevedere che ci sarà per gli appassionati un sequel. Francamente mi era piaciuta di più la serie televisiva almeno le prime stagioni.
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ghisi gr�tter
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domenica 27 ottobre 2019
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ricchi e poveri alla altman
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Se non avete mai visto nessuna delle cinquantadue puntate della omonima serie televisiva britannica andata in onda dal 2010 al 2015, passerete tre quarti del tempo a capire chi è chi. E se oltretutto avete visto “Gosford Park” del 2001, passerete il tempo a pensare al geniale film di Altman. Infatti lo sceneggiatore di quel film, Julian Fellowes, è lo stesso della fortunata serie e di “Downton Abbey”.
Questo è dunque un film corale che presenta la usuale distinzione tra i ricchi (i nobili) e la servitù attraverso la narrazione, nello stesso palazzo, delle vite parallele che non si incontrano mai, o quasi mai, come nel caso dell’ex autista Tom Branson che ha sposato Sybil, una delle figlie del Conte, ma che poi è morta giovane, di parto.
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Se non avete mai visto nessuna delle cinquantadue puntate della omonima serie televisiva britannica andata in onda dal 2010 al 2015, passerete tre quarti del tempo a capire chi è chi. E se oltretutto avete visto “Gosford Park” del 2001, passerete il tempo a pensare al geniale film di Altman. Infatti lo sceneggiatore di quel film, Julian Fellowes, è lo stesso della fortunata serie e di “Downton Abbey”.
Questo è dunque un film corale che presenta la usuale distinzione tra i ricchi (i nobili) e la servitù attraverso la narrazione, nello stesso palazzo, delle vite parallele che non si incontrano mai, o quasi mai, come nel caso dell’ex autista Tom Branson che ha sposato Sybil, una delle figlie del Conte, ma che poi è morta giovane, di parto.
Più che un sequel della stessa serie, il film può essere considerato una sua conclusione. Siamo nel 1927 (un anno e mezzo dopo il finale della serie) e il tema musicale è sempre quella di John Lunn.
La storia è praticamente una lunga giornata nella magione del Conte di Grantham, subito dopo l’arrivo del telegramma che annuncia la venuta della coppia reale, Re Giorgio V e Regina Mary, ospiti per una notte, in visita nello Yorkshire.
Ciò porta scompiglio più nella servitù che nella famiglia Crawley. I preparativi coinvolgono tutto il paesino con pieno entusiasmo dei fornitori, tutti eccitati nel dover servire i propri reali.
Purtroppo si rivelerà una grande delusione quando si saprà che i reali viaggiano con la loro servitù al completo: maggiordomo, governante, cuoco, paggi, tutti; notizia che vanifica ogni sforzo e rende superfluo il lavoro e i servizi della servitù di Downton Abbey. Molta parte del film è dedicata appunto alle scaramucce tra i dipendenti con grande attenzione alle varie gerarchie. Altri siparietti inseriti, invece, riguardano vari rapporti interclassisti o, addirittura omosessuali.
L’ubicazione è fissa e molte sono le inquadrature di stampo televisivo come ad esempio le riprese esterne del castello nel parco (in realtà l’Highclere Castle nel nord dell’Hampshire dei conti Cavarnon). Il regista Michael Engler è lo stesso che ha girato il finale della serie televisiva e che quindi lo rende ancora più coerente.
Il film è una sommatoria di battute dette da attori eccezionali, di cui quelle pronunciate dalla cattivissima Contessa Madre Lady Violet (una sempre strepitosa Maggie Smith) sono molto divertenti come ad esempio: «Io non litigo, spiego».
Sul tramontare dell’aristocraziaJulian Fellowes intreccia le vicende della famiglia nobiliare con quelle della classe popolare che invece inizia a scoprire i suoi diritti, con il sottofondo degli eventi storicicome l’indipendenza irlandese, il naufragio del Titanic e la prima guerra mondiale con ironia, romanticismo e qualche battuta da soap opera, anche se di buon livello.
La serie Downton Abbey aveva già ricevuto importanti riconoscimenti come un Golden Globe e un Emmy, ricevendo anche il record di maggior numero di candidature Emmy per un titolo non statunitense.
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nino pellino
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domenica 27 ottobre 2019
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film dall'affascinante classicità di un tempo
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Questo ottimo film diretto in maniera magistrale dal regista Michael Engler ci descrive l'elegante dimora di Downtown Abbey, di proprietà della famiglia Crawley, durante il periodo degli anni '20. La trama si concentra sul grande evento relativo all'arrivo dei reali d'Inghilterra presso tale dimora dove vi soggiorneranno per una cena e per una notte. Ovviamente la capofamiglia, ossia la signora Mary Crawley, subito si metterà all'opera per la degna accoglienza, mobilitando soprattutto la servitù affinché si adoperi per i dovuti preparativi. Ma la spiacevole sorpresa sarà quella di venire a sapere successivamente che i reali d'Inghilterra preferiranno portare la loro servitù domestica che pertanto andrà a sostituire quella di Downtown Abbey e ciò andrà a determinare non pochi dissapori all'interno della pregevole dimora e che andranno a rappresentare il perno trainante su cui si baserà l'intera trama.
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Questo ottimo film diretto in maniera magistrale dal regista Michael Engler ci descrive l'elegante dimora di Downtown Abbey, di proprietà della famiglia Crawley, durante il periodo degli anni '20. La trama si concentra sul grande evento relativo all'arrivo dei reali d'Inghilterra presso tale dimora dove vi soggiorneranno per una cena e per una notte. Ovviamente la capofamiglia, ossia la signora Mary Crawley, subito si metterà all'opera per la degna accoglienza, mobilitando soprattutto la servitù affinché si adoperi per i dovuti preparativi. Ma la spiacevole sorpresa sarà quella di venire a sapere successivamente che i reali d'Inghilterra preferiranno portare la loro servitù domestica che pertanto andrà a sostituire quella di Downtown Abbey e ciò andrà a determinare non pochi dissapori all'interno della pregevole dimora e che andranno a rappresentare il perno trainante su cui si baserà l'intera trama. Questa pellicola mi ha trasmesso indubbiamente delle ottime impressioni grazie alla bellezza scenografica degli ambienti sia esterni che interni e alla sottile caratterizzazione psicologica dei vari personaggi della vicenda. Inoltre vi trapelano anche certe chiusure sociali dell'epoca a discapito soprattutto degli omosessuali, nonché l'accentuata differenziazione e relativa segregazione sociale di chi non poteva appartenere al ceto dell'alta borghesia. Ma tutto ciò non ci viene rappresentato in maniera troppo marcata o cinica. Anzi, tutto il film è pervaso da una certa eleganza rappresentativa, manifestata attraverso i dialoghi, resi piacevoli da un certo stile recitativo degli attori. Di tanto in tanto, magari, nel corso di certi dialoghi tra i nobili potrebbe trapelare qualche sottile pettegolezzo, il quale comunque viene dolcemente appianato da elementi come l'humour o una squisita ironia tipicamente all'inglese. Così come il dolce finale nel quale certi attriti tra i vari personaggi che hanno caratterizzato la trama, vengono fortunatamente assopiti, se non addirittura risolti. Un film d'altri tempi. Una preziosa pellicola prodotta in epoca contemporanea, ma che ci rimanda, nello stile, al grande Cinema classico degli indimenticabili anni '50 e '60. Pertanto il mio personale voto è quello di quattro stelle. Un film che vorrei sicuramente rivedere in futuro.
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